
I primi studi scientifici che dimostrano gli esiti positivi che l'attività fisica ha nel contrastare la depressione risalgono agli anni '70: gli effetti del miglioramento dell'umore, già riscontrabili dopo una seduta di allenamento in soggetti a lungo sedentari, sono più evidenti e persistenti con una pratica sportiva di lunga durata. Facendo sport ci si concentra sull'esercizio, svagandosi ed evadendo dai propri problemi, inoltre la possibilità di praticare in gruppo, di fare parte di un gruppo accettante che condivide un nostro stesso interesse, contribuisce ad allontanare ansie e preoccupazioni.
"Dagli studi condotti - asserisce la psicologa e psicoterapeuta Giulia Massucco - sembra che specifici trainings di allenamento contribuiscano a migliorare sia l'ansia di stato che di tratto in misura addirittura paragonabile alla psicoterapia; tre o quattro mesi di pratica sarebbero in grado di contrastare l'ansia. I meccanismi psicologici che potrebbero essere alla base di questo effetto sembrano essere l'effetto distraente dell'attività praticata, gli effetti del miglioramento dell'autostima, della percezione del sé fisico, della padronanza di sé: tutti questi effetti benefici agirebbero riducendo i pensieri ricorsivi e negativi, fonte degli stati ansiosi".

I programmi, disponibili in diverse località della Gran Bretagna, possono venir prescritti dai medici come fossero pillole o sciroppi ed i pazienti trovano, oltre ad una eventuale cura farmaceutica, un personal trainer che indica loro il tipo di allenamento ottimale.
Recentemente, uno studio ha messo in evidenza come la regolare pratica dell'attività fisica possa potenziare i benefici della chemioterapia nella cura del tumore al seno, contribuendo a migliorare l'umore delle pazienti oltre che il loro indice di massa corporea. La ricerca, effettuata dalla Fondazione Pascale di Napoli in collaborazione con la Temple University di Philadelphia, ha evidenziato una correlazione tra indice di massa corporea e reazione alla chemioterapia in giovani donne prima dell'intervento chirurgico.

Una metanalisi, cioè un riesame di una serie di studi sull'argomento che ha coinvolto circa 120 mila donne, ha dimostrato che la pratica costante di un'attività fisica, pari ad almeno due volte a settimana, riduce il rischio di recidiva e/o di mortalità, con un'efficacia paragonabile all'azione di una chemio, di una ormonoterapia o anche di una terapia con i più recenti farmaci biologici.
I benefici dell'attività fisica sono significativi anche per lo stato psicologico - ha sottolineato il medico - con una diminuzione degli episodi depressivi, ma soprattutto per la conservazione, se non il miglioramento, delle capacità cognitive. E' noto infatti che alcuni trattamenti, come la chemioterapia o la terapia ormonale, in un limitato numero di donne possono impattare sull'attenzione, sulla memoria e sulla capacità d'espressione. Diversi studi dimostrano che l'attività fisica svolge un'azione positiva su determinate aree del cervello, in particolare sull'ippocampo, preposto a queste funzionalità cognitive, sviluppandone le potenzialità e favorendo l'incremento delle dimensioni dell'area stessa".
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