Buona sera e benvenuti a questa puntata speciale, nel corso della quale ci avventureremo nell'affascinante mondo del pattinaggio su ghiaccio; non in quello delle competizioni, però, bensì in quel microcosmo spesso ignorato del pattinaggio del sabato pomeriggio e ne esploreremo la fauna.
Ora, dovete sapere che così come esistono i
guidatori della domenica, allo stesso modo esistono i
pattinatori del sabato pomeriggio: si tratta, in questo caso, di esseri viventi tutt'altro che timidi che fanno la loro comparsa sul finire della stagione autunnale ed imperversano sulle piste e nei palazzetti sino all'inizio della primavera. Solitamente sono facilmente localizzabili grazie all'abbigliamento completamente fuori luogo e soprattutto ai pattini, spesso di un acceso colore arancione, tuttavia esistono esemplari che indossano capi adeguati e presentano pattini di differente foggia e colore, quindi è bene avvicinarsi a tutti loro con estrema cautela.
In questa particolare specie di mammiferi gli studiosi hanno riscontrato significative differenze in base all'età: gli
esemplari più giovani, chiamati bambini, di solito sono molto chiassosi e, come spesso accade tra i primati, apprendono i rudimenti della sopravvivenza sul ghiaccio dagli esemplari più anziani e di maggior esperienza, siano questi i
genitori o dei temporanei surrogati definiti "
maestri". Questi
cuccioli, ancora inesperti, si possono osservare in natura vicino alla balaustra, mentre muovono i primi passi o accennano i primi goffi tentativi di
spinta e
frenata. Come tutti i cuccioli, suscitano tenerezza e sono innocui, ma è bene non avvicinarsi troppo: i genitori potrebbero allarmarsi, esibendosi in portentose cadute e sederate sul ghiaccio, magari trascinando con loro il piccolo.
E' al raggiungimento della maturità sessuale, però, che il pattinatore del sabato pomeriggio da il meglio di sé: in preda allo scatenarsi degli ormoni, eccolo formare
piccoli branchi composti da quattro, cinque o più individui, spesso dei due sessi, ed esibirsi in
rituali di accoppiamento che i ricercatori ancora non sono riusciti a decifrare compiutamente. Uno di questi è senza dubbio il cosiddetto "
trenino" o più semplicemente "treno": un esemplare, per ragioni ignote ritenuto (a torto) il meno inetto, inizia ad arrancare sul ghiaccio, un secondo esemplare gli cinge con le mani la vita ed arranca dietro di lui, un terzo esemplare si lega allo stesso modo al secondo e così si forma una coda più o meno lunga, che avanza berciando e zigzagando priva del benché minimo controllo all'interno della pista.
A differenza dei cuccioli, questi esemplari sono da ritenersi
estremamente pericolosi, in quanto non stanno vicini alla balaustra ma si muovono all'interno della pista senza seguire precise traiettorie e sono soggetti a frequenti cadute, nel corso delle quali non esitano a tirare le temibili "
zampate del principiante", annaspando nell'aria alla ricerca di un qualsiasi appiglio, riuscendo talvolta a trascinare nella catastrofica caduta anche un incauto osservatore che si sia avvicinato troppo.
Un rituale analogo e non di minor pericolosità per l'osservatore è quello che vede gli esemplari procedere
mano nella mano. Si ritiene che questo possa essere un ulteriore passo verso l'accoppiamento, dal momento che sovente gli esemplari sono un maschio ed una femmina, tuttavia non mancano le eccezioni: gli studiosi hanno spesso notato coppie di femmine procedere in tal modo, mentre mancano ad oggi osservazioni relative a coppie di maschi.
Nonostante il mistero che ancora ammanta, almeno in parte, questi particolari rituali, un dato emerge con chiarezza: l'
imbranataggine dei pattinatori del sabato pomeriggio non si divide in gruppo, ma, al contrario,
si moltiplica; se un pattinatore adolescente è da considerarsi pericoloso, gli adolescenti in branco in posizione di trenino o mano nella mano sono potenzialmente letali.
E' stato inoltre rilevato che spesso i
giovani maschi creano piccoli branchi e si esibiscono singolarmente in quelle che possono essere considerate manifestazioni di prestanza giovanile, sfidandosi a vicenda, tentando di muoversi il più velocemente possibile o di piroettare su se stessi o di frenare repentinamente: si tratta, in ogni caso, di comportamenti molto pericolosi per l'osservatore, in quanto messi in atto senza alcun preavviso né seguendo precise traiettorie e culminano spesso con poderose "zampate del principiante", esaurendosi poi con la caduta a terra del soggetto. Questi esemplari sono da evitare con la massima cautela.
Ma torniamo per un attimo agli esemplari che si accingono all'accoppiamento: quando il rituale è andato a buon fine, ecco che si assiste alla nascita del
pattinatore pomicione.
E' il momento in cui il pattinatore del sabato pomeriggio è meno pericoloso: trascorre la maggior parte del tempo attaccato alla balaustra intento ad infilare la lingua in bocca al partner o a tastargli il sedere, completamente ignaro di qualunque cosa gli accada intorno. Le rigide temperature, però, fanno sì che gli studiosi non siano ancora riusciti a documentare un
accoppiamento tra pattinatori pomicioni e, pertanto, ad oggi non è dato sapere come vengano concepiti i cuccioli di pattinatori del sabato pomeriggio. Diversi studiosi ritengono che le modalità possano essere molto simili a quelle messe in atto dagli altri ominidi, tuttavia resta un mistero che la scienza non mancherà di indagare.
Grazie per averci seguito nel corso di questa speciale puntata alla scoperta dei pattinatori del sabato pomeriggio, buona sera.