Le amarene sono da tempo considerate un po' come le sorelle racchie delle ciliegie, quelle acidine e un po' antipatiche che nessuno inviterebbe ad una festa. Eppure anche loro, poverine, hanno delle grandi virtù: i frutti, tanto per cominciare, sono molto ricchi di vitamina C e B, ma persino le foglie vengono utilizzate per preparare un liquore mentre i peduncoli trovano impiego in erboristeria per le loro proprietà diuretiche. Circa la storia delle amarene, poi, queste piccole parenti delle ciliegie pare siano state importate dal Medio Oriente niente meno che per allietare ed arricchire le leggendarie tavolate del romano Lucullo, quello dal cui nome nacque il detto "pranzo luculliano"!
Hanno una storia che le vede approdare nell'antica Roma prima ancora della nascita di Cristo, hanno indiscutibili proprietà salutari, ma hanno pure innegabilmente un gusto tra l'acidulo e l'amarognolo che molto spesso risulta tutt'altro che gradevole. Eppure a me le amarene piacciono. Le trovo simpatiche, così piccine e bistrattate. E poi, per dirla tutta, mi sarebbe spiaciuto da pazzi lasciare tutti questi bei piccoli frutti lucenti in balìa degli uccelli, quindi mi sono attrezzata e ho fatto man bassa delle amarene cresciute sull'alberello nel giardino dei miei genitori, lasciandone comunque una buona dose a beneficio di merli, passeri, pettirossi e vari volatili famelici. Dopodichè mi sono fatta dire da mia nonna la sua ricetta per le amarene sciroppate fatte in casa. E mi sono messa all'opera.
Una volta raccolte, le ho lavate per benino, asciugate accuratamente e private dei noccioli. In un barattolo sterile ho messo una cucchiaiata di zucchero e poi vi ho messo alcune amarene, altro zucchero e altre amarene, altro zucchero e altre amarene, a strati, come se stessi costruendo una lasagna di frutta in un barattolo.
Arrivata alla sommità del barattolo, ho cosparso il tutto con un ultimo strato di zucchero ed ho messo il tappo. Poi ho piazzato il barattolino sul balcone, al sole. La nonna su questo punto è stata chiarissima: le amarene vanno lasciate al sole per qualche giorno - e riportate in casa la notte - e occorre ricordarsi di scuotere il barattolo di tanto in tanto, mano a mano che va formandosi lo sciroppo.
Non so il motivo di questa indicazione meteorologica, ma le ricette della nonna non si discutono. Quindi primo barattolino al sole e via con un nuovo barattolo da riempire.
Anche questa ricetta, come la maggior parte di quelle da me inserite d'altro canto, è praticamente a costo zero e comporta soltanto la spesa di un po' di tempo e di pazienza.
Non è un caso che le indicazioni su come preparare questa conserva di frutta me le abbia fornite la mia nonna: lei è nata nel 1921, la Prima Guerra Mondiale era finita da qualche anno ed era una giovane donna quando scoppiò la Seconda. In quegli anni, mi assicura, si mangiava davvero di tutto; gli alberi da frutto erano considerati una benedizione e lei mi ha sempre raccontato di considerarsi fortunata per non aver mai patito la fame, grazie alla sua famiglia contadina.
Quando gli echi di guerra si spargono in ogni dove, quando il cibo comincia a venir razionato, quando diventa necessario avere una tessera per poter vantare il diritto ad avere un po' di pane da portare in tavola, non stupisce certo che si escogitino anche i modi per conservare e rendere più dolci persino i frutti amarognoli e aciduli dell'amareno selvatico.
In quegli anni, per la verità, anche di zucchero ne circolava pochino - veniva razionato, come praticamente ogni altro genere alimentare, ed ogni famiglia, purchè potesse esibire la tessera fascista, aveva diritto a un certo quantitativo pro capite - e certamente i barattoli di amarene sciroppate che circolavano per la casa dei miei nonni e bisnonni erano molto meno dolci di questi che ho preparato io.
Oggi, in tempi di "austerità e rigore", anche se il cibo non viene certo razionato, può rivelarsi utile oltre che molto gustoso riscoprire le antiche ricette tramandate di generazione in generazione e, sebbene grazie al cielo non vi siano soldati armati a guardia dei generi alimentari, io posso contare su un ferocissimo gatto da guardia (!?!) che vigila affinchè le mie amarene sciroppate non scompaiano troppo presto dai loro barattoli.
Qualche suggerimento su come utilizzare queste rosse delizie? Beh, potete davvero dare libero sfogo alla vostra fantasia in cucina, escogitando abbinamenti curiosi; personalmente, amando la semplicità, trovo che insieme al gelato fior di latte siano una squisitezza, ma vi consiglio di provarle anche tuffate nello yogurt naturale per una colazione luculliana!