mercoledì 30 novembre 2011

Una giornata a Milano


Scendendo dal treno alla stazione di Milano Cadorna, la prima cosa che si nota è che Milano è una città talmente viva e vivace da sembrare schizofrenica. Individui di ogni forma e colore che corrono nelle più disparate direzioni, tutti indaffarati all'ennesima potenza, tanto che c'è da sentirsi in colpa se ci si limita a camminare e, nel frattempo, non si manda un sms con un telefono e non si intrattiene una conversazione con un cliente di Tokio con un altro.

E' una bella giornata, c'è il sole e non fa nemmeno tanto freddo, così per raggiungere la mia meta - piazza Duomo - decido di non prendere la metropolitana ma di andare a piedi; a questo punto, devo chiedere informazioni su che direzione prendere. Esordisco con un "Buongiorno, mi scusi…" ad una signora, impeccabile in tailleur scuro e valigetta da donna in carriera, ferma accanto a me al semaforo pedonale, che però non mi degna di uno sguardo e schizza via con piglio deciso appena scatta il verde. Mi va meglio poco dopo, con un paio di ragazze probabilmente in bigiata da scuola, che mi rispondono gentili.

Dopo qualche centinaio di metri percorso diligentemente seguendo le loro indicazioni ("Sempre dritto") ho così modo di scoprire una cosa importante circa Milano e i milanesi: questa città è vivace e spumeggiante, sempre di corsa e in fermento, così anche le indicazioni stradali e le comunicazioni in genere si adeguano, si contraggono, si elidono, vanno dritte al punto. E così "Vada a destra, poi prenda a sinistra, poi ancora a destra verso Foro Buonaparte, poi segua la piazza tenendo la sinistra..." diventa un "Sempre dritto". Impressione confermata anche dalle successive persone alle quali ho chiesto lumi, che immancabilmente mi rispondevano decise: "Sempre dritto!".

E così, visto che per me "sempre dritto" significa solo mettere un piede davanti all'altro muovendomi per quanto possibile in linea retta, invece che in piazza Duomo, mi ritrovo in via Giulini, passando davanti ad una manifestazione di protesta da un lato ed alla chiesa russa ortodossa dall'altro.

Manifestanti davanti alle Generali Assicurazioni

La chiesa ortodossa russa

Alla fine, comunque, riesco a raggiungere piazza Duomo e, manco a dirlo, anche qui è tutto un fermento: si sta lavorando per posizionare il mastodontico albero di Natale in piazza.


E' ancora piuttosto presto, così mi concedo un giretto nella poco distante Galleria Vittorio Emanuele II, tappa irrinunciabile per ogni turista che si rispetti: realizzata a partire dal 1865 sui disegni del giovane architetto Giuseppe Mengoni, la Galleria si ispira alle opere che in quegli anni avevano destato clamore in Europa coniugando le nuove tecnologie con il gusto estetico, come il celebre Crystal Palace di Londra.


Abbassando lo sguardo e distogliendo l'attenzione dalle vetrine dei negozi da VIP, ecco un paio di sorprese: un gruppo di restauratori è indaffarato sul magnifico mosaico dell'Ottagono...


… E il toro, simbolo della città di Torino, sulle cui palle bisogna compiere tre giri per assicurarsi la buona sorte, è incredibilmente sprovvisto degli attributi portafortuna, soggetti a manutenzione!

Il toro… senza palle!

Impossibile, a questo punto, resistere alla tentazione glamour di andare a curiosare all'interno de La Rinascente. Oggi grande magazzino per clientela in grado di concedersi costosi sfizi, anche questa struttura vanta una storia di tutto rispetto: aperta nel 1877, sull'esempio di altri grandi magazzini che stavano affascinando l'Europa d'oltralpe, imponendo un nuovo modo di intendere il "fare la spesa", venne completamente distrutta da un incendio e fu Gabriele Dannunzio a darle il nome La Rinascente, una volta ricostruita. Alla sua rinascita contribuirono diversi artisti ed è oggi un megastore che ospita le grandi firme della moda internazionale, da Ralph Lauren a Valentino, da Armani ad Alexander McQueen, passando per Miu Miu, Hugo Boss, Calvin Klein e Burberry, giusto per citarne alcuni.
Al suo interno, complici i sapienti allestimenti progettati da architetti di indubbia fama, ci si sente bene, a proprio agio nonostante gli inquietanti 0 che occhieggiano dai cartellini dei capi esposti. La sensazione che ho vissuto è paragonabile a quella di Audry Hepburn - Holly quando entra con Paul da Tiffany: un luogo… delizioso.


Ma adesso il tempo stringe ed è il caso di occuparsi di ciò per cui sono venuta a Milano: il Museo del '900 prima, il Museo della Scienza e della Tecnologia poi.
All'interno del primo non ho avuto modo nemmeno di estrarre il cellulare dalla tasca (le foto sono state tutte scattate col telefonino, quindi perdonerete la qualità non eccelsa delle immagini), ma è lì che trovate, insieme a molte altre opere del secolo appena trascorso, "Flessibilità" di Boccioni, il dipinto che ho messo in apertura di post.
Al Museo della Scienza e della Tecnologia, invece, sono riuscita a fare un paio di scatti: questa qui sotto è una parte della lunga galleria dedicata al genio di Leonardo Da Vinci.


E qui sotto trovate invece, direttamente dall'allestimento dedicato alle telecomunicazioni, gli avi dei nostri telefoni cellulari: alcuni di questi esemplari hanno 150 anni, come la nostra Italia!


Il museo è piacevole e a tratti sorprendente, offre numerose possibilità di "toccare con mano" le esposizioni così da poterne meglio comprendere il funzionamento ed è inoltre realizzato in modo tale da accontentare diversi tipi di pubblico, dai bambini agli specialisti delle scienze.

lunedì 28 novembre 2011

Nonne in gamba - e anti aggressione - con le arti marziali

A Forlì le nonne scendono sul tatami e imparano i primi rudimenti per imparare a difendere loro stesse: Giulio Turrini, maestro ed istruttore di tecniche di difesa personale femminile, da giovane ha praticato Judo e Ju-Jitsu e ormai da tanti anni insegna tecniche di difesa personale in città, nella palestra "Il Risveglio" (tel. 054360500).

"I tempi di apprendimento non sono certamente brevi - ha detto in un'intervista a Il Resto del Carlino l'istruttore - soprattutto per le donne che non hanno mai frequentato corsi di arti marziali. Si può anche essere scettici in un primo momento, ma bastano poche lezioni per non abbandonare più questa palestra, perchè si scopre qualcosa di nuovo". Al di là delle tecniche di difesa fini a se stesse, infatti, l'universo delle arti marziali offre infinitamente di più e le anziane signore che vi si avvicinano poi non mollano certo.

Dal canto suo, la signora della foto qui sopra è un'arzilla e dolcissima nonna di Norfolk che ha iniziato a praticare Karate nel 1979 per mantenersi in forma e… da allora non si è più fermata, iniziando a praticare anche Ju-Jitsu. Ena Mallet è diventata istruttrice dello Spirit Combat International nel 1987, ha ottenuto la cintura nera settimo dan e ha avuto modo di mettere in pratica nella vita quotidiana la sua conoscenza delle arti marziali circa sette anni fa, quando bloccò con una leva articolare un adolescente che stava compiendo un piccolo furto nel negozio dove lei lavorava part-time.
"Credo di avergli dato il più grande shock della sua vita - ha detto la combattiva nonnina al Daily Mail - Lo spirito combattivo è tutto incentrato sul proprio autocontrollo, ma devi essere pronta ad affrontare la violenza e a difendere te stessa. Io amo insegnare e certamente non ho intenzione di lasciar perdere; non vedo perchè dovrei appendere le scarpette al chiodo".

C'è poi chi ha dedicato la propria intera vita alle arti marziali. E' questo il caso della Maestra Keiko Fukuda, che ha iniziato a praticare lo Judo negli anni '30 direttamente sotto la guida del Maestro Fondatore Kano Jigoro: "E' stato questo il mio matrimonio - dice, commuovendosi al ricordo, l'ormai ultranovantenne signora - Questo è ciò che il destino aveva progettato per la mia vita; ho scelto di dedicare la mia esistenza allo Judo, al di sopra del matrimonio e della famiglia, e non avrei mai potuto immaginare di quanto lungo avrebbe potuto essere questo cammino". Un cammino che lei, a 98 anni compiuti, continua a seguire, presiedendo le lezioni tre volte alla settimana nello Soko Joshi Judo Club di San Francisco.

Quando, nell'aprile del 2001, ha festeggiato gli 88 anni - un traguardo importante - i suoi allievi hanno pensato di scrivere una petizione affinchè le venisse concesso il 10° dan, ma venne detto loro che era fatica sprecata: una donna non aveva mai raggiunto prima quel livello e non c'era alcun bisogno di cambiare le cose. In effetti, a causa del sessismo persistente nel Kodokan, Keiko Fukuda è rimasta ferma al quinto grado per la bellezza di trent'anni. Ma non ha mai mollato e, nel 2006, è stata la prima - e per ora unica - donna al mondo ad aver conseguito il decimo dan.

"Ormai ha parecchi problemi perchè è davvero anziana - dice uno dei suoi appassionati studenti, il texano Bruno Smith - Ma il potere che lei ha ora è nella sua mente, è la sua sola presenza"; suo nonno paterno, Hachinosuke Fukuda, fu uno degli ultimi samurai ed un insegnante di Ju-Jitsu e questo suo background portò la Maestra Keiko ad entrare ben presto in contatto con il Judo. Un amore che non la lascerà per tutta la vita.

sabato 26 novembre 2011

Restare in forma. Sì, ma come? - Seconda parte



Tanto tanto tempo fa vi avevo parlato, sollecitata da una domanda di Kaishe, di diverse attività fisiche per restare in forma e mi ero ripromessa di trattare entro breve il capitolo alimentazione. Poi sono successe diverse cose, è passato più tempo del previsto, i buoni propositi sono caduti nel dimenticatoio… Ma adesso eccomi qui, pronta a mantener fede alla promessa fatta!

Qual è l'alimentazione migliore per vivere a lungo sani e felici? Bella domanda! Praticamente non passa giorno senza che qualche Università, qualche dietologo, qualche team di ricercatori non realizzi uno studio o non pubblichi un libro sull'argomento. Come se non bastasse questo bombardamento di informazioni, spesso contrastanti tra loro, ci sono poi condizionamenti culturali che ci portano ad operare determinate scelte in ambito alimentare: per noi occidentali, ad esempio, risulterebbe piuttosto difficile accettare l'idea di pranzare a base di scarafaggi e locuste, anche se eminenti scienziati fossero pronti a giurare sulle loro proprietà nutrizionali.

Personalmente credo che la cucina italiana sia un'autentica miniera di cibi gustosi e salutari e da questa miniera si possono attingere costantemente veri e propri tesori. La Piramide Alimentare, tanto celebre e ancora oggi ritenuta valida dal nostro Ministero della Salute, credo rappresenti un'ottima base di partenza per impostare un regime alimentare completo e adatto a garantire il benessere psicofisico.


Tanta frutta e tanta verdura, poi i carboidrati che ci forniscono zuccheri "di riserva" da trasformare in energia; le proteine (di origine animale o vegetale) importanti per i nostri muscoli; i condimenti e la frutta secca (come noci e mandorle, ad esempio) che ci garantiscono importanti oligoelementi; dolci e bevande alcooliche, che ci assicurano il buonumore.

Quest'ultimo elemento non va affatto trascurato: tantissime diete falliscono miseramente proprio perchè troppo restrittive e punitive. Eliminare completamente alimenti che siamo soliti mangiare si rivela spesso controproducente: molto meglio ridurre le dosi, concedendosi ad esempio dolciumi, birra e vino soltanto nel fine settimana invece che ogni giorno e mangiando a pranzo e cena mezzo panino invece di uno intero. Proprio su questo concetto si basa quella che recentemente è stata proposta come una dieta innovativa, il Mood Food, ovverosia la dieta del buonumore. Se "brucare" soltanto gambi di sedano e insalate scondite vi intristisce (e ci credo!), nessun problema: concedetevi un pezzo di parmigiano o un quadretto di cioccolato fondente oppure un bel trancio di salmone, ricchi i primi di triptofano (precursore della serotonina, l'ormone della gioia), l'altro di vitamina B12.


L'importante, insomma, è trovare anche in questo ambito il giusto equilibrio, senza cadere negli eccessi. Anche l'attenzione ossessiva all'alimentazione, infatti, può rivelarsi pericolosa, tanto che soprattutto negli ultimi anni a tener triste compagnia alle più note bulimia e anoressia ha fatto la sua comparsa un nuovo disturbo alimentare: l'ortoressia. Si tratta di una vera e propria nevrosi del mangiar sano che porta il malato ad isolarsi progressivamente e, al tempo stesso, ad escludere sempre più alimenti (considerati "non salutari") dal proprio piatto, fino anche a morire.
Molto meglio non rinunciare a qualche piccolo sfizio, dunque, ricordandosi anche di fare attività fisica: come ha dimostrato l'incredibile caso di Peter Ajello è possibile perdere la bellezza di 90 chili facendo un po' di ginnastica costante e mangiando cioccolato!

venerdì 25 novembre 2011

Questa sera, cucina vegan!



Vegetariani e vegani sono davvero tanti, anche in Italia: secondo il rapporto Eurispes 2011, sono ben il 6,7% dell'intera popolazione; i vegetariani sono coloro che - per vari motivi - non si cibano di carne e pesce, mentre i vegani sono i veri e propri "talebani dell'alimentazione" che hanno fatto una scelta estrema, escludendo dalla propria alimentazione qualsiasi cibo di origine animale.

Niente carne nè pesce, per loro, ma neppure uova, latte e latticini (yogurt, formaggi, burro, gelati…), miele, propoli e pappa reale, niente escargotpatè nè… grilli al cioccolato: niente di niente che sia anche vagamente riconducibile ad un animale.

Sia a vegetariani che vegani vengono spesso poste obiezioni da quanti asseriscono che la loro alimentazione presenti carenze anche significative e pericolose per la salute; personalmente penso che una persona adulta possa scegliere autonomamente come nutrirsi, assumendosene tutte le responsabilità del caso: se qualcuno vuol fare colazione con hamburger e patatine fritte, faccia pure; se preferisce un tortino di grano saraceno, si accomodi! Aggiungo che, sempre personalmente, non esiterei un attimo a diventare vegetariana se avessi la garanzia di arrivare ai novant'anni nelle stesse condizioni in cui ci è arrivata un'esima esponente della categoria: Margherita Hack.

Se avete avuto la pazienza di arrivare a leggere fino a qui, vi meritate di diritto la ricetta vegana inventata da me medesima "paciugando" dietro i fornelli e che consiste in un tortino di lenticchie indeciso.
Le lenticchie sono considerate sin dai tempi remoti "la carne dei poveri" perchè sono molto ricche di proprietà nutrizionali, ottima fonte di proteine e carboidrati complessi; così io ho pensato di cucinarle come avrei cucinato un trito di carne per un polpettone: con frutta secca!

Quindi ho preso le mie belle lenticchie (che in precedenza avevo lavato e lasciato in ammollo) e le ho fatte "saltare" qualche istante con un classicissimo soffrittino di carota, cipolla e sedano prima di aggiungere dell'acqua. Mentre loro cuocevano buone buone, io ho preso tagliere e mezzaluna e ho preparato un bel miscuglio sminuzzato di frutta secca varia che avevo in casa: pinoli, mandorle, prugne (mai restare senza, soprattutto dopo aver assaggiato le Prugne Maialotte di Gaia!) ed uva sultanina.
Una volta cotte le lenticchie le ho passate col mixer, ottenendo una crema piuttosto densa alla quale ho aggiunto il trito di frutta secca, amalgamando ben benino il tutto.


Se vi accorgete che il… miscuglio è un po' troppo morbido, potete aggiungere del pan grattato per dare maggior consistenza. A questo punto potete dargli la classica forma di polpettone oppure, come ho fatto io, travasarlo in una pirofila di coccio e metterlo in forno, a 180° fino a quando non inizia a formarsi una bella crosticina. Ecco qui il mio tortino vegano indeciso di lenticchie.

giovedì 24 novembre 2011

Il Kung Fu stile T'Ienshu… va in tv!



Beh, questa sì che è una novità! Il Kung Fu stile T'Ienshu ha fatto il suo ingresso nel mondo dell'informazione multimediale, con un filmato inserito in una web tv.

Il Maestro Davide Carpanese e due allievi della Scuola Wo Chen di Saronno, l'Istruttore Giuseppe Di Pace e la fascia nera Denis Taverna sono stati protagonisti di un servizio per la web tv on demand PieroDaSaronno, che si occupa della cronaca cittadina; il video è inoltre stato caricato anche su YouTube e io ve lo ripropongo qui sotto. Cliccate, guardate, diffondete, spammate… fate tutto il possibile per far schizzare le visualizzazioni alle stelleeee!!! Oh, è la MIA Scuola, il MIO Maestro!!!

martedì 22 novembre 2011

Le arti marziali servono nella vita quotidiana?



Anche se nella mia esperienza personale posso citare soltanto Kung Fu e JKD Kali Escrima, posso affermare senza ombra di dubbio che attorno alla pratica delle arti marziali - e, più in generale, degli sport da combattimento - circolano un sacco di leggende e di falsi miti. La gente vede in tv film in cui maestri di arti marziali volano, restano in equilibrio su rami di alberi altissimi, vincono la forza di gravità e le più elementari leggi della fisica e poi ti arriva in palestra aspettandosi di imparare a sparare onde energetiche o a fluttuare nell'aria


Ma allora, le arti marziali cosa sono di preciso e servono o no nella vita di tutti i giorni? Le arti marziali sono un universo enorme e complesso che, come dice il nome, coniuga in sè l'espressione artistica e creativa dell'essere umano con la potenza del dio Marte, l'antico dio della guerra, generando capacità combattiva. Una capacità combattiva che non è intesa come semplice strumento per sconfiggere un eventuale aggressore - per questo basterebbero un calcio nei genitali o una pistola, che poco o nulla hanno a che fare con le arti marziali - ma come forza per conoscere se stessi, sperimentando i propri limiti e le proprie paure.

E' da questo che nascono i molteplici stili e le pressochè infinite scuole di arti marziali: c'è chi è maggiormente introspettivo e meditativo, chi maggiormente fisico, chi persegue l'equilibrio psicofisico e chi ricerca la potenza esplosiva in combattimento, chi applica la cedevolezza e chi opta per la solida potenza… Non esiste giusto o sbagliato, ogni arte marziale può insegnare qualcosa e rivelarsi giusta o sbagliata per me, per ciò che io desidero raggiungere ed ottenere, ma non giusta o sbagliata in senso assoluto.


Le arti marziali, dunque, sono molto utili nella vita di tutti i giorni dal momento che, qualunque arte marziale un individuo pratichi, questa gli consente di apprendere qualcosa su se stesso e sul mondo che lo circonda.
Se poi vogliamo parlare di "utilità" intesa come capacità di difendere se stessi o altri in caso di aggressione, certamente chi pratica arti marziali è più pronto ad affrontare un eventuale pericolo e possiede una differente preparazione mentale ed un maggior controllo emotivo rispetto a chi non ha mai sperimentato, neppure in una simulazione di allenamento, un'aggressione: un caso di cronaca piuttosto recente, ad esempio, ha avuto per protagonisti due esperti di MMA (che, nonostante il nome, personalmente ritengo più sport da ring che non arti marziali vere e proprie) che hanno sventato una rapina a mano armata (qui articolo e video). Questo, però, non significa certo che un marzialista sia invincibile o invulnerabile.

domenica 20 novembre 2011

Pattinaggio sul ghiaccio: che spettacolo!

Si stanno svolgendo in questo mese di novembre le competizioni del Grand Prix, valide per il Campionato Mondiale di pattinaggio di figura. Spesso questo sport viene considerato noioso, soprattutto a causa delle musiche che gli atleti scelgono per le proprie coreografie: brani di musica classica o lirica.

Chiaramente non voglio far cambiare idea a nessuno, ma visto che amo questo sport - che, in fatto di disciplina e di resistenza mentale e fisica, ha non pochi punti in comune con le arti marziali, per quanto strano possa sembrare - ho pensato di condividere con voi alcuni filmati che davvero non hanno nulla di noioso, men che meno la musica.

Cominciamo con un'esibizione dei campioni europei 2011 Nathalie Pechalat e Fabian Bourzat e fresche medaglie d'argento al Trophee Eric Bompard di Parigi: Jeorge della jungla.


E poi un madley pop del giovane campione europeo in carica Florent Amodio, che dopo un inizio calmo si scatena con musica da discoteca e canzoni di Michael Jackson, con tanto di moonwalker eseguito sui pattini.


Per finire, l'esibizione della "mostruosa" atleta russa Elizaveta Tuktamisheva, che compirà 15 anni a dicembre e che, al suo esordio nel circuito mondiale dei Senior è già stata capace di mettersi al collo due medaglie d'oro (la prima a Skate Canada, l'ultima, per ora, conquistata proprio al Trophee Bompard, precedendo la nostra Carolina Kostner). Qui danza sulle note di "harem" (che dedico all'Araba Felice).


Chiaramente il tutto - salti, passi, trottole… - eseguito alla massima velocità possibile e stando in equilibrio su lame spesse un paio di millimetri.

venerdì 18 novembre 2011

Welcome to the future

Quello che potete vedere qui sotto è un video che riprende HRP-4C mentre canta e balla con un gruppo di ragazze umane.

HRP-4C è un androide, un robot dalle fattezze umane realizzato poco più di due anni fa in Giappone (ovviamente!) e che, dal 2009 ad oggi, è… cresciuto. Grazie a diversi motori distribuiti nel suo corpo, infatti, questa incredibile creatura ha imparato a sorridere, a muovere la testa, a camminare, persino a parlare, cantare e ballare.

I suoi ideatori stanno cercando di "umanizzarla" il più possibile per far sì che possa prendersi cura di persone anziane, malati e disabili e, dicono, la strada da compiere è ancora lunga. Ma secondo me i risultati sono già stupefacenti!


P.S. La canzone non è registrata, è cantata dal robot grazie ad un sintetizzatore vocale. Questo è un esempio di ciò che può realizzare un Paese che investe nella ricerca scientifica...

mercoledì 16 novembre 2011

Provincia di Trento: come le Province dovrebbero essere


Le Province sono da decenni nell'occhio del ciclone: c'è chi le vede come un'inutile sperpero di denaro, chi come un luogo in cui si rifugiano idioti nullafacenti che non riuscirebbero mai a trovare un lavoro degno di questo nome, chi le ritiene un covo di raccomandati. In generale, le Province non sono molto amate e, nel migliore dei casi, vengono considerate come un inutile passaggio intermedio tra Comuni e Regione.

Recentemente io ho avuto modo di entrare in contatto con la Provincia Autonoma di Trento: avevo trovato in internet una pubblicazione che mi interessava, realizzata da questo ente locale, e così ho seguito le indicazioni riportate sul sito web ed ho inviato una mail di richiesta. Due giorni dopo - sissignori, due giorni, non due settimane nè men che meno due mesi! - dal civico 15 di piazza Dante, sede dell'Amministrazione Provinciale trentina, partiva un plico diretto al mio indirizzo, contenente non soltanto la pubblicazione da me richiesta ma anche una cortese lettera firmata dalla responsabile. In meno di una settimana ho avuto tra le mie mani quanto richiesto, senza dover sborsare un solo centesimo, senza problemi nè lungaggini.

Qualcuno ha provato a smorzare il mio entusiasmo obiettando che il Trentino Alto Adige riceve dal Governo centrale di Roma valanghe di quattrini in quanto regione autonoma; benissimo, ma allora mi potrebbe cortesemente spiegare perchè lo stesso avviene anche con la Sicilia ma lì non c'è modo di ottenere alcunchè prima che sia trascorso almeno un trimestre, tra richieste, solleciti, suppliche e preghiere? Non è pure la Sicilia una regione a statuto speciale? Perchè da un capo dell'Italia questo essere "speciale" si traduce in celerità, cortesia ed efficienza e al capo opposto diviene invece menefreghismo, esasperante lentezza, indolenza?

Personalmente sono convinta che tanto nell'Amministrazione Provinciale di Trento come in quella di Catania, Messina, Agrigento, Ragusa e via di seguito vi siano persone capaci e corrette e persone incapaci e scorrette, credo che ovunque vi siano individui che cercano di compiere con coscienza il proprio dovere e sarebbe ingiusto e ottuso fare "di tutta l'erba un fascio", tuttavia è sotto gli occhi di tutti che esistono delle abissali differenze tra enti locali , Comuni, Province e Regioni. Una realtà tanto evidente che recentemente è stata anche pubblicata in un libro, "La Zavorra, sprechi e privilegi nello Stato libero di Sicilia", scritto da Emanuele Lauria ed Enrico Del Mercato e pubblicato da Laterza: "Un calcolo complessivo degli sprechi della Regione è praticamente impossibile farlo - hanno detto gli autori nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'opera - Troppi dipendenti arrivati ad ondate elettorali e che in altrettante ondate vengono confermati piuttosto che stabilizzati o indirizzati da un ramo all'altro". Ci sono poi il super pensionato regionale Felice Crosta, che percepiva un assegno giornaliero (al giorno!) di 1.369 (milletrecentosessantanove) euro - giusto per la cronaca, io guadagno meno in un mese, lavorando - e le due orche acquistate per essere inserite in un parco acquatico siciliano, costate 400 milioni delle vecchie lire e finite in Irlanda perchè in Sicilia non sapevano dove metterle…

Impossibile, dicevo, fare di tutta l'erba un fascio. Io, per quel che può valere, da semplice cittadina qualunque ringrazio di cuore la Provincia Autonoma di Trento e raccomando la lettura del libro "La Zavorra, sprechi e privilegi nello Stato libero di Sicilia".

martedì 15 novembre 2011

Disintossicarsi dalla Morpurgo


Eccolo qui sopra: "Sono pazza di te (ma fino a un certo punto)", il secondo - e al momento ultimo - libro scritto da Marina Morpurgo finito tra le mie mani e divorato in meno di una giornata. Io non leggo i suoi libri. Li fagocito.

Qualche tempo fa avevo avuto modo di trangugiare "La scrittrice criminale", un'abbuffata quasi bulimica di risate sbattute in faccia senza pudore ai miei vicini di autobus che mi ha portata a cercare altre opere di questa autrice e ad approdare, finalmente, dopo soltanto una manciata di giorni, nuovamente in libreria con tra le mani questo secondo volumetto.

E' cominciata così la mia disintossicazione dalla Morpurgo. Perchè questo libretto - che contiene storie d'amore delle più svariate, brevi racconti legati dal filo rosso del sentimento amoroso declinato in molteplici accezioni - è carino, ma decisamente di tutt'altro tenore rispetto a "La scrittrice criminale". Simpatico, per carità, con alcune divertenti trovate, certo, ma nulla a che spartire con il suo predecessore. E così - sarà che, tanto per restare in termini sentimentali, "il primo amore non si scorda mai" - per me il colpo di fulmine è scoccato con il libricino precedente, mentre questo è stato… il tentativo di non far naufragare un'infatuazione, sebbene già dopo le prime pagine avessi perfettamente capito che nulla sarebbe stato più come prima.

A ben guardare, però, questo libro che ho letto per secondo è in realtà più anziano rispetto a quello che l'ha preceduto, essendo stato pubblicato un anno prima. Quindi arrivo anche ad ipotizzare un crescendo, c'è la possibilità - nemmeno tanto remota - che Marina Morpurgo sforni una nuova opera persino migliore rispetto a "La scrittrice criminale" e, in questo caso, ti saluto disintossicazione!

Comunque, non costa moltissimo (se poi volete stare proprio sul low cost potete puntare su biblioteche e bookcrossing) ed è piuttosto piacevole, quindi se vi capitasse di leggere entrambe le opere sarei felice di conoscere il vostro parere in merito. Aspetto commenti, non deludetemi!

Titolo: Sono pazza di te (ma fino a un certo punto)
Autore: Marina Morpurgo
Editore: Astoria
Anno di edizione: 2010

domenica 13 novembre 2011

La scrittrice criminale


Ti ritrovi a ridere da sola, sull'autobus strapieno, e l'anziana signora pigiata contro di te si stringe alla borsetta, facendosi piccina e tentando di allontanarsi per quanto possibile da questa bizzarra creatura che ride nascondendosi dietro le pagine di un libro: è questa l'unica controindicazione che posso segnalare in merito alla lettura di "La scrittrice criminale", oltre, forse, al fatto che induca dipendenza e che da alcuni giorni girovago alla ricerca di altre pubblicazioni dell'autrice, Marina Morpurgo.

Se titolo e macchina per scrivere con tazzina in bella mostra vi hanno richiamato alla mente le vicende televisive della giallista Jessica Fletcher, alias "La Signora in giallo", o del più moderno "Castel", sappiate che siete completamente fuori strada: il crimine commesso da questa scrittrice - di cui si percorre la carriera, ammesso che così si possa definirla, da Scrittrice Potenziale a Scrittrice Criminale - è di ben altro genere.

In proposito, mi pare ovvio, da me non avrete neppure una parola: non voglio guastarvi il piacere della lettura! Nella mia somma bontà, però, posso offrirvi un piccolo assaggio - diverso da ciò che appare nella quarta di copertina, mi pare logico - e tralasciando ciò che vi farà ridere sui mezzi pubblici, guadagnandovi gli sguardi sospettosi dei vicini.

La nostra Scrittrice Potenziale ha già pubblicato un libricino che, per la verità, è andato anche piuttosto bene, e da allora tutti le chiedono quando uscirà il suo prossimo lavoro. "Sua madre la chiama ogni giorno, fornendole alcune specifiche per il prossimo romanzo, che non dovrà certo essere un romanzo qualsiasi - troppo comodo, eh - ma vendere quanto quello di quella lì più ricca della regina, quella di Harry Potter, come si chiama? La Rowling. Già, la Rowling. Intanto dalle retrovie della telefonata si sente la voce di suo padre, che le suggerisce di adottare uno stile efficace e incisivo alla Oriana Fallaci. Un Harry Potter alla Fallaci, dunque".

Un giorno, spolverando e sistemando per l'ennesima volta la libreria in cerca dell'ispirazione perduta - per la verità, mai avuta - le capita tra le mani un librone: "E' il maledetto Manzoni (cinquecento pagine di testo e trecento di note). La Scrittrice Potenziale lo detesta sommamente: come cazzo ha fatto a scrivere cinquecento pagine con un materiale che basterebbe sì e no per una ventina di puntate di Un posto al sole?". Questo a pagina 15, il tutto si chiude un centinaio di pagine dopo: da me non avrete neppure una parola di più! Buona lettura!

Titolo: La scrittrice criminale
Autore: Morpurgo, Marina
Editore: Astoria
Anno di edizione: 2011

venerdì 11 novembre 2011

Stage di T'Ien Shu a Saronno


Sabato 12 e domenica 13 novembre l'ITIS "G.Riva" di Saronno sarà sede degli stage di Kung Fu stile T'Ien Shu che si svolgeranno secondo il calendario di seguito esposto.

SABATO 12
Stage di Base e Teorico - dalle ore 15.00 alle 16.30 - Aggiornamento ed Avanzamento Teorico Applicativo.
Stage Agonistico - dalle ore 16.30 alle 17.00 - aperto agli iscritti di ogni livello e grado.
Level Master Delta - dalle ore 17.30 alle 19.00 - riservato ad Insegnanti, fasce nere, rosse ed azzurre.
Stage di PAD - dalle ore 19.00 alle 20.00 - Aggiornamento ed Avanzamento Teorico Applicativo.

DOMENICA 13
Level Master Delta 2 - dalle ore 09.00 alle 10.30 - Level Master
Stage di PAD e Codifica - dalle ore 10.30 alle 12.00

Come di consueto, tutti gli stage saranno condotti dal Maestro fondatore. Per maggiori informazioni ed adesioni, consultare il sito ufficiale del T'Ien Shu.
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