Cosa fate quando decidete di mangiare un'arancia? La prendete, la lavate ben bene, la private della buccia, ne gustate gli spicchi e gettate le scorze nell'immondizia. Sbagliato! Errore madornale! Perchè con la buccia delle arance non trattate si possono ricavare delle squisite scorzette d'arancia candita.
Dopo anni e anni di scorze gettate in pattumiera, questa illuminazione ha fatto sì che mi auto insultassi per qualche tempo e mi decidessi, poi, a mettere in pratica il mio proposito di "riciclo estremo": dell'arancia non si butta via nulla!
La preparazione è di una semplicità imbarazzante, ma, come quella dei pomodori verdi, anche questa ricetta richiede un tempo di realizzazione luuuunghisssssimooooo. Tenete presente che dovrà passare una settimana dal momento in cui avrete pensato "Và, quasi quasi mi faccio le scorze d'arancia candite!" a quando effettivamente le gusterete; il lato positivo, però, è che potete quasi dimenticarvi delle scorze, da tanto è facile prepararle, e dedicare la vostra attenzione alla realizzazione di pranzetti e cenette succulenti o a quel che più vi piace.
Occorrente:
arance non trattate, acqua, zucchero e tanta, tanta pazienza.
Per prima cosa lavate ben bene le vostre arance, privatele della buccia tagliandola a spicchi per il senso della lunghezza e cercando di non romperla quando la asportate. Mettete tutte le scorzette in una pentola con abbondante acqua fredda e abbandonatele lì tutto il giorno, cambiando l'acqua due o tre volte nel corso della giornata.
Il mattino seguente, cambiate nuovamente l'acqua e abbandonate di nuovo le scorzette a mollo. Proprio come il primo giorno, anche oggi dovrete aver cura soltanto di cambiare l'acqua fredda per due o tre volte nell'arco della giornata. Questo serve per far perdere l'amaro alle scorze.
Terzo giorno. Identico al primo e al secondo. Vi confesso che io, la prima volta che le ho preparate, mi sono sentita precipitata dentro il "Giorno della Marmotta"! Ma, come già avvenuto in passato, le ricette della nonna non si discutono: tre giorni ha detto, tre giorni siano.
Il quarto giorno la musica cambia: in un pentolino abbastanza capiente si deve preparare uno sciroppo fatto con zucchero ed acqua in proporzione di 2 a 1; quando lo sciroppo inizia a bollire, ci si tuffa le scorze e le si lascia a mollo per 3 o 4 minuti, poi le si toglie - conservando lo sciroppo, che servirà anche nei giorni seguenti! - e le si mette ad asciugare su una griglia.
Il quinto giorno si replica con un nuovo bagnetto di 3 o 4 minuti nello sciroppo, portato nuovamente ad ebollizione. Di tanto in tanto si mescolano le scorze, in modo che tutte vengano immerse ben bene nello sciroppo prima di venirne estratte e messe ad asciugare sulla griglia. Trascorse alcune ore, quando le scorze saranno ben asciutte, via!, altra immersione nello sciroppo, sempre per i soliti 3 o 4 minuti.
Indovinate un po' cosa si fa il sesto giorno? Giusto! Si prendono le nostre scorze e si fa fare loro un altro bagnetto nello sciroppo, sempre per qualche minuto dopo che questo è giunto a ebollizione. Le si mette poi ad asciugare, come di consueto, e quando saranno ben asciutte si immergeranno nuovamente nello sciroppo bollente per alcuni minuti, mettendole poi nuovamente sulla griglia.
Se volete gustare scorze candite cosparse di zucchero, passatele nello zucchero semolato prima che siano completamente asciutte. Una volta asciugate completamente, potete immergerle in parte nel cioccolato fuso, lasciandole poi a scolare sulla solita griglia fino a quando il cioccolato non si sarà completamente rappreso, oppure...
Oppure il settimo giorno potrete riposarvi gustando queste scorzette da sole o abbinate a qualche dessert al cioccolato. Un lungo lavoro, ma ne è valsa la pena, vero?