Ci fu un tempo in cui esseri provenienti da altri Regni visitavano la Terra. Gli antichi vichinghi li chiamarono dei, creature soprannaturali dai poteri inimmaginabili per i mortali.
Nel Regno di Asgard il padre degli dei, Odino, è riuscito a stipulare una tregua con i temibili Giganti di Ghiaccio, ma la pace è destinata ad essere di breve durata ed il suo figlio primogenito, Thor, viziato rampollo dedito a scorribande e risse, pare poco incline alla diplomazia, sebbene ormai prossimo a salire al trono. Decisamente più moderato e mite sembra essere il fratello, Loki, ma è ovvio che la fregatura sia dietro l'angolo: fin dai tempi di Omero - e, a ben guardare, persino all'inizio della Bibbia - la Storia è infarcita di uomini e di dei che fanno carognate immonde ai propri fratelli.
Thor viene dunque esiliato sulla Terra e qui ci sono le scene più divertenti del film, perché lui conserva ovviamente la baldanza - spocchiosetta - del "Figlio di Odino, erede al trono di Asgar", ma automobili, teser e sedativi non è che si lascino granché impressionare da questo suo particolare status...
Sempre nel nostro Regno incontra colei che farà palpitare il suo cuore, la studiosa Jane Foster (Natalie Portman) - che, nel caso non fosse già completamente cotta, lascia del tutto inebetita e con le palpitazioni riservandole un baciamano da amor cortese - e con l'aiuto della quale cercherà di salvare non uno, ma due mondi.
Veniamo ora alle scene d'azione ed analizziamo l'arte marziale*, da guardare tenendo ben presente che si tratta di un fumetto Marvel trasposto sul grande schermo. Sempre.
All'inizio Thor possiede il suo divino martello, di conseguenza ne sfrutta appieno la forza dirompente menando fendenti un po' a casaccio - nulla a che vedere con l'eleganza del Kali né della nostra arte di spada e fioretto occidentale - ma occorre anche tener presente che il Mjöllnir ha la massa di un paio di galassie, non esattamente un aggeggino comodo e maneggevole.
Privato della sua arma, il biondo dio nordico si cimenta in combattimenti puntando molto più sulla prestanza fisica che non sulla tecnica: i pugni sono piuttosto sgraziati ed altrettanto si può dire per i calci, sferrati a piena potenza; in ospedale si libera di medici ed infermieri semplicemente spintonandoli, si scrolla di dosso "uomini preparati militarmente come se fossero le guardie sotto pagate di un supermarket" (cito a braccio) e non disdegna neppure di risolvere la situazione a testate. Degna di nota la scena in cui esce da uno strangolamento sferrando gomitate al fianco dell'avversario; ora: sappiamo bene che da uno strangolamento eseguito ad arte non ci si libera tanto facilmente, ma dobbiamo tener presenti la pioggia ed il fango, che probabilmente non consentivano una presa ottimale all'aggressore, oltre naturalmente al fatto che... che diamine, è Thor!
Che dire dunque dell'utilizzo delle arti marziali in questo film? Riassumendo: nulla di artistico, ma certo molto di marziale. Una marzialità da rissa nei bar più malfamati, se vogliamo, ma non per questo inefficace.
Il film è decisamente piacevole, molto "fumettistico": con scene divertenti, battute e, ovviamente, effetti speciali a profusione.
Il "barbone ubriaco" Thor è interpretato da Chris Hemsworth, eletto uomo più sexy del mondo nel 2014, e c'è chi giura che questo da solo sarebbe un buon motivo per guardare il video, ma io mi sono imbattuta in questa notizia cercando le sue misure: con un metro e 90 di altezza per 95 Kg di peso avrebbe potuto certamente girare scene di lotta ben più artistiche (Steven Seagal dei tempi d'oro di "Nico" era un metro e 95 per 100 Kg di peso, eppure il suo Aikido era magistrale), tuttavia la scelta di portare sullo schermo combattimenti sgraziati e dalla fisicità prepotente è ottima per il personaggio. Nell'immaginario collettivo, infatti, i vichinghi, i celti ed i popoli nordici in genere sono ritenuti combattenti di grande forza ed impeto, contrapposti ai più piccoli e militarmente organizzati Romani; il Thor diretto da Kenneth Branagh non ha voluto contraddire il De Bello Gallico. E ha fatto bene.
* Ricordate: in ambito di film e serie tv parlo di arti marziali intendendole nel loro significato di arte del combattimento, l'ars pugnandi di romana memoria, e non di discipline marziali specifiche e codificate.
Thor viene dunque esiliato sulla Terra e qui ci sono le scene più divertenti del film, perché lui conserva ovviamente la baldanza - spocchiosetta - del "Figlio di Odino, erede al trono di Asgar", ma automobili, teser e sedativi non è che si lascino granché impressionare da questo suo particolare status...
Asgar Masterchef: come lessare un'astrofisica |
Veniamo ora alle scene d'azione ed analizziamo l'arte marziale*, da guardare tenendo ben presente che si tratta di un fumetto Marvel trasposto sul grande schermo. Sempre.
All'inizio Thor possiede il suo divino martello, di conseguenza ne sfrutta appieno la forza dirompente menando fendenti un po' a casaccio - nulla a che vedere con l'eleganza del Kali né della nostra arte di spada e fioretto occidentale - ma occorre anche tener presente che il Mjöllnir ha la massa di un paio di galassie, non esattamente un aggeggino comodo e maneggevole.
Spintoni? Brutti, ma efficaci |
Che dire dunque dell'utilizzo delle arti marziali in questo film? Riassumendo: nulla di artistico, ma certo molto di marziale. Una marzialità da rissa nei bar più malfamati, se vogliamo, ma non per questo inefficace.
Il film è decisamente piacevole, molto "fumettistico": con scene divertenti, battute e, ovviamente, effetti speciali a profusione.
Il "barbone ubriaco" Thor è interpretato da Chris Hemsworth, eletto uomo più sexy del mondo nel 2014, e c'è chi giura che questo da solo sarebbe un buon motivo per guardare il video, ma io mi sono imbattuta in questa notizia cercando le sue misure: con un metro e 90 di altezza per 95 Kg di peso avrebbe potuto certamente girare scene di lotta ben più artistiche (Steven Seagal dei tempi d'oro di "Nico" era un metro e 95 per 100 Kg di peso, eppure il suo Aikido era magistrale), tuttavia la scelta di portare sullo schermo combattimenti sgraziati e dalla fisicità prepotente è ottima per il personaggio. Nell'immaginario collettivo, infatti, i vichinghi, i celti ed i popoli nordici in genere sono ritenuti combattenti di grande forza ed impeto, contrapposti ai più piccoli e militarmente organizzati Romani; il Thor diretto da Kenneth Branagh non ha voluto contraddire il De Bello Gallico. E ha fatto bene.
* Ricordate: in ambito di film e serie tv parlo di arti marziali intendendole nel loro significato di arte del combattimento, l'ars pugnandi di romana memoria, e non di discipline marziali specifiche e codificate.