domenica 31 luglio 2016

Memento

Presso i credenti regni la carità e la pace

Fratelli, la carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell'ospitalità. Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi. Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti.
Rm 12,9 - 18

Paolo (attorno al 60 d.C.) presenta la fotografia del discepolo di Cristo che vive all'insegna della carità "non ipocrita". In una vita tutta orientata al bene spiccano: l'amore fraterno, anche verso chi ci è ostile; il servizio di Dio nella preghiera; la gioia che apre alla speranza e la pace con tutti. 

domenica 24 luglio 2016

Attacco al potere 2

Film la cui visione forse non è molto adatta in questi giorni di attacchi terroristici nei più svariati angoli del pianeta, questa produzione è tutto ciò che può desiderare un collezionista di americanate: tutti muoiono fuorché il Presidente a stelle e strisce, tanto per cominciare, e le rocambolesche fughe dai più differenti attentati sono infarcite di spirito di sacrificio made in USA, grondano patriottismo quanto gli hot dog trasudano ketchup.

I cattivoni, ovviamente, sono mediorientali; i salvatori del mondo, altrettanto ovviamente, sono americani. Gli inglesi sono alleati un tantino ottusi, del tutto incapaci di prevedere ed affrontare la terribile minaccia che mina le fondamenta della civiltà occidentale. I capi di stato dei più diversi Paesi, convenuti nel Regno Unito, sono solo comparse, tuttavia fin troppo caratterizzate: lo spocchioso francese, la simil-Merkel tedesca...
Il primo ministro italiano, Antonio Giusto, con... amica
Ed un segno indelebile nell'immaginario collettivo statunitense deve averlo lasciato un primo ministro italiano, che appare qui appartato con una trentenne. Il nome assegnatogli dalla sceneggiatura è Antonio Gusto, ma non sfugge il parallelismo col gusto che un noto esponente politico del Bel Paese ha spesso dimostrato di avere nei confronti del gentil sesso, specie se giovane, piacente e disponibile.

Sparatorie infinite, esplosioni a non finire, centinaia di vittime civili in una Londra attonita e sotto scacco, che perde i suoi monumenti più celebri e diviene teatro dello sterminio dei capi di Stato di mezzo mondo.
In tutto ciò il super bodyguard Mike Banning (interpretato da Gerard Butler), in procinto di diventare padre, si trova a dover difendere il presidente degli Stati Uniti praticamente da solo, mentre il mondo potrebbe assistere al collasso del baluardo di democrazia in diretta Youtube.
Le tecniche marziali applicate sono realistiche, ma elevate all'ennesima potenza: ciò che farebbe un plotone di soldati scelti qui è tutto opera dell'iperbolico Banning, capace persino di sfuggire alle fiamme e precipitare per due piani senza riportare danni rilevanti. Lo stesso avviene al suo protetto, ma, che diamine, lui è il presidente degli Stati Uniti! 

sabato 23 luglio 2016

Terrorismo, Islam e necessari chiarimenti

Terrorismo ed Islam non sono necessariamente interconnessi. Secondo la Treccani, il terrorismo è l’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l'ordine, mediante azioni quali attentati, rapimenti, dirottamenti di aerei e sim. E non vi è connotazione religiosa, tanto che il primo "periodo del terrore" della Storia viene fatto risalire alla tutt'altro che religiosa Rivoluzione Francese.

Il terrore, ormai è innegabile, si è ben diffuso in tutto il mondo tramite i numerosi attacchi che, con diverse modalità, hanno colpito e seminato vittime nei più diversi angoli del pianeta. E spesso i media hanno parlato di terrorismo islamico. Perché sovente gli attentati sono stati rivendicati dall'Isis
Ma l'Isis non è il problema. E non è sconfiggendolo militarmente che si porrà fine al terrorismo. Perché, dopo l'attentato alle torri gemelle, il male del mondo sembrava essere Al Qaeda, si sono intraprese missioni militari, si è messo a ferro e fuoco l'Afghanistan, si è ucciso il terribile Osama Bin Laden e... oggi eccoci qui, con il terrore dentro casa. 
Già adesso l'Isis sta perdendo potere, e cerca un riscatto d'immagine, tanto da arrivare a rivendicare attacchi sanguinari eseguiti da poveri mentecatti. La stampa li chiama "lupi solitari", spesso altro non sono che individui psicologicamente disturbati il cui legame con l'Islam è di tradizione famigliare o di facciata, come nel caso dell'attentatore di Nizza, Mohamed Salmene: un depresso, dedito all'uso di alcol e sostanze stupefacenti oltre che al sesso promiscuo, tutti peccati estremamente gravi per ogni buon musulmano (come pure per buddisti, cristiani, ebrei...). 
Così come depresso e con un tentativo di suicidio alle spalle era Andreas Lubiz, il quale volontariamente causò un incidente aereo e la morte di 150 persone nel maggio del 2015, ma Lubiz era tedesco e quindi nessuno parlò di terrorismo né di "lupo solitario".

E il giovane terrorista che il 22 luglio ha imbracciato le armi e fatto fuoco sulla gente inerme a Monaco di Baviera? Pare abbia gridato l'ormai tristemente nota frase "Allah akbar!", secondo alcuni testimoni, ma in un video lo si ode gridare "Ich bin Deutsche!", "Io sono tedesco!". 
E allora? Chi è davvero Ali Sonboly, il colpevole per la morte di nove persone e diversi feriti, alcuni anche gravi?
Mentre le indagini procedono, si scopre che il killer era nato e cresciuto a Monaco, sebbene fosse di origini iraniane, e che era mentalmente instabile, tanto da essere stato sottoposto in passato a cure psichiatriche. Le sue vittime? Giovanissime, per lo più ragazzi e bambini, tre cittadini turchi e tre kosovari. Una vittimologia ed una vicenda che hanno portato a supporre che il diciottenne si sia ispirato all'estremista di destra Anders Behring Breivik, che esattamente il 22 luglio di cinque anni fa compì il massacro sull'isola di Utoya, vicino ad Oslo: questo, almeno, secondo le dichiarazioni ufficiali del capo della polizia di Monaco
E se è certo che di atto di terrorismo si sia trattato, verosimile sembra pure che, in questo come in altri casi, rivendicati o meno, l'appartenenza ad una determinata fede religiosa c'entri poco o nulla. Evidenziando, come ricorda la Treccani, che terrorismo e religione ben poco hanno a che spartire.

venerdì 22 luglio 2016

Riso Venere con frutta secca e cipolle fritte

Se non amate i sapori contrastanti, via, sciò, alla larga, ripassate un'altra volta o sbirciate qualche altra preparazione di "Gnam", perché questa ricetta proprio non fa al caso vostro. 

Anche questa preparazione mi è stata ispirata da un programma televisivo, come già in passato, e, come già in passato, ho apportato delle modifiche a seconda di ciò che già avevo a portata di mano in casa. Giustificata, per di più, dal tipo di trasmissione, che si intitola "Quel che passa il convento" e che promuove una cucina semplice e genuina, ad avanzi zero. 

Qui di seguito, dunque, trovate la mia ricetta per preparare il riso Venere con frutta secca e cipolle fritte, mentre al termine troverete il link a quella che mi ha ispirata.
Ingredienti:
  • Riso Venere (ma potete usare anche un tipo di riso differente)
  • 1/2 cipolla
  • Frutta secca mista (io ho usato noci, nocciole, mandorle, anacardi ed uva passa)
  • Farina
  • Olio
Si mette a bollire l'acqua per cuocere il riso e nel frattempo si pulisce e si affetta la cipolla, tagliandola a fette piuttosto spesse e passandole poi nella farina, e si tosta brevemente la frutta secca. Come di consueto non indico le quantità precise, perché ciascuno può variare le dosi secondo il proprio gusto e... le disponibilità della dispensa. Come sempre, io non uso sale, ma voi potete aggiungerlo al riso in cottura.
Giunta l'acqua a bollore, vi si mette il riso ed al contempo si provvede alla cottura delle rondelle di cipolla, scaldando dell'olio da frittura in una padella e mettendovi poi la nostra verdura infarinata.
Quando il riso è cotto, si scola, si unisce alla padella con la frutta secca e le rondelle di cipolla (che nel frattempo avremo ben asciugato dall'olio in eccesso) e si fa saltare per un istante, per amalgamare bene il tutto. Si serve con un goccio d'olio.
E buon appetito! 

giovedì 21 luglio 2016

Convinzione, fede e fanatismo tra storia ed antropologia

L'essere umano non basta a se stesso. 
Sin dai tempi più remoti, ciò che forse ha differenziato maggiormente la nostra specie dalle specie animali che popolano la Terra è proprio la capacità di porci domande sul "divino".
Alcune delle pitture rupestri nella Grotta di Lascaux, Francia
Circa 18mila anni fa l'uomo di Cro Magnon (per capirci: noi siamo i Sapiens Sapiens, sottospecie degli Homo Sapiens così come pure i nostri estinti "cugini" Neanderthal. I Sapiens sono comparsi come specie tra i 200.000 e i 40.000 anni fa. L'uomo di Cro Magnon è un altro nostro "cugino", un Sapiens molto diffuso nel Paleolitico Superiore ed i suoi resti in nostro possesso sono datati attorno al 30.000 a. C.*) riempì di disegni una grotta poco distante da Montignac, in Francia, creando quella che a tutt'oggi viene considerata la Cappella Sistina del Paleolitico: la grotta di Lascaux.
Gli archeologi nutrono pochi dubbi circa il significato simbolico e religioso di queste antichissime pitture rupestri: propiziarsi una buona caccia, invocare la protezione dai pericoli...

Noè ed il Diluvio Universale in un manoscritto
del XV secolo, Herat, Afghanistan.
Le divinità, prima identificate con elementi naturali (in alcune società odierne sussiste ancora oggi l'animismo, in cui si venerano ad esempio fiumi o caverne, animali o fenomeni naturali come i fulmini o la pioggia), vennero poi personificate in Medio Oriente ed in Europa: nascono così Enlil ed Enki in Mesopotamia e, in tempi più vicini a noi, Zeus, Atena, Apollo e tutta l'allegra combriccola olimpica in Grecia.
Discorso a parte merita l'incorporeo Yahweh, il Dio unico biblico della tradizione ebraica, la cui venerazione è giunta fino ai giorni nostri seppur declinata nelle tre diverse forme di ebraismo, cristianesimo ed islamismo**.

Proprio i numerosi e troppo spesso sanguinosi conflitti "di religione" hanno portato moltissime persone ad allontanarsi dalla fede.
Ma, come detto, l'essere umano non basta a se stesso.
Queste persone spesso hanno semplicemente sostituito Dio (con qualunque nome lo si voglia chiamare) con altro, ponendo la propria fede (= fidarsi, credere) in oggetti, concetti, idee... Basti pensare a quanti individui cercano la propria piena realizzazione nel lavoro, arrivando a sacrificargli tempo ed affetti: c'è chi non si sposa perché troppo impegnato professionalmente, chi non fa figli oppure divorzia per lo stesso motivo, per non parlare poi di tutti coloro che si trovano, per volontà o per dovere, a lavorare la domenica (in questo il cristiano vede infrangersi in un sol colpo almeno due dei dieci comandamenti, il primo ed il terzo. Anche il quarto, se il giorno di riposo venisse trascorso in famiglia).
Ma il lavoro è soltanto un esempio. Altra idolatria può essere quella verso la scienza nella sua esasperazione di scientismo, o, al contrario, verso la superstizione, oppure verso la natura, gli animali domestici...  
Tutte cose che, di fatto, riportano l'essere umano all'animismo. Con buona pace della presunta evoluzione e raggiunta modernità. Senza che questo ponga fine ai conflitti.

I conflitti, infatti, non nascono dalla religione bensì dal fanatismo. Un male di cui cadono vittime anche sedicenti atei. Basti pensare alle posizioni, talvolta davvero rigide ed intransigenti, adottate da animalisti e scienziati (ad esempio relativamente alla sperimentazione animale), vegani e carnivori e via di questo passo.
Avere convinzioni e viverle con coerenza non è sbagliato, così come sbagliato non è aver fede; i danni causati da estremismo e fanatismo, invece, sono drammaticamente sotto gli occhi di tutti, ripresi e diffusi dalla cronaca quotidiana.

Per approfondire:


*Fonte: "Archeologia - Teoria, metodi, pratiche" di C. Renfrew e P. Bahn, ed. Zanichelli
**Elenco in ordine cronologico

Ip Man 3

Donnie Yen si conferma attore di prim'ordine ed offre, nel terzo capitolo sulla storia del Maestro Ip Man, un'intensa interpretazione non soltanto marziale, ma anche umana. 

Nel 1959 la colonia britannica di Hong Kong sembra florida, ma un accresciuto benessere si accompagna ad accresciuta criminalità: ben lo sa il poliziotto Po e fin troppo presto questa realtà sarà anche sotto gli occhi del Maestro Ip, che si troverà a dover difendere la scuola frequentata dal figlioletto dalle mire di un'organizzazione criminale. 
Riconosciuto ormai come Maestro di arti marziali di grande valore, Ip si divide tra i doveri della scuola di Wing Chun da lui diretta e l'impegno nella società civile, trascurando però la propria famiglia, fino a quando un imprevisto dramma si abbatte sulla sua casa, costringendolo a rivedere le proprie priorità.

Un film intenso, in cui le arti marziali svolgono naturalmente un ruolo di primo piano ma senza intaccare una trama comunque di spessore. 
Donnie Yen è un marzialista sofisticato e di grande bravura, che incontra nei panni di Ip Man l'esperto di Wing Chun Cheung Tin-chi, interpretato da Zhang Jin (nato cinematograficamente come stunt-man ne "La tigre e il dragone"), tanto povero quanto orgoglioso e fermamente deciso a dimostrare che il proprio Wing Chun sia il migliore in assoluto.
Il tanto celebrato Mike Tyson in realtà riveste un ruolo marginale nel complesso narrativo, pur dando vita ad un pregevole duello con Ip Man non esente - ahimè - da "cinesate", eccessivi virtuosismi marziali che consentono di sfidare la forza di gravità e le più elementari leggi della fisica. 
Nel suo complesso, comunque, il film è decisamente piacevole e prosegue idealmente i primi due capitoli sulla vita del celebre Maestro di Wing Chun, riproponendo l'arrivo del giovane Bruce Lee (interpretato da Danny Chan Kwok-kwan, non nuovo a questo ruolo) tra le fila degli allievi di Ip. 

martedì 19 luglio 2016

Arte e storia negli affreschi della chiesa di San Francesco a Saronno

Continuano, per tutto il mese di luglio, gli appuntamenti con la storia e l'arte presso la chiesa di San Francesco a Saronno che, nell'ambito del Progetto Chiese Aperte, torna ad offrire visite guidate alla scoperta della propria storia e dei propri tesori artistici.
Ogni giovedì sera, a partire dalle 20.30, alcune guide preparate e colme di passione accompagnano i visitatori alla scoperta dei segreti di questa antica chiesa cittadina, le cui prime tracce risalgono al XIII secolo.
Nell'edizione 2016 ad essere presi in considerazione sono i numerosi affreschi che decorano ed impreziosiscono l'edificio sacro: un ciclo di affreschi quasi interamente realizzato nel primo decennio del 1600 (soltanto due paiono essere posteriori, ma non sarò certo io a svelarvi il mistero) e giunti sino a noi nonostante le vicende talvolta avverse della Storia.

Sulla sommità delle arcate che delimitano la navata centrale si alternano scene della vita di San Francesco e di San Antonio, mentre le colonne accolgono le immagini di numerosi Santi della chiesa la cui iconografia, anche qualora il cartiglio fosse andato perduto, consentirebbe una puntuale identificazione.
E' il caso, ad esempio, di San Defendente, raffigurato con indosso un'armatura, o dell'evangelista San Giovanni, identificabile grazie all'aquila che lo accompagna. Ed il cartiglio è effettivamente mancante ai piedi di uno degli affreschi, raffigurante una santa, ma non intendo dirvi nulla di più: lascio a voi il piacere di avventurarvi in questa caccia al tesoro di opere d'arte. 

La chiesa di San Francesco è tra le più antiche ed amate di Saronno; autentico scrigno della storia locale, ha saputo risorgere come luogo di culto dopo essere stata confiscata e tramutata in granaio in epoca napoleonica e, quasi miracolosamente, gli affreschi sono ancora ben leggibili ed apprezzabili, grazie anche ai puntuali ed attenti interventi di restauro.
Ed è proprio per consentire i restauri conservativi del luogo che chi lo desidera può, al termine della visita guidata (che è comunque gratuita ed aperta a tutti), lasciare una piccola offerta.

domenica 17 luglio 2016

McShrimp, ho provato il panino ai gamberetti di McDonald's

Non nuovo alle iniziative delle "edizioni limitate", il colosso dei panini imbottiti propone ora il McShrimp, un panino il cui "gusto delicato dei gamberi esaltati da una deliziosa salsa rosa agli agrumi" dovrebbe accompagnarci, secondo le intenzioni dei pubblicitari, sino alle soglie dell'esotico estremo Oriente. 

In seguito alle mie piuttosto deludenti esperienze con McVeggie e McLobster non vi nascondo di essere stata abbastanza prevenuta nei confronti di questo nuovo nato in casa McDonald's
Ma mi sbagliavo.
Tanto per cominciare, aprendo la confezione mi sono imbattuta - una volta tanto! - in un panino dall'aspetto dignitoso, non collassato di lato, il cui condimento stava giudiziosamente all'interno del pane impreziosito da semi di papavero. Non dissimile dall'immagine pubblicitaria.
E se è vero che anche l'occhio vuole la sua parte, in questo frangente almeno la vista è stata appagata.

Nutrivo non pochi timori circa la "cotoletta" di gamberetti impanati e la relativa frittura, ma con mia sorpresa ciò che ho addentato non era per nulla pesante né intriso d'olio. 
Come se non bastasse, il gusto dei gamberi era ben percepibile - sebbene la "cotoletta" paia contenere anche altro oltre ai molluschi, presumibilmente patate a giudicare dalla consistenza e dal gusto "neutro" - e le verdure fresche e ben dosate, così come pure la salsa rosa, presente in quantità tale da non rendere stoppaccioso il panino e al contempo non preponderante, nella quale, però, non ho percepito l'acidulo che mi aspettavo dovesse derivare dagli agrumi. 
Nel complesso, comunque, un panino gustoso, esteticamente soddisfacente e dal costo accettabile con i suoi 5,30 euro.

sabato 16 luglio 2016

Merenda d'estate

Una merenda (o anche un dessert o, perché no?, una colazione) dolce e gustosa, piena di energia per chi si appresta a fare sport e allo stesso tempo leggera e senza rimorsi, adatta a chi vuole stare attento alla linea. 

Troppe pretese per un'unica pietanza? Assolutamente no! 
Ed è persino economica e veloce da preparare.
Signore e signori, ecco a voi lo yogurt col muesli!

Ingredienti:
  • 1 vasetto di yogurt (se potete farlo voi in casa tanto meglio, se no va benissimo uno yogurt greco o magro)
  • 1 cucchiaio della vostra marmellata o confettura preferita
  • 2 cucchiai abbondanti di muesli
Si mescolano yogurt e confettura fino ad ottenere un composto omogeneo e lo si versa in un profondo bicchiere, alternandolo a strati di muesli.
Si lascia riposare per qualche minuto, così che il muesli inizi ad ammorbidirsi un po' (senza però diventare una pappetta!) e... si mangia. Buon appetito! 

venerdì 15 luglio 2016

Insetti d'estate

Come forse sapete, a me gli insetti piacciono. Certo, non ne terrei in casa come animali da compagnia, però non mi spaventano né mi fanno ribrezzo e, anzi, trovo quel loro aspetto così particolare molto interessante.
In estate la vita dei campi, dei boschi, dei giardini e dei prati si riempie dei ronzii di bombi golosi, di voli di api indaffarate, di minuscoli passi silenziosi sulle corolle dei fiori e allora... eccovi alcuni scatti.
Per scelta non troverete qui farfalle: con tutti quei colori, per forza che sembrano belle! :-)
(Altre immagini potrete trovarle su Scattiliberi




giovedì 14 luglio 2016

Arte a Como: The life electric

Nel 2015 la storica diga foranea di Como ha mutato il proprio profilo grazie a The life electric, scultura disegnata da Daniel Libeskind e dedicata ad Alessandro Volta
Come spesso accade con le nuove installazioni artistiche, sostenitori e detrattori non hanno risparmiato commenti anche perché, con un'altezza di 16,5 metri, non corre certo il rischio di passare inosservata.

Io, nata e cresciuta a Como, ho spesso passeggiato lungo la diga foranea e non ho alcuna difficoltà ad ammettere di trovarla straordinariamente più bella ora, proprio grazie a quest'opera d'arte.

Sono tornata più volte a fotografarla, con diverse condizioni meteorologiche, e sempre sono rimasta affascinata dai giochi di riflessi e di luce che questa struttura dona al visitatore.

(Come sempre, per ingrandire le foto cliccateci sopra. Altre immagini le trovate su Scattiliberi)
Monumento ai Caduti, Tempio Voltiano
e Duomo vicini: magia dei riflessi
Contorsionismo metallico
Turisti reali o riflessi?

domenica 10 luglio 2016

Celtes Insubres: chi siamo e cosa facciamo

La nostra partecipazione a Celtica 2016 in qualità di Celtes Insubres mi porta ora a scrivere qualche riga a spiegazione di chi siamo e cosa facciamo ed il miglior punto di partenza mi pare essere proprio quello del nome.
Un nome, quello di Celtes Insubres, motivato dalla nostra provenienza geografica: tutti gli appartenenti del nostro gruppo, infatti, risiedono nell'odierna Lombardia, terra che sia Polibio (Storie, II, 17) sia Tito Livio (Historiae, V, 34 - in cui si indica anche l'origine della città di Milano, allora Mediolanium, ndr) sia Strabone (Geografia, V, 6 - in cui richiama la metropoli Mediolanum, che anticamente era un villaggio [...]; oggi invece è una città importante, al di là del Po, quasi ai piedi delle Alpi, ndr) affermano essere abitata dai Celti Insubri.

Quando siamo Celtes Insubres indossiamo un abbigliamento storicamente più o meno verosimile, ricavato dalle descrizioni di Giovanni Banfi (L'armamento dei celti, ed. Il Cerchio) e dalle purtroppo mai sufficientemente esaustive evidenze archeologiche. Io stessa ho provveduto a tingere naturalmente i tessuti utilizzati per la realizzazione delle camisie (equiparabili per lunghezza e foggia alle tuniche romane), che ho cucito - ovviamente a mano, seppur utilizzando un ago contemporaneo e non certo d'osso.
Poiché i tessuti sono facilmente degradabili è molto raro rinvenirne frammenti nelle tombe - è dalle necropoli che si ricavano la maggior parte delle testimonianze circa i nostri antichi avi - pertanto per l'abbigliamento ci si rifà soprattuto a descrizioni, come quella di Diodoro Siculo: "Le vesti che indossano sono sgargianti, tuniche tinte e ricamate di diversi colori e calzoni che chiamano bracae nella loro lingua; e portano un mantello a strisce, legato da una fibbia sulla spalla, pesante per l'inverno e leggero per l'estate, intessuto di fitti tasselli policromi" (Biblioteca storica) o dal già citato Strabone: "I Galli indossano il sagus (mantello), si fanno crescere i capelli e portano pantaloni stretti; invece del chitone usano tuniche con le maniche, spaccate ai lati e lunghe fino al pube e al sedere". La stessa verosimiglianza cerchiamo di proporla nei monili e nei gioielli che indossiamo, senza pretesa di attendibilità storica ma semplicemente per meglio "calarci nella parte".

Noi Celti Insubri non siamo un gruppo storico e non facciamo rievocazioni storiche (anche per questo andiamo a Celtica, che è una festa e non una rievocazione): siamo un gruppo di appassionati di arti marziali che per uno o due giorni all'anno vogliono divertirsi all'aria aperta, in un luogo incantevole e circondati da tante altre persone che pensano a divertirsi, chi arrostendo maiale sul fuoco da campo, chi indossando orecchie a punta da elfo!
La veridicità storica non è certo una priorità per chi si incontra nel bosco della Val Veny e Celtica non è un simposio di archeologi (tempo fa incontrai persino un'esperta di draghi!).

Per quanto riguarda le arti marziali, il Maestro ed io usiamo spade da combattimento realizzate secondo i criteri dell'archeologia sperimentale e quindi verosimili a quelle utilizzate dagli antichi abitanti della Insubria, mentre i più giovani appartenenti al clan degli Insubres utilizzano gli stessi machete e coltelli che usano nel corso degli allenamenti di Kali Escrima: è questa la disciplina che pratichiamo anche a Celtica, è da qui che vengono estrapolati gli angoli ed il sistema di combattimento che è sicuramente diverso dal modo di combattere dei Celti tramandatoci dalle fonti storiche.
Non usiamo il gaesum, ad esempio, tanto diffuso nella casta mercenaria dei Galli da motivarne la definizione di Gaesati, ma neppure il mataris o gaballacos (se vi interessa un approfondimento in merito vi segnalo l'interessante libro del dott. Gioal Canestrelli) ed evitiamo tutto l'articolato e spesso estremamente prolungato preambolo fatto da insulti sulla lunga distanza e lanci di giavellotti, passando senza troppi complimenti direttamente allo scontro corpo a corpo sulla media e corta distanza.
A chi, incuriosito, si avvicina chiedendoci informazioni o persino di provare, è questo ciò che offriamo, mettendo ben in chiaro che non si tratta di combattimento celtico.

Per approfondire:
- L'armamento dei Celti
- La necropoli lateniana dei Celti Vertamocori a Dormelletto
- Rievocazione storica della battaglia tra Celti e Romani di Flamulasca a Chiusa Pesio (video)

mercoledì 6 luglio 2016

Le MMA in intimo, l'ultima follia dello "sport" made in USA

Una simile boiata poteva arrivare solo dagli Stati Uniti. 
Un Paese che non si crea difficoltà a sbattere bambini in una gabbia a picchiarsi di santa ragione certo deve essere stato ben lieto di accogliere la nascita della Lingerie Fighting Championship, in cui bambolone rifatte fingono di fare a botte.

Non abbastanza belle per poter sfilare coi costumi e l'intimo di Victoria's Secret, non abbastanza brave per poter combattere nelle autentiche leghe di MMA che accolgono campionesse come Ronda Rousey e socie, le gonfiate bonone si azzuffano all'interno della gabbia ottagonale.
Per finta.
Stando ben attente a non sconvolgere troppo trucco e parrucco.
Una gioia per gli occhi dei figli di quanti, negli anni '90, strepitavano al vedere procaci fanciullotte sguazzare nelle farsesche lotte nel fango. Il più becero sessismo ha solo cambiato location.
Uno squallore per le vere donne e le vere praticanti di arti marziali.

lunedì 4 luglio 2016

Preparandosi per Celtica: come tingere naturalmente i tessuti

I Celti e l'arte di tingere i tessuti
(archeologia sperimentale a Casa delle
Grotte di Ara - Piemonte)
Chissà quante volte ci siamo incavolati per quella macchia di vino rosso o di caffè che proprio non ne voleva sapere di venir lavata via dalla tovaglia. E che dire poi di quei mirtilli che hanno rovinato per sempre la nostra bella camicetta? In effetti sono molti gli alimenti che macchiano, ma, in certe occasioni, è interessante osservare l'altra faccia della medaglia e scoprire così dei sistemi completamente naturali per tingere i tessuti. 

Si tratta di metodi ecologici, rispettosi dell'ambiente, economici, divertenti e, nel caso abbiate intenzione di partecipare a Celtica o a qualche rievocazione storica, pienamente accettati dall'archeologia sperimentale.
Perché il mondo antico era molto più colorato di quanto si credesse sino a non molto tempo fa ed i ritrovamenti archeologici lo hanno dimostrato con chiarezza: i tessuti naturali spesso venivano tinti, ad esempio già nell'antico Egitto, nel 2000 a. C., si utilizzava l'indaco, ricavato dall'indigofera tinctoria (pianta non a caso chiamata in questo modo), così come pure il rosso ottenuto dalla lavorazione di piante del genere Rubia, oltre a diverse tonalità di ocra. Se da un lato è vero che alcuni pigmenti erano molto difficili da reperire in passato e per questo estremamente pregiati, altrettanto vero è che l'essere umano è sempre stato abile nel ricavare dalla natura ciò che desiderava e si ingegnava per ottenere il risultato migliore. 

Dalla tisana alla tinozza, il tessuto prende colore
Così anche i Celti non vivevano in un mondo di grigetti e marroncini tipici dei filamenti naturali ottenuti dalla lavorazione della lana, ma tingevano i propri capi d'abbigliamento con colori anche molto sgargianti, in un tripudio di rossi, gialli, ocra...
E allora, in vista di Celtica, ecco che mi sono messa a tingere anch'io le ampie camicie che noi Celtes Insubres indosseremo.

La "ricetta" è piuttosto semplice: basta avere a disposizione una pentola molto capiente, acqua in abbondanza, sale grosso da cucina e naturalmente il nostro colorante o pigmento: vino rosso inacidito o marsalato (comunque non più bevibile), bustine di tè o di tisane scadute, rimasugli di caffè (in questo caso compiremmo un inganno storico, dal momento che i Celti di cui parliamo si attestano attorno al III secolo a. C. ed il caffè venne utilizzato come bevanda ben dopo l'anno 1000... ma potremmo ad esempio realizzare così delle magnifiche casacche medievali e rinascimentali).
Il tessuto prima (sx) e dopo la tintura (dx) con diversi
coloranti di recupero (tisana e vino rosso)
Insomma: si può dare libero sfogo alla propria fantasia e riutilizzare materiali che altrimenti verrebbero gettati come rifiuti.
Si versano 5 litri d'acqua nella pentola e si fanno scaldare; un attimo prima che l'acqua bolla, si aggiungono 5 cucchiai di sale grosso e, non appena questo si è sciolto, si versa il colorante o pigmento. Che deve essere in quantità congrua. Una bustina di tè avanzata servirebbe a ben poco... In via generale, diciamo che ne serve lo stesso peso del tessuto da tingere; due etti di stoffa? Due etti di bustine di tè.
Si lascia bollire e, quando l'acqua si è ben colorata, vi si immerge il tessuto da tingere, rimestando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno e badando che tutte le parti del tessuto vengano intrise. Si lascia cuocere per almeno un paio d'ore e, nel dubbio, si solleva il tessuto fuori dall'acqua per verificare che abbia raggiunto la tonalità che desideriamo. Poi si spegne il fuoco e si attende pazientemente che il tutto raffreddi. Soltanto allora potremo estrarre il nostro tessuto, strizzarlo per bene e provvedere a stenderlo, facendo attenzione a non esporlo alla luce diretta del sole che ne potrebbe modificare la colorazione. 
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