
Un nome, quello di Celtes Insubres, motivato dalla nostra provenienza geografica: tutti gli appartenenti del nostro gruppo, infatti, risiedono nell'odierna Lombardia, terra che sia Polibio (Storie, II, 17) sia Tito Livio (Historiae, V, 34 - in cui si indica anche l'origine della città di Milano, allora Mediolanium, ndr) sia Strabone (Geografia, V, 6 - in cui richiama la metropoli Mediolanum, che anticamente era un villaggio [...]; oggi invece è una città importante, al di là del Po, quasi ai piedi delle Alpi, ndr) affermano essere abitata dai Celti Insubri.
Quando siamo Celtes Insubres indossiamo un abbigliamento storicamente più o meno verosimile, ricavato dalle descrizioni di Giovanni Banfi (L'armamento dei celti, ed. Il Cerchio) e dalle purtroppo mai sufficientemente esaustive evidenze archeologiche. Io stessa ho provveduto a tingere naturalmente i tessuti utilizzati per la realizzazione delle camisie (equiparabili per lunghezza e foggia alle tuniche romane), che ho cucito - ovviamente a mano, seppur utilizzando un ago contemporaneo e non certo d'osso.

Noi Celti Insubri non siamo un gruppo storico e non facciamo rievocazioni storiche (anche per questo andiamo a Celtica, che è una festa e non una rievocazione): siamo un gruppo di appassionati di arti marziali che per uno o due giorni all'anno vogliono divertirsi all'aria aperta, in un luogo incantevole e circondati da tante altre persone che pensano a divertirsi, chi arrostendo maiale sul fuoco da campo, chi indossando orecchie a punta da elfo!
La veridicità storica non è certo una priorità per chi si incontra nel bosco della Val Veny e Celtica non è un simposio di archeologi (tempo fa incontrai persino un'esperta di draghi!).

Non usiamo il gaesum, ad esempio, tanto diffuso nella casta mercenaria dei Galli da motivarne la definizione di Gaesati, ma neppure il mataris o gaballacos (se vi interessa un approfondimento in merito vi segnalo l'interessante libro del dott. Gioal Canestrelli) ed evitiamo tutto l'articolato e spesso estremamente prolungato preambolo fatto da insulti sulla lunga distanza e lanci di giavellotti, passando senza troppi complimenti direttamente allo scontro corpo a corpo sulla media e corta distanza.
A chi, incuriosito, si avvicina chiedendoci informazioni o persino di provare, è questo ciò che offriamo, mettendo ben in chiaro che non si tratta di combattimento celtico.
Per approfondire:
- L'armamento dei Celti
- La necropoli lateniana dei Celti Vertamocori a Dormelletto
- Rievocazione storica della battaglia tra Celti e Romani di Flamulasca a Chiusa Pesio (video)
Viviana, che dire? Hai fatto bene a mettere in chiaro le cose. Comunque resta il fatto che penso che quello che fate a Celtica sia una figata epica!!!
RispondiEliminaHa! Ha! Ha! Grazie Elena! In effetti a Celtica ci divertiamo sempre molto.
Eliminami fa piacere constatare che il mio lavoro (da appassionato) sia servito a qualcosa ... bravi ... Un abbraccio celtico ...Giovanni Banfi
RispondiEliminaGrazie a lei per il lavoro svolto. Non avrei citato il suo libro se non l'avessi trovato interessante e ben documentato.
EliminaContraccambio l'abbraccio... celtico.
Buona giornata!
Salve! Ho letto l'articolo ed molto interessante! Dove vi trovate a praticare? Saronno?
RispondiEliminaBuona sera. Sì, normalmente ci allenavamo a Saronno. Dallo scorso anno, però, le attività dei Celtes Insubres presso Celtica sono state sospese.
EliminaContinuiamo, tuttavia, a praticare JKD Kali ed altre discipline marziali prezzo l'Accademia Marziale Saronno