venerdì 12 dicembre 2008

Regali... regali... regali


Quest'anno, alla faccia di chi esorta a "far girare" l'economia, di soldi in tasca ne ho proprio pochini e la prospettiva di poter essere tra i 900.000 futuri disoccupati non è che invogli a scialacquare...
Ma per me è assolutamente impossibile non festeggiare il Santo Natale ricorrendo anche a quei doni che sono la "cornice" della festa ma che fanno tanto bene al cuore di chi dona prima ancora di chi riceve.
Anche in questa occasione, però, non smetto di essere un pochino "bacchettona" e finisco per regalare a chi amo gli oggetti che prima di tutto piacciono a me e che in cuor mio spero possano contribuire a cambiare una minuscola fettina di mondo. Ecco dunque i miei personalissimi "consigli per gli acquisti" da mettere sotto l'albero o accanto al presepe.

Libri.
Topissimamente tuo - letteratura per ragazzi - a sostegno della LAV
Nessun porco è signorina - letteratura per adulti - a sostegno della LAV
Noi! Viviamo - letteratura per adulti - dei Ragazzi della Panchina
Lo spreco utile - letteratura per adulti - di Andrea Segrè
-spr + eco - letteratura per adulti - di Andrea Segrè

Abbigliamento e accessori.
Magliette, felpe o t-shirt LIPU
Maglie o felpe Randagio Lifestyle (a sostegno dei canili rifugio di Mariano Comense ed Erba)
Magliette Greenpeace
Borsa LAV
Marsupio, zainetto o tracolla Greenpeace
Per i neonati, poi, ci sono le bavagline della LAV

Giocattoli.
Peluche "canterini", coi canti originali degli uccelli - della LIPU

Per i nostri amici a 4 (o 2) zampe.
Una cuccia-divanetto - del Gruppo Amicimici

Adozioni a distanza.
Non sempre è possibile portare a casa propria un animale, pur desiderando molto aiutarlo. Ecco allora che si può coniugare il sogno di aiutare un "amico di zampa" con l'impossibilità di averlo fisicamente al nostro fianco, grazie all'adozione a distanza.

Vi segnalo qui come regalare l'adozione di un cane, o anche quella di un gatto (sardo) o di un micio (lombardo), oppure quella di una tartaruga Caretta caretta, o ancora di una tigre o di un orso polare.

Eco design.
Un vasetto di miele pieno zeppo di sole! Si tratta di una lampada, la "Sun jar", che ha vinto il premio 2007 come miglior regalo ecologico: durante il giorno si ricarica mettendola alla luce del sole, sul davanzale della finestra o sul balcone, e quando fa buio la si porta in casa, dove diffonde una bella e calda luce giallo vivo. Funziona grazie ad un potente quanto minuscolo pannello solare e a led a zero impatto ambientale.

giovedì 11 dicembre 2008

Sul ghiaccio di Piazza Cavour con Telethon


La Città dei Balocchi, giunta ormai alla sua XV edizione, è sempre stata caratterizzata da una particolare attenzione alla solidarietà. Quest'anno saranno le giovani promesse del pattinaggio su ghiaccio lariano, tra le quali spicca il nome di Francesca Rio, ad animare uno spettacolo a favore di Telethon.

L'appuntamento è fissato per le 18.00 di sabato 13 dicembre presso la pista del ghiaccio in piazza Cavour a Como.
Ulteriori info e prenotazioni telefonando al 3358336740.

mercoledì 10 dicembre 2008

Il ghiaccio e la vita


Ieri sono andata a pattinare sul ghiaccio, dopo il lavoro.
Di questa mia passione ho già avuto modo di parlare in passato: è qualcosa di completamente totalizzante, per me. Io, sul ghiaccio, sono me stessa all'ennesima potenza!

Non so pattinare bene; niente a che vedere con chi sul ghiaccio sa muoversi davvero. Eppure "sento" che quello è il mio ambiente. Me ne sto lì, lascio che la musica mi entri nelle orecchie e che le gambe si muovano come per volontà propria, seguendo un loro ritmo; mani in tasca, cappellino calato sugli occhi, il più anonima ed invisibile possibile, scivolo tra la gente, oltrepasso i bimbi che ruzzolano e i ragazzini avvinghiati che si baciano lungo la balaustra, schivo le comitive che ridono e i neofiti che arrancano, incurante del mondo e consapevole solo della gioia che provo.
Velocità. Aria fredda sul viso. GIOIA! Controllo. Precisione. Consapevolezza. GIOIAAAAA!!!

Ieri, poi, il Cielo ha voluto farmi un regalo: mentre pattinavo ha iniziato a nevicare ed è cominciata la canzone "Sweet child o' mine" dei Guns 'n Roses. E come per magia mi sono ritrovata catapultata indietro negli anni, quando le gocce che mi cadevano sul viso mentre pattinavo erano quelle della condensa allo stadio di Casate e accanto a me sfrecciavano veloci e precisi - facendomi morire d'invidia - Millo, Sauro, Manuel e Seba, il Francone e il Lungo e naturalmente la Raffa. E poi, di pensiero in pensiero, ecco riaffacciarsi il viso di Alfredo.

E un po' di malinconia.
Per i ragazzi che non ci sono più e per quelli persi chissà dove nelle pieghe della vita.
Ma anche la gratitudine. Perchè se sono ciò che sono lo devo, in parte, anche allo stadio del ghiaccio e a chi lo frequentava; agli amici, ai conoscenti, ai semplici "tizi" incrociati pattinando. E, modestia a parte, mi piaccio molto più ora di quanto non mi piacessi una dozzina d'anni fa!

martedì 9 dicembre 2008

Nessun porco è signorina



Vi assicuro: sto ancora cercando di capire cosa intendesse dire il bimbo la cui frase ha dato il titolo a questo libro.

Una raccolta di temi e frasi di bimbi napoletani, sulla scia di "Io speriamo che me la cavo", tutti inerenti l'ambiente, gli animali, la caccia e la pesca, il circo. Esilaranti. Ma anche capaci di porre i "grandi" di fronte a domande scomode e risposte dure.
Qualche esempio?

Va bene! Ecco qua come vedono il rapporto tra animali e Paradiso: "Se c'anno l'anima risorgono pure. E figuratevi quanti pezzi di capitone risorgono!", ma anche "Io agli animali gli auguro di andare in Paradiso, ma se ci vado anch'io da vecchio, mi tenco lontano dalle vespe".
La pesca merita, tra gli altri, anche un commento lapidario: "Li pescano con la lenza, e si permettono pure di chiamare AMO quell'uncino che li uccide!!!" e non da meno è la caccia: "Se mio padre facesse la caccia, vorrei bene solo a mia madre".
Ma il culmine si tocca con quelle che ho definito "varie ed eventuali", ovvero sia le frasi in cui i bambini hanno davvero dato libero sfogo alla loro immaginazione. Affermazioni del tipo "Due balene che si accoppiano fanno uno tsunami" e anche "Le api, approfittando che i fiori non si possono muovere, li violentano".

Un libro assolutamente spassoso, che apre gli occhi dei "grandi" sul meraviglioso mondo dei "piccoli", ricco di fantasia e di immaginazione, ma che sa essere anche spietato nei suoi giudizi. Il ricavato delle vendite, poi, va a sostegno della LAV. Un ulteriore incentivo per desiderare questo libro in dono.

Autore: Marcello D'Orta
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2008

giovedì 4 dicembre 2008

Il quadro e la cornice


"Quanti di voi parlano di Babbo Natale ai bambini? Ci si dimentica, così, che Natale è per noi cristiani il ricordo della nascita di nostro Signore. E' il festeggiamento di un Gesù che nasce bambino nel mondo, un bimbo salvatore": queste parole, pronunciate qualche tempo fa dal sacerdote della parrocchia di Rho nel corso di un'omelia, mi hanno fatto ripensare a Monsignor Maggiolini, storico vescovo di Como tornato a Casa da non molto (qui l'articolo del Corriere della Sera).
Un vescovo scomodo, per molti versi, ma che certamente non poteva essere accusato di non essere diretto.
Pochi giorni prima del Natale 2005 aveva fatto scoppiare in lacrime metà dei bambini presenti nel Duomo di Como asserendo che «non è Babbo Natale, ma a portarvi i doni sono papà e mamma rintronati dalla pubblicità».
Duro. Senza dubbio. Ma vero.

Quanti sedicenti cristiani vivono il Natale solo come espressione esteriore e consumistica? Per molti il 25 dicembre è diventato come il 14 febbraio o l'8 marzo: un'occasione per spender quattrini, far festa, stare in compagnia delle persone che amiamo. E nulla più.
Ma questa, per chi è cristiano, può essere tutt'al più la cornice. Che non dovrebbe mai distrarre l'attenzione da quella che è la vera opera: l'opera di Dio che si fa uomo e viene ad abitare in mezzo a noi.

P.S. Il "rintronamento" ormai è tale che... provate a digitare www.letteradigesubambino.com/ e guardate cosa compare!

mercoledì 3 dicembre 2008

La doccia


Non c'è niente di meglio, davvero. Dopo una giornata di lavoro stressante, al termine di un allenamento bello "tosto", nulla ti rimette al mondo come una bella doccia!

Con la ripresa dell'anno scolastico è ripresa anche l'attività delle Scuole di T'Ien Shu, come avete già avuto modo di leggere, ed io, bella carica, mi sto dando un gran daffare: da un lato, ci sarebbe il desiderio di riuscire a raggiungere il grado di fascia nera prima del matrimonio; dall'altro, c'è la mia solita "fissa-da-Monica" (avete presente la serie "Friends"? Ecco, quella Monica lì) che mi spinge a fare sempre il meglio, a dare sempre il massimo, a cercare di raggiungere il... 110% in ogni cosa che faccio; dall'altro lato ancora (eh, sì, ci sono un sacco di lati qui!) c'è la voglia di riacquistare nel più breve tempo possibile la piena funzionalità del braccio; da un altro lato (vi assicuro, questo è l'ultimo!), c'è il bisogno di sfogarsi dopo il lavoro, che in questo periodo mi sta portando sull'orlo di una crisi di nervi... Insomma, quando esco dal tatami ci sono soltanto due cose che voglio e la prima delle due è senz'altro quella di infilarmi sotto il getto di una bella doccia calda!

Nata ufficialmente nel 1872 in Francia, la doccia ha poi avuto vastissima diffusione in tutto il pianeta, finendo anche nella storia della cinematografia mondiale (qualcuno non ricorda la scena di "Psyco" di Alfred Hitchcock?). Ma quello che più conta è che, sebbene sia diventata una diva inclusa nella cinematografia mondiale, quando rincaso lei è lì, pronta a rigenerarmi coi suoi caldi e rinfrancanti getti d'acqua.

Ed è pure ecologica! Rispetto alla vasca da bagno, infatti, con la doccia si consuma molta meno acqua. Se poi si chiudessero anche i rubinetti mentre ci si insapona sarebbe l'ideale...

lunedì 1 dicembre 2008

-spr+eco



Non so se lui, Andrea Segrè, ci stia prendendo gusto a scriver libri; di certo da parte mia ci ho preso gusto a leggerli.

Forse chi di voi mi segue da più tempo si ricorderà del suo "Lo spreco utile" di cui avevo parlato col mio neonato blogghino; bene, ora vi propongo questo "Elogio del -spr+eco" in cui viene analizzata la società del XX secolo come quella dell'opulenza, dell'obesità, del consumismo più frenato che si trascinano dietro rifiuti ed inquinamento, ma nel quale viene anche proposta anche la società del -spr+eco = sufficienza, in cui le persone siano consapevoli di vivere in un mondo dalle risorse limitate, in cui lo spreco divenga dono o riuso (a questo proposito, impossibile non pensare ai Last Minute Market dello stesso Segrè o anche al Donaphone), nel quale la sobrietà dei consumi porti ad una maggiore solidarietà ed alla sostenibilità ambientale.

Titolo: Elogio dello -spr+eco
Autore: Andrea Segrè
Editore: Emi
Data di Pubblicazione: 2008
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