
Devo confessare che, diversamente da quanto accaduto in passato, questa volta non ero accompagnata dal gioioso clima di festa che di solito mi scorta sino al padiglione, sul tatami e per l'intera durata della manifestazione: un po' di vicende personali non esattamente piacevoli impediscono che mi goda appieno le arti marziali, in questo periodo.
Non che ne sia fiera, ma ammetto di esserci andata più che altro "per far numero" e non lasciare la Scuola alla quale appartengo ed il T'ienshu al quale mi sento profondamente legata privati di un altro elemento.
Nonostante le premesse non proprio esaltanti, però, la nostra partecipazione è stata più che soddisfacente: abbiamo dato una breve dimostrazione di ciò che il T'ienshu può essere - certo, anni di studio di una disciplina non possono essere riassunti in un'ora di dimostrazione - ci siamo divertiti e, per quanto mi riguarda, ho riassaporato il piacere di allenarmi con compagni coi quali raramente mi trovo a fare sparring, il che è per me sempre una bella esperienza (a proposito: grazie Francesco!).

E, infatti, non ci abbiamo rinunciato.

Che con tutto il peso che ho perso posso ben permettermelo!
Il tutto mentre si gironzolava alla scoperta del padiglione, curiosando tra i vari espositori e fermandoci ad assistere ad alcuni degli spettacoli presentati sul palco.
Insomma: vuoi che il Medita ha il suo bel perché e, se applicato, funziona non soltanto sul tatami ma nei più diversi ambiti della vita quotidiana; vuoi che sia perché il T'ienshu - almeno per come lo vivo io con i miei Maestri ed i miei compagni - ha davvero la capacità di riequilibrarmi con il mondo circostante, tornando a farmi centrare su me stessa; fatto sta che quella che era partita come una mattinata da "cheppalle, come vorrei stare a casa a dormire che piove pure!" si è trasformata in una bella esperienza. Che sono felice di aver vissuto. E che condivido con piacere con voi che mi leggete.
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