lunedì 28 settembre 2015

Trasformare un disastro in arte: Giulia Bernardelli

Al mattino, specie di lunedì mattina, succede di essere particolarmente "imbranati" e può capitare di rovesciare il caffè della colazione. Quello che per la maggior parte delle persone rappresenta il pessimo inizio di una pessima giornata, per Giulia Bernardelli è un'opportunità da cogliere.
Partendo "con il piede giusto", infatti, questa giovane donna ha saputo trasformare in opere d'arte ciò che per molti rappresenta un odioso contrattempo. Del comunissimo caffè rovesciato su una tovaglia impermeabile bianca diviene così, grazie a fantasia ed abilità, un magico viaggio nella fantasia. 

Dalla tazzina rovesciata sorgono castelli incantati, bambini che si rincorrono, delfini guizzanti tra le onde e magici unicorni; il caffè "buttato" segna il percorso di Alice verso il Paese delle Meraviglie, snodandosi tra cappellai matti e buffi conigli afflitti dal pensiero di essere in ritardo...
Giulia, che è laureata in arte e lavora in un museo di Mantova dove insegna ai bambini ad esprimere la propria creatività, è diventata famosa dopo che sui social network sono rimbalzate le immagini delle sue opere, realizzate partendo da piccoli "disastri" domestici (lei è @bernulia su Instagram). 
"Quando bevo un caffè - ha dichiarato la giovane artista italiana - rifletto sulle sfumature che potrei creare se lo versassi sopra il tavolo": una grande capacità di andare oltre la consuetudine, un grande talento nel trasformare l'ordinario nello straordinario.
Le sue incredibili opere, però, hanno vita breve: giusto il tempo di ultimarle, fotografarle e poi i biscotti vengono mangiati ed il tavolo ripulito. La lezione che Giulia ci lascia è che occorre, insomma, saper cogliere l'attimo e sfruttare le opportunità che la vita ci regala, magari celandole dietro piccoli inconvenienti; in fondo, anche un grande amore può scoccare grazie a due tazzine di caffè rovesciate su un tavolo.

2 commenti:

  1. Che bell'idea... si vede che la ragazza è molto brava, ma mi piace soprattutto la "filosofia" che sta dietro questo tipo di opera: sfruttare un imprevisto per tirarne fuori qualcosa di bello. Grazie Viviana per avercela fatta conoscere!

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    1. Silvia, grazie a te per il commento. L'artista è indubbiamente molto brava, la "filosofia" invece è mia - o, almeno, da ciò che ho trovato nel web, pare che Giulia Bernardelli semplicemente utilizzi cibi e bevande per fare arte, senza la "filosofia del disastro positivo" - e me ne prendo il merito: guardare la vita da un diverso punto di vista a volte può davvero trasformare un disastro in qualcosa di meraviglioso!

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