martedì 3 giugno 2008

Cara, vecchia, ecologica spesa



C'era una volta la bottiglia di latte in vetro. La aprivi, bevevi il latte, la lavavi e la riportavi alla fattoria, dove veniva nuovamente riempita...
Io tutto questo non l'ho vissuto, ma mi è stato raccontato quando, parlando di rifiuti campani, il mio interlocutore ha obiettato che la prima ricetta da seguire, attuabilissima e senza troppi sforzi (e pure economicamente vantaggiosa!), sarebbe quella di produrre meno rifiuti.

Logico, no? Talmente semplice da non venir notato...

Eppure qualcuno che ci ha pensato c'è, e non mi riferisco solo alle odierne fattorie, che in gran numero si sono attrezzate per la vendita di latte sfuso (qui trovate l'elenco per l'intera regione Lombardia): la Crai già da anni ha capito che "ecologia" andava a braccetto con "affari" e si è prontamente adattata alle nuove richieste del mercato. Qui trovate un più che esauriente articolo in merito, in cui viene data rilevanza anche al fatto che dei 31 milioni di tonnellate di rifiuti che ogni anno produce il nostro Paese, ben 12 sono soltanto di imballaggi. La soluzione? Niente imballaggi, si vende sfuso!

Da alcune fonti pareva che anche Auchan e Coop avessero seguito l'esempio di Crai, ma stando a quanto da me scovato circa l'una e l'altra così non è, almeno non in tutta Italia (la Coop Trentino, ad esempio, offre sì questa possibilità, negata altrove; l'Auchan di Venaria dispone di una ecocassa, e quelle di Curno e di Bergamo sono attrezzate per la vendita di prodotti sfusi, ma purtroppo non su tutto il territorio nazionale è possibile trovare questa possibilità)...

Quella dell'acquisto sfuso potrebbe essere una soluzione valida anche per i detersivi, che possono benissimo essere venduti "alla spina" con risultati più che soddisfacenti sia in termine di risparmio energetico che di mancate emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera, sia di fidelizzazione della clientela. In questo ambito, però, la grande distribuzione è ancora parecchio deficitaria.
Non resta che rivolgersi direttamente a chi ha imboccato questa strada, come la Detersiviallaspina e la MilleBolle; inoltre, cliccando qui, trovate un elenco bell'e pronto dei rivenditori, suddivisi per regione.

E se l'ecologia non riscuote interesse, forse lo riscuote l'economia: perchè mai dovrei pagare per oggetti che non uso e che fungono solo da contenitore?...

8 commenti:

  1. Perchè l'economia per restare in piedi sfrutta un'arma micidiale: la pubblicità. Perchè alla pubblicità, in assenza di prodotti veramente migliori di altri (più efficaci, più economici, o con quel qualcosa in più che fa la differenza), spesso e volentieri non rimane che investire sul packaging. Perchè una pubblicità di questo tipo è forte. Perchè, se non proprio l'anima del commercio, sicuramente ne è la voce. Ed è una voce molto potente, alla quale la gente non sa o vuole resistere.
    Vuoi mettere la bontà di un fusillo sulla cui confezione vedo campi di grano a perdita d'occhio, mulini antichi, acqua fresca, cielo azzurro, natura incontaminata? Il gusto di un'anonima pasta venduta sfusa in un anonimo distributore non ha certo lo stesso gusto al palato del cuoco di famiglia.
    In fondo non si comprano prodotti o marche, ma si comprano stili di vita, identità, valori. E che valori può dare un detersivo che appare come semplice polvere bianca invece che come la promessa di un bianco più bianco del bianco, di un pulito più pulito del pulito? O un dentifricio che è solo una misera pasta alla menta invece della garanzia di una vita felice completa di orgasmi gengivali ogni volta che ti spazzoli i denti? Chissenfrega dell'ambiente! Le virtù che la gente vuole assimilare quando consuma sono ancora altre.

    Ovviamente la questione è più complessa di così, ma secondo me le nostre abitudini di consumo si fondano in buona parte su questo. Dovremo abbandonarle, sicuramente, se vogliamo continuare a vivere su questo pianeta. Ma in questo sistema di cose le abitudini mi sembrano qualcosa difficilissimo da cambiare in fretta, e soprattutto da cambiare in meglio.
    Spero ovviamente di sbagliarmi di grosso.

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  2. Sempre arguta, mia cara Ross. Il tuo ragionamento non fa una grinza. E, permettimi di aggiungere, purtroppo.
    Perchè è fondamentalmente vero che ci si lascia affascinare più dall'esteriorità che dalla sostanza e questo, ahimè, non vale soltanto per fusilli e detersivi.
    Però io concordo con Bebbe Grillo, in questo caso, il quale afferma che noi, tutti noi, votiamo ogni volta che andiamo a fare la spesa; non tracciamo alcuna crocetta su alcuna scheda, ma le nostre scelte dicono se vogliamo un mondo con meno imballaggi, uno in cui i cosmetici non siano testati sugli animali, uno in cui la frutta sia difesa dalle coccinelle invece che dai pesticidi chimici, uno in cui chiediamo che il nostro mascara sia prima passato sugli occhi di qualche centinaio di conigli, uno in cui campi di grano a perdita d'occhio e mulini fittizzi prendono il posto della reale qualità del prodotto...
    La scelta finale spetta a noi. Noi, i consumatori, facciamo la differenza. Ciao!

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  3. Infatti, noi abbiamo un grande potere , ancora maggiore di quello che esercitiamo nell'urna.
    Pero' evidentemente non funziona bene :-)
    Bel post e bei commenti, ciao

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  4. A Reggio Emilia, dove abito, sono in funzione distributori automatici di latte fresco "alla spina" e catene di supermercati che mettono a disposizione detersivi sempre "alla spina". Paghi l'imballaggio una volta sola, poi paghi solo il prodotto. Mia moglie ed io abbiamo già fatto una prova e non ci siamo affatto trovati male, spero che l'iniziativa si diffonda.

    Aggiungo una nota professionale, visto che la gestione dei rifiuti è una parte del mio lavoro di consulente ambietale.
    La normativa europea (e di riflesso anche quella italiana, nonostante numerosi tentativi di "sabotaggio" da parte di legislatori poco sensibili) stabilisce un'ordine di PRIORITA' nella gestione dei rifiuti, cioè:
    1 - Produrre meno rifiuti
    2 - Riutilizzare il più possibile i beni usati (es. bottiglie)
    3 - Recuperare il più possibile le sostanze utili (es. riciclo carta)
    4 - Tentare di recuperare energia dai rifiuti (es. bruciare legno di scarto per alimentare una caldaia)
    5 - Smaltire i rifiuti (es. discarica)

    Tutto questo è molto sensato, peccato che nella realtà le cose funzionino esattamente al contrario: la prima soluzione è sempre la discarica, poi si passa al tormentone degli inceneritori, e quasi nessuno parla di ridurre la produzione di rifiuti alla fonte (anzi, chi la pratica si vanta di essere meglio degli altri, mentre invece sta semplicemente facendo la prima cosa che deve fare).
    Purtroppo alla base di tutto ci sono interessi economici giganteschi che partono dalle imprese produttrici di beni di consumo(più prodotti vendono più guadagnano) fino ad arrivare alle imprese che gestiscono i rifiuti (più rifiuti gestiscono più guadagnano).
    In mezzo, come si diceva, ci sta il consumatore, che ha un compito difficile perchè deve cambiare mentalità.

    E non è solo il consumatore a dover cambiare mentalità, ma tutta la cosiddetta "classe dirigente". Finchè le scelte di alto livello continueranno ad essere prese da persone cresciute tra il boom economico degli anni '50 e il rampantismo degli anni '80 secondo me non si potrà mai avere un vero cambiamento. Non per nulla alcune tra le azioni politiche migliori (vedi la nostra Costituzione) sono state fatte da persone abituate a non sprecare nulla perchè cresciute tra due guerre mondiali. Per come la vedo io, quando (se?) salirà al potere la generazione degli attuali trentenni precari, sensibili alle tematiche ambientali, abituati a lottare per il lavoro e a vedere le ingiustizie dalla parte di chi le subisce, allora forse inizierà un processo di cambiamento. Ma forse è solo una mia interpretazione.

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  5. quando sentii la notizia in uno speciale della rai, la trovai un ottima iniziativa.
    la pubblicità è l'anima del commercio, e se la cosa fosse ottimamente promossa, credo che potrebbe diffondersi...
    ho trovato rivenditori a palermo! non me l'aspettavo proprio...
    :*

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  6. * Suburbia, ciao! Forse sarò ottimista io, ma credo che, come per molte altre cose, sia questione di diffondere cultura. Tanta gente compra la pasta nei pacchetti coi campi di grano e mulini perchè crede, in perfetta buona fede, che quella sia la pasta. Magari non ne ha neppure mai provata di un altro tipo o, magari, dopo qualche prova, ha trovato che quella fosse la migliore. Se si facesse una "campagna pubblicitaria" dicendo a queste persone "provate la pasta venduta sfusa" probabilmente molti accetterebbero di provarla e, probabilmente, tra questi molti ci sarebbero anche coloro che la troverebbero migliore di quella col pacchetto esteticamente ineccepibile. Ecco perchè io, nel mio piccolo, ho deciso di parlarne, di diffondere (per quanto mi è possibile) l'informazione. ;-)

    * Luca, ciao! Dici una gran verità per quanto riguarda i rifiuti, purtroppo. Sono pienamente d'accordo con te circa il fatto che nel nostro Paese si lavori "al contrario", dando il massimo spazio a quello che in realtà dovrebbe essere soltanto il passaggio finale.
    E, purtroppo, le recenti notizie mi fanno ritenere che lo stesso avvenga anche con l'energia: invece di incentivare prima il risparmio, poi le fonti alternative rinnovabili e soltanto in unltima analisi il nucleare (che comunque, al di là del rischio, comporta il problema dello smaltimento dei rifiuti di risulta)...

    * Aguamala, ciao! Eh, in effetti anche il mio parlarne qui vuol essere una sorta di "pubblicità" per questa iniziativa ;-)
    Ciao, a presto!

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  7. Alla Auchan di Curno e di Bergamo la vendita sfusa esiste e sono anche prodotti buoni..........quella dei croccantini per cani e atti non so ;-)

    Ciao

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  8. Mille grazie per l'informazione, La Cosa! Aggiungo subito l'aggiornamento al post.

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