venerdì 30 settembre 2016

Nuova vita per Bart, il "gatto zombie"

C'è chi lo ha definito gatto zombie, chi invece lo vede come la dimostrazione che i gatti hanno davvero nove vite, di certo Bart ha una storia davvero insolita. Una storia di forza e di tenacia che può essere esempio per tutti noi, cari (a)mici.
Di questo micio bianco e nero si parla infatti non solo a Tampa Bay, nel Golfo del Messico, ma ormai in tutto il mondo.
Investito da uno di quegli odiosi scatoloni rumorosi e puzzolenti che corrono lungo le strade, Bart era stato raccolto sull'asfalto dai suoi bipedi e seppellito in giardino.
Cinque giorni dopo, però, ha fatto la sua comparsa come se niente fosse nel giardino dei vicini.
Era molto debole e stanchissimo, ma, dopo essersi scavato una via di fuga dalla tomba, ha provato a trascinarsi verso quella che era la sua casa, la sua famiglia.
I bipedi, appena l'hanno visto, non riuscivano a credere ai loro occhi e l'hanno subito portato dai veterinari della Humane Society, dove Bart ha dimostrato di avere una gran voglia di vivere, cominciando a mangiare quasi subito e riprendendosi lentamente dalla brutta avventura. Già dopo pochi giorni accoglieva i veterinari e i volontari del centro facendo le fusa e miagolando.
Ha dovuto essere operato alla mandibola e ha perso l'occhio sinistro, ma si sta riprendendo e la Humane Society che si è presa cura di lui dice che è coraggioso, affettuoso e pieno di entusiasmo, tanto da avergli trovato - dopo una lunga battaglia legale durata 20 mesi - una nuova famiglia che si prenda cura di lui. E, si spera, non lo seppellisca prima che sia davvero morto.

Felinamente vostro, 
Puxi il Gatto.

giovedì 29 settembre 2016

Aggredita, prende a pugni il violentatore armato e lo fa arrestare

14 settembre 2016. Dopo il lavoro, una donna s'infila pantaloncini, maglietta e scarpe da jogging e va a correre. Un tardo pomeriggio come molti altri, lungo il canale Bisatto che scorre nel territorio di Monselice; un tardo pomeriggio come nessun altro, perché la giovane viene aggredita da un uomo.
Un mostro che, armato di coltello, comincia a palpeggiarla.

Ma la donna, invece di rimanere paralizzata dal terrore, sferra due pugni all'aggressore, che si dà alla fuga.
E, non contenta, va subito a denunciare l'accaduto, consentendo così agli investigatori di arrestare in poco tempo un moldavo di 35 anni, già noto alle forze dell'ordine, fermato con l'accusa di violenza sessuale.
Una storia di grande coraggio e dal meritato lieto fine per questa giovane sportiva che ha deciso di reagire con forza alla violenza, la cui vicenda è stata riportata su Il Mattino di Padova.

Soltanto pochi giorni dopo, il 23 settembre, un'altra donna aveva reagito con decisione ad un attacco. La famosissima top model Gigi Hadid era stata aggredita a Milano da un fan un po' troppo invadente e, senza neppure aspettare l'intervento della guardia del corpo, aveva prontamente reagito sferrando una gomitata in faccia al molestatore.
Brave ragazze, così si fa! 

mercoledì 28 settembre 2016

Zona d'ombra, una scomoda verità per il football

Mi piacciono gli sport "duri".
Da adolescente, frequentavo lo stadio del ghiaccio di Casate - quello dove è nata, sportivamente parlando, la super campionessa Anna Cappellini per intenderci - ed impazzivo per gli incontri di hockey. Conoscevo diversi giocatori della (allora) Promolinea, la squadra locale, oltre ovviamente arbitri ed appassionati di questo bellissimo sport.
Con un simile background, credo non stupisca nessuno il fatto che trovi lento, noioso e "molliccio" il calcio, preferendo di gran lunga altre discipline: non solo gli sport da ring, dove ovviamente il contatto fisico è ben presente, ma anche, ad esempio, il football americano. 
Ecco, se mi chiedeste di scegliere se guardare la finale di Champions League o il Super Bowl, di certo non avrei dubbi.

E lo so, per averli visti anche da molto vicino (o persino praticati, nel caso delle discipline da combattimento) che questi sport - hockey, football, boxe, MMA e via di seguito - possono essere davvero pericolosi. Soprattutto a livello professionistico, quando il gioco si fa duro e... smette di essere un gioco. 

Non mi ha stupita, dunque, la scoperta del dottor Bennet Omalu, anatomopatologo nigeriano emigrato a Pittsburgh, che ha rilevato seri danni cerebrali nei defunti ex giocatori di football. A stupirmi è stata la frequenza con la quale questi danni vengono riportati.

Il film, magistralmente interpretato da un ottimo Will Smith, ormai da tempo spogliatosi delle comiche vesti di Principe di Bel Air ed in grado di ricoprire qualsiasi ruolo, è basato sulla vera storia del dottor Bennet Omalu, medico poco incline ai facili compromessi e scopritore della CTE, l'encefalopatia cronica traumatica, e sui suoi contrasti con la NFL, la National Football League statunitense.
Un po' Erin Brockovich nella sua lotta contro speculazione edilizia ed inquinamento delle falde acquifere, Omalu pare destinato a soccombere, lui, "signor nessuno", contro il gigante dello sport e dell'intrattenimento a stelle e strisce.
Eppure la fede in Dio e nella scienza - no, le due cose non sono in antitesi - sorreggono quest'uomo nella sua battaglia e, quando vacilla colpito da mille difficoltà, ecco al suo fianco una donna forte ed altrettanto fiduciosa, capace di sorreggerlo e di spronarlo nella ricerca della giustizia, affinché la verità venga rivelata.
Gran film.

lunedì 26 settembre 2016

Lezioni di autodifesa a Paperissima Sprint

Non hanno pretesa di veridicità, ma puntano sull'ironia per veicolare un messaggio importante: donne, imparate a difendervi. Sono le "mini lezioni" di autodifesa impartite dall'ex Velina bionda Maddalena Corvaglia a "Paperissima Sprint", su Canale5.

Quando il regista Antonio Ricci, incuriosito dalla pluriennale pratica del Krav Maga da parte della bionda soubrette, le ha chiesto "Ma tu meni veramente?", lei non ha avuto esitazioni nel rispondere: "All'occorrenza sì. E se qualche viscido mi mettesse le mani addosso o toccasse mia figlia non esiterei un secondo". Così, semplicemente, è nata l'idea di questa piccola rubrica da inserire all'interno del programma del rosso Gabibbo. 
Come ha spiegato la stessa protagonista nel corso di un'intervista rilasciata ad UrbanDonna, "Ovviamente non basta guardare la rubrica per imparare a difendersi, ma non era quello il nostro scopo; in modo giocoso e romanzato abbiamo voluto far passare un messaggio importante, un messaggio positivo alle donne. Donne soggetto e non oggetto".
Contrastare la violenza si può. Sta a noi scegliere se essere potenziali vittime oppure no. 

sabato 24 settembre 2016

Pertusella, Mezzanotte Bianca e arti marziali

Spade e relata, cavalli e cavalieri, film "a tema" e persino "filosofia della marzialità", ma è un bel po' che non scrivo di arti marziali vere e proprie, di quelle studiate in palestra e praticate sul campo. E no va bene. No, no.
Perché, sin dal primo giorno di settembre, ho ripreso a pieno regime la mia attività, sia come praticante che come istruttrice, e mi pare giusto e doveroso aggiornarvi su questo che è un aspetto molto importante della mia vita oltre che, ovviamente, di questo blog.

Giovedì 1 settembre sono ripresi i corsi di T'ienshu per bambini presso l'Area KSD di Caronno Pertusella ed è stato per me un piacere incontrare i miei piccoli allievi, riposati e un po' "smemorati" dopo le lunghe vacanze estive. Diversi di loro però, a dire il vero, avevano persino ripassato T'ienshu e ricordavano alla perfezione nomi e tecniche, cosa che mi ha piacevolmente impressionata.
Il lunedì successivo, 5 settembre, sono tornata a calcare il tappeto della Scuola Wo Chen di Saronno, riunendomi al mio gruppo di praticanti adulti ed incontrando le Fasce Bianche, che seguirò per l'intero anno scolastico fino a condurle (si spera) al conseguimento della Fascia Arancione. 
Naturalmente sono ripresi tutti i corsi dell'Accademia Marziale Saronno, quindi il martedì ed il venerdì sera ci sono gli allenamenti di JKD Kali e di MMA.
Insomma: le occasioni per allenarsi non mancano di certo!

Sabato 17 settembre, poi, proprio con l'Accademia Marziale Saronno, ho preso parte alla Mezzanotte Bianca di Pertusella, in provincia di Varese, presso lo stand dell'Area KSD, con una dimostrazione di T'ienshu dei piccoli allievi. E qui di seguito potete vedere il video realizzato in quell'occasione.
Buona visione! 

giovedì 22 settembre 2016

Il gatto morto trasformato in borsetta va all'asta

Cari (a)mici, 
cose dell'altro mondo! 
Nel vero senso della parola.
Perché all'altro capo del mondo, in Nuova Zelanda, una bipede ha trovato sul ciglio della via un nostro compare dal pelo fulvo, un bel gatto forse investito come tanti (troppi) altri da una di quelle scatole di metallo grosse e rumorose che scorrazzano per le strade e che non ci danno scampo. Morto.
Il gatto si era probabilmente giocato così l'ultima delle sue proverbiali vite, ma la bipede, che si chiama Claire Third e che di professione fa la tassidermista (che non sapevo cosa volesse dire, ma mi sono documentato e così, fiero di questa nuova conquista, uso questa parola), ha pensato di dare "nuova vita" al micio, trasformandolo in una borsetta.
"Per la ragazza che ha tutto e che vuole attirare l'attenzione ovunque vada", dice sul sito d'aste online TradeMe in cui ha messo in vendita la sua creazione a partire da un'offerta minima di 1.400 dollari.
Al momento non sono giunte offerte più elevate e, anzi, la bipede ha dovuto accontentarsi di poco più di 500 dollari, ma in compenso pare che molti bipedi si siano parecchio indignati. 
E voi cosa ne pensate? Vorreste che i vostri bipedi vi trasformassero in borsette per non separarsi mai da voi, nemmeno quando sarete passati a miglior vita? 
Aspetto i vostri commenti, felinamente vostro
Puxi il gatto.

lunedì 19 settembre 2016

Il lavoro impossibile e il Paese delle Meraviglie

La scorsa settimana, a zonzo per un centro cittadino, ho notato affisso alla vetrina di un negozio d'abbigliamento un cartello per la ricerca di personale
Era richiesta età al di sotto dei 24 anni, bella presenza ed esperienza nel settore.
Sono entrata, perché insieme a me c'era un'amica in possesso di tutti questi requisiti e, pensate un po', alla ricerca d'impiego. 
Mi sono tenuta in disparte, fingendomi interessata agli abiti esposti, per dar modo alla mia amica di presentarsi alla responsabile, ma evidentemente non ero abbastanza lontana da non sentire le assurde pretese avanzate: la ragazza, oltre ad essere graziosa, giovane e dalla comprovata esperienza come commessa, dovrebbe conoscere alla perfezione almeno una lingua straniera, preferibilmente il russo o l'arabo, perché pare che questo stilista sia particolarmente apprezzato sulle sponde del Volga e del Don ed in Medio Oriente. Poi, oltre ad essere disponibile a lavorare su "turni flessibili", sarebbe preferibile se all'università fosse iscritta in facoltà di Economia o Turismo. 
Prima di deflagrare come una bomba, sono uscita dal negozio. 
Raggiunta poco dopo dalla mia amica, alla quale era stato proposto un contratto part-time (ma su turni flessibili, ricordate) per la ragguardevole cifra di 700 euro mensili.
Ora: va bene non essere choosy, va bene accontentarsi, va bene fare esperienza (peraltro già acquisita, visto che viene richiesta esplicitamente prima ancora del colloquio), ma non vi sembra di chiedere un po' troppo per un mondo reale? Non siamo nel Paese delle Meraviglie!
"Non credo vogliano davvero tutte quelle cose - ha detto la mia amica - Magari hanno già in mente qualcuno per quel lavoro e scoraggiano gli altri candidati". 
Forse ha ragione. 
Preferisco credere che dietro quell'improbabile elenco di requisiti ci fosse la solita, banalissima raccomandazione piuttosto che non la vera pretesa di trovare qualcuno che rispondesse appieno alla descrizione. 

Passiamo adesso dall'altra parte della barricata, dove si trovano clienti o committenti
Persone che vorrebbero che il lavoro fosse eseguito in fretta, bene ed in modo economico. 
Chiunque dovrebbe sapere che questi requisiti possono viaggiare appaiati, ma senza costituire un terzetto. Se desideri un prodotto realizzato in fretta ed economico, dovrai rinunciare alla qualità. Se vuoi qualità e rapidità, rassegnati a pagare salato il prodotto; mentre se è qualità ed economia ciò che cerchi, allora sappi che non potrai ottenere il prodotto alla svelta. 
Non è desiderio di "fare i preziosi", sono vere regole alle quali è impossibile sottrarsi.
Prendiamo ad esempio le marmellate, le confetture e le conserve che realizzo (e che non vendo, questo è solo un esempio!): se faccio economia sulle materie prime, acquistando frutta o verdura scadente, non potrò certo aspettarmi un prodotto squisito. E lo stesso avviene se cerco di velocizzare le procedure, magari riducendo i tempi di cottura ma dovendo così far ricorso ad addensanti o altri intrugli.
Nel mio caso, poi, in fatto di cibo il cerchio del "Buono, ben fatto" è molto più grande rispetto a quello del "velocemente" e dell'"economico": è a quello, al risultato buono, che miro, rendendo così marginale la rilevanza degli altri due fattori. 
E lo stesso si può dire per tutto ciò che realizzo, come ad esempio il fodero di spada: ho acquistato buoni materiali ed ho lavorato due giorni alla sua realizzazione, dal cartamodello al lavoro rifinito, di certo non lo venderei per 30 euro!
Se, per ipotesi, mi venisse commissionato un fodero da 30 euro, il mio committente dovrebbe rassegnarsi ad ottenere un prodotto o meno accurato nella realizzazione, o ottenuto da materiale più scadente. 
Perché è così che funziona nel mondo reale, a differenza che nel Paese delle Meraviglie. 
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