giovedì 10 aprile 2008

Romantico pestaggio


Non so se avete presente la pubblicità di un'automobile dal cui "muso" saltano fuori auto identiche consentendo alla proprietaria, che è attesa su un set, di "sdoppiarsi" ed andare, tra le altre cose, anche a prendere a pugni dei focus in palestra. O anche i film del tipo "La tigre e il dragone", in cui delle donne combattono senza nemmeno scalfirsi la manicure.

Ecco, io credo che queste rappresentazioni siano estermamente fuorvianti e diano dell'arte marziale un'immagine ben diversa di ciò che in realtà è.
L'arte marziale - qualsiasi - nasce per sua stessa definizione dal connubio di ciò che è artistico con ciò che è della guerra. Già il solo termine "marziale" deriva da Marte, divinità della guerra e delle battaglie...
Ho avuto modo di fare questa considerazione in seguito ad un recente allenamento, nel corso del quale mi sono sbucciata le nocche delle mani e procurata un bel livido violaceo al braccio. Ed è stato del tutto normale, per me. Fa parte del gioco, se così si può dire.

La visione romantica che certe persone - soprattutto donne - hanno delle arti marziali è, dal mio punto di vista, totalmente sbagliata. Non si può pretendere di imparare a difendere se stesse senza rovinarsi la messa in piega, non si possono imparare tecniche di pugni e di calci senza metterle in pratica e, quindi, senza sudare, senza rischiare sbucciature ed abrasioni e lividi.
Certo, esistono discipline più o meno cruente, alcune accentuano moltissimo la parte "di contatto" mentre altre prediligono l'aspetto filosofico, artistico e dimostrativo, e ciascuna persona è poi libera, in base a quella che ritiene essere la propria inclinazione, di scegliere la disciplina e lo stile a lei più congeniale.
Ma il discorso di base, secondo me, non cambia: un'arte marziale, per essere davvero tale, non può esistere senza la violenza intrinseca nel combattimento, così come non può farlo senza la cura estetica del movimento, l'approfondimento della disciplina e della filosofia.


Nella foto: due donne della Scuola Wo Chen (dove m'alleno anch'io!) in azione.

8 commenti:

  1. Non mi è facile risponderti perchè se ti rispondessi che costantemente sono con i lividi violacei alle braccia avrei paura di trasmettere una rappresentazione violenta delle arti marziali....non so...partiamo da quelle che sono le mie credenze... dopo anni (tanti ma davvero tanti) di quotidiano e intenso allenamento si può avere la capacità di danneggiare l'altro, ma nel momento stesso che lo fai non credo più che tu sia un vero marzialista, visto che la violenza non ha nulla a che vedere con le arti marziali, naturalmente nel caso in cui la tua vita si trova in pericolo e non hai altra scelta sarebbe da stupidi non usare le proprie conoscenze e la propria esperienza, tutto questo ha a che fare con il controllo e l'equilibrio e quindi un marzialista non impara solo tecniche ma anche a saper farne un buon uso. Per quanto riguarda il tuo quesito, dipende da che tipo di arte marziale si pratica, ho praticato aikido ed è stato tutto piuttosto rilassante, mi chiedevo se ci fosse stata differenza in uno scontro reale...il Kung-fu (nel mio caso Wing-chun) è tutta un'altra storia, visto che sudi,superi i tuoi limiti (con equilibrio un gradino alla volta)fai i conti con la fatica, con la paura reale...no non credo che ci sia spazio per le unghie laccate (anche se non riesco a rinunciare al mio amato rossetto). Questa è una risposta data un pò su due piedi ma magari ne possiamo riparlare, anche perchè a volte mi vengono dubbi e incertezze rispetto al mio percorso marziale e avere qualcuno con cui confrontarti è meraviglioso soprattutto se donna come me.

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  2. ...e aggiungo lo sai dove sta la bellezza? Nell'armonia e nell'eleganza che puoi vedere, no anzi SENTIRE, nei movimenti di alcuni marzialisti. Quella PERFEZIONE è il risultato di un costante e duro lavoro non contaminato dalla smania di competere o da quella di raggiungere un obiettivo. Si questa è la mia idea romantica di arte marziale...non so cosa ne pensi tu?

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  3. Per me l'Arte Marziale rappresenta la colonna vertebrale di un vita spesa sotto le parole "onore","giustizia","libertà",
    "sacrificio","determinazione","rispetto".
    Un cammino in cui ci si spoglia del superfluo e di arriva all'essenza della persona. Un continuo equilibrio dinamico "duro/morbido", "mente/spirito", "forza fisica/energia interiore" e si sa.. l'Arte Marziale sa dare grandi doni a chi la segue e non teme le sue richieste.Con il passare del tempo capisci che dalla calma interiore può scaturire un'enorme forza.. a volte cruenta (pensate ad una parata dura di stop) a volte armonica (una schivata a lasciar correre)o perché no..una via di mezzo.Quanto è tutt'uno con te i colpi partono da soli e non esiste nulla in quel momento.. zero problemi e pressioni, zero angosce, solo pace quella pace che solitamente regna dopo un acquazzone.. o nelle alte vette di montagna.. dove lo spirito ritrova casa.
    Questa è la mia umile visione.. poi per ogni uomo c'è uno stile.. un interpretazione .. un modo di vivere. Namasté.

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  4. che bello, mi piace moltissimo leggere il tuo blog, vedo che abbiamo alcune cose in comune.

    Le arti marziali per me sono state importantissime, fulcro di equilibrio e cambiamento.
    Purtroppo per un problema alla schiena non correlato alle arti marzialii, il medico mi ha ordinato di lasciarle da parte...il mio sogno è di potermi curare davvero, e ricominciare. non mollo, so che un giorno, sì, lo SO, potrò ricominciare.
    Ho praticato un anno di wing chun, chut sing tong long e 5 di hung gar e mi hanno dato tantissimo.
    Leggerti è un po' come ritrovare quello spirito di un tempo...spero tanto fra qualche anno di poterlo veramente riprendere.

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  5. :) io sono sicura che tu dopo un allenamento anche senza la messa in piega in ordine sei belliiiiiissssimaaaaa!!! :D
    smack tesoroooo e buon week end!!!

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  6. ciao Viviana, sono tornata... e, senza una grande originalità, ho ricambiato il tuo premio... ma sentivo di darti della foca a mia volta, quindi... passa da me.
    Baciuzzi e buon weekend.
    Molto interessante questo post sulle arti marziali, come i commenti dei tuoi lettori, per chi, come me, non ne capisce un tubo...
    :o)

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  7. * Ishin! Grazie per essere tornata e per aver lasciato il tuo prezioso commento! Sono perfettamente d'accordo con te nel dire che chi sa applicare l'arte marziale sa anche evitare di nuocere all'altro, a meno che non ne vada della sua incolumità. Arte marziale è anche disciplina e controllo.
    Personalmente mi piace moltissimo l'Aikido, lo trovo estremamente fluido ed elegante, ma anche il Wing Chun ha il suo fascino, a cominciare dalla storia che lo vuole codificato da una monaca (femmina! Una rivoluzione, in ambito marziale!), quindi prediligendo la fluidità e l'adattabilità alla forza bruta. Il Chi Sao poi lo trovo fenomenale!
    Sono d'accordo con te anche per quanto riguarda la bellezza - che ciascun marzialista può raggiungere, secondo me, nella propria disciplina - e che si percepisce in quell'essere tutt'uno con ciò che si fa. Quando l'uomo diventa tecnica e la tecnica è parte dell'uomo. La perfezione di essere ciò che si fa.
    Anch'io sono felicissima di aver trovato un'altra marzialista! Spero che potremo confrontare le nostre idee in merito. Sai che qui da me troverai sempre una tazza di thè pronta ad accoglierti.

    * Suppaman, benvenuto! Tu parli di "umile visione", ma ciò che descrivi è il traguardo del marzialista. L'essere privo di pressioni e trovare quella pace che è casa dello spirito anche quando esteriormente infuria la tempesta di uno scontro...
    Non è facile! La via marziale è lunga e tortuosa, molti si perdono lungo il cammino... Io, umilmente, cerco di procedere passo dopo passo. Anche se sono lontana anni luce dal raggiungere questa calma consapevolezza del sè!

    * Zion, che piacere trovarti qui! Sono lieta che ti piaccia il mio blog e spero di poter parlare con te sia di ciò che ci accomuna quanto di ciò che ci divide!
    Sono certa che le arti marziali ti abbiano dato tanto. Non può essere altrimenti... E' un autentico cammino di crescita verso la reale conoscenza del sè.
    Sono altrettanto certa che riprenderai a praticare. La passione e la volontà sono più forti delle limitazioni fisiche.
    A Bruce Lee, dopo l'infortunio alla schiena, era stato detto che non avrebbe più potuto fare alcunchè... e guarda invece dov'è arrivato!
    Molto più "umanamente" (per me lui era una specie di... mutante! Era incredibile ciò che riusciva a fare!) ed umilmente, io ho quattro vertebre schiacciate e vari acciacchi, ma nulla riesce a tenermi lontana dal tatami. Tornerai, ne sono certa, e il tuo cammino riprenderà da dove si era interrotto!

    * Vivi, tesora miaaaaa!!! Grazie, ma io non sono bellissima nemmeno con la messa in piega, figurati dopo un allenamento... AAAARGHHHH!!! Però, e questo è innegabile, il mio viso è a dir poco raggiante quando lascio il tatami sentendo di aver dato il 100% e di aver imparato davvero qualcosa in più su me stessa e sul T'Ien Shu! Un bacione groooooosso groooooossooooooo!!!

    * Valeria, mia cara, grazie! Grazie di esser passata, grazie di aver lasciato un commento, grazie di avermi fochizzato...
    E grazie per aver apprezzato il post!
    A presto, bellezza!

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  8. @Ishin = Sono assolutamente d'accordo con te, anzi rilancio: penso che un vero marzialista, essendo abituato al rispetto e sapendo quanto male ci si può fare in combattimento, tenda a reagire in modo più pacato fuori dal dojo (se non altro perchè lo scontro fisico non è una condizione "sconosciuta", quindi mette meno paura). O almeno io sono così. Tra l'altro anch'io ho praticato aikido e pratico Wing Tzun, quindi capisco perfettamente cosa vuoi dire, soprattutto quando ti riferisci all'armonia dei gesti dei grandi maestri: sembra che tutte le tecniche siano facilissime e non richiedano il minimo sforzo! Quello che succede nel chi sao libero, poi, a volte è quasi incomprensibile...

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