martedì 30 settembre 2008

Quasi quasi mi faccio un arrosto...



Quello che dovrebbe finire in padella è Snippy, il cosino nero dalle lunghe orecchie che qui vedete ingabbiato.
Puxi, forse presagendo l'avvento di un piattino prelibato, già si... "lava le mani", pronto per mettersi a tavola.
Ma com'è possibile che, dopo quello da me scritto qui (e, per la verità, anche qui), di colpo io senta il desiderio di un arrosto?

Semplice: fa freddo, arriva l'autunno, gli animali - anche quelli che stanno in casa - mutano il pelo e... io sono dannatamente allergica al pelo di coniglio!
Da giorni starnutisco, tossisco, rantolo come Darth Vader (il cattivone di Guerre Stellari), ho occhi gonfi perennemente arrossati e lacrimo come una fontana... Uno spettacolo pietoso, vi assicuro!
E non importa quanto spesso si passi l'aspirapolvere: c'è sempre un "puffolo" di pelo che di colpo compare da sotto il divano, o tra le gambe di una sedia, o viene sospinto in casa dal balcone...
Visto che passare Snippy col Silkepil mi pare pratica crudele, sto considerando la possibilità di dargli degna sepoltura tra un comodo giaciglio di patatine arrosto.

Naturalmente sto scherzando: ormai convivo con il Ventolin e me ne son fatta una ragione! Chi non scherza, invece, è il Veneto che ha deciso di legalizzare la caccia a cani e gatti. Si tratta di una pratica orribile, che personalmente ritengo essere barbara ed inaccettabile, indipendentemente dalla motivazione che viene fornita dalle sedi istituzionali.
Trovate link ed approfondimenti qui a destra, nella sezione "In primo piano". Come già avvenuto per le marmotte del Trentino... facciamoci sentire!!!
Io intanto ho inviato la segnalazione alla LAV e all'ENPA, nonchè, è ovvio, alla LAC nazionale (che già dovrebbe essere al corrente della faccenda, essendo la notizia proveniente dalla LAC Veneto... ma non si sa mai!). E' anche possibile far sapere come la si pensa al Consiglio Regionale Veneto (grazie Blog Gattaro!). Cliccando sui nomi accedete direttamente agli indirizzi mail di ciascun ente.

lunedì 29 settembre 2008

Amare, capire, educare il proprio gatto



Premetto che, giunta alla fine della lettura, il mio commento è stato: “Per l’amare, nessun problema perché adoro Pulce; per il capire, ci si può lavorare; per l’educare… temo sia lui che sta cercando di educare me!”. Risate di mamma e papà. E lui che, senza scomporsi, mi guarda stando stravaccato sul divano, dondolando pigramente la coda.

Una volta che mi era stato tolto il gesso e avevo ripreso, seppur timidamente, a tornare alla vita “normale” avevo un’autentica fame arretrata di lettura; questa, unita al fatto che le giornate lontane dal lavoro mi avevano portata a vivere maggiormente la mia “storia d’amore” con Pulce, dedicandogli più tempo e scoprendo maggiormente la sua personalità, mi avevano fatto avvicinare all’opera di Joël Dehasse.

Ciò che ho maggiormente apprezzato in questo libro sono state la chiarezza espositiva, ben lontana dai paroloni medico-scientifici che ci si potrebbe aspettare da un veterinario specializzato in comportamento degli animali domestici, ed il rispetto che traspare per il gatto. Dehasse spiega ad esempio che è inutile pretendere dal micio sudditanza: non è nella sua natura concederla. Ci insegna a rendere più confortevole la vita del nostro amico peloso, riconoscendone la natura, gli istinti, i rituali, per consentirgli di vivere una vita da gatto in un ambiente di esseri umani. Illustra la via per l’instaurarsi di un rispetto reciproco.

Ciò che più mi ha impensierita, invece, è stato il richiamo piuttosto frequente all’importanza del legame che si viene ad instaurare tra le sette/nove settimane di vita del gattino: Pulce è stato trovato a inizio agosto e me lo sono portata a casa al rientro dalle vacanze, mentre febbre e malanni vari lo rendevano – se così si può dire – quasi “incapace d’intendere e di volere”. La veterinaria che l’ha subito visitato ha stimato la sua età attorno alle sei/sette settimane e le tre settimane successive sono trascorse al ritmo scandito dai più disparati medicinali che io e Davide somministravamo al cucciolo. Mentre, stando al libro, erano indispensabili tranquillità e coccole, noi gli sparavamo anti-acari nelle orecchie, e lo forzavamo ad ingoiare antibiotici… Per usare un eufemismo, direi che si è trattato di un approccio tutt’altro che delicato!

Titolo: Amare, capire, educare il proprio gatto
Autore: Joël Dehasse
Editore: Età dell'Acquario Edizioni
Data di pubblicazione: 2007

venerdì 26 settembre 2008

Noi!! Viviamo



Ecco, questo è un libro difficile. Difficile, perché mi è stato donato da una “webbamica” che, ho scoperto, in questo libro – e nelle vicende che in esso sono narrate – ha messo letteralmente anima e corpo. Difficile, perché tratta un argomento per me spinoso e doloroso. Difficile, perché mi ha posta davanti a me stessa, a me che talvolta mi ritengo tanto aperta e magnanima e che invece ho spettri e luoghi bui nell’anima che non mi piace andare a visitare.
Ho letto pagina dopo pagina quasi in modo febbrile, per poi fermarmi settimane e settimane dibattendomi nell’incertezza: scrivere o non scrivere di questo libro nel blog?
“Noi!! Viviamo” parla di droga e di drogati. Ed io, onestamente, non ho mai tollerato né l’una né gli altri. La malattia capita, ho sempre pensato, ma la droga non “succede” semplicemente, la droga uno se la va a cercare, la compra, la baratta, arriva persino a mentire, rubare o a prostituirsi pur di potersela procurare… La droga non è una disgrazia che semplicemente avviene, la droga è un male che volontariamente trasciniamo nella nostra vita.
Eccolo qui, il mio angolo buio dell’anima, il mio spettro di cattiveria e rancore. Io odio la droga, non la comprendo e non l’accetto.
Eppure, leggendo questo libro, ho incontrato Agile, che nella droga c’era finito per un dolore che non riusciva a tollerare con le sue sole forze, e Sandro, alcolista figlio di un alcolista che pestava moglie e figli (lui incluso, ovviamente); ho fatto la conoscenza di Giuliana, che aveva sacrificato l’intera vita all’eroina, che avrebbe potuto vivere di una piccola rendita ed invece era finita col fare la prostituta; mi sono imbattuta in Red, in Castagna, in Marta e Luciano (uniti dalla droga, divisi dalla morte), in Stefano e nella colta e benestante Nausicaä (nata in famiglia colta e benestante, di professionisti seri, finita lei prostituta e la sorella morta di AIDS)… Leggendo questo libro ho incontrato persone. Alcune con famiglie devastate alle spalle, altre provenienti dalla cosiddetta “gente bene”, tutte però devastate dalla comune esperienza della droga. Persone. Che, passando oltre la droga, hanno tentato di ricostruirsi una vita. Andando al SERT, facendosi ricoverare ed andando poi nelle scuole, a parlare ai ragazzi, a spiegare che di droga si muore. Perché, anche quando non ti infila in una bara, ti porta lungo un percorso buio in cui lei sembra essere l’unica luce raggiungibile. E ti porta a far male, a te stesso e a chi ti ama. Genitori, fratelli e sorelle, amici, compagni di scuola e di scorribande... tutti i legami si sciolgono e rimane solo quella catena, pesante e soffocante, che ti stringe alla gola e ti riconduce alla droga.
Chiudo qui, perché scrivere di questo libro è davvero difficile per me. Ma chiudo con le parole di Franca. Eccole:
“Ciao Gianluca!
Mi hanno detto che sei morto, ma io non riesco a salutarti in maniera conveniente per un defunto. Mi rivolgo a te come quando ci siamo visti alle riunioni, o per strada, e c’era la gioia dell’incontro. Ho vivida in mente la tua bella persona, la tua faccia pulita, da bravo ragazzo. (…)
Ti interessavi al nostro progetto, alle nostre attese, alle nostre battaglie, dicendo sempre la tua in modo calmo ed equilibrato. Sei entrato in simpatia a tutti. Quando a febbraio siamo andati a Roma per la presentazione del “nostro” libro, è stato ovvio che tu venissi con noi. Abbiamo condiviso, così, quel momento importante di amicizia e coesione; abbiamo condiviso camminate per Roma, chiacchierate, avventura. Subito dopo il lavoro ti ha portato via, ma eravamo contenti per te. In fondo, è questo il destino del nostro gruppo: quasi tutti i migliori se ne vanno, appunto perché sono migliori e stanno bene. La salute interiore a cui miriamo, ce li porta via.
L’amicizia, però, non ce la porta via nessuno.
Perché, Gianluca, perché?
Sapevi che ti avremmo accolto ancora, che potevi contare su di noi. Pensavi che avremmo potuto disprezzarti? O ti sei disprezzato tu? Non ricordavi più quanto andavamo dicendo sul valore della persona, che, anche quando fa delle esperienze negative, non è mai negativa ed ha sempre tanto da dare a sé ed agli altri?
O forse hai solo calcolato male il rischio che correvi?
Certamente un domani, dal luogo che ci rivedrà tutti assieme, ti porremo tutte queste domande ed anche un sottile, inevitabile rimprovero per la poca fiducia. Non te l’avrai a male, ci siamo sempre parlati da persone libere e veritiere.
Ma ora, Gianluca caro, solo un grande abbraccio, col cuore in lacrime.
“Ciao Gianluca”, altro non riesco a dirti.”

Titolo: Noi!! Viviamo – La nuova strada dei Ragazzi della Panchina
Autore: Francesca Merlo
Editore: Edizioni RDP

Chiedo scusa a Franca se non ho reso giustizia a questo libro. E se involontariamente le mie parole l’hanno urtata o ferita. La stima e l’affetto che provavo per Rosaspina sono persino cresciuti ora che mi sono imbattuta in Franca.

mercoledì 24 settembre 2008

Hancock


Una premessa è doverosa: io, da brava Marmotta, non amo i posti affollati nè i rumori forti. Andare al cinema, per me, è più un sacrificio che un piacere. Le gare di rutti durante l'intervallo non mi attraggono granchè e non amo che i miei vicini si tolgano le scarpe per mettersi "in libertà", mi danno noia i bimbi che commentano ogni scena e più ancora i genitori che commentano i commenti dei figli... Ciò nonostante, a distanza di pochissimi giorni, ho messo piede in due diverse sale cinematografiche e, come se questo non bastasse, mi sono pure divertita!

Sabato scorso Davide ed io ce ne stavamo a casa, dopo una giornatina piuttosto impegnativa, e stavamo guardando Alberto Angela in tv che ripercorreva la storia dell'arte funeraria dai primordi della civiltà... Ad un certo punto, sopraffatti da tutta questa allegria, abbiamo pensato di andare al cinema a vederci "Hancock", film di recente uscita con Will Smith quale interprete principale.

Hancock è un supereroe alcolizzato: non accetta la sua eccezionalità, non la comprende, non ha memoria del suo passato. Si ricorda soltanto di essersi svegliato, un'ottantina di anni addietro, in un ospedale in seguito ad un'aggressione... quindi sa anche di essere immortale, perchè non soltanto i proiettili rimbalzano sul suo corpo, ma non invecchia neppure di un giorno! Vive tristemente la sua condizione di "unico della specie", contribuendo sì ad arrestare i criminali ma spesso causando più danni di quanti non ne eviti e suscitando così le ire tanto della gente comune quanto di Polizia, procuratore distrettuale e politici locali.
Un giorno gli capita di salvare la vita ad un tizio che, pur occupandosi di pubbliche relazioni, ha un progetto piuttosto ambiziosetto: migliorare il mondo!

Questo individuo, Ray, consiglia ad Hancock di costituirsi: il procuratore distrettuale lo vuole dietro le sbarre a causa dei danni da lui provocati mentre contrastava il crimine di Los Angeles? Benissimo! Che si costituisca, dimostrando così la propria assoluta buona fede, il desiderio di migliorare e, al contempo, la sua indiscutibile utilità nel prevenire e limitare i crimini. Un mese dopo, come previsto, è lo stesso capo della polizia a chiedere che Hancock venga rilasciato: è in corso una rapina, ci sono numerosi ostaggi, una donna poliziotto è rimasta intrappolata ed i malviventi tengono in scacco le forze dell'ordine...

E adesso non vi racconto più niente! Vi dico soltanto che questo film mi ha fatto riflettere. E' incredibile quanto una sola persona che creda in noi può darci forza. E' incredibile come l'amore possa portare a compiere anche i gesti più folli, come si possa ferire qualcuno nella perfetta convinzione di agire "per il suo bene", come si possa arrivare a cambiare il mondo partendo da un sogno. E' incredibile quanto ciascuno di noi possa fare, anche senza essere un supereroe...
Altamente raccomandato, questo film! Ve lo dice una Marmotta che, dopo averlo visto, è ben felice di aver tollerato gente, rumori forti, vicini di posto cafoni... un cinema, insomma.

martedì 23 settembre 2008

L'alfabeto del T'Ien Shu



Chi non l'ha mai provato, non può sapere cosa significhi...
Noi alla sera ci prepariamo a scendere sul tatami e sappiamo che faremo una lezione di T'Ien Shu, ma non abbiamo la più pallida idea di cosa il Maestro abbia intenzione di farci fare; dire che si "fa una lezione di T'Ien Shu" è un po' come dire che si "fa una lezione d'italiano": grammatica? Sintassi? Analisi logica? Scrittura creativa? Le possibilità sono molteplici.

La fascia bianca è come chi inizia ad apprendere le lettere dell'alfabeto: sain, shenzin, pien, yu kun sono come a, b, c, d. Poi con queste "lettere" si cominciano a costruire parole, poi frasi, e si inizia a comprendere perchè una frase si costruisce con quel tempo verbale e non con un altro, che differenza c'è tra un soggetto ed un complemento oggetto, e così le "lettere" si articolano in deviazioni, reazioni, chui, leve articolari.

E arriva poi il momento in cui si svolge il primo tema. Elettrizzante! Si può esprimere ciò che si sente con proprie parole, fondendo la tecnica appresa, l'italiano, con l'essenza del sè.
Ieri sera è questo che è avvenuto quando il Maestro d'un tratto ha ordinato di andare a prendere focus e pao. Un tema. In cui a scrivere è il tuo corpo. Pugni, calci, deviazioni e leve... Espressione in movimento!

Quello che penso io circa focus, pao, guantini e paratibie lo trovate in questo vecchio post: da allora per me non è cambiato nulla, eccezion fatta per il piacere del... fare temi, che aumenta man a mano che migliora la tecnica, che si approfondisce la conoscenza dell' "italiano".

Insomma: ieri sera è stato semplicemente FAN-TA-STI-CO! Il nervosismo del lavoro, le tensioni della giornata, le arrabbiature causa traffico... tutto sciolto e spazzato via da un'ora di sano pestaggio!
Stamani andrò in ufficio con un sorrisone stampato sul viso...

lunedì 22 settembre 2008

Raggio di luce


Quattro vertebre schiacciate non sono propriamente un'inezia. E, visto che ho sempre voluto fare le cose per benino, oltre a queste quattro simpaticone ho a che fare anche con i postumi di lordosi, scoliosi e cifosi (nella vita non mi son fatta mancare nulla, in termini medici...) che mi sono fedeli compagne sin dalla più tenera età.
Capirete che, con la schiena in siffatte condizioni, non sempre è facile scendere sul tatami.
Ma, oltre alla forza di volontà, ad aiutarmi e sorreggermi c'è il "Raggio di luce". Nome profetico ed azzeccatissimo, perchè in questa erboristeria Giulio, Massimo e Francesco risolvono i miei guai: micro iniezioni di arnica - del tutto naturale, adattissima a me che ho una spiccata antipatia per i medicinali - e il dolore passa subito. E per settimane intere!

Come se non bastasse, qui posso scovare anche gli "intrugli" più saporiti e gustosi per infusi e tisane (non me ne voglia Ishin se "tradisco" i suoi thè...), cosmetici e prodotti per l'igiene naturali, articoli di bellezza e confezioni regalo, persino gioielli ed incensi.
Inoltre qui è possibile ritrovare quella dimensione umana che si è ormai persa in molti negozi, fagocitati dai centri commerciali. Il semplice acquisto di un regalino o di una tisaniera può evolversi in una chiacchierata con persone che, oltre ad essere competenti e capaci, sanno anche stare ad ascoltarti...

Giulio, poi, è anche iridologo e, agli albori della nostra amicizia, mi ha rivelato cose che mi hanno lasciata letteralmente scioccata. Aspetti della mia vita che neppure i miei famigliari conoscono, lui li ha tirati fuori con semplicità, soltanto osservandomi gli occhi.
Da allora non ho avuto più dubbi ed ho smesso di girovagare alla ricerca di qualcuno che potesse alleviare i miei mal di schiena: la cura è il "Raggio di luce", che unisce medicina ad umanità, legando insieme il tutto con una sensibilità fuori dall'ordinario.

Non so se sia adatta l'etichetta "Le grandi invenzioni", perchè Giulio, Francesco e Massimo di certo non sono oggetti... ma altrettanto certamente se non ci fossero bisognerebbe inventarli!

E stasera, con tanta gratitudine nei loro confronti, con la schiena (quasi) come nuova, scenderò bella grintosa sul tatami!

venerdì 19 settembre 2008

Tripudio di girasoli, zucche e patate


La cara Ross mi ha donato un girasole, fornendomi così - ignara creatura! :-D - lo spunto per parlare di un delizioso locale di recentissima inaugurazione a Caronno Pertusella che, guarda caso, si chiama proprio "Il Girasole - Gastronomia & Caffetteria".

Questo locale ha il pregio di essere... multitasking. Mi spiego meglio: siete la Sciura Maria che deve comprare solo tre panini e mezzo litro di latte e non ha voglia di spararsi mezz'ora di fila alla cassa di un mega supermercato? Nessun problema, andate al "Girasole" e vi fate la spesa minuta, proprio come avveniva qualche decennio fa quando ancora le piccole botteghe non erano scomparse. Ed è persino possibile scambiare quattro chiacchiere con Michela o le altre clienti! Roba d'altri tempi... :-)

Si avvicina l'ora di pranzo, avete fame e il vostro ufficio non ha un servizio mensa? No problem! Il "Girasole" propone piatti prelibati sia da asporto sia da gustare nel locale, ed anche menù fissi a 10 euro.
Volete gustarvi un cappuccino in santa pace con un'amica, dopo il lavoro, o un bell'aperitivo? Il "Girasole" fà al caso vostro... E, alla sera, è possibile ritrovarsi qui per una birra in compagnia.
A questo punto, non mi rimane altro da fare che fornirvi il biglietto da visita!


Ma, in tutto questo, vi chiederete, cosa c'entrano zucche e patate?
Oltre che per il piacevole accostamento cromatico, c'entrano con il "Gnam" dell'etichetta!

La zucca è la protagonista della mia prima vellutata targata 2008: complice il repentino abbassamento delle temperature, qualche sera fa ho sentito l'impellente bisogno di mangiare qualcosa di caldo e gustoso, che scaldasse palato e cuore. La vellutata di zucca fa al caso mio: è di un colore che fa subito "caldo", il gusto mi piace un sacco e, valore aggiunto non trascurabile, persino una "bestiaccia" come me dietro ai fornelli la prepara in un battibaleno!
Così ho tolto dal frigor la zucca che avevo già pulito e tagliato a cubotti e l'ho fatta soffriggere per qualche istante insieme ad una patata tagliata anch'essa a cubotti, un po' di trito di carota, sedano e cipolla.
(Le foto le inserirò appena riuscirò a ricondurre alla ragione la chiavetta USB...)
Fatto questo, ho aggiunto dell'acqua lasciando cuocere a fuoco vivo per circa una ventina di minuti e regolando di sale.
Quando i pezzetti di patata hanno iniziato a diventare morbidi, ho frullato il tutto e, tanto per dare un po' di colore (la zucca era pallidina...), ho aggiunto una cucchiaiata di sugo di pomodoro, miscelando bene il tutto. Intanto, ho scaldato nel tostapane due belle fette di pane ai cereali (son Marmotta mica per nulla, eh!).

Poi ho piazzato il tutto in un bel piatto fondo, sul quale mi sono avventata di gusto!

Questa ricettina la dedico alla mia Vivi-tesoraaaaa, che continua a nutrire speranze circa il fatto che io prima o poi impari davvero a cucinare e che ci ha deliziato con tante ricette, alcune delle quali a base di patate (la patata, avrete notato, è uno degli ingredienti base di questa vellutata...).

Ed eccoci dunque a parlare di Sua Maestà La Patata!
Questo tubero, giunto dalle Americhe ed inizialmente guardato con sospetto poichè cresceva sotto terra, divenne in seguito l'alimento fondamentale nella nutrizione dalle classi meno abbienti.
Sono praticamente infinite le pietanze che si possono preparare utilizzando le patate: dalle "classiche" patatine fritte al rösti, dagli gnocchi alla Mbriolata (ma per questo, credetemi, è meglio se fate un salto dall'altra Vivi... He! He! He!).
E, proprio questa sera, a Rovello Porro (CO) si inaugura la Quarta Fiera de Pomm da Tera.
Danze, esibizioni, tanta musica, giochi per bambini, spettacoli equestri e naturalmente tante, tante patate!

giovedì 18 settembre 2008

I grandi misteri insoluti... il ritorno!


Nel Foggiano una donna faceva prostituire i propri figli, di 11 e 14 anni. La vicenda, già di per sè orribile e squallida, è se possibile aggravata dal clima di esoterismo del quale è impregnata.
Tarocchi, sortilegi, boccettine di balsamo e civette di plastica... e, tra tutto questo, due bimbi violati. Ma come è possibile che accadano queste cose?

...?!?...
Ad Asti una ragazza 28enne si è sentita male durante il banchetto delle sue nozze. Ed è morta. Non sono serviti a nulla i farmaci che abitualmente portava con sè, soffrendo d'asma.Lo sapete, io son convinta che ci sia un motivo per ogni cosa, che nulla accada per caso. Ma mi aiutate a capire che senso può avere una simile vicenda?

I ghiacci dell'Artico si stanno sciogliendo, e questa è cosa nota. Meno noto - e più preoccupante - è però il fatto che questo scioglimento tanto massiccio sia in anticipo di 30 anni rispetto a quanto previsto.
E tutto questo ha portato anche ad una vera e propria ecatombe di trichechi: in 350 chilometri sono stati rinvenuti oltre 1.000 cadaveri di questi animali, verosimilmente stremati dalla difficoltà di procacciarsi il cibo in acque sempre più profonde e spesso agitate.

Ed ora concludo non con un mistero ma con un aggiornamento. Un aggiornamento circa l'orribile "Questione Carrefour", che ha avuto per protagonisti mamma Barbara ed il suo bimbo di 4 anni. Qualcosa, come dicevo ieri, si sta muovendo. Qui trovate l'ultimo aggiornamento scritto da Blackcat.

martedì 16 settembre 2008

Carrefour di Assago, la grande vergogna. Gli sviluppi


Quella che segue è la lettera che una mamma ha inviato al gruppo Carrefour in seguito ad un odioso episodio di cui lei ed il suo bimbo di 4 anni sono stati involontari protagonisti lo scorso fine settimana.

Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago

Mi chiamo Barbara e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni.

Nel Vostro sito, leggo della Vostra missione e soprattutto del Vostro impegno nel sociale.“La nostra capacità di integrarci con il territorio in cui siamo presenti, di comunicare con le istituzioni locali e di sostenere progetti sociali e associazioni umanitarie si riscontra attraverso azioni concrete:

• Finanziamento della ricerca contro alcune malattie del XXI secolo
• Sostegno alla giornata nazionale indetta dal Banco Alimentare per la raccolta di generi alimentari
• Sostegno di iniziative umanitarie di vario tipo”

Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge.

Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars.

Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco.

Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina.

Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!”.

Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata, che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto "Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente".

Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione.

Ho pianto. Dal dolore.

Questo è l’articolo 2 comma 4 della legge 67 del 1 Marzo 2006, a tutela dei soggetti portatori di handicap:

-Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.

Vorrei sapere come intendete agire, se con una scrollata di spalle come i Vostri dipendenti, di fronte a un trauma che avete fatto subire ad un bambino che già dalla vita è messo ogni giorno a dura prova.

Manderò questa mail in copia alla segreteria dell’onorevole Carfagna, e alla redazione di Striscia la Notizia, oltre a pubblicarla sul mio sito personale.

Tacere non ha senso, e ancora minor senso hanno le umiliazione che io e mio figlio abbiamo subito oggi.

Firma.

Io, e moltissime persone come me, profondamente indignate per questo comportamento inumano, squallido ed assolutamente inqualificabile, abbiamo inviato delle mail al Servizio Clienti Carrefour (servizioclienti@carrefour.com ).

Ecco, qui di seguito, la risposta che ho trovato stamani nella mia casella di posta elettronica:

Buongiorno.

Il Gruppo Carrefour Italia è profondamente sorpreso e sinceramente dispiaciuto dell’accaduto riferito dalla Signora, fatto che non rientra assolutamente nelle nostre filosofie e nei comportamenti dei nostri collaboratori.

Non possiamo che confermare che il nostro costante impegno è rivolto alla soddisfazione dei nostri Clienti, al totale rispetto delle loro esigenze ed aspettative, dai più piccoli ai più grandi. L’etica è alla base della nostra attività e condizione imprescindibile del comportamento dei nostri collaboratori.

Il tour Disney Cars, realizzato presso il Carrefour di Assago e programmato in altri ipermercati della nostra rete che ne fanno da cornice, rientra pienamente in questo nostro impegno: abbiamo voluto offrire ai bambini ed alle loro famiglie un momento di divertimento.

Affinché i piccoli frequentatori degli ipermercati potessero vivere per un attimo dentro la “favola”, l’organizzazione è stata curata nei minimi dettagli, anche attraverso l’ausilio di società esterne. Tutte le persone coinvolte sono state adeguatamente selezionate ed informate circa la filosofia aziendale ed i comportamenti necessari.
Abbiamo preso contatto con la Signora con la volontà di approfondire l’accaduto affinché ogni responsabilità accertata venga punita con il massimo rigore.
Ci auguriamo peraltro che un singolo sfortunato episodio non pregiudichi il rapporto di fiducia che siamo riusciti a costruire con le migliaia di Clienti che ogni giorno frequentano i nostri punti di vendita e che ci scelgono anche per i valori che contraddistinguono la nostra insegna.

Molti cordiali saluti Gruppo Carrefour Italia.

Si tratta di una lettera standard, inviata identica a tutti coloro che hanno manifestato il proprio sdegno.
Fatto sta, però, che qualcosa si sta muovendo: Barbara è stata contattata da Carrefour, che si è detta desiderosa di "approfondire l'accaduto affinchè ogni responsabilità accertata venga punita col massimo rigore".
Staremo a vedere...
Intanto sul sito di Carrefour/Bimbi superstar è stato dato spazio al racconto della vergognosa vicenda, sebbene nel forum venga ribadito a chiare lettere che "Tutto il materiale contenuto in questo forum è postato dai membri della community e non da Carrefour. I membri del forum, e non Carrefour, hanno responsabilità per il materiale che inseriscono".

Aggiornamento (17 settembre): è un delirio! Il web è impazzito! La vicenda di mamma Barbara e del suo "biondino" rimbalza da un blog all'altro, da un sito all'altro. Tra i maggiormente diffusi e letti cito Excite, il Sindacato Nazionale delle Guardie Giurate, Webmaster Point (che ha dedicato un'articolo alla deprecabile storia e svela al contempo i segreti del Googlebombing *), Clickblog...
E questo è quanto scrive mamma Barbara sul suo blog, in seguito al colloquio (che effettivamente c'è stato, meno male!) con Carrefour.
Aggiornamento (16 settembre): Annozero ha dato spazio alla vicenda, riportando la lettera di mamma Barbara.
Aggiornamento (15 settembre): il quotidiano LaStampa.it pubblica un articolo riportando la mail che mamma Barbara ha inviato a Carrefour.

* A proposito di Googlebombing, a questo punto io ho linkato ogni volta le parole Carrefour di Assago, inserendo, mi pare ovvio, il link al blog di blackcat ... ;-)
Ah, dimenticavo: cliccate forsennatamente su Carrefour di Assago! Googlebombardiamoliiii!!!

lunedì 15 settembre 2008

Vacanze 2008, non solo relax. Gli allenamenti.

Onde evitare l'accumulo di ciccia eccessiva (conseguenza delle inenarrabili, inimmaginabili squisitezze sarde), complice il desiderio di rimettere il mio braccio sinistro in perfetta forma e speranzosa di non dimenticare tutto quanto appreso nel corso dell'anno di allenamenti, avevo deciso di fare qualcosina anche durante le vacanze al mare.

Ora, dovete sapere che solitamente Davide ed io partiamo per le ferie portandoci appresso guantoni da boxe, paratibie, focus, pao e bastoni (questi ultimi per il Kali), ma quest'anno, anche a causa del mio braccio malandato, abbiamo deciso di concederci delle vacanze più soft: tante nuotate, stretching, corsetta e, lui, un po' di pesi.







Quindi, ecco, allenamenti molto, molto tranquilli. Giusto lo stretto indispensabile, tanto per ricordarsi di avere un corpo che necessita di movimento ed attività.

Ma la Via del Guerriero è lunga e non conosce sosta, neppure durante le vacanze. Perciò... c'è chi si è allenato a darle e chi a prenderle!


Come dite, con la foto così piccolina non si capisce bene?


Così il mio panico è più evidente? Sì, eh! (...Per la cronaca, qui abbiamo scherzato, ma Davide con questo tipo di calcio sposta oltre 100 chili...)

P.S. Tenete duro, i racconti delle vacanze stanno per terminare... :-)

Carrefour, la grande vergogna


Da Valeria ho trovato una storia orribile, resa ancor peggiore dal fatto che si tratta di una storia vera. Una storia di accanimento contro un bimbo di 4 anni, "colpevole" di essere rimasto incantato davanti alla riproduzione del suo eroe del cartone animato "Cars".

Vi invito a leggere questa vicenda, magari prima di decidere dove andare a fare la spesa.
Intanto, se volete, è possibile inviare una bella letterina, colma della nostra disapprovazione, a servizioclienti@carrefour.com

venerdì 12 settembre 2008

Storia di panda, torta sacher e flessioni


Vi è mai capitato di vivere un'esperienza che poi si è rivelata essere un'autentica lezione? Qualcosa che, mentre lo facevate, vi sembrava del tutto naturale e spontaneo e che soltanto a posteriori si è rivelato in tutta la sua potenzialità?
A me è capitato lo scorso sabato, quando con alcuni amici (e ben due Maestri!) sono andata al cinema a guardarmi Kung Fu Panda.

Avrebbe dovuto essere una serata tranquilla, con persone simpatiche immerse tra immagini di cartone animato e bicchieroni di pop corn, ed invece si è tramutata in una "lezione di vita"! Innanzi tutto perchè, pur essendo un cartone animato, questo film non risparmia saggezza, a cominciare dalla frase spesso ripetuta dal Maestro Oogway "Niente accade per caso" (cosa di cui sono convintissima, che anch'io vado ripetendo ai quattro venti e che mi ha subito fruttato il soprannome di "vecchia tartaruga", va beh!) e continuando poi con l'importanza di essere se stessi ("Agisci nella verità"... già già...) e con l'insegnamento di come spesso gli ingredienti segreti, le tecniche segrete, le pergamene segrete siano... niente!

Ma c'è stata un'altra, importantissima lezione: Po riesce a fare qualunque cosa se adeguatamente motivato. Proprio come ciascuno di noi. Quindi... ho proposto ai due Maestri presenti di incentivarci a far flessioni elargendo fette di torta sacher! Un piattino con la bella, invitante fetta poggiato a terra, sotto il naso di ciascun allievo e... su e giù, su e giù, a far flessioni... Un morsettino ogni volta che si scende e si risale... :-)
Gli allenamenti sono ripresi, ma di torte austriache per ora non se ne son viste...

giovedì 11 settembre 2008

RRRROARRRRR!!! Il ruggito sul tatami


Forse lo avrete già capito da quanto da me scritto lunedì: gli allenamenti sono ripresi!
E oggi, sebbene mi senta tonica e pimpante quanto... un semolino (!!!), non posso non essere felice per quanto accaduto in queste prime due serate di ritorno sul tatami.
Il ritrovare i compagni di corso, che spesso diventano anche amici (la condivisione di gioie e dolori unisce moltissimo); il ricominciare a sentire il proprio corpo che lavora - e lavora anche sodo! - nonostante il periodo di forzata inattività; lo scoprire con felicità mista a stupore che non si è dimenticato quasi nulla di quanto appreso; la voglia di procedere nel cammino intrapreso: tutti questi elementi hanno contribuito a riempirmi di gioia e... di grinta!

Ho addosso una pazzesca voglia di fare! Mi sento come se niente e nessuno possa fermarmi! ...Nemmeno i muscoli che annegano nell'acido lattico, nemmeno i lividi sulle braccia e le gambe... Anzi, sono stimoli a continuare, a fare meglio, a imparare sempre di più e ad approfondire la conoscenza di ogni tecnica, ogni deviazione, ogni leva!

RRRRRROARRRRRRRR! Si riparteeeeeeee!!!!!

mercoledì 10 settembre 2008

A Como ritorna Federico Barbarossa

Domenica 14 settembre si chiuderà, con lo storico Corteo del Barbarossa, la 28° edizione del Palio del Baradello. Sino ad allora, però, sono ancora molti gli appuntamenti tra tradizione e folklore che animeranno il territorio comasco: cene medievali, danze e gare tradizionali, musiche rinascimentali... (qui trovate il programma dettagliato).









Queste sono alcune delle foto scattate il 31 agosto, serata della cerimonia d'apertura del Palio, in concomitanza con la festività patronale di Sant'Abbondio.

Un'atmosfera e suggestioni di un tempo passato, ma che ancora rivivono in luoghi come il Broletto, il Duomo, piazza Medaglie d'Oro...

E, in attesa che venga consegnato l'ambito Drappo al vincitore dell'edizione 2008, ecco una foto dei vincitori dello scorso anno, la Contrada di Tavernola.

lunedì 8 settembre 2008

...Agisci nella verità...


“Agisci nella verità” è uno dei fondamenti del T’Ien Shu. Ma cosa significa “agire nella verità”? La mia interpretazione è questa: ritengo che qualsiasi comportamento possa venire interpretato, da chi osserva, sia come Yin che come Yang.
Faccio un esempio banale: dopo la pausa pranzo, al lavoro, vai in bagno a lavarti i denti; per qualcuno il gesto può essere interpretato come “beh, è una persona pulita, che tiene alla propria igiene ed alla salute”, per qualcun altro lo stesso identico gesto può venir interpretato come “beh, è una sfaticata, invece di rimettersi a lavorare butta tempo anche in bagno, tra dentifricio e filo interdentale”. Questo è solo un esempio, tuttavia ritengo che qualsiasi nostro gesto possa venir interpretato anche in maniera diametralmente opposta da chi osserva, in base all’opinione che questi ha di noi, oppure in base alla famosa “prima impressione” o in base a semplici preconcetti.

Pertanto, il mio agire nella verità si concretizza nelle parole di S. Agostino “ama, e fa ciò che vuoi”; se il mio agire non nuoce a nessuno, se ogni mio atto tende al bene ed alla rettitudine, allora non ho nulla da temere. Sono libera di essere me stessa, di agire nella verità: agire, cioè, in conformità a quello che sento essere il mio più intimo essere.

Quindi, se il metro di applicazione dell’agire nella verità è l’amore, l’agire per il bene, mi viene anche da chiedermi come sia possibile che vi siano ancora presunte scuole di T’Ien Shu che utilizzano questo nome – ed anche il fondamento dell’agire nella verità – pur non essendo affatto scuole di T’Ien Shu. Le uniche scuole riconosciute sono quelle approvate dallo stesso Maestro Fondatore, il cui elenco è inserito nel sito ufficiale del T’Ien Shu CseA; le altre sono usurpatrici di un nome ed autentiche quanto lo sono le borsette di Louis Vuitton vendute a terra nelle piazze italiane dai vù cumprà. Certo, la mia è semplice curiosità. Il problema di come giustificare il presunto "agire nella verità" buggerando e raggirando i propri allievi non tocca certo me...

venerdì 5 settembre 2008

La Fiera di Sant'Abbondio, a Como tra bestiame e Storia

Dal 29 agosto al 2 settebre Como è stata teatro della tradizionale Fiera di Sant'Abbondio.
Credete che avrei mai potuto perdermela? ;-)
Questa Fiera, nata per celebrare il Santo patrono di Como (Sant'Abbondio, appunto, la cui festa ricorre il 31 agosto), è da sempre legata alla zootecnia ed all'allevamento ed è, oggi, una delle pochissime occasioni in cui è possibile vedere animali da cortile e fattoria nel cuore cittadino.




Ai bambini viene data la possibilità di cavalcare dei pony



Il somarello bruca tranquillo



La scrofa fà il bagnetto…


"Ma allora è da qui che vengono le uova?! ...E le cosce di pollo..."

E poi, naturalmente, ci sono le bancarelle di numerosi espositori: salumi, liquori, miele, formaggi, coltelli artigianali…





E si riscoprono antichi mestieri, come il tombolo

Lì accanto, poi, c'è la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, ora utilizzata per mostre ed esposizioni. Io la trovo bellissima…

Al suo interno, la mostra "TEODOLINDA - Una Regina per l'Europa" a cura della Società Archeologica Comense.




Alcuni nostri contemporanei hanno posato per la realizzazione di questi dipinti raffiguranti San Michele Arcangelo, patrono dei Longobardi.



E questi sono la chiesa ed il chiostro di Sant'Abbondio, proprio lì accanto.
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