domenica 30 ottobre 2011

Vecchio a chi? Ultraottantenni in forma col Kung Fu


Non siamo ancora ai livelli di nonna Rebecca Lanier, la signora degli Stati Uniti che pratica Kung Fu alla bella età di 119 anni, ma la strada intrapresa dalla signora australiana Jean Washfold pare essere molto simile: a 86 anni compiuti è una delle più convinte sostenitrici del Tai Chi Chuan, che pratica con regolarità e di cui decanta i fantastici benefici.

Alla tenera età di 71 anni Jean è diventata membro del Golden Lion come regalo di compleanno di sua figlia e di suo cognato, Jeanette e Tim, che erano già iscritti a questa scuola di arti marziali e avevano così pensato di donare anche alla signora la possibilità di sperimentare il Kung Fu. Dopo una prima reazione di sorpresa e di dubbio, Jean ha deciso di mettersi alla prova: dopotutto voleva anche rimettersi in gioco dopo aver accudito per molti anni la madre.

E così ha iniziato a prendere parte alle lezioni del lunedì mattina a Rowville e, dopo i primi tre mesi di prova, si è scoperta completamente coinvolta ed affascinata da questa straordinaria attività fisica, mentale ed emozionale. Jean si è tanto appassionata al Tai Chi che, quando il corso di Rowville ha chiuso, non ha esitato ad iscriversi, sempre alla Golden Lion, nella palestra di Berwick, nonostante questo comportasse dover percorrere un tragitto di strada molto più lungo.


Questa arzilla ed in formissima signora d'Australia ha avuto tali benefici fisici e mentali derivanti dalla pratica costante del Tai Chi Chuan che non ha esitato neppure un istante a prendere l'auto e percorrere chilometri pur di poter continuare ad esercitarsi. Inoltre la stretta amicizia nata con le compagne ed i compagni di corso, scandita dai continui caffè e pranzi in compagnia che si susseguivano al termine delle lezioni, era diventata un punto focale nella sua vita di pensionata.

Se non è difficile immaginare quali possano essere i benefici fisici derivanti dalla pratica costante di un'arte marziale - potenziamento e miglioramento dell'attività cardiaca, respiratoria, motoria, della circolazione e della resistenza alla fatica, tanto per citarne alcuni - più complicato può risultare comprendere in cosa consistano i benefici mentali. Ebbene, Jean ha imparato diverse forme a mani nude, che includono la 24, la 42 e la 48 forma, oltre a forme con la spada e il Dao Yin Qigong, un'arte taoista della salute basata su posture e movimenti morbidi: tutto ciò implica una grande capacità di concentrazione e di memoria, che vengono stimolate dalla pratica e dall'apprendimento.

A Beijing, in Cina, patria incontrastata del Kung Fu fin dai tempi più remoti, la signora Zhao Yufang sembra del tutto intenzionata a non essere da meno. A ottantadue anni compiuti è stata in grado di stupire il mondo grazie alla sua straordinaria flessibilità, unita ad un'incredibile lucidità mentale.


Grazie ad un particolare sistema di allenamento messo a punto da lei stessa, che fonde esercizi di Yoga, Wushu e Qigong, la signora Zhao pare contrastare con efficacia lo scorrere del tempo. Ogni giorno, da più di sessant'anni, si dedica a questi allenamenti anche per tre ore consecutive perchè, assicura, tutto ciò la fa stare bene. Il suo segreto? "Ho sempre condotto una vita molto semplice, mi alleno 3 o 4 ore al giorno e non mangio la carne da talmente tanto tempo che non mi ricordo neanche più che sapore abbia".

giovedì 27 ottobre 2011

Halloween e gatti neri


Sebbene in Italia si registri ormai da anni un continuo calo nelle nascite, la madre degli idioti è costantemente incinta e continua a sfornar figli, molti dei quali si dedicano al maltrattamento degli animali. Ecco perché, ancora una volta, la AIDAA – Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente – predispone delle ronde per cercare di salvare i gatti neri in occasione di Halloween.

Chi mi conosce sa che reputo questa festa cretina dal punto di vista umano, ormai svuotata di ogni significato antropologico e che sotto il profilo religioso ne penso il peggio possibile; il fatto, poi, che ogni anno vengano sacrificate centinaia di gatti in riti pseudo satanici non migliora certo la mia opinione circa questa festività.

Mi pare inutile ricordare che i gatti neri non portano sfortuna e, comunque, proprio coloro che praticano culti pagani come Halloween dovrebbero aver particolarmente cari questi animali, visto che la superstizione nasce esattamente da ciò: in molte aree dell’odierno Regno Unito si riteneva che i gatti neri fossero dei portafortuna e la credenza pagana era talmente radicata da spingere i primi cristiani che si recavano ad evangelizzare quelle terre a dire che questi animali erano malvagi e portatori di disgrazie.

Quindi, posto che un gatto non sceglie di che colore essere, accertato che chi è pagano dovrebbe quasi venerare i gatti neri e chi è cristiano dovrebbe rispettarli come creature di Dio, lasciate in pace i mici – di qualunque colore essi siano – e se vedete qualcuno che maltratta un animale non esitate a segnalarlo all’AIDAA telefonando ai numeri 3478883546 o 3926552051 oppure ai centralini di Polizia o Carabinieri.
Se avete come compagno di viaggio un gatto nero, prestate particolare attenzione soprattutto in questi giorni di fine ottobre e inizio novembre e, per quanto possibile, evitate di farlo uscire da casa.

mercoledì 26 ottobre 2011

Bambini in gara nel torneo internazionale di Cantalupa


Bimbi in gara nel I International Wushu Children Games di Cantalupa, in provincia di Torino, nelle giornate del 26 e 27 novembre 2011.

Pulcini (dai 5 agli 8 anni) e Cadetti (dai 9 ai 12) si sfideranno in discipline a mani nude e discipline con armi. Le discipline a mani nude prevedono una suddivisione in Stili del Nord, Stili del Sud e Altri Stili; quelle con armi prevedono un'unica categoria per sciabola, scimitarra, bastone corto, spada e spada lunga ed un'unica categoria per bastone, bastone medio, lancia, alabarda e tridente. In entrambi i casi i piccoli atleti potranno scegliere se avvalersi di un'arma rigida o flessibile.

Questo torneo, inserito nella prima edizione dell'Inter Kung Fu Games, rappresenta un'ottima occasione per i piccoli atleti delle diverse discipline di incontrarsi e confrontarsi con coetanei anche provenienti da altri Stati, creando amicizie che, come spesso accade, superano i confini dei Paesi e delle lingue. Un'ennesima dimostrazione del fatto che il Kung Fu è un'attività formativa - non solo dal punto di vista fisico - estremamente adatta ai bambini.

Per ulteriori informazioni ed iscrizioni, cliccate qui.

sabato 22 ottobre 2011

La favola vera del pugile buono

Questa che sto per raccontarvi è una favola: c'è un eroe buono, che non è un principe azzurro ma un ragazzo americano, che deve affrontare tante difficoltà prima di riuscire a raggiungere il suo lieto fine e trasformare il suo sogno in un lieto fine anche per tanti altri ragazzi americani.

C'era una volta, tanti anni fa, in un Paese lontano, un ragazzo che si chiamava Dewey Bozella; questo giovane, appena maggiorenne, viveva a New York e un brutto giorno è stato accusato di aver ucciso, accoltellandola per un pugno di spiccioli, un'anziana signora ultranovantenne. Quando aveva soltanto vent'anni è stato condannato a scontare la pena per omicidio: carcere a vita.

Rinchiuso nel carcere di Sing Sing, Dewey non ha mai smesso di proclamarsi innocente, arrivando a rifiutare anche la libertà vigilata che gli era stata offerta qualora avesse ammesso il proprio crimine. Passano così i giorni, i mesi, gli anni. Dewey decide di non lasciare scorrere inutilmente il tempo e così si mette d'impegno, dietro le sbarre, e si laurea; si appassiona anche al pugilato, tirare pugni ad un sacco è un ottimo modo per sfogare la rabbia e la frustrazione. Diventa campione di boxe del carcere.

Dopo ventisei anni trascorsi in prigione, grazie all'impegno dell'associazione "Innocence Project" il suo caso viene nuovamente preso in esame e si scopre così che quel ragazzo di New York innocente lo era davvero, che quell'omicidio brutale non lo aveva commesso lui. Dewey ora ha 52 anni e un sogno: combattere un incontro di pugilato da uomo libero, come professionista del ring.

Il sogno si avvera il 15 ottobre del 2011, quando Dewey Bozella sale sul quadrato dello Staples Center di Los Angeles per scontrarsi con Larry Hopkins: a fargli gli auguri prima del metch c'è anche un tifoso davvero speciale, il Presidente Barack Obama. L'incontro termina con la vittoria di Dewey ai punti, con l'unanimità dei giudici a suo favore. "Il mio sogno è diventato realtà - ha detto Dewey - Ero solito dormire nella mia cella e sognare che questo accadesse. E' stato il mio primo e ultimo combattimento e ringrazio tutti coloro che lo hanno reso possibile"; ma il sogno di questo pugile buono non si ferma qui: prosegue con la Dewey Bozella's Foundation, un'associazione che si occupa di ragazzi difficili e problematici, attraverso il supporto di mentori e grazie ad una palestra in cui si possono avvicinare al pugilato, allontanandosi così dalla strada e stando alla larga dalle gangs.

venerdì 21 ottobre 2011

Campionato italiano Open Sanda


Nei giorni 26 e 27 novembre 2011 si terranno a Cantalupa, in provincia di Torino, le competizioni per il primo Campionato Italiano Open Sanda della FIWuK, la Federazione Italiana Wushu Kung Fu.

Il Sanda, altrimenti conosciuto come "boxe cinese", è uno sport da combattimento da molti considerato un'evoluzione o, per meglio dire, il coronamento del Kung Fu nelle sue forme più tradizionali: il Kung Fu, nei suoi molteplici e variegati stili, predispone il bagaglio tecnico-applicativo che poi viene utilizzato in combattimento, sfociando nel Sanda.

Durante gli incontri di Sanda sono generalmente permessi pugni, calci e proiezioni a terra, mentre non sono consentite gomitate, ginocchiate, strangolamenti e leve articolari (salvo diverse disposizioni della federazione che organizza i combattimenti); è anche permesso spingere, con diversi colpi, l'avversario fuori dal tappeto, mentre non è consentito il corpo a corpo per oltre tre secondi.

La particolare "apertura" del Sanda, che consente una molteplicità di colpi e tecniche differenti, l'ha reso particolarmente adatto per incontri interstile e non è infrequente che sul tappeto si affrontino atleti praticanti arti marziali e sport da ring diversi: è così possibile assistere a scontri tra karatechi e praticanti di Muay Thai, o tra kickboxer e atleti di Hung Gar e via dicendo.

La prima edizione dell'Inter-Kung Fu Games di Cantalupa prevede un'unica fascia d'età per i partecipanti, dai 18 anni compiuti sino ai 35 anni, e la suddivisione in categorie maschile e femminile per peso. Maggiori informazioni e modulo d'iscrizione a questo indirizzo.

giovedì 20 ottobre 2011

Althea Ciminiello, dalla Garbatella al top d'Italia

Prima ancora che venisse disputato l'incontro decisivo il presidente del Municipio XI di Roma, Andrea Catarci, già si diceva orgogliosissimo: "Si avvera un sogno, per una ragazza, per una palestra popolare, per un quartiere e per un intero Municipio", aveva dichiarato ad un quotidiano locale.

Possiamo solo immaginare quale sia stata la sua gioia, dunque, quando la giovane Althea Ciminiello, nata e cresciuta nel quartiere popolare della Garbatella, è riuscita ad agguantare il titolo nazionale dei pesi Gallo, nella categoria 54 chili.

Solo fino a qualche anno fa Althea nemmeno pensava al pugilato, ma poi è approdata alla Team Boxe Roma XI e, sotto la guida di Luigi Ascani e di Italo Mattioli, ha subito capito che cos'era ciò che veramente l'appassionava: "Ho provato e mi è piaciuto. Dopo un anno ho fatto il primo torneo a livello agonistico e, pur di andare avanti e di venire ad allenarmi per tre ore al giorno, ho rinunciato ad altri impegni importanti", ha dichiarato in un'intervista. Sacrifici evidentemente messi a frutto, considerando la sua recente incoronazione a campionessa italiana!

"Effettivamente per numero di titoli siamo primi nel Lazio e sesti in Italia - ammette Ascani - ma quello che a noi interessa di più è portare i ragazzi in palestra e toglierli dalla strada"; per questo, nel 2004, lui ed il socio hanno deciso di riaprire una vecchia palestra abbandonata e di vocarla alla boxe. I risultati conseguiti da Althea Ciminiello e dalla compagna di palestra Sabrina Marconi sono un valore aggiunto, ma non certo la prima finalità: una sorta di dono arrivato a chi ha saputo credere fino in fondo al potere formativo dello sport.

mercoledì 19 ottobre 2011

Sabrina Marconi, una bionda manager sul ring


Ventiquattro anni, piccina, lineamenti delicati: vedendo Sabrina Marconi la prima cosa che viene in mente non è certo il pugilato. Tanto più che questa ragazza di neppure 50 chili indossa i guantoni dopo aver finito di studiare alla facoltà di Lettere e Filosofia.

Eppure qualche anno fa questa biondina ha iniziato a calcare i ring di Roma e da allora la sua passione l'ha portata a conquistare risultati più che lusinghieri, incluso il recente titolo di campionessa italiana dei pesi Mosca. Meglio non farla arrabbiare, insomma.

Dopo aver discusso la tesi di laurea in Scienze della comunicazione, questa giovane dagli occhi azzurri e dal visetto delicato si è anche tolta lo sfizio di laurearsi campionessa nazionale: "Non me lo aspettavo affatto - ha detto, raggiante, in un'intervista - era il primo anno che partecipavo al torneo. Quando ero sul ring non riuscivo a credere che stavo vincendo e che tutti tifavano per me, ma alla fine ho provato una gioia immensa".

Una soddisfazione enorme anche per la palestra in cui si allena la bionda campionessa che, ben lontana dall'essere una grande società dal nome altisonante, è una palestra sociale, la Team Boxe Roma XI della Montagnola, "Una vecchia palestra abbandonata che io e il mio socio, Italo Mattioli, abbiamo ristrutturato nel 2004", spiega l'allenatore Luigi Ascagni.

Chissà se adesso che Sabrina ha la medaglia d'oro di campionessa italiana il nonno ha cambiato idea circa la boxe: non era molto d'accordo con la passione della nipote, ma, come ha detto la stessa Sabrina, "non credo che esistano sport maschili e sport femminili; nella danza, ad esempio, mi piace guardare anche il ballerino. Certo nella boxe è difficile trovare ragazze aggraziate, ma quando uno ha una passione dentro la deve sfruttare. E io apprezzo una donna forte e sicura di sè, chi lo fa deve avere una grande autostima". E nulla vieta, una volta tolti i guantoni, di indossare minigonna e tacco alto per una serata...

martedì 18 ottobre 2011

Ip Man finalmente in tv




Signore e Signori, finalmente l'attesa è finita e "Ip Man" approda sugli schermi italiani in prima serata. Questo film, di cui da anni ormai parlano quanti amano le arti marziali e rimasto celato al grande pubblico, alla fine sarà apprezzabile da tutti gli appassionati grazie al ciclo televisivo della Rai "Missione: estremo Oriente".

Questa sera, martedì 18 ottobre, alle ore 21.10 su Rai 4 (canale 21) andrà dunque in scena la vicenda di questo straordinario maestro di Kung Fu, noto anche con il nome di Yip Man, il primo ad insegnare apertamente il Wing Chun nonchè fondatore di una scuola ad Hong Kong durante l'invasione giapponese della Cina.

Il film, realizzato nel 2008, si basa sulla vita di questo eccezionale shifu che annoverò tra i propri allievi anche un "certo" Bruce Lee. "Ip Man" è ambientato nel 1930 a Foshan, una città del sud della Cina molto nota ed apprezzata per le arti marziali, in cui i diversi maestri sono in grande concorrenza tra loro; tra di essi si trova anche Ip Man, il miglior maestro di Wing Chun, che però si mantiene umile e semplice. Alcuni anni dopo, nel 1937, il Giappone invade la Cina e la cittadina di Foshan viene sconvolta dall'evento.

Ma adesso da me non avrete neppure una parola in più: questa sera, alle 21.10, tutti sintonizzati su Rai 4 per poter finalmente apprezzare sulla tv pubblica - senza, cioè, dover ricorrere ai magheggi del web - "Ip Man"!

P.S. - Se nonostante tutto ve lo siete perso, domenica alle 12 lo replicano. Sempre su Rai 4.
P.S. II - I pugni a catena sono una meraviglia assoluta!

domenica 16 ottobre 2011

Arti marziali: sport adatto ai bambini?



Loro, piccoli temerari, di certo non hanno paura e anzi non vedono l'ora di divertirsi con quel loro amico che già è iscritto da qualche tempo, magari sognando di imparare a tirar colpi favolosi come i loro eroi dei cartoni animati. Ad essere preoccupati sono spesso i genitori, che vedono le arti marziali come uno sport violento e temono che il bambino possa farsi del male.

All'inizio dell'autunno, con la ripresa della scuola, tornano anche tantissime possibilità di fare sport e attività fisica, ma come deve fare un genitore per scegliere lo sport migliore per il proprio bambino? Innanzi tutto dobbiamo capire se quello che stiamo cercando è davvero lo sport più adatto a nostro figlio, quello che gli consentirà il miglior sviluppo psico-fisico, o se invece in gioco entrano anche altri fattori (tutti comprensibili) come la vicinanza a casa, la comodità degli orari o un budget accessibile.

Spingere un bambino a frequentare un corso di calcio soltanto perchè il campo è dietro casa, ad esempio, potrebbe persino essere controproducente se il piccolo davvero non si trova a proprio agio coi compagni e non ama questo genere di attività. Soprattutto nell'età tra i 5 e i 7 anni per i bambini è fondamentale soddisfare due bisogni legati allo sport: il desiderio ludico, quindi la voglia di giocare e divertirsi con i coetanei, e l'agonismo, ovvero la spinta a primeggiare come metodo di autoaffermazione. Lo sport per bambini deve essere innanzi tutto qualcosa di divertente.



Immaginiamo allora di essere un genitore che si trova tra le mani alcuni opuscoli di palestre e scuole sportive diverse: quale scegliere per il proprio bambino? Le arti marziali possono davvero essere pericolose? Dal punto di vista formativo, queste discipline sono preferibili al tanto acclamato e diffuso calcio. Aikido, Judo, Karate, Kung Fu e via dicendo, infatti, prestano particolare attenzione non solo alla crescita fisico-cognitiva dei bambini, ma fanno anche in modo che i piccoli entrino in contatto con la propria aggressività, imparando a conoscerla e controllarla. C'è poi l'aspetto non trascurabile del rispetto: per se stessi, per i compagni e per l'istruttore. Si tratta di un "valore aggiunto" che i piccoli allievi acquisiscono ed incamerano spontaneamente, mentre si divertono e apprendono. E la presunta pericolosità di queste discipline? Gli allenamenti vengono sempre condotti con la massima attenzione per l'incolumità degli atleti, a maggior ragione se questi sono bambini! I contatti sono sempre controllati e, nel caso di praticanti che già da qualche anno si sono avvicinati a queste attività e che desiderino gareggiare, vengono sempre utilizzate protezioni come caschetti, corpetti, guantini e paratibie. E' molto più facile farsi del male cadendo dalla bicicletta! (Come ho ben dimostrato io, pur non essendo più bambina da un bel pezzo...)

Dal punto di vista prettamente fisico, queste discipline sono estremamente complete e, soprattutto in età infantile, l'insegnamento avviene in modo molto ludico: i bambini corrono, saltano, imparano a cadere e a fare capriole... Gli apparati osseo scheletrico e muscolare vengono interessati complessivamente dallo svolgimento di queste attività, che proprio in questo si dimostrano più complete del calcio che, invece, non prevede l'utilizzo di mani e braccia. All'interno della scuola o dojo, poi, ci si allena sia individualmente che in gruppo e questo consente sia lo sviluppo dell'autonomia che del concetto di "squadra" e di "spirito di corpo". Quindi, riassumendo in poche parole: sì, le arti marziali sono adattissime ai bambini!


venerdì 14 ottobre 2011

Kung Fu stile T'Ien Shu a Saronno

La Scuola Wo Chen di Saronno organizza corsi di T'Ien Shu secondo i seguenti orari:
corsi per bambini e ragazzi:
- lunedì: dalle ore 18.00 alle ore 19.30
- mercoledì: dalle ore 18.00 alle ore 19.30
corsi per adulti:
- lunedì: dalle ore 20.00 alle ore 21.30
- mercoledì: dalle ore 20.00 alle ore 21.30
corsi di difesa personale femminile (Metodo P.A.D.):
- mercoledì: dalle ore 20.00 alle ore 21.00
- venerdì: dalle ore 20.00 alle ore 21.00

Per informazioni contattare:
Maestro Sabino Gemma
Via Carso, 6/A – 21047 Saronno (VA)
E-mail:
gemmasabino@libero.it
Telefono 02 9692129

oppure:
Maestro Davide Carpanese
E-mail:
accademiamarzialesaronno@gmail.com
Telefono 338 8857054

Tutte le lezioni si svolgeranno presso la palestra dell'ITIS di Saronno in via Carso 6.

Si organizzano inoltre corsi di
M.M.A. Total Combat, JKD Kali Escrima, corsi di preparazione all'agonismo, Qinda, Sanda.
Per informazioni: 338 3052798
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giovedì 13 ottobre 2011

Yoga Festival a Milano


"Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo": è in questa storica frase del Mahatma Gandhi - ripresa e rimaneggiata da Morgan Freeman nel film "Una settimana da Dio", in cui esortava un casinaro ed inconcludente Jim Carrey con le parole "Sii il tuo miracolo" - che trova ispirazione la sesta edizione dello Yoga Festival di Milano.

Venerdì 14 ottobre lo "Superstudio Più" di via Tortona, in prossimità di Porta Genova, ospiterà la prima parte di questa tre giorni interamente dedicata allo Yoga nelle sue mille e più sfumature, mettendo l'accento sul futuro: "il cambiamento che verrà, è nell'aria, sta arrivando, la trasformazione è ormai alle porte", si legge sulla home page del sito ufficiale dell'evento. E, che si pratichi o meno Yoga, è ormai evidente che la Primavera Araba, la crisi della Grecia, le proteste americane che invadono Wall Street sono sintomi di un cambiamento globale ormai imminente.

"Possiamo prepararci al cambiamento nel miglior modo possibile: praticando Yoga, meditazione, curando l'alimentazione, il corpo e la mente. Con la pratica, ogni cosa può ritrovare il suo ordine, la sua armonia", è la promessa di questa sesta edizione dello Yoga Festival meneghino.

Seminari, conferenze, incontri e atelier, ma anche i primi passi per accostarsi alla pratica dello Yoga e laboratori di cucina ad hoc, oltre al nuovissimo Veganok Expo: un'area interamente dedicata al cibo vegano, con vecchie conferme e nuovi prodotti tutti da assaggiare.

mercoledì 12 ottobre 2011

Ma gli sport da ring possono essere di moda?


Lo so, lo so, l'universo è evoluzione: anche se stiamo fermi immobili, comunque il nostro petto si alza e si abbassa al ritmo del nostro respiro, il tempo continua col suo fluire ed il mondo attorno a noi seguita a muoversi. Tutto è in evoluzione e sarebbe assurdo attendersi che le arti marziali e gli sport da ring possano rimanere graniticamente immobili (anche perchè pure il granito viene levigato dall'acqua e dal vento, fino a sgretolarsi...).

Lo stesso Bruce Lee aveva concepito il Jeet Kune Do come un non-stile, un sistema di combattimento fluido e non fisso, in costante evoluzione e mutamento: "Sii acqua", diceva agli allievi, invitandoli ad essere adattabili.

Ma la moda è un'altra cosa. A giugno la città di Rimini è stata teatro dell'ormai consueta Fiera del Fitness "Rimini Welness" e, in quell'occasione, sono state presentate le "nuove tendenze" che approdano ora nelle palestre e nelle piscine italiane: Masala Bhangra e Kama Aerobic, ad esempio, dopo Roma sono approdate anche sulla riviera romagnola e hanno fatto parecchio parlare di sè, ma a Rimini ha tenuto banco anche una quantomeno strampalata evoluzione del pugilato, l'acquaboxe.

Come suggerisce il nome, questo sport prevede che si indossino i guantoni in acqua, a mollo in una piscina, e si tirino pugni. Chiaramente la resistenza offerta dall'acqua, maggiore rispetto a quella dell'aria, consente di sottoporre ad uno sforzo superiore i muscoli di spalle e braccia, tonificandoli. Ma io non riesco a non intristirmi pensando alla "nobile arte", tramutata ora in semplice ripetizione di movimenti meccanici stando a mollo.

Discorso del tutto simile può essere fatto per lo spiderap. Di che si tratta? In sintesi, credo che la filosofia sia più o meno: qualunque cosa tu faccia, puoi farla anche legato a degli elastici. E così ecco un gruppo di fanciulle e qualche sparuto maschietto sferrare pugni e calci a dei sacchi, il tutto stando imbracati con degli elastici. Inserisco qui sotto un video.


E francamente no, non mi consola pensare che il pugilato viene praticato da millenni mentre queste stranezze dureranno il tempo di una o due stagioni. Chi pratica acquaboxe e spiderap lo fa per tenersi in forma o perchè ritiene di imparare a difendersi? Chi insegna queste discipline con quale spirito lo fa, cosa promette agli iscritti? La moda può tramutarsi in fregatura? C'è il rischio che un allievo disilluso poi consideri panzane anche gli sport da ring autentici e le vere arti marziali? Il rischio, forse, è minimo, ma il solo fatto che possa esistere mi inquieta.

martedì 11 ottobre 2011

Caldo...freddo...caldo... Che palle!


Tredici gradi al mattino, venticinque all'ora di pranzo, sedici appena inizia ad imbrunire: no, non sto "dando i numeri", queste sono le temperature registrate un paio di giorni fa dove vivo. E così al mattino mi infilo il maglione e nonostante tutto ho freddo, mentre a pranzo rischio di fare la sauna, salvo poi tornare a gelare appena scendo dal treno che mi riporta a casa. Risultato: raffreddore a go go, naso che gocciola come un rubinetto malmesso e... che palle!

In perfetto accordo con questo clima pazzo e ballerino, ecco qui una ricetta veloce veloce e facile facile che mette anche nel piatto caldo e freddo. Perchè la coerenza è importante. E, soprattutto, perchè questo avevo in frigo (se no che "sopravvivenza" è?).

Ingredienti:
  • 2 mozzarelle
  • 1 melanzana
  • cipolla q.b.
  • pancetta a cubetti q.b.
  • parmigiano reggiano
  • pan grattato
  • 1 uovo
  • olio extravergine q.b.
  • sale e pepe a piacere
Le mozzarelle fanno parte del "freddo", quindi si possono togliere dal frigo due minuti prima di servire e buonanotte. La melanzana, invece, ci serve con gli altri ingredienti per preparare le altre "che palle!" del titolo e della foto.
Si lava ben bene, si pulisce e si sminuzza con la mezzaluna - oddio, per far prima si potrebbe anche usare il tritatutto, ma a me piace sentire i "pezzettini" da sgranocchiare - poi la si mette in pentola con un goccio di olio extravergine d'oliva ed un po' di cipolla tagliata fine fine e la si fa cuocere ben benino. Nel frattempo si sminuzza anche la pancetta e, qualche minuto prima che la melanzana sia perfettamente cotta, si aggiungono la pancetta, un po' di sale e un po' di pepe. Una volta raffreddato il tutto lo si mischia con pangrattato, parmigiano grattugiato e l'uovo (non è per nulla scientifico, ma io aggiungo gli ingredienti a occhio, fino ad ottenere la giusta consistenza); si amalgama ben bene il tutto e poi si ricavano delle palline che si passano nuovamente nel pangrattato.


A questo punto abbiamo ottenuto anche le nostre "che palle!" per il caldo, non manca altro che cuocerle. Possiamo friggerle in abbondante olio, ma io preferisco ungere un po' di carta da forno e cuocere il tutto a 180° fino a quando non sono ben dorate: rimangono più leggere. Quando sono pronte, si mettono accanto alle mozzarelle ed abbiamo così un piatto in perfetto stile "che palle!", con lo stesso sbalzo termico di queste folli giornate di ottobre!

sabato 8 ottobre 2011

Nino Benvenuti, a pugni contro le malattie degenerative



Ci sono persone che hanno segnato la Storia: grandi condottieri, imperatori, letterati, Santi o sportivi. Uomini e donne che, con le loro azioni, hanno lasciato un'orma indelebile. Nino Benvenuti fa parte della Storia dello sport e del pugilato in particolare ed ora ha deciso di mettere questa sua indiscutibile popolarità a servizio di quanti soffrono.

La vicenda di "Il Mondo in Pugno" ha preso il via nel 2010, quando Benvenuti ha iniziato ad organizzare una serie di iniziative benefiche a favore di Emile Griffith, suo storico avversario di ring, ora affetto dall'Alzheimer. Il campione olimpionico italiano si sta ora impegnando per una raccolta di fondi che andranno a favore di ex pugili italiani che si trovano anch'essi in difficoltà a causa di malattie degenerative.

Con "Il Mondo in Pugno Tour", Nino Benvenuti porta in giro per l'Italia una mostra antologica che ripercorre la sua straordinaria carriera pugilistica, attraverso articoli di giornale, filmati, foto ed altre curiosità che lo riguardano. "Quello che vorrei trasmettere, soprattutto alle giovani generazioni, è un messaggio di correttezza e lealtà sportiva, letto attraverso uno sport fatto di sudore e sacrificio - dice l'ex campione olimpionico - Per questo mi rivolgerò anche alle scuole ed ai giovani studenti, coinvolgendoli in momenti formativi, insieme alle loro famiglie, per parlare della metafora dello sport, del valore della sconfitta come passaggio propedeutico alla vittoria, del corretto approccio all'attività sportiva".

Cliccando sul link de "Il Mondo in Pugno" potete scoprire quanto è stato realizzato sino ad ora e richiedere informazioni per le prossime iniziative di solidarietà di questo grande campione, intenzionato a prendere a pugni l'indifferenza e la solitudine.

giovedì 6 ottobre 2011

E se Lucia avesse ragione?



La Lucia a cui mi riferisco è la signorina Mondella, protagonista del romanzo "I promessi sposi" di Alessandro Manzoni. Quando, a scuola, un'eternità fa, avevo dovuto studiare questo romanzo l'avevo odiato di vero cuore - come gran parte delle cose non scelte ma imposte, del resto - e, per di più, la protagonista femminile mi stava davvero molto sulle scatole.

Per chi avesse i ricordi scolastici persino più annebbiati e lacunosi dei miei, vado a spiegarmi meglio: Lucia era una contadina, una ragazza semplice, che aveva deciso di convolare a nozze con Renzo, ma un signorotto locale si era invaghito di lei - non per amore, per semplice capriccio - e voleva farci i porci comodi suoi.

Lucia, credente e timorata di Dio, naturalmente rifugge queste profferte e vuol mantenersi pura per il suo Renzo e questo origina buona parte degli eventi narrati nel romanzo, a partire dal rifiuto del timoroso Don Abbondio di celebrare subito le nozze sino al rapimento di Lucia e via di seguito.

Il motivo principale per cui Lucia mi stava cordialmente sull'anima era originato dal fatto che lei continuasse ad affidarsi alla Provvidenza: tutte le parti del romanzo che la vedevano protagonista era come se veicolassero una sorta di messaggio pubblicitario subliminale o, se preferite, un mantra silenzioso che ripeteva all'ossessione "Dio vede e provvede, Dio vede e provvede, Dio vede e provvede...".

Per me, allora adolescente o giù di lì, il pensiero di una giovane donna che non agisse, non prendesse in pugno la situazione e non cercasse di cambiare con le proprie mani il destino era assolutamente inaccettabile. Incomprensibile e inaccettabile.

Poi sono cresciuta. Sono maturata o, forse, sono semplicemente invecchiata e, con lo scorrere del tempo, ho iniziato a rivalutare la Signorina Lucia Mondella. Innanzi tutto era necessario inserirla nel suo contesto temporale: un'epoca in cui le donne o andavano a monaca o si sposavano, preferibilmente cercando di ottenere un buon matrimonio che garantisse loro stabilità economica (cosa non facile dal momento che l'uomo era colui che produceva mentre la donna era "un peso", tanto che doveva portarsi la dote come sorta di "risarcimento" per il marito...).

Poi, sarà anche merito delle varie mazzate della vita, l'adolescente che voleva prendere in mano la situazione e gestire la propria esistenza si è trasformata in una persona che ha capito che ciò che possiamo davvero decidere, nella vita, è pochino. Certo, possiamo evitare di stare con le mani in mano e piangerci addosso, ma non possiamo decidere chi far entrare e uscire dalla nostra esistenza, ad esempio: persone che non ci frega niente di conoscere ci capitano tra i piedi, mentre amici preziosi ci lasciano. Possiamo decidere se lavorare sodo o se tirare semplicemente a campare, ma questo non ci garantisce il successo professionale (oggi, forse meno che mai). E via di questo passo.

Stai a vedere che la contadinotta Lucia, analfabeta o giù di lì, la sapeva già molto ma molto più lunga di me che, solo col passare degli anni, inizio finalmente a capire quanta saggezza ci sia dietro quel mantra lombardo del "Dio vede e provvede".

martedì 4 ottobre 2011

Rai 4: l'estremo Oriente finalmente in tv



Grande festa per gli amanti delle arti marziali e degli sport da combattimento: finalmente la loro passione approda in tv, persino in orari decenti! Dal 20 di settembre, infatti, Rai 4 ha dato il via al ciclo "Missione: estremo Oriente", rassegna di film del cinema asiatico che conta ben 25 titoli.

Le pellicole, in buona parte ancora inedite in Italia, sono prodotte in Cina, Hong Kong, Giappone, Thailandia e Corea e raggiungono il nostro Paese quarant'anni dopo il clamoroso exploit di Bruce Lee, che conquistò l'Occidente a colpi di Kung Fu. Da allora Hollywood ha adottato numerosi maestri di arti marziali, ben consapevole dell'attrattiva che queste discipline esercitano sul grande pubblico; ora, finalmente, pare essersene resa conto anche "mamma Rai".

Il 20 settembre l'esordio è stato segnato da "La vendetta del dragone", gangster movie di Hong Kong ambientato in Giappone che ha per protagonista Jackie Chan. Il popolare attore abbandona le commedie d'azione che tanto successo gli hanno conquistato negli USA e torna a recitare in un action movie in cui l'accento è posto sul rapporto tra il Giappone e la Yakuza. La settimana successiva, sempre alle 21.10, è stata la volta di un altro nome noto del cinema di arti marziali: Jet Li è stato protagonista del bellissimo "Fearless", rilettura - certo un poco romanzata - della vita del grande maestro Huo Yuanjia, vissuto all'inizio del Novecento ed in seguito considerato un paladino dell'identità nazionale cinese.


Un altro grande maestro di arti marziali cinese del Ventesimo secolo, Yip Man (o Ip Man), approda finalmente sugli schermi italiani con il volto e i colpi di Kung Fu di Donnie Yen, attore cresciuto all'ombra dei già citati Jet Li e Jackie Chan e finalmente consacrato alla notorietà grazie alla pellicola "Seven Swords". "Ip Man" e "Ip Man 2" sono pellicole attesissime dagli amanti del genere, che sino ad oggi hanno dovuto accontentarsi di fotogrammi rubati dal web e tradotti in lingua inglese: l'arrivo sugli schermi italiani è un evento!

Martedì 4 ottobre è la volta di "Ong Bak - Nato per combattere", film thailandese del 2003 che ha rivelato al pubblico mondiale alcuni talenti emergenti, capaci di imporsi grazie alla maestria nella Muay Thai. Il protagonista, Tony Jaa, è stato paragonato dalla critica a Bruce Lee per l'esplosività atletica e a Jackie Chan per la capacità di volgere in chiave ironica le velocissime sequenze di combattimento.

Tutt'altro che dolce, a dispetto del titolo, "Chocolate", altra prima visione che approda sui nostri schermi giungendo dalla Thailandia: la giovane Yanin Vismistananda, protagonista della pellicola nei panni di una ragazza autistica dalle strabilianti quanto insospettabili capacità marziali, è un'autentica rivelazione e non mancherà di stupire ed affascinare gli estimatori della Muay Thai e degli action movie.


Tra le altre prime visioni in programmazione per i prossimi martedì in prima serata su Rai 4 troviamo, ad esempio, "A Hero Never Dies", poliziesco di Hong Kong diretto da Johnnie To; "The Longest Nite", pellicola poliziesca sulla lotta tra le triadi di Macao; "Confessions", un thriller psicologico davvero inquietante made in Japan, vincitore del Black Dragon al Far East Film Festival di Udine 2011; "Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma", avventura fantastica diretta da Tsui Hark ed ambientata nel Settimo secolo, durante la dinastia Tang.

Arti marziali ma non solo, dunque, in queste serate dedicate all'estremo Oriente, che promettono di portare nelle nostre case anche fantasy, avventura, thriller, amore. Buona visione!
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