martedì 29 gennaio 2008

La tigre e il dragone



Tigre in agguato, dragone nascosto. In due animali da sempre simbolo della cultura cinese sono celati gli animi indomiti di due ragazze profondamente diverse tra loro per cultura e ceto sociale, ma accomunate dalla scoperta del loro lato oscuro, dalla scoperta di quella tigre accucciata e di quel drago nascosti in ognuno di noi.

Il film di Ang Lee che aveva conquistato Cannes e ha poi compiuto la sua marcia trionfale in giro per il pianeta racconta la fiaba di una Cina antica, sospesa nell’onirico e nella leggenda, in cui le tecniche di Kung Fu non sono lotta ma divengono danza, e così la donna guerriera, che non teme di confrontarsi con gli uomini, lotta e danza sopra i tetti in una notte ammantata di magia.
Un po’ sull’onda dell’eroina Mu Lan, che si finge uomo per andare a combattere e salvare così la patria e l’imperatore dall’avanzata mongola, un po’ – come ha detto lo stesso Ang Lee – sulla scia di quella Jane Austin autrice di “Ragione e sentimento”, le due figure preminenti femminili giocano con lo Yin e lo Yang del Tao orientale: sono donne ma combattono come gli uomini, contro gli uomini e per i loro uomini, in un tempo imprecisato ma che ha il gusto dell’antico; rifiutano i ruoli imposti loro da convenzioni sociali e tradizioni in nome dell’amore; portano alla luce l’aggressività, il lato selvaggio che è in ciascuno di noi, arrivando a destare la “tigre accucciata” e il “drago nascosto”.

Se per gli amanti del Kung Fu e delle discipline marziali in genere questo film può essere una cocente delusione (per me lo è stato...), così non è per quanti apprezzano le storie d’amore che s’intrecciano con l’azione: il Kung Fu qui diventa un mezzo, semplicemente, per rendere più poetica la narrazione, come appare evidente dalla sfida tra un uomo e una donna arrampicati e quasi sospesi a mezz’aria tra i rami di bambù. Gli effetti speciali e le coreografie parlano di Hollywood, ma la tigre e il dragone ci sono. In ognuno di noi. E aspettano pazienti di sferrare il loro attacco.

4 commenti:

  1. Non discuto, per carità, lui sarà anche un grande regista, ma a me questo film ha fatto proprio SCHIFO. Non ho capito come potessero VOLARE le persone, non ho capito che senso avesse alla fine buttarsi giù dal dirupo... non ci ho trovato niente di marziale, niente della fiaba e decisamente niente di Mulan!
    Ciao!

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  2. Beh, se guardi bene, la maggior parte dei film sulle arti marziali di marziale hanno ben poco... Togli quelli di Steven Seagal con l'Aikido, togli quelli sul genere "Karate Kid" e, naturalmente, togli quelli con Bruce Lee: cosa ti rimane? Una valanga di film con gente che vola, salta con un sol colpo sui tetti delle case, resta in bilico sulle sommità dei pini, piega la propria schiena all'indietro di 100° riuscendo, in quella posizione da danzatore di hula, a schivare gli assalti dei nemici ed a reagire...
    Questo film, dal punto di vista marziale, è stato anche per me una delusione. Ma sapevo che andavo a vedere una "fiaba" che non aveva pretese di veridicità.
    Per quanto riguarda la trama, c'è quel senso della drammaticità orientale che si differenzia dal "nostro" dramma. E Mulan... dai, anche qui c'è la donna guerriera! Chiudi un occhio e passamela come "licenza poetica", ok? :)

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  3. Uno dei film più deludenti di sempre!
    Claudio

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    1. Claudio, addirittura?! Dipende da cosa ti aspetti, secondo me: se cerchi arti marziali realistiche, combattimenti di Kung Fu verosimili... allora sì, è uno dei film più deludenti! :-) Ma, come detto, se lo guardi con lo spirito di chi sta per vedere una favola, senza aspettarsi nulla di reale, allora può essere visto e persino risultare piacevole.
      Ciao e grazie per il commento.

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