La scorsa settimana su Rai Tre, nel corso di Geo & Geo, è stato trasmesso questo bellissimo documentario sulla vita dei lupi iberici. Che ami gli animali non è un mistero, così come non lo è il fatto che mi piacciano infinitamente i lupi: una passione nata con Cappuccetto Rosso (fin da piccolissima mi era stato spiegato che i lupi non sono cattivi e non divorano i bambini, grazie mamma e papà!) e cresciuta anche per merito dell’opera di Farley Mowat.
Il lupo iberico (in spagnolo lobo iberico)– ho appreso dal filmato - è il più puro e diffuso d’Europa; è un animale poderoso, capace ad esempio di tenere il cosiddetto “trotto del lupo” (necessario per la caccia) persino per ore grazie all’ampia cassa toracica ed alle piccole unghie che garantiscono un’ottima presa sul terreno. Il maschio capoclan è padre e fratello della maggior parte degli altri membri del branco, che possono occupare un territorio esteso anche molti chilometri; soltanto la coppia dominante si riproduce – esattamente come avviene anche nei lupi artici di Mowat – e può avvenire che veterani e giovani emarginati abbandonino il clan, incapaci di sostenere le lotte per il cibo.
E’ proprio questo che avviene anche nel Clan della Nebbia: un esemplare anziano ed un giovane si alleano e, insieme, abbandonano il territorio del loro branco per avventurarsi nei boschi iberici. E’ una vita dura, fatta di fughe per non essere intercettati dai lupi di altri clan mentre ne attraversano i territori, fatta di fame e di lotte per la sopravvivenza. Ma è anche una storia che offre straordinarie riprese del lupo anziano che riesce persino a pescare delle trote, e di emozioni quasi umane. Perché il veterano muore dopo un’ultima battaglia ed il giovane lo scuote col muso, come a volerlo risvegliare, ed innalza poi il suo ululato al cielo, in modo che il lontano Clan sappia della perdita. E’ così che viaggiano le notizie nel mondo dei lupi: con ululati che fin dalla notte dei tempi incutono timore e confermano la presenza di un essere potente e coraggioso che domina incontrastato i boschi.
E la vita continua, anche per i lupi. E così il giovane esemplare solitario prosegue il suo peregrinare, facendo tesoro delle lezioni impartitigli dal compagno scomparso, sino a giungere a quello che gli pare un enorme fiume blu con una sola sponda: l’Oceano Atlantico. E’ proprio qui, a molti chilometri di distanza da quella che era stata la sua casa e la sua vita, che incontra una giovane femmina, anche lei emarginata dal proprio Clan, anche lei sola e coraggiosa e forte. E la vita un’altra volta riprende. Ed il prossimo ululato che si leverà verso la luna sarà per annunciare una nascita e la venuta alla luce di un nuovo Clan.
P.S. Cliccate qui per accedere al sito del centro per la conservazione del lupo iberico (in spagnolo, inglese e tedesco).
che bello Viviana!
RispondiEliminaemozionante questo racconto.. anch'io adoro i lupi... li amo come tutti gli animali fieri e selvaggi che l'uomo ha demonizzato...
davvero bellissimo...
Grazie Valeria! In effetti è stato un documentario bellissimo e toccante, il mio grande rammarico è quello di non essere riuscita a trovare il link diretto al filmato, per consentire anche a voi di vederlo... Pensa che sto sperando che, come avvenuto ad esempio per gli squali saltanti del Sud Africa o i leoni del Masai Mara, venga realizzato un dvd di questo documentario e messo in vendita! Lo comprerei al volo!
RispondiEliminaUn abbraccio!
Deve essere stato davvero un bel documentario...
RispondiEliminaSperiamo, come dici tu, che facciano davvero il video per la vendita.
Ciao Patrizia, benvenuta!
RispondiElimina...Speriamo... :-)