domenica 27 aprile 2008

Arti marziali, che scorpacciata! - EuroChina 2008 ed Oktagon

Ieri, alle tre del pomeriggio, una minuscola rappresentanza della Scuola Wo Chen di Saronno è arrivata al Palacandy di Monza per assistere agli incontri ed alle gare di forme di Eurochina 2008, di cui vi avevo già parlato in precedenza. Eccoci qui sotto, in… abiti civili.

E’ stata una piacevole sorpresa incontrare, pochi minuti dopo, gli allievi della Scuola di T’Ien Shu CSeA Tao Chen di Aosta Sidney Actis e Matteo Toma, accompagnati dal Maestro Dimitri Calcagnile, in trasferta per partecipare alla competizione di combattimento! Abbiamo così trascorso insieme il tempo che li separava dal salire sul tatami, osservando i combattimenti di “punto e stop” e le gare di forme. Ho scattato oltre 200 foto, ma vi grazio e ne pubblico qui di seguito soltanto una stringatissima selezione :-D.

Matteo Toma, il Maestro Carpanese, Sidney Actis e, in basso, il Maestro Calcagnile


Immagini dei combattimenti


Gare di forme con armi

Un po’ per ingannare l’attesa, un po’ per spezzare la tensione, il nostro Maestro ed i ragazzi di Aosta hanno trascorso insieme parte del tempo, facendo riscaldamento tecnico.


Eccoli qui: ore 17.19, pronti a salire sul tatami per uno scontro diretto. Vada come vada, l’importante è divertirsi e fare esperienza.


Al termine degli incontri, i nostri amici si aggiudicano un primo ed un secondo posto: risultato più che lusinghiero!

La premiazione
Qui trovate le foto ingrandite

Ma la mia scorpacciata di arti marziali era solo all’inizio! La sera stessa, infatti, a partire dalle 23 (orario sempre infelice, ahimè!), Italia Uno ha trasmesso Oktagon: appuntamento assolutamente imperdibile!
Il primo incontro, non valevole per la selezione di Oktagon, ha avuto per protagoniste due ragazze quanto mai toste ed agguerrite:
Alice Caliguri ed Eleonora Leprini; nota, la prima, per essere stata recentemente nella "casa" del "Grande Fratello" televisivo (proprio vero, allora, che nulla è cattivo in senso assoluto... spiace soltanto che una guerrira per ottenere un minimo di visibilità debba far ricorso a simili squallidi mezzi). Dopo tre round di due minuti ciascuno, Alice si è infine aggiudicata il combattutissimo e tecnico incontro ai punti. Bello, bello, bello! Complimenti ad entrambe le atlete, che non si sono certo risparmiate, ed hanno offerto uno spettacolo di alto livello.
E' stata poi la volta dell'italiano Giorgio Petrosyan contro lo svizzero Mikel Colaj: anche in questo caso, bello scontro e giusta vittoria ai punti per il guerriero di casa.
Arnaldo Silva e Halim Issaoui sono stati poi i successivi ad affrontarsi; Silva, gran favorito dal pubblico, è stato a tratti superiore, ha fatto a parer mio un po' lo sbruffone, sbeffeggiando il rivale. Ho quindi esultato per la vittoria di Issaoui, che non si è lasciato scomporre e ha anzi reagito colpo su colpo, mentre il pubblico in sala, molto poco sportivamente, fischiava il risultato. Bellissimo, poi, il comportamento a fine scontro: i due atleti sono usciti abbracciati, un gesto di vera sportività che ho pienamente gustato.
Il belga Yassin Boudrouz ha poi incontrato l'olandese Murthel Groenhart - idolatrato, soprattutto pare dal pubblico femminile, in seguito alla sua partecipazione ad un reality show marziale - in un combattimento purtroppo estremamente breve: Boudrouz, già ferito all'arcata sopraccigliare in un precedente incontro, ha subìto un attacco al volto da Groenhart ed ha dovuto abbandonare il ring al primo round.
Ed eccoci così giunti alla finale: Issaoui contro Groenhart, per un derby olandese. Groenhart, da autentico show man, si è presentato con il volto coperto da una maschera raffigurante un teschio...
Comunque: il primo round è stato quasi dominato da Issaoui (con mia grande gioia), che ha più volte costretto l'avversario alle corde, ma già il secondo round si è presentato molto più equilibrato, con un Groenhart in netta crescita. Al terzo round, una poderosa ginocchiata di Groenhart al volto dell'avversario ha segnato l'inizio della fine ed Issaoui è capitolato.
Anche se tecnicamente preferivo Issaoui (peraltro più sobrio, quindi per forza di cose prediletto da me che non amo le "pagliacciate"), ho molto apprezzato l'incontro e trovo che il risultato finale sia stato equo. Mi è piaciuto molto anche il "dopo incontro", quando i due avversari si sono sportivamente abbracciati, tra gli applausi del pubblico. Un'ennesima dimostrazione del fatto che ciò che accade sul ring non preclude assolutamente la possibilità di rispetto e stima reciproci tra avversari, anzi.
Al di là della cronaca degli incontri, vorrei sottolineare come la differenza tra uomini e donne sia stata ancora una volta evidenziata: mentre i round tra la Caliguri e la Leprini venivano staccati da una sola donna, peraltro vestita, che teneva tra le mani il cartellone indicante il numero del round, i tempi tra gli uomini venivano scanditi ciascuno da quattro discinte ed ancheggianti fanciulle che simulavano lap dance strusciandosi sulle corde di bordo ring. Nulla in contrario, per carità, ma prego gli organizzatori affinchè, per la prossima edizione di Oktagon, provvedano a trovare quattro discinti ed ancheggianti rugbysti che delizino il pubblico femminile.
O, in alternativa, che ci si sbarazzi una volta per tutte di queste tizie che non è che siano poi così indispensabili ai fini di un buono e sportivo combattimento... ;-)

giovedì 24 aprile 2008

Certe cose non le capisco...


Ed ecco che torno con un'altra serie di cose che non capisco... Alcuni argomenti sono serissimi, altri possono strappare un sorriso, ma comunque confido, anche questa volta, nel vostro aiuto per cercare di capirci qualcosa di più!
Come sempre, cliccando sul titolo trovate l'articolo corrispondente.

Ora: si lavora per vivere, giusto? Si lavora per poter guadagnare del denaro e, con esso, potersi garantire un tetto sopra la testa, un piatto caldo in tavola, un letto nel quale distendersi dopo una giornata di lavoro. Allora perchè cavolo di lavoro si muore?
Qui trovate un altro articolo... è un'ecatombe!
Anche se i dati INAIL sembrano confermare un calo degli infortuni mortali sul lavoro, si tratta di quasi 5 decessi ogni giorno (dato calcolato dalla stima totale delle "morti bianche" del 2007 diviso i 260 giorni lavorativi annui medi). Perchè? Perchè ogni giorno cinque famiglie devono perdere un loro caro a causa del lavoro?

E qui di domande ce ne sono un sacco... Perchè, nonostante decenni di studi, ricerche, pubblicazioni, il maschio è ancora fissato con le misure? Perchè gli insegnanti non possono (o non vogliono) più rifilare un solenne ceffone al discolo di turno? Perchè i genitori scusano sempre e comunque i comportamenti anche più idioti, deplorevoli o persino lesivi dell'altrui benessere (vedi stupri ed aggressioni in "branco") dei propri figli?
Dopo il caso dell'artista latinoamericano Guillermo Habacuc Vargas, che voleva lasciar morir di fame un cane randagio (trovate tutta la vicenda accuratamente documentata qui), tocca ora all'essere umano venir messo in mostra, da un altro "artista", nei suoi ultimi momenti di vita. Gregor Schneider, infatti, un noto artista tedesco, sta cercando un moribondo che sia disposto a trascorrere gli ultimi giorni - o attimi - della propria vita sotto lo sguardo della gente, magari in una galleria d'arte.
Spero ardentemente che anche questo articolo risulti in fine una "mezza bufala", ma intanto vien da chiedersi se sia giusto porre dei limiti all'arte, no?

Sono una donna ed ho anche la patente, ciò nonostante sono una convinta sostenitrice del fatto che le donne, in larga misura, non sappiano guidare. O subiscono l'auto, restando avvinghiate al volante e mantenendo una velocità di crociera di 30 all'ora anche in autostrada, oppure sono vittime di una drastica trasformazione e, appena le loro terga toccano il sedile, il testosterone s'impenna e diventano belve della strada, col piede incollato all'acceleratore ed una perfetta ignoranza di tutto quanto avevano appreso a scuola guida.
Ieri, mentre tornavo dal lavoro in bicicletta, a momenti venivo spalmata come un riccio sull'asfalto da una bionda in utilitaria per la quale la precedenza a destra è un'opinione.
La scorsa settimana, mentre attraversavo un incrocio con semaforo verde (per i pedoni), ho rischito di finire arrotata da un'arzilla vecchina alla guida di una Clio rosso fuoco...
Per non parlare, poi, delle leggiadre creature che ritengono che lo specchietto retrovisore serva solo per aggiustarsi il mascara e che gli "stop" siano delle decorazioni tribali lasciate sull'asfalto!
Personalmente, come avrete capito, cerco di guidare l'auto il meno possibile (e quando sono costretta a farlo sono conscia di essere potenzialmente letale!). Ma perchè certi pericoli pubblici si ostinano a guidare? Voglia di libertà? Carenza di mezzi pubblici? Desiderio di conquistare anche in questo campo la parità col "sesso forte"? Perchè? Scatenatevi coi commenti! :-D

mercoledì 23 aprile 2008

Il Clan della Nebbia


La scorsa settimana su Rai Tre, nel corso di Geo & Geo, è stato trasmesso questo bellissimo documentario sulla vita dei lupi iberici. Che ami gli animali non è un mistero, così come non lo è il fatto che mi piacciano infinitamente i lupi: una passione nata con Cappuccetto Rosso (fin da piccolissima mi era stato spiegato che i lupi non sono cattivi e non divorano i bambini, grazie mamma e papà!) e cresciuta anche per merito dell’opera di Farley Mowat.

Il lupo iberico (in spagnolo lobo iberico)– ho appreso dal filmato - è il più puro e diffuso d’Europa; è un animale poderoso, capace ad esempio di tenere il cosiddetto “trotto del lupo” (necessario per la caccia) persino per ore grazie all’ampia cassa toracica ed alle piccole unghie che garantiscono un’ottima presa sul terreno. Il maschio capoclan è padre e fratello della maggior parte degli altri membri del branco, che possono occupare un territorio esteso anche molti chilometri; soltanto la coppia dominante si riproduce – esattamente come avviene anche nei lupi artici di Mowat – e può avvenire che veterani e giovani emarginati abbandonino il clan, incapaci di sostenere le lotte per il cibo.
E’ proprio questo che avviene anche nel Clan della Nebbia: un esemplare anziano ed un giovane si alleano e, insieme, abbandonano il territorio del loro branco per avventurarsi nei boschi iberici. E’ una vita dura, fatta di fughe per non essere intercettati dai lupi di altri clan mentre ne attraversano i territori, fatta di fame e di lotte per la sopravvivenza. Ma è anche una storia che offre straordinarie riprese del lupo anziano che riesce persino a pescare delle trote, e di emozioni quasi umane. Perché il veterano muore dopo un’ultima battaglia ed il giovane lo scuote col muso, come a volerlo risvegliare, ed innalza poi il suo ululato al cielo, in modo che il lontano Clan sappia della perdita. E’ così che viaggiano le notizie nel mondo dei lupi: con ululati che fin dalla notte dei tempi incutono timore e confermano la presenza di un essere potente e coraggioso che domina incontrastato i boschi.

E la vita continua, anche per i lupi. E così il giovane esemplare solitario prosegue il suo peregrinare, facendo tesoro delle lezioni impartitigli dal compagno scomparso, sino a giungere a quello che gli pare un enorme fiume blu con una sola sponda: l’Oceano Atlantico. E’ proprio qui, a molti chilometri di distanza da quella che era stata la sua casa e la sua vita, che incontra una giovane femmina, anche lei emarginata dal proprio Clan, anche lei sola e coraggiosa e forte. E la vita un’altra volta riprende. Ed il prossimo ululato che si leverà verso la luna sarà per annunciare una nascita e la venuta alla luce di un nuovo Clan.

P.S. Cliccate qui per accedere al sito del centro per la conservazione del lupo iberico (in spagnolo, inglese e tedesco).

martedì 22 aprile 2008

La Principessa schiava



Lo confesso, quando ho iniziato a leggere questo libro l’ho fatto con qualche pregiudizio. Non mi capita spesso. Solitamente, apro la copertina e mi lancio a capofitto nel mondo che le pagine mi dischiudono mano a mano che proseguo nella lettura, ma con “La Principessa schiava” non è stato così; avevo da poco scritto de “La masai bianca”, la ridda di emozioni che quel libro aveva suscitato in me non si era ancora placata e la copertina di questo nuovo volume mi aveva subito fatto pensare a qualcosa del tipo: beh, parlerò di questo come della conferma del detto “donne e buoi dei paesi tuoi, parte seconda”. Perché anche Jacqueline Pascarl è un’occidentale che ha sposato un uomo ben diverso per tradizioni, proprio come diversi erano i protagonisti di “La masai bianca”.

Ma poi, la lettura mi ha portata a cambiare – se non addirittura stravolgere – il mio giudizio. Jacqueline ha vissuto un’infanzia difficile ed un’adolescenza a dir poco mostruosa, scandita da abusi e violenze, e quando, a soli diciassette anni, un principe l’ha chiesta in moglie non le è sembrato vero.
Bahrin, membro della famiglia reale malese, studiava architettura a Melbourne, dove Jacqueline era nata e cresciuta, lei lo amava e lui non sembrava molto legato ai dettami della sua religione, quando in Australia si frequentavano e facevano l’amore senza essere sposati. Ma appena giunti in Malesia il premuroso maritino si trasforma: la prima notte di nozze la violenta, le dice che è una sua proprietà, e da allora comincia un costante annientamento di ciò che Jacqueline è, della sua personalità, della sua volontà, persino del suo nome. Lei diventa Yasmin Tengku Bahrin, moglie del principe Yang Amat Mulia Raja Kamarul Bahrin Shah ibni Yang Amat Mulia Raja Ahmad Baharuddin Shah e madre delle loro altezze Raja Muhamad Baharuddin Ismail Shah bin Raja Kamarul Bahrin Shah (Iddin) e Raja Shahirah Aishah (Shahirah).
Il libro racconta la vita di Jacqueline dalla sua infanzia sino alla sua lotta per tornare ad essere Jacqueline, per tornare all’indipendenza ed alla libertà, per trovare la forza di affrontare il divorzio. E sino all’indomita battaglia per i suoi due figli. Un’autobiografia drammatica e toccante, sconvolgente, che in nessun modo potrei liquidare con un semplicistico “mogli e buoi dei paesi tuoi”.

Titolo:
La Principessa schiava
Autore: Jacqueline Pascarl (in inglese) Traduttore: Annalisa Carena
Editore:
Piemme
Data di pubblicazione: 2008

P.S. Ricordate di segnalare qui il vostro "libro scomparso"; l'autore che amate e che non è noto come meriterebbe, il libro che vi ha cambiato la vita o che cercate e non riuscite a trovare in nessuna libreria... C'è un premio che li aspetta!

Di libro in libro


Ecco... sono un po' emozionata... ma un'altra Viviana mi ha fatto avere un altro premioooo!!!!

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Riporto anche la motivazione, che mi ha fatto enormemente piacere e per la quale ringrazio ancora la mia webbamica Vivi-col-cuoricino: "A Viviana B., di Nonsolobotte, che di cose da raccontare ne ha a volontà, perchè guarda il mondo con occhi intelligenti e disincantati, e di sicuro non è un'osservatrice passiva, ma esattamente l'opposto!".

Ecco, io non sono tanto sicura di meritarmi questo premio e soprattutto di essere all'altezza della motivazione... cerco di dare a questo blog il 100%, con impegno e cura, e guardando nella sezione dedicata alle Cose che leggo si capisce quanto possa rendermi felice un premio che attiene ai libri, però... beh, grazie. Grazie e basta! :-)
A questo punto il regolamento vuole che indichi due - e due soltanto! - altri blog ai quali assegnare a mia volta il premio. Due persone che non siano osservatori passivi del mondo e della vita; che amino condividere pensieri, esperienze, passioni. Scelta drammatica, perchè grazie al blog ho avuto modo di conoscere davvero tante persone così!

Comunque...
Alla Filibusta, perchè nessuno vive il mare con la sua stessa passione e questa passione traspare da ogni singolo post, ogni intervento, ogni risposta. Le esperienze vissute - veleggiando, cucinando e persino restando costretti a terra nella casapecchia - vengono condivise con gioia ed autentica partecipazione. E poi ha anche consigliato dei libri bellissimi!
Ad Attaccabottone, perchè proprio recentemente Ross ha scritto un post in occasione della XIII Giornata mondiale del libro; perchè è curiosa, attenta e simpatica. Perchè riesce a scovare notizie particolari, curiose e divertenti e, divertendosi, le condivide con noi!

P.S. - Tanto per restare in tema di libri, cliccando sulla foto a inizio post oppure qui trovate un premio indetto dal Sole 24 Ore per far conoscere libri mai recensiti, perduti o dimenticati. Ma non per questo meno belli. Se volete aderire, o anche solo curiosare, basta un clic!
P.S.II - Questo è il mio 100° post! Quale modo migliore per festeggiare?

lunedì 21 aprile 2008

Demolition man


John Spartan è un poliziotto d’azione, non riesce a starsene con le mani in mano ed è pronto a tutto pur di acciuffare i malviventi; proprio questo suo caratterino gli vale il soprannome di “demolition man”. Ma quando viene accusato di aver causato, col suo comportamento, un elevato numero di morti civili, la condanna non può essere che una: lo sperimentale criocongelamento, un’ibernazione forzata che elimina il problema della gestione dei detenuti sino a quando questi non sono pronti per tornare in libertà.

Ora l’azione si sposta nel 2032. La città di San Angeles – sorta dopo il Grande Terremoto che ha raso al suolo San Diego e Los Angeles – è pacifica e prosperosa, la polizia metropolitana deve solo evitare che i dissidenti imbrattino gli edifici con dei murales, ogni possibile elemento nocivo per la salute è stato messo al bando in quanto illegale.

Ma in questa idilliaca serenità qualcosa va storto ed il terribile Phoenix, psicopatico criminale che aveva ucciso le persone facendo incolpare Spartan, viene “scongelato”. Non solo: durante il suo periodo di criocongelamento è stato rieducato con tecniche di arti marziali, conoscenza approfondita delle armi da fuoco, corsi avanzati per hacker… nei primi minuti di libertà dissemina alle sue spalle una scia di cadaveri, gettando nel panico l’impreparata polizia che da decenni non affrontava crimini violenti. L’unica soluzione è quella di “scongelare” anche John Spartan, il solo che conosca Phoenix e che fosse riuscito ad acciuffarlo, assicurandolo alla giustizia.
Naturalmente anche il “demolition man” era stato rieducato, nel corso del suo periodo di detenzione: ha imparato a sferruzzare maglioni!
Questa è solo una delle situazioni comiche di cui è infarcito il film (qui, o cliccando sull'immagine d'apertura, la scheda), del quale erano stati scritti fiumi d’inchiostro al momento dell’uscita nelle sale per il nudo di Sylvester Stallone trascurando scene ben più meritevoli di menzione.

Nota a margine merita Wesley Snipes, il temibile Phoenix, che sfoggia una buona plasticità di movimento nell’esecuzione delle tecniche marziali. Tutto merito della pratica, reale e non soltanto da copione, della Capoeira, arte marziale di origine brasiliana celebre per i movimenti estremamente coreografici.
Per quanto riguarda la Capoeira, poi, vi invito a leggere questo interessante e davvero ben realizzato post, scovato curiosando qua e là per il web, dal quale traspare tutta la passione che l'autore ha per questa antica e particolare disciplina.

venerdì 18 aprile 2008

EuroChina 2008 - Monza e le arti marziali


Nei giorni 26 e 27 aprile il “Palacandy” di Monza (MI) sarà teatro dell' Open internazionale di arti marziali cinesi denominato "EuroChina 2008" della F.I.W.S. (Federazione Italiana Wushu e Sanda).

PROGRAMMA

Sabato 26 Aprile 2008:
09.00 Ritrovo atleti, controllo iscrizioni.
09.30 Inizio competizioni categorie:
Taiji, Tradizionale e Wushu Moderno oltre i 18 anni, combattimenti Lei Tai, Punto Stop e Thuei Shou e combattimento light con armi.
18.00 Termine Gara
19.00 GRAN GALÀ

Domenica 27 Aprile 2008:
09.30 Inizio competizioni categorie:
Tradizionale e Wushu Moderno fino i 18 anni, combattimenti Quinda, Sanda e PRAMERICA CUP (open dimostrativa).
18.00 Termine Gara.

Tutte le informazioni ed i moduli scaricabili li trovate qui, sul sito ufficiale della F.I.W.S.

Nota per i praticanti T'Ien Shu CSeA: si ricorda che domani, sabato 19 aprile, e domenica 20 aprile la Scuola Wo Chen di Saronno sarà sede dello stage di aggiornamento ed avanzamento curato dal Maestro Fondatore. Qui trovate il programma dettagliato.

giovedì 17 aprile 2008

Le cose che non capisco


Inauguro oggi una nuova sezione del Blog. Una sezione dedicata alle tante cose che non capisco, nella quale spero mi vogliate aiutare a far un po' di chiarezza.
Cliccando sui titoli si apre la pagina della notizia (quando questa è disponibile) e sotto il mio "quesito insoluto".
Attendo speranzosa vostri commenti.
Ah, naturalmente non è un test! Potete rispondere anche solo ad una domanda... non ci saranno voti alla fine, nè promossi e bocciati! E' solo un mio tentativo di capire un po' di più questo mondo ed i suoi abitanti... :-)

Non capisco come si possa, per cercare di vivere più profondamente ed intensamente, arrivare a morire. Mi aiutate a capire?

Non capisco come nessuno abbia mai votato la DC, come nessuno voti per Berlusconi e come sia stato possibile avere pluriennali governi di DC ed avere oggi la "terza volta" di Berlusconi.
...Mi sembra un po' come i reality, che nessuno guarda ma che fanno ascolti pazzeschi...
Non è una critica, nel modo più assoluto! Siamo in democrazia e ciascuno è libero di votare (e guardare in tv) ciò che vuole, ma vorrei trovare finalmente qualcuno che dicesse con orgoglio "Sì, ho votato Berlusconi" o "Sì, ho votato DC per trent'anni" o anche solo, molto banalmente, "Sì, non mi perdo una puntata del Grande Fratello"!
Mi date una mano?

Ecco, qui non capisco proprio nulla. Non capisco come sia possibile dare la propria figlia in sposa (proprio in senso materiale, non figurato). Non capisco come sia possibile farlo quando lei è solo una bambina. Non capisco come sia appetibile, per un trentenne, l'avere rapporti sessuali con una bambina. Non capisco quanto sia giusto lasciare che queste cose accadano, timorosi di voler imporre il proprio stile di vita a popolazioni da sempre vincolate da tradizioni ed usi diversissimi dai nostri... Non ci capisco nulla. Aiutatemi!

Questo qui è un "mistero insoluto" simpaticissssssimooooo, come lo è la Vivi, del resto! Un mistero buffo che strappa un sorriso, ma che aspetta comunque soluzione...

mercoledì 16 aprile 2008

MeMe... bis


In questi giorni di pioggia, mi è piovuto addosso anche un MeMe di Zion!
Ecco le regole:

1) Indicare il blog che vi ha nominato e linkarlo; (fatto!)
2) Inserire le regole di svolgimento; (eccole qui! Fatto!)
3) Scrivere sei cose che vi piace fare; (manca, ma provvedo subito)
4) Nominare altre sei persone affinché proseguano il meme; ('ccipicchia!)
5) Lasciare un commento sul blog dei sei prescelti amici memati.

...

1) Mi piace cercare di capire come funzionano le cose (incluse la gente, il mondo, la sottoscritta...);
2) Mi piace da pazzi fare una bella doccia dopo essermi allenata sodo. Trovo stupenda la sensazione che dà l'acqua sulla pelle mentre i muscoli sono indolenziti e fiaccati dallo sforzo.
3) Mi piace stare rannicchiata sotto il piumone mentre fuori diluvia o nevica (vorrei il Duvet Day obbligatorio per legge...).
4) Mi piace condividere con chi amo le cose belle della vita. Può essere una pizza fumante, un tramonto, una serata con gli amici, un film, una passeggiata sul lungolago... qualunque cosa mi dia emozione, mi emoziona molto di più se la condivido con qualcuno a cui voglio bene.
5) Mi piace impegnarmi. Cerco di dare sempre il 100% in qualunque cosa faccia. Se inizio qualcosa, è perchè intendo farla e farla per bene, altrimenti non inizio neppure.
6) Mi piace la vita, in ogni sua forma e manifestazione. Mi affascinano gli insetti, mi stupisce lo sbocciare di un fiore, mi incantano le maree, mi ipnotizza l'incedere elegante di un gatto, mi sorprendo nel sentire una vita che cresce dentro un pancione materno... Beh, ad essere onesta onesta mi fanno schifissimo i piccioni (ma solo loro!).

E mi piacciono anche un sacco di altre cose... 6 sono proprio troppo poche! Così, per non dare limitazioni, non contagio soltanto 6 persone con questo MeMe: è aperto a tutti.

Se tu, che passi di qui, vuoi partecipare a questo MeMe fallo! Ma ricordati poi di avvisarmi, così vengo da te a leggere cosa ti piace.

martedì 15 aprile 2008

Nico


Ovvero sia: il primo film di Steven Seagal e, a parer mio, il migliore in assoluto. La trama, come spesso accade coi film che trattano arti marziali, non brilla per originalità: Seagal/Nico, poliziotto di origine italiana (peraltro, la madre di Seagal è veramente originaria del nostro Paese), è sulla pista di una pericolosa banda di trafficanti di droga ma viene ostacolato nelle indagini da un gruppo di agenti dell’FBI coinvolti in loschi traffici.

Ad affascinare è l’Aikido di Seagal! La nobile arte marziale giapponese esplode in tutta la sua magnificenza in questa pellicola. La plasticità del movimento, l’apparente semplicità d’esecuzione, la velocità di colpi, deviazioni e leve articolari calamitano l’attenzione ed affascinano.

Uno Steven Seagal spettacolare, pre-ingrassamento, pre-annoiamento e pre-sfide-strane tra ghiacci e mari, che esalta le naturali bellezza, eleganza ed efficacia dell’Aikido.
La grande esperienza maturata - ha iniziato a praticare quest'arte a soli 7 anni ed è l'unico occidentale ad essere riuscito nell'impresa di aprire un proprio dojo in Giappone - emerge nelle tecniche applicate nel corso del film, dove velocità d'esecuzione, immediatezza di reazione e plasticità di movimento la fanno da padrone.
Un'opera da vedere per disintossicarsi dalle numerose produzioni in cui pseudo maestri marziali volano, fluttuano sulle cime degli alberi, si smaterializzano in nubi di vapore…

L'età non conta...


Dal salumiere più simpatico della Rete ho scovato questo divertente giochino, al quale bisogna rispondere in assoluta sincerità con un semplice "sì" o "no". Non sono ammessi i "forse", piuttosto rispondete per approssimazione. L'invito a partecipare è rivolto a chiunque lo desiderasse, per semplice curiosità o voglia di conoscenza (!), ma in particolare ai miei bloggamici che trovate qui di fianco elencati in "Siti che mi piacciono" (la Vivi, le cuoche sparse per il pianeta, la Mip, la Filibusta, la Ross coi suoi bottoni, Rosaspina, la Cocci, la profonda Ishin, la Vivi col cuoricino, Zion...)
Facile, vero?
Allora... cominciamo!

1. Le 6.00 del mattino è l'ora in cui ti alzi e non quella in cui vai a dormire. :-( Sì, anche se la sveglia è puntata inesorabilmente alle 6.45

2. Hai già incontrato qualcuno che ti dia del lei senza prenderti per i fondelli. :-( Sì, porca paletta! E ogni volta è un colpo al cuore...

3. Esci con l'ombrello e non lo lasci in giro. :-) No, o non esco proprio con l'ombrello, oppure lo dissemino in giro da qualche parte...

4. Il 90% del tempo al computer è per lavoro. :-) No, ci sto anche per lavoro, ma non certo in una percentuale così alta!

5. Hai 130 giorni di ferie arretrate, anzichè 2. :-) No, le ferie me le faccio eccome! Sono sacre, non si discute!

6. Jeans e maglietta non significa più "essere vestiti". :-) No, significa eccome "essere vestiti"! Anche perchè, quando io e Davide ci stravacchiamo sul serio, altro che jeans e maglietta...

7. Cena e film: l'intera serata anzichè l'inizio di una. :-( Sì, assolutamente. Con l'aggravante che mi piace pure!

8. Non sai più l'orario di chiusura del vostro locale preferito. :-( Sì. Nel senso che non ho mai avuto un solo locale preferito e, di tutti quelli che mi piacciono, ignoro nel modo più assoluto l'orario di chiusura. Normalmente ce ne andiamo quando ci accorgiamo che i camerieri sbadigliano e il titolare inizia ad abbassare le serrande...

9. Mangi al fastfood solo a ora di pranzo. :-) No. Non mangio granchè al fastfood, ma se proprio capita non è questione di orario e, anzi, è più facile che ci scappi un panino notturno post allenamento.

10. Hai più cibo che birra in frigo. :-( Sì. La birra non mi piace. O meglio, me ne piacciono solo alcuni tipi ben specifici. Ma fredda da frigo proprio non mi garba.

11. I parenti più vecchi non hanno più problemi a raccontare barzellette sporche quando ci sei tu. :-( Sì. Ma dai, adesso le barzellette sporche iniziano a dirle quando vanno in prima elementare...

12. Senti la tua canzone preferita al supermercato. :-) No. Ma non la sento nemmeno per radio...

13. Ti preoccupi di quello che farai tra due mesi. :-( Sì. Scadenze da rispettare, pagamenti da effettuare, lezioni da preparare... Assolutamente sì!

14. Le tue piantine restano vive. :-) No! Il mio pollice nero continua a mietere vittime... Si salvano solo le piante grasse, dimenticate al loro destino.

15. La pulizia della tua casa diventa più importante della pulizia della tua auto. :-) No! Non sono fissata con la pulizia nè in casa nè in auto, ma evito che entrambe si tramutino in una discarica

16. I versamenti per l'assicurazione della macchina scendono, mentre sale il prezzo della tua nuova auto. :-) No. Ho pagato la mia auto - per nulla nuova - circa 800 euro. Difficile trovare un'assicurazione che chieda meno...

17. Sei tu che chiami la polizia perché i ragazzi dell'appartamento di fianco non abbassano lo stereo. :-) No. Nel senso che non chiamo la polizia. Se i vicini sono tanto cafoni da non rispettare me, mi sento autorizzata a non rispettare loro... Prima o poi desidereranno dormire, ed io sarò pronta. Huahahahaha!

18. MTV non è più il tuo canale preferito. :-) No. Mai stato. Nemmeno quando avevo 16 anni (esisteva già allora MTV?!?).

19. Stai continuando a leggere e rileggere questa lista cercando qualcosa che non c'entri con te! :-) No!
...

Com'è andata? Io sono stata salvata dal fatto che dimentichi sempre e comunque in giro gli ombrelli (nonstante l'ultimo fosse giallo-canarino-impossibile-non-vederlo) e dalle mie piantine, che si ostinano a voler soccombere nonostante le mie cure (reggono solo le piante grasse... manutenzione 0!), più altre due o tre cosucce... Ma confesso che il punto 2. mi ha tramortita! ;-)

P.S. Le faccette le ho aggiunte dopo aver visto le risposte sul blog di Valeria e del suo Capitano... Troppo carine per resistere alla tentazione di copiare!

lunedì 14 aprile 2008

A volte ritornano...


Ma porcaccia di quella miseriaaaaa!!! Ho già dato, che diamine!
La scorsa settimana non ho voluto rinunciare alla bici, nonostante la pioggia battente, e adesso mi ritrovo con il sistema immunitario che ha proclamato lo sciopero generale... Eppure ero coperta ben bene, con la mia tutina cerata antipioggia che lasciava scoperti solo occhi, naso e bocca...
Mal di gola, tosse che spezza il fiato, naso gocciolante... Niente febbre, grazie al cielo, così posso andare lo stesso ad allenarmi!
Ma che noia, uffa! E poi, il pensiero di salire sul tatami tra uno starnuto ed un colpo di tosse... sai che spasso?! GRRRRR!!!

I cosini arancioni della foto sono virus influenzali... E dire che sembrano virgolette tanto carucce... :-S

sabato 12 aprile 2008

Ricomincio da capo (Il giorno della marmotta)


Phil Connors (Bill Murray), giornalista televisivo ambizioso ed egocentrico, deve recarsi in Pennsylvania, nella cittadina di Punxsutawney, per realizzare un servizio sul “giorno della marmotta”; è il 2 febbraio e, in base alla visibilità dell’ombra che il mammifero proietterà al suolo, sarà possibile stabilire se l’inverno è ormai prossimo alla fine o se si protrarrà ancora a lungo.

Questo sarà il giorno più lungo di tutta la vita per Connors. Le 24 ore si ripetono, e si ripetono, e si ripetono… Non importa se Phil realizza o meno un buon servizio, se riesce o meno a pranzare con la collega produttrice Andie MacDowell, se rapina oppure no il furgone portavalori, se rapisce o meno la marmotta meteorologa, se getta o no la radio nella vasca da bagno mentre lui è a mollo; qualunque cosa faccia, comunque si comporti, il giorno dopo la sveglia suonerà alle sette di mattina e sarà, ancora una volta, il 2 febbraio.

Una commedia sentimentale con un risvolto filosofico, che diverte, coinvolge e lancia anche alcuni interessanti spunti di riflessione sul tempo che passa senza cambiare e sulle infinite possibilità che ci vengono offerte per impiegare i nostri giorni, la nostra vita.

giovedì 10 aprile 2008

Romantico pestaggio


Non so se avete presente la pubblicità di un'automobile dal cui "muso" saltano fuori auto identiche consentendo alla proprietaria, che è attesa su un set, di "sdoppiarsi" ed andare, tra le altre cose, anche a prendere a pugni dei focus in palestra. O anche i film del tipo "La tigre e il dragone", in cui delle donne combattono senza nemmeno scalfirsi la manicure.

Ecco, io credo che queste rappresentazioni siano estermamente fuorvianti e diano dell'arte marziale un'immagine ben diversa di ciò che in realtà è.
L'arte marziale - qualsiasi - nasce per sua stessa definizione dal connubio di ciò che è artistico con ciò che è della guerra. Già il solo termine "marziale" deriva da Marte, divinità della guerra e delle battaglie...
Ho avuto modo di fare questa considerazione in seguito ad un recente allenamento, nel corso del quale mi sono sbucciata le nocche delle mani e procurata un bel livido violaceo al braccio. Ed è stato del tutto normale, per me. Fa parte del gioco, se così si può dire.

La visione romantica che certe persone - soprattutto donne - hanno delle arti marziali è, dal mio punto di vista, totalmente sbagliata. Non si può pretendere di imparare a difendere se stesse senza rovinarsi la messa in piega, non si possono imparare tecniche di pugni e di calci senza metterle in pratica e, quindi, senza sudare, senza rischiare sbucciature ed abrasioni e lividi.
Certo, esistono discipline più o meno cruente, alcune accentuano moltissimo la parte "di contatto" mentre altre prediligono l'aspetto filosofico, artistico e dimostrativo, e ciascuna persona è poi libera, in base a quella che ritiene essere la propria inclinazione, di scegliere la disciplina e lo stile a lei più congeniale.
Ma il discorso di base, secondo me, non cambia: un'arte marziale, per essere davvero tale, non può esistere senza la violenza intrinseca nel combattimento, così come non può farlo senza la cura estetica del movimento, l'approfondimento della disciplina e della filosofia.


Nella foto: due donne della Scuola Wo Chen (dove m'alleno anch'io!) in azione.

mercoledì 9 aprile 2008

Far bene la spesa fa bene


Già in passato avevo trattato l'argomento "spesa", convinta come sono che è dai piccoli gesti quotidiani che si può e si deve partire per cambiare le cose.
Torno ora a parlare di acquisti per dare rilievo ad alcune case che hanno legato il loro nome a progetti di tutela ambientale, di solidarietà sociale, di risparmio energetico.

Lo scoiattolo Cippi, in passato consumatore di gomme da masticare con lo scopo di domare estesi incendi, ora si spinge sino al Polo Sud per aiutare i pinguini (ed il WWF) a contrastare lo scioglimento dei ghiacci; la volpe Foxy, invece, è da anni partner dell'Unicef; la Sanecovit produce detergenti sicuri per la pelle e non testati sugli animali (figura tra i collaboratori della LAV); Esselunga offre ai propri clienti la possibilità di aiutare concretamente l'Unicef ed i bambini del Darfur mentre la Coop riserva ai propri soci l'opportunità di far qualcosa di concreto per sostenere un importante progetto di forestazione; i libri Bompiani vanno a braccetto con l'etica di Greenpeace; i prodotti Aquafresh contribuiscono alla realizzazione di pozzi d'acqua in Sudan (sempre a fianco di Unicef).
La Eurocom-pro devolverà l'intero ricavato di tutti i prodotti in catalogo ordinati nella settimana tra il 21 e il 27 maggio ad Emergency (quindi, se vi servono prodotti tecnologici...) e, sempre con Emergency, collaborano altre importanti marche.
Ci sono poi aziende, come la EcoToys di Cermenate (e ne vado particolarmente fiera, essendo "di casa mia"!) che hanno scelto di legare il proprio nome a progetti di ecocompatibilità, rispetto per l'ambiente, sostenibilità.

Fare la spesa è necessario, farla riservando un po' d'attenzione al mondo che ci circonda è una scelta.


P.S. Vi segnalo poi qui un interessante articolo, scovato dal sempre attento ed impagabile Pmor, circa la spesa (e la difficoltà di farla!) in altre parti del mondo.

martedì 8 aprile 2008

La masai bianca


Ovvero sia: donne e buoi dei paesi tuoi.
Può sembrare antiquato, lo so, ma secondo me è così che funziona: lui di Roma e lei di Trento? Ok! Lui di Torino e lei di Catania? Benone! Ma, se il mix inizia ad essere qualcosa del tipo lui di Ottawa e lei di Kelantan almeno si parta consapevoli che qualche difficoltà potrebbe sorgere...
Non è questione di razzismo, è questione di buon senso! La propria cultura, le proprie tradizioni, il proprio credo (sia religione o superstizione poco importa) influiscono su ciò che "si è", ne fanno parte.
Con questo non voglio dire che non possano esserci unioni felici tra persone nate in zone geografiche, culturali e religiose differenti, ma solo che queste unioni richiedono molta più maturità personale e di coppia, molta più capacità di mediazione, di comprensione reciproca e di sopportazione dell'altrui modo di essere, molta più fatica di quanto non ne richieda un'unione tra compaesani.

Corinne è europea, gestisce una boutique di successo, ha una bella casa ed un fidanzato; proprio con lui decide di fare una vacanza in Kenia ed è in questo Paese, mentre si trovano a bordo di un traghetto, che lei vede per la prima volta l'uomo che le cambierà la vita. Si tratta del guerriero masai Lketinga. Lo segue con lo sguardo, dolente al pensiero di perderlo. Lo incontra di nuovo. Decide che sarà il suo uomo.
I due non hanno nulla in comune, neppure riescono a comunicare se non a fatica, ma lei decide di abbandonare tutto e di restare a vivere in Kenia, con lui.

Questo libro, che mi è stato prestato da una cara amica, mi ha fatta arrabbiare in modo indicibile! Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, infatti, secondo me non si è trattato neppure di una storia d'amore bensì di un capriccio da ricca europea. Lei sognava notti di passione infuocata, pranzetti e cenette col suo bel guerriero, una casa, una vita fianco a fianco... Lei sognava all'europea.
Ed è rimasta delusa quando la "notte di passione infuocata" si è rivelata una penetrazione e cari saluti, e c'è rimasta male quando ha scoperto che i guerrieri masai mangiano con altri guerrieri ma certo mai con le donne, e non ha fatto salti di gioia quando si è ritrovata a vivere in una capanna fatta di sterco e paglia, e non gioiva quando lui spariva per intere settimane chissà dove... ma, bella mia, è così che è il Kenia, è così che vivono i masai!
Certo, a onor del vero va detto che, mentre molte avrebbero fatto armi e bagagli e sarebbero tornate di corsa in Svizzera col capo cosparso di cenere, Corinne ha tenuto duro, ha stretto i denti, ha combattuto contro le differenze culturali e la malaria.
Eppure, alla fine, dopo quattro anni, la storia d'amore - o presunta tale - tra Corinne e Lketinga è giunta al capolinea e lei, con la loro bimba Napirai, torna a vivere in Svizzera.

Sarebbe interessante, secondo me, anche sentire il parere di Lketinga e di sua madre a proposito; conoscere la loro opinione circa questa signora europea che li ha privati di figlia e nipotina... E, perchè no?, sentire anche che ne pensa Napirai circa il fatto di essere cresciuta senza un papà, lontana da una nonna e a chilometri e chilometri di distanza da quella che è stata la sua terra nativa.

E la mia arrabbiatura continua...
Autore: Corinne Hofmann
Traduttore: Burgazzoli L.
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli (collana Superbur)
Data di pubblicazione: 2001

lunedì 7 aprile 2008

Il JKD tra leggenda e china


JKD Tre lettere che uniscono due personaggi molto dissimili: che cosa hanno in comune, infatti, Nathan Never, eroe dei fumetti bonelliani, e Bruce Lee, inimitabile campione di arti marziali e leggendario eroe, se non il JKD?

Il Jeet Kune Do, abbreviato familiarmente con le sole iniziali, è l’evoluzione del Kung Fu cinese tradizionale ottenuta grazie all’impegno e alla continua ricerca dello stesso Lee: egli, stanco di tecniche mirabolanti molto coreografiche ma di utilità pressochè nulla, iniziò questo studio teso alla “pulizia” degli stili di Kung Fu tradizionale, alla ricerca di tecniche che avessero un’immediata applicazione difensiva. Anche a discapito della coreografia.
A che serve tirare un calcio tentando di arrivare a colpire la tempia dell’avversario, ad esempio, quando un calcio ai “gioielli di famiglia” risolve la situazione più rapidamente e con molta meno fatica?

Questo però non deve fuorviare: il Jeet Kune Do non ha niente a che fare con risse tra bulli e colpi portati a casaccio; prevede invece uno studio approfondito dell’anatomia umana, nonché della natura psicologica degli aggressori e dell’ambiente circostante, proprio per preparare al meglio il praticante qualora dovesse trovarsi coinvolto in uno scontro reale. Il JKD, infatti, non è nato per affascinanti dimostrazioni sportive, ma per offrire un’immediata difesa personale in caso di pericolo.

Nathan Never, eroe del futuro, nel corso delle sue avventure ricorre spesso alla pratica del Jeet Kune Do e, sebbene nei suoi albetti compaia una “o” di troppo (“Jeet Kune Doo” invece della forma corretta, ndr), lo stile è riconoscibile e apprezzabile. Anche attraverso le tavole di china.

L'immagine ed il nome di Nathan Never sono di proprietà della Sergio Bonelli Editore.

domenica 6 aprile 2008

Foca L. Pride 2008

Signore e Signori, è con vero piacere e con un filo d'emozione che vi comunico di essere stata insignita del prestigioso Premio Foca.



Desidero ringraziare la mia mamma, tutti coloro che hanno reso possibile con il loro lavoro il raggiungimento di questo traguardo, la troupe, i cameramen, i parrucchieri e i truccatori... Come dite, sto esagerando?... OOOOOPS! :-D

Forse mi sono lasciata prendere un po' la mano, ma sono davvero felice per questo premio che mi è stato dato dalla carissima Vivi (grazie tesoraaaa!!!)!
Passo ora ad illustrare le regole per la premiazione e a nominare a mia volta... le fortunate foche!

Nomination per la foca marina. The winner is... La filibusta! Perchè nessuno ama il mare e cerca di conoscerlo davvero come Valeria ed il suo Capitano. Menzione speciale, poi, per l'alto profilo ecologico, di desiderio di salvaguardia ambientale e di autentica passione per il nostro meraviglioso pianeta che traspaiono da ogni post.

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Nomination per la foca tecnologica. The winner is... Linearemente! Perchè la Raffa è davvero una ragazza in gamba che sa quel che dice e fa quel che sa. E' l'esempio di come, da una cultura prettamente umanistica e classica, si possa sviluppare una conoscenza più che approfondita delle tecnologie più avanzate e dei più moderni sistemi di comunicazione. E, oltretutto, è un mito di donna!

Suo anche il premio speciale "foca costernata" (so che odi queste cose, scusa Raffa...).

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Nomination per la foca straniera. The winner is... Oh, cielo, abbiamo un parimerito in casa Cannocchiale! Rosaspina per la profondità dei temi trattati, la delicatezza delle sue parole, la sensibilità del suo animo. Talentosprecato per l'assoluta follia artistica con cui affronta ogni tema possibile!

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Nomination per la foca artistica. The winner is... Cius! Per come sa far ridere e riflettere con le sue strip (dell'indubbia capacità artistica e pittorica non sto nemmeno a far menzione, perchè è ovvia e lampante!).

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Nomination per la foca d'informazione. The winner is... Pmor! In parte perchè è il suo lavoro, in parte perchè, nonostante faccia questo lavoro, riesce davvero ad informare. ;-)

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Nomination per la foca curiosa. The winner is... Ross! Perchè da lei si trovano sempre news curiose, intriganti, divertenti e, in generale, tutto ciò che viene amabilmente trascurato dall'informazione "convenzionale". E poi è tanto simpatica!!!

giovedì 3 aprile 2008

Kung Pow



Divertentissimo, assolutamente folle e spassoso, da ridere sino alle lacrime! E’ vero, generalmente non mi piacciono i film che spacciano per arte marziale tecniche mirabolanti, salti fantascientifici, pugni perforanti… a meno che non si tratti di film palesemente demenziali.
Kung Pow è proprio questo: un film demenziale sulle arti marziali. Le tecniche praticate dai protagonisti della vicenda sono tanto reali quanto lo sono i piloti de “L’aereo più pazzo del mondo” o di “Hot Shots”; chi guarda questo film lo fa con la piena consapevolezza che si tratta di una barzelletta lunga un paio d’ore.
Nessuna aspettativa di realismo, dunque. E tanto, tanto sano divertimento.

La cosa più sconvolgente è che questo è un film vero. Cioè, un film originariamente girato come film di arti marziali, "I pugni del drago e della gru", del 1976 è stato ripreso da Steve Oedekerk (regista e protagonista) e rimaneggiato; sono state modificate alcune parti, ha nuovamente doppiato la pellicola e, naturalmente, si è inserito tra i personaggi. Il risultato è un collage estremamente ben fatto, per di più esilarante.

Oedekerk è il predestinato ad essere il più grande dei maestri, a sconfiggere il male e ripristinare l’ordine e l’armonia nel paese. Ma la vita di un eroe non è mai facile e la sua inizia ad essere estremamente complicata già dai primi giorni, quando passa da una culla a… una tana. Allevato da dei toponi, cresce fortificando spirito e corpo con la nobile arte del Kung Fu, sino a quando la sua strada tornerà ad incrociare quella del mortale, perfido nemico.

Una delle scene più spassose dell’intero film si rifà ad una celeberrima sequenza di “Matrix”, ma in questo caso l’antagonista del nostro eroe non è altri che una temibilissima… mucca! A voi l’anticipazione: dopo questo non potrete non desiderare di vedere anche il resto!
E non sorridete: se pensate che le mucche siano animali innocui e teneroni, guardate qui!

mercoledì 2 aprile 2008

E' bio... logico?


Alcune settimane or sono avevo letto i toni entusiastici con cui si affermava che nelle mense scolastiche odierne è in forte crescita il consumo di cibi biologici.
Oggi, rincasando dal lavoro, sono passata davanti ad una scuola elementare (oddio, si chiamano ancora così? O sono le scuole primarie? O... Va beh, la scuola frequentata da bimbi tra i 6 e i 10 anni, per capirci!) ed all'esterno era affisso un cartello indicante i cibi biologici di questa settimana: limoni ed aglio.

Ora... non per fare la polemica ad ogni costo... ma mi sfugge il reale impatto che questi alimenti possono avere sulla nutrizione globale dei bambini...
Voglio dire: o si propone un menù del tipo tagliolini all'aglio, petto di pollo al limone, limonata e macedonia di frutta con aglio (appetibile solo in caso di attacco da parte dei vampiri), oppure questi due alimenti non credo vengano utilizzati poi un granchè nel corso della settimana...

Voi che dite? Avete scuole che propongono cibi biologici? Sono cibi "veri" (che so: pomodori, riso, insalata...) o no?
Aggiornamento: questa settimana (dal 10 al 16 aprile), arance biologiche.
Settimana dal 17 al 23 aprile: non segnalato.
Settimana dal 24 al 30 aprile: arance biologiche.
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