mercoledì 27 agosto 2008

Vacanze 2008, non solo mare. I cani.

Qualche giorno fa vi avevo parlato delle mie vacanze molto… presenti. Si è trattato di pochi giorni, ma davvero intensi e colmi di vita.
In questi giorni di ferie c’è stata anche un’avventura che mi ha dato di che riflettere. Davide ed io, tornando dalle escursioni al mare, facciamo un giochetto: tornando dal porto verso casa, mentre chiacchieriamo tra noi, buttiamo lì, all’interno di una frase qualsiasi, “Primo a far la doccia!”. E’ così che prenotiamo il nostro diritto a lavarci per primi, lasciando all’altro/a l’incombenza di risistemare la borsa da spiaggia, rassettare la casa o piegare la biancheria stesa al sole…
Un giorno avevo vinto io e, trionfante, ero appena arrivata in giardino (dove si trova la doccia in muratura che utilizziamo solitamente) quando un grosso cane nero è balzato in piedi da sotto un pino marittimo e mi ha abbaiato contro. Subito dopo si è allontanato, seguito dagli altri quattro cani che stavano con lui accoccolati all’ombra.
Voi lo sapete, amo molto gli animali. Ma ho scoperto di amare molto meno la possibilità di diventare il loro aperitivo! Mi hanno colta di sorpresa: il giardino è privato, molto grande ma completamente recintato, e sebbene spesso avessi trovato nella sabbia impronte di merli, passeri, gatti e una volta persino di un coniglio selvatico, mai avevo scorto orme di cani.

Trovarmeli davanti all’improvviso, per di più con la sentinella che mi abbaia contro, non è certo stato piacevole… Si trattava di un simil-pastore tedesco, un simil-labrador, un simil-setter e due cagnetti di piccola taglia passati – ho scoperto in seguito – da un varco aperto nella recinzione all’estremità opposta del giardino.

Una parte del vasto giardino
Il giardino, visto da un'altra angolazione
Alcune impronte nella sabbia
La doccia in muratura

L’esperienza mi ha dato modo di pensare. Dopo lo spavento iniziale, ho realizzato che probabilmente i più impauriti erano loro: si erano intrufolati in un territorio sconosciuto, avevano trovato riparo dalla calura sotto un pino marittimo e, proprio mentre erano rilassati e tranquilli, una chiassosa estranea in costume e infradito era comparsa nel loro mondo! Normale che la vedetta avesse dato l’allarme, dileguandosi subito dopo coi compagni.

Il randagismo è un’autentica piaga: gli animali che non finiscono uccisi sulla strada (e purtroppo di carcasse, sia canine che feline, ne abbiamo viste parecchie sia lungo la SS131 che lungo strade minori) si adattano alla vita selvatica. I cani tendono a ricostituire i branchi dei loro avi, vagano in cerca di cibo e riparo, talvolta possono diventare pericolosi per altri animali e persino per gli uomini… Fondamentalmente battersi contro il randagismo ed a favore della sterilizzazione di cani e gatti inselvatichiti è un favore che facciamo innanzi tutto a noi stessi.

P.S. Naturalmente non sono solita fare la doccia con la macchina fotografica, quindi... ho potuto inserire solo queste foto, scattate dopo l'accaduto. ;-)

5 commenti:

  1. Dimostri, se ci fosse bisogno di conferma, una sensibilita' unica.
    Non mi e' mai capitato di imbattermi in cani randagi ma sono sicura che anche loro, come del resto chiunque, spaventati magari possono fare qualche sciocchezza (non credo farti del male, ma giusto abbaiare o ringhiarti contro si).
    Belle le foto e giusto per divagare: quest'anno ho cmprato una macchina fotografica subaquea , di quelle usa e getta, che ho usato in un acquaparck. Sono cosi curiosa di vedere come sono venute le foto; te la consiglio per la doccia.

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  2. * Suburbia, grazie del bel complimento. In effetti io non credo affatto alla storia dei cani cattivi nè delle razze pericolose; credo invece che, sebbene vi siano determinate razze selezionate appositamente per la loro naturale inclinazione alla difesa del proprio territorio o del bestiame o del branco (= uomo), gli appartenenti a questa determinata razza siano poi condizionati dall'ambiente esterno. Se ad esempio prendiamo un cocker spaniel (tipo Lilli di "Lilli e il Vagabondo"), originariamente cane da caccia poi ottimamente adattatosi al ruolo di cane da complagnia, e lo riempiamo di botte, lo ricompensiamo ogni volta che aggerdisce un altro cane, lo incitiamo ad assalire i passanti... beh, è piuttosto ovvio che quella bestiola, pur non rientrando nella lista nera delle "razze pericolose", sarà un tantinello aggressivo, no?
    Quando un cane diventa "cattivo" è perchè ha avuto un cattivo capo-branco (= uomo).
    Per quanto riguarda la dritta della macchina fotografica subacquea per la doccia... chissà, visto quanto mi è capitato quest'anno potrei anche seguire il tuo consiglio! ;-)

    * Ross, ma allora non le leggi proprio le notizie che metto nella sezione "In primo piano"!?! Già so, già so... Comunque, in questi casi, repetita iuvant! ;-)

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  3. Ciao Viviana. Ha visto cosa è successo in Puglia pochi giorni fa?
    Il randagismo è davvero terribile!
    Ma la colpa io la do a chi abbandona gli animali, non certo a queste bestie che, rinselvatichite, poi si arrangiano fino a diventare pericolose.
    Ciao.
    Lucrezia

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  4. Ciao Lucrezia! Sì, ho visto cosa è capitato. E, adesso, sto vedendo anche come il Veneto cerca di "arginare il problema"...
    Una tristezza senza fine, ti assicuro!

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