giovedì 24 aprile 2008

Certe cose non le capisco...


Ed ecco che torno con un'altra serie di cose che non capisco... Alcuni argomenti sono serissimi, altri possono strappare un sorriso, ma comunque confido, anche questa volta, nel vostro aiuto per cercare di capirci qualcosa di più!
Come sempre, cliccando sul titolo trovate l'articolo corrispondente.

Ora: si lavora per vivere, giusto? Si lavora per poter guadagnare del denaro e, con esso, potersi garantire un tetto sopra la testa, un piatto caldo in tavola, un letto nel quale distendersi dopo una giornata di lavoro. Allora perchè cavolo di lavoro si muore?
Qui trovate un altro articolo... è un'ecatombe!
Anche se i dati INAIL sembrano confermare un calo degli infortuni mortali sul lavoro, si tratta di quasi 5 decessi ogni giorno (dato calcolato dalla stima totale delle "morti bianche" del 2007 diviso i 260 giorni lavorativi annui medi). Perchè? Perchè ogni giorno cinque famiglie devono perdere un loro caro a causa del lavoro?

E qui di domande ce ne sono un sacco... Perchè, nonostante decenni di studi, ricerche, pubblicazioni, il maschio è ancora fissato con le misure? Perchè gli insegnanti non possono (o non vogliono) più rifilare un solenne ceffone al discolo di turno? Perchè i genitori scusano sempre e comunque i comportamenti anche più idioti, deplorevoli o persino lesivi dell'altrui benessere (vedi stupri ed aggressioni in "branco") dei propri figli?
Dopo il caso dell'artista latinoamericano Guillermo Habacuc Vargas, che voleva lasciar morir di fame un cane randagio (trovate tutta la vicenda accuratamente documentata qui), tocca ora all'essere umano venir messo in mostra, da un altro "artista", nei suoi ultimi momenti di vita. Gregor Schneider, infatti, un noto artista tedesco, sta cercando un moribondo che sia disposto a trascorrere gli ultimi giorni - o attimi - della propria vita sotto lo sguardo della gente, magari in una galleria d'arte.
Spero ardentemente che anche questo articolo risulti in fine una "mezza bufala", ma intanto vien da chiedersi se sia giusto porre dei limiti all'arte, no?

Sono una donna ed ho anche la patente, ciò nonostante sono una convinta sostenitrice del fatto che le donne, in larga misura, non sappiano guidare. O subiscono l'auto, restando avvinghiate al volante e mantenendo una velocità di crociera di 30 all'ora anche in autostrada, oppure sono vittime di una drastica trasformazione e, appena le loro terga toccano il sedile, il testosterone s'impenna e diventano belve della strada, col piede incollato all'acceleratore ed una perfetta ignoranza di tutto quanto avevano appreso a scuola guida.
Ieri, mentre tornavo dal lavoro in bicicletta, a momenti venivo spalmata come un riccio sull'asfalto da una bionda in utilitaria per la quale la precedenza a destra è un'opinione.
La scorsa settimana, mentre attraversavo un incrocio con semaforo verde (per i pedoni), ho rischito di finire arrotata da un'arzilla vecchina alla guida di una Clio rosso fuoco...
Per non parlare, poi, delle leggiadre creature che ritengono che lo specchietto retrovisore serva solo per aggiustarsi il mascara e che gli "stop" siano delle decorazioni tribali lasciate sull'asfalto!
Personalmente, come avrete capito, cerco di guidare l'auto il meno possibile (e quando sono costretta a farlo sono conscia di essere potenzialmente letale!). Ma perchè certi pericoli pubblici si ostinano a guidare? Voglia di libertà? Carenza di mezzi pubblici? Desiderio di conquistare anche in questo campo la parità col "sesso forte"? Perchè? Scatenatevi coi commenti! :-D

10 commenti:

  1. E'un paradosso sociale quello di sfinirsi di lavoro per poi scordarsi di vivere quanto il primo obiettivo di chi ha in testa la carriera è migliorare il proprio stile di vita.
    Non sono assolutamente d'accordo sul ceffone dato dagli insegnanti, credo invece che i genitori dovrebbero dare le regole e farle rispettare,i bambini hanno bisogno di coerenza, mi spiego..non ha senso imporre tremila regole tanto per dire no, ma prima si dovrebbe trovare un senso a questo no e poi mantenerlo sempre e non in funzione degli umori dei genitori. Si devono poi trasmettere i valori ai figli...ma è un pò difficile dal momento in cui i valori i genitori non li hanno (io personalmente mi ricordo delle litigate con i miei genitori perchè non volevo essere raccomandata....oggi lavoro felicemente come libera professionista e non devo dire grazie a nessuno ma solo a me stessa). Ti ammiro perchè hai ancora la forza di indignarti per tante cose...io con questa italia che va alla deriva ci ho perso le speranze, me ne vergogno, ma mi sono davvero stufata.
    Spalmata come un riccio sull'asfalto? NOOOO! Ed io come faccio senza di te con tutti quei guerrieri uomini all'ora del the....un pò di sana solidarietà femminile..no?

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  2. Ciao Ishin, bentornata!
    E' vero, quello dell'ammazzarsi di lavoro è, da un lato, una drammatica realtà e, dall'altro, un paradosso letale. Ci sono dipendenti che muoiono fisicamente perchè non vengono rispettate le norme di sicurezza, ad esempio, ma ci sono anche altri dipendenti - o liberi professionisti - che sono talmente presi da lavoro e carriera da "dimenticarsi" di vivere... Diciamo però che nel primo caso è una morte imposta, nel secondo è una scelta.
    Secondo me, il discorso del ceffone degli insegnanti dovrebbe andare di pari passo con quello dei valori dei genitori. Io non ho mai preso una sberla nè dai miei genitori nè dai miei insegnanti, ma questo perchè gli uni prima hanno sputo inculcarmi valori e principi e gli altri, poi, hanno saputo meritarsi il mio rispetto ed accrescere in me il valore di quei principi. E' stata una sinergia. Oggi mi sembra che i genitori tirino a campare nella più completa ignavia, quasi aspettandosi che sia la scuola ad educare i figli, e la scuola non può agire in alcun modo perchè, se ad esempio un insegnante dice che ha sorpreso un ragazzino con uno spinello, subito la mamy o il papy di turno insorge con uno scandalizzato "Cielo, mio figliooooo?!? Impossibileeeee!"... E così andiamo sfornando generazioni di smidollati.
    Sì, sì, ho proprio rischiato la fine del riccio! Però mi è andata bene, dai... almeno per ora! Così potrò tornare a farti visita all'ora del thè, che per me è sempre un gran piacere!

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  3. E' una constatazione amara..., in verità lo sono tutte...le morti bianche fanno parte di un filone... mi spiego: ora fanno notizia, e se ne parla, come c'è stato il filone dei bambini nei cassonetti, il filone degli stupri... ecc.ecc., vedrai che fra un po' se ne parlerà sempre di meno, solo che la gente continuerà a morire sul lavoro, e le norme sulla sicurezza non saranno rispettate, o non ci sarà controllo...
    sui vip e i politic sorvolo perché altrimenti direi troppe cattiverie...
    riguardo ai ragazzini sono pienamente d'accordo con ishin, in tutto quello che ha detto...
    l'arte non è quella... a me sembra solo sensazionalismo... (sulla faccenda del cane c'è un piccolo aggiornamento sul mio blog, pare che in realtà non sia morto, ma scappato, che lo facessero mangiare quando la galleria era chiusa, e che l'intento fosse proprio quello di dimostrare l'indifferenza della gente... io resto scettica)
    sulle donne al volante, ahimé, concordo con te... e aggiungo che oramai l'auto ha perso il suo valore di mero mezzo di spostamento... è diventato una sorta di prolungamento del sé, ma di un sé distorto..basta pensare allo slogan di un famoso marchio che recita esprimiti!...
    tanti baci Viviana... e continuaiamo almeno ad indignarci e a sottolineare le cose che suscitano in noi questo sentimento..

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  4. Mmmh, brutta bestia il pubblico... Non ricordo chi aveva affermato qualcosa del tipo "Un morto è una tragedia, un milione di morti è statistica"; è una delle leggi del giornalismo: personalizza la notizia e, possibilmente, fà in modo che sia tragica. Hai ragione: si piange per il padre di famiglia che muore schiacciato dal muletto, ma dei 5 esseri umani che ogni santo giorno perdono la vita sul lavoro non importa a nessuno. E finiranno nel dimenticatoio.
    Per quanto riguarda i ragazzini ed i ceffoni, ti rimando a quanto ho risposto ad Ishin. E' il mio modo di vedere. Oggi c'è pressapochismo e disinteresse tanto in famiglia quanto a scuola, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti...
    Circa il cane, so dell'aggiornamento (nel post avevo appunto linkato il sito con l'approfondimento di Paolo Attivissimo), ma ciò non toglie la domanda di fondo: che il cane sia morto o meno, che l'artista tedesco trovi o meno il moribondo disposto a passare gli ultimi momenti di vita in vetrina, fino a che punto è accettabile che si spinga l'arte?
    ...Ma... come... Nooo, dai, non puoi essere d'accordo con me! Mi aspettavo un'insurrezione di donne-al-volante... Proprio vero che non bisogna mai crearsi preconcetti! He! He! He!:-D
    Comunque, concordo con quanto affermi circa le auto: in un mondo in cui è sempre più importante l'avere e non l'essere, le auto non sono più mezzo di trasporto. Prova ne è il fatto, ad esempio, che vengono prodotte auto velocissime (e costosissime) anche se poi si finisce puntualmente a viaggiare in coda, a 40 all'ora e che si spendono milioni per pubblicizzare una vettura che di particolare ha soltanto... il color oro! Manco funzionasse ad anidride carbonica e scaricasse ossigeno dal tubo di scappamento... :-P
    Un bacione enorme a te, mia carissima ed indignata amica!
    P.S. L'hai poi segnalato il libro di Payne?

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  5. Non so perchè le donne si ostinino a guidare. Stando alla mia esperienza però le razze più pericolose che si aggirano sulle strade sono:

    - i vecchietti col cappello che guidano con il naso appiccicato al parabrezza, stando ben attenti a non superare mai i 30 all'ora;

    - i pensionati che alle sette del mattino (quando tu hai una fretta indiavolata perchè devi prendere il treno e non hai sentito la sveglia e hai perso tempo e devi anche fare il biglietto e non trovi parcheggio e quel semaforo di merda non scattava più) vanno in giro in bicicletta zigzagando in mezzo alla carreggiata, per andare a controllare gli scavi nel cantiere in fondo alla strada;

    - le nonnine, sempre in bicicletta, con quindici borse della spesa sul manubrio, barcollanti peggio di un ubriaco, che si arrogano il diritto di attraversare gettandosi in mezzo alla strada senza guardare, in qualsiasi situazione si trovino (incroci, rotonde, sensi unici, curve a gomito), e che tirano giù i santi dal paradiso se solo osi richiamarle un colpetto di clacson;

    - i guidatori di SUV (Semplicemente Una Vaccata di auto);

    - i neopatentati, di qualsiasi genere e sottospecie;

    - io.

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  6. ...minchia commenti chilometrici!!!
    SOno passato per un "buona domenica" volante!
    Ciao!

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  7. sono l'unica a cui è venuto da ridere sull'impennata del testosterone? :)
    cmq condivido tutto tranne i ceffoni dell'insegnate: sono i genitori ad educare, e a dover far rispettare le regole date dall'insegnante. invece spesso non solo i genitori si sentono in colpa, ma hanno essi stessi ricevuto una pessima educazione...condivido buona parte dei commenti, cmq, compreso il "buona domenica", ma trasformato in "buona settimana"!

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  8. * Ross, ciao e grazie del tuo personalissimo (anche se in molti punti condivisibile e condiviso) elenco! Bella soprattutto l'ultima, elitarissima, categoria ;-D
    Un abbraccio!

    * Ciao Gino! Beh, per domenica sono in ritardo, quindi... buona settimana e grazie della visita! A presto!

    * Zion, questa cosa dei ceffoni non è che la condivida tout court, tuttavia, visto l'ampio disinteresse e la manifesta incapacità educativa di certi genitori, ritengo auspicabile una maggior severità degli insegnanti (magari senza arrivare all'eccesso di pene corporali...). Buona settimana anche a te!

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  9. Passo di corsa, poi faro' anche il ponte (non sullo stretto :-) e quindi ripassero' poi da te la prossima settimana con calma
    Per domani ho impostato un post proprio sul una delle cose che non capisci, e nemmeno io del resto, il 1 maggio e le morti bianche.
    Un saluto e grazie del passagio
    ciao

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  10. Ciao Suburbia! Buon ponte, allora, e grazie a te del passaggio!
    Passo da te a vedere di capire qualcosa in più su queste "morti bianche" che in realtà sono una "vergogna nera", allora.
    A presto!

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