martedì 11 marzo 2008

Belle ad ogni costo



L’impressione è che si stia davvero perdendo la bussola, che ci sia una nebbia diffusa che offusca il buon senso lasciando intravedere solo la luminosità della bellezza esteriore. Una bellezza fulgida, splendente, ma luminosa della luce fredda ed artificiale di un neon.
Prima le già belle ragazze e modelle che si uccidono di anoressia, poi il sito per incontri amorosi “
vietato ai cessi”, infine, almeno per il momento, i genitori britannici che vogliono sottoporre la figlia con sindrome di Down ad interventi di chirurgia plastica per rendere “normali” i suoi lineamenti.

Da sempre l’uomo ha cercato la bellezza e sempre, nei millenni, la bellezza si è mutata, modificata, evoluta. “La bellezza è negli occhi di chi guarda”, asserisce l’aforisma, e di certo non sbaglia: tra la
Venere del Paleolitico e Naomi Campbell non ci sono grandi somiglianze, Audrey Hepburn e le pingui rotondità di Botero non potrebbero essere più differenti tra loro. In termini evolutivi, la bellezza è sempre stata ricercata in quanto rivelatrice di buona salute e benessere: i fianchi larghi, buon auspicio di fertilità e facili procreazioni; la pelle candida, garanzia di vita agiata e ritirata all’epoca in cui le donne della plebe lavoravano i campi e, quindi, si scurivano la pelle sotto il sole; il fisico asciutto e quasi androgino quando la donna doveva gridare al mondo il suo valore come essere vivente prima ancora che come femmina…

Non solo credo che non ci sia una sola bellezza, ma ritengo che la bellezza stia proprio nella diversità. Se tutte somigliassimo alla più bella delle donne, questa di colpo non sarebbe più “la più bella” ma soltanto una tra tante. Al di là dell’aspetto fisico, ed è questo ciò che temo si stia dimenticando, ci sono una molteplicità di caratteristiche che rendono ciascuno di noi unico ed irripetibile. Chi si uccide di diete, chi si strugge perché non è stato accettato nel sito riservato ai belli e persino i genitori di questa piccola bimba Down potrebbero concentrarsi più su ciò che si è e meno, infinitamente meno, su ciò che si appare.

4 commenti:

  1. anche in questo non posso che essere d'accordo.. :o)
    Ieri ascoltavo alla radio, allibita, queste storie del sito dei belli e della bimba down e pensavo tra me pazzesco... hai tradotto in parole quello che io ho solo pensato

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  2. Mi fa piacere che stiamo sulla stessa lunghezza... d'onda! ;)

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  3. "Se tutte somigliassimo alla più bella delle donne, questa di colpo non sarebbe più “la più bella” ma soltanto una tra tante", hai scritto tu. Forse è vero, ma come sarebbero contenti gli uomini!

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  4. Caro anonimo, non credo che gli uomini sarebbero poi così contenti... Io, in parti invertite (uomini tutti bellissimi come il più bello degli uomini, ma tutti uguali), tanto felice non sarei. Trovo che anche le piccole imperfezioni (che so, il naso un po' aquilino, gli zigomi un po' sporgenti, un neo particolare...) possano aggiungere fascino ed interesse.
    Poi, naturalmente, ci sono le bellezze caratteriali. Ma quelle le può scorgere solo chi non si accontenta del solo apparire fisico.

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