Matteo Toma, il Maestro Carpanese, Sidney Actis e, in basso, il Maestro Calcagnile
Immagini dei combattimenti
Un po’ per ingannare l’attesa, un po’ per spezzare la tensione, il nostro Maestro ed i ragazzi di Aosta hanno trascorso insieme parte del tempo, facendo riscaldamento tecnico.
Eccoli qui: ore 17.19, pronti a salire sul tatami per uno scontro diretto. Vada come vada, l’importante è divertirsi e fare esperienza.
Al termine degli incontri, i nostri amici si aggiudicano un primo ed un secondo posto: risultato più che lusinghiero!
La premiazione
Ma la mia scorpacciata di arti marziali era solo all’inizio! La sera stessa, infatti, a partire dalle 23 (orario sempre infelice, ahimè!), Italia Uno ha trasmesso Oktagon: appuntamento assolutamente imperdibile!
Il primo incontro, non valevole per la selezione di Oktagon, ha avuto per protagoniste due ragazze quanto mai toste ed agguerrite: Alice Caliguri ed Eleonora Leprini; nota, la prima, per essere stata recentemente nella "casa" del "Grande Fratello" televisivo (proprio vero, allora, che nulla è cattivo in senso assoluto... spiace soltanto che una guerrira per ottenere un minimo di visibilità debba far ricorso a simili squallidi mezzi). Dopo tre round di due minuti ciascuno, Alice si è infine aggiudicata il combattutissimo e tecnico incontro ai punti. Bello, bello, bello! Complimenti ad entrambe le atlete, che non si sono certo risparmiate, ed hanno offerto uno spettacolo di alto livello.
E' stata poi la volta dell'italiano Giorgio Petrosyan contro lo svizzero Mikel Colaj: anche in questo caso, bello scontro e giusta vittoria ai punti per il guerriero di casa.
Arnaldo Silva e Halim Issaoui sono stati poi i successivi ad affrontarsi; Silva, gran favorito dal pubblico, è stato a tratti superiore, ha fatto a parer mio un po' lo sbruffone, sbeffeggiando il rivale. Ho quindi esultato per la vittoria di Issaoui, che non si è lasciato scomporre e ha anzi reagito colpo su colpo, mentre il pubblico in sala, molto poco sportivamente, fischiava il risultato. Bellissimo, poi, il comportamento a fine scontro: i due atleti sono usciti abbracciati, un gesto di vera sportività che ho pienamente gustato.
Il belga Yassin Boudrouz ha poi incontrato l'olandese Murthel Groenhart - idolatrato, soprattutto pare dal pubblico femminile, in seguito alla sua partecipazione ad un reality show marziale - in un combattimento purtroppo estremamente breve: Boudrouz, già ferito all'arcata sopraccigliare in un precedente incontro, ha subìto un attacco al volto da Groenhart ed ha dovuto abbandonare il ring al primo round.
Ed eccoci così giunti alla finale: Issaoui contro Groenhart, per un derby olandese. Groenhart, da autentico show man, si è presentato con il volto coperto da una maschera raffigurante un teschio...
Comunque: il primo round è stato quasi dominato da Issaoui (con mia grande gioia), che ha più volte costretto l'avversario alle corde, ma già il secondo round si è presentato molto più equilibrato, con un Groenhart in netta crescita. Al terzo round, una poderosa ginocchiata di Groenhart al volto dell'avversario ha segnato l'inizio della fine ed Issaoui è capitolato.
Anche se tecnicamente preferivo Issaoui (peraltro più sobrio, quindi per forza di cose prediletto da me che non amo le "pagliacciate"), ho molto apprezzato l'incontro e trovo che il risultato finale sia stato equo. Mi è piaciuto molto anche il "dopo incontro", quando i due avversari si sono sportivamente abbracciati, tra gli applausi del pubblico. Un'ennesima dimostrazione del fatto che ciò che accade sul ring non preclude assolutamente la possibilità di rispetto e stima reciproci tra avversari, anzi.
Al di là della cronaca degli incontri, vorrei sottolineare come la differenza tra uomini e donne sia stata ancora una volta evidenziata: mentre i round tra la Caliguri e la Leprini venivano staccati da una sola donna, peraltro vestita, che teneva tra le mani il cartellone indicante il numero del round, i tempi tra gli uomini venivano scanditi ciascuno da quattro discinte ed ancheggianti fanciulle che simulavano lap dance strusciandosi sulle corde di bordo ring. Nulla in contrario, per carità, ma prego gli organizzatori affinchè, per la prossima edizione di Oktagon, provvedano a trovare quattro discinti ed ancheggianti rugbysti che delizino il pubblico femminile.