Quando ero piccola, proprio tanto tanto piccola, i miei genitori mi leggevano storie e fiabe. Appena sono stata un pochino più grande, ho voluto imparare a leggere da sola per poter scoprire quei mondi fantastici nascosti dietro alle parole. Il primo romanzo che lessi da sola fu "Piccole donne", il secondo "Il Corsaro Nero": i miei genitori mi hanno sempre lasciata libera di fare le mie scelte, non mi hanno mai rinchiusa negli stretti steccati delle "cose da femmina" o "cose da maschio" e così sono cresciuta giocando con bambole e macchinine, leggendo romanzi per ragazze e quelli per ragazzi, assecondando semplicemente i miei interessi.
Ebbene, io del Corsaro Nero mi ero anche un pochino innamorata: amavo la sua libertà, il senso di giustizia e dell'onore, il suo coraggio e la possibilità di gironzolare per isole misteriose e porti affascinanti.
Quello che ho provato questa estate, leggendo "La vera storia del pirata Long John Silver", mi ha riportato alla mente le sensazioni vissute tra le pagine di quei primi romanzi "da ragazzo".
Il libro ha del pazzesco già di per sé, a ben pensarci: Long John Silver non è un personaggio storico, è uno dei pirati inventati da Robert Louis Stevenson per scrivere "L'Isola del Tesoro"; che qualcuno, centocinquant'anni dopo (anno più, anno meno) avanzi la pretesa di scriverne la vera storia è quantomeno bizzarro.
Eppure eccolo qui il nostro Silver, che si racconta a Larsson così come aveva fatto anni addietro con Defoe, seduto all'Angel Pub, ingollando rumfustian capace di incendiare le budella.
Non tace niente, quel pendaglio da forca di Silver: scrive le sue memorie, il racconto di un uomo divenuto ormai più vecchio e più ricco di quanto avesse potuto immaginare, più vecchio e più ricco di tutti i suoi compagni ed avversari, passati a fil di spada o finiti impiccati dopo aver dilapidato autentiche fortune tra taverne e baldracche.
Forse non ci credeva neppure lui fino in fondo, eppure eccolo qui, in un'isoletta del Madagascar, ancora ricco e vivo, seppur pieno d'acciacchi, ma ancora libero. Già, perché questo, soltanto questo aveva voluto ed inseguito per tutta la sua esistenza: la libertà. Pronto a pagare qualunque prezzo per non essere schiavo di niente e di nessuno. Libero e vivo.
Ora, vecchio e malandato nella sua isola, si concede anche un istante di riflessione: "Vivere. A qualunque prezzo. È stato questo il mio scopo, lo riconosco volentieri. Ma a chi è toccato pagare, mi chiedo, ora che posso farlo a mente fredda? A spese di chi e di quanti ho vissuto?".
Un libro meraviglioso, secondo me, nel senso più vero del termine: stupefacente, il racconto scorre via per oltre cinquecento pagine senza mai annoiare, avvincendo come le migliori storie di pirati sanno fare.
Titolo: La vera storia del pirata Long John Silver
Autore: Björn Larsson
Traduttore: Katia De Marco
Editore: Iperborea
Anno d'edizione: 2017
ISBN: 9788870910759
(Anche questa è una delle mie letture d'agosto, uno dei quattro libri letti nel corso degli otto giorni di mare. Se volete leggere le mie recensioni degli altri le trovate a partire da qui).
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