"Susanna e i vecchioni", di Artemisia Gentileschi |
Le stroncature non fanno mai piacere.
E' molto facile criticare, persino stroncare con poche parole il lavoro di chi ha impiegato giorni, forse addirittura mesi od anni a realizzare qualcosa; senza neppure muovere un dito, con alcune semplici parole si può mandare in frantumi qualcosa la cui realizzazione ha richiesto impegno, dedizione, fatica.
Proprio per questo, di norma non stronco nulla e, data questa premessa, credo sia facile intuire che io mi tenga alla larga da tutta quella gente che proprio grazie a stroncature e maldicenze ci campa alla grandissima.
Il mese di febbraio, però, si è aperto con una grossa novità per me: non solo ho ascoltato con grande interesse una stroncatura rimbalzata su Twitter, ma l'ho anche condivisa in ogni sua più infinitesimale parte.
Tanto che, oggi, sono qui a scrivere questo articolo così da amplificare ulteriormente il messaggio lanciato da Michela Murgia nel corso del suo intervento nel programma "Quante storie" di Rai Tre.
Ad essere stroncato, senza possibilità d'appello, è il libro "La notte tu mi fai impazzire" di Pietrangelo Buttafuoco, pubblicato da Skira, e narra "le gesta erotiche di Agostino Tassi, pittore".
Ma di erotico, qui, non c'è nulla, niente che sia anche solo lontanamente accostabile al dio dell'amore Eros.
Agostino Tassi, personaggio realmente esistito, è passato agli onori della storia non certo per le proprie arti amatorie, bensì per il processo che lo vide imputato per aver violentato la pittrice - ben più talentuosa e, lei sì, passata alla storia grazie a meriti artistici - Artemisia Gentileschi.
Uomo violento e brutale, si macchiò di altri crimini verso svariate donne, che ne segnarono la vita e che la Murgia ha ripercorso brevemente durante il proprio intervento, sottolineando come l'idea di erotismo espressa dal Buttafuoco sia in realtà ancora molto diffusa.
In tempi in cui è stato coniato il termine femminicidio, in anni in cui una donna ogni tre giorni è vittima di violenza, in giorni in cui una "giornalista" del calibro di Barbara D'Urso asserisce che gli atti di violenza ai danni delle donne sono imputabili al troppo amore (qui l'articolo), ecco, io credo proprio che sia il caso di tracciare una linea netta, molto netta tra seduzione e violenza.
Meglio ancora sarebbe scavare un fossato invalicabile, uno degno dei migliori racconti medievali.
Lungi da me il voler affermare che amore e sesso debbano essere tutti cuoricini e miele, ciascuno è libero di interpretare il sentimento e la passione carnale come meglio crede, ma con un limite sacro ed invalicabile: quello della consapevolezza e della condiscendenza del compagno. Se siete entrambi adulti, consapevoli e consenzienti, lanciatevi pure in prodezze da cinquanta e più sfumature e buon pro vi faccia.
Ma lo stupro, il fracassare zigomi a suon di pugni, il gettare acido in faccia, capite bene che siano cose ben diverse. Pratiche che nulla hanno a che fare con l'erotismo, né con l'amore.
Concludendo, non mi resta altro da fare che abbracciare in toto la stroncatura operata da Michela Murgia e che riassume così: "Questo non è un libro scritto male, questo è un libro pensato male".
-> Il video integrale è disponibile qui.
P.S. Nonostante questo articolo sia inserito nella categoria "Cose che leggo", trattando di pubblicazioni e letteratura, mi pare ovvio che non ho letto né intendo leggere in futuro questo libro.
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