lunedì 19 settembre 2016

Il lavoro impossibile e il Paese delle Meraviglie

La scorsa settimana, a zonzo per un centro cittadino, ho notato affisso alla vetrina di un negozio d'abbigliamento un cartello per la ricerca di personale
Era richiesta età al di sotto dei 24 anni, bella presenza ed esperienza nel settore.
Sono entrata, perché insieme a me c'era un'amica in possesso di tutti questi requisiti e, pensate un po', alla ricerca d'impiego. 
Mi sono tenuta in disparte, fingendomi interessata agli abiti esposti, per dar modo alla mia amica di presentarsi alla responsabile, ma evidentemente non ero abbastanza lontana da non sentire le assurde pretese avanzate: la ragazza, oltre ad essere graziosa, giovane e dalla comprovata esperienza come commessa, dovrebbe conoscere alla perfezione almeno una lingua straniera, preferibilmente il russo o l'arabo, perché pare che questo stilista sia particolarmente apprezzato sulle sponde del Volga e del Don ed in Medio Oriente. Poi, oltre ad essere disponibile a lavorare su "turni flessibili", sarebbe preferibile se all'università fosse iscritta in facoltà di Economia o Turismo. 
Prima di deflagrare come una bomba, sono uscita dal negozio. 
Raggiunta poco dopo dalla mia amica, alla quale era stato proposto un contratto part-time (ma su turni flessibili, ricordate) per la ragguardevole cifra di 700 euro mensili.
Ora: va bene non essere choosy, va bene accontentarsi, va bene fare esperienza (peraltro già acquisita, visto che viene richiesta esplicitamente prima ancora del colloquio), ma non vi sembra di chiedere un po' troppo per un mondo reale? Non siamo nel Paese delle Meraviglie!
"Non credo vogliano davvero tutte quelle cose - ha detto la mia amica - Magari hanno già in mente qualcuno per quel lavoro e scoraggiano gli altri candidati". 
Forse ha ragione. 
Preferisco credere che dietro quell'improbabile elenco di requisiti ci fosse la solita, banalissima raccomandazione piuttosto che non la vera pretesa di trovare qualcuno che rispondesse appieno alla descrizione. 

Passiamo adesso dall'altra parte della barricata, dove si trovano clienti o committenti
Persone che vorrebbero che il lavoro fosse eseguito in fretta, bene ed in modo economico. 
Chiunque dovrebbe sapere che questi requisiti possono viaggiare appaiati, ma senza costituire un terzetto. Se desideri un prodotto realizzato in fretta ed economico, dovrai rinunciare alla qualità. Se vuoi qualità e rapidità, rassegnati a pagare salato il prodotto; mentre se è qualità ed economia ciò che cerchi, allora sappi che non potrai ottenere il prodotto alla svelta. 
Non è desiderio di "fare i preziosi", sono vere regole alle quali è impossibile sottrarsi.
Prendiamo ad esempio le marmellate, le confetture e le conserve che realizzo (e che non vendo, questo è solo un esempio!): se faccio economia sulle materie prime, acquistando frutta o verdura scadente, non potrò certo aspettarmi un prodotto squisito. E lo stesso avviene se cerco di velocizzare le procedure, magari riducendo i tempi di cottura ma dovendo così far ricorso ad addensanti o altri intrugli.
Nel mio caso, poi, in fatto di cibo il cerchio del "Buono, ben fatto" è molto più grande rispetto a quello del "velocemente" e dell'"economico": è a quello, al risultato buono, che miro, rendendo così marginale la rilevanza degli altri due fattori. 
E lo stesso si può dire per tutto ciò che realizzo, come ad esempio il fodero di spada: ho acquistato buoni materiali ed ho lavorato due giorni alla sua realizzazione, dal cartamodello al lavoro rifinito, di certo non lo venderei per 30 euro!
Se, per ipotesi, mi venisse commissionato un fodero da 30 euro, il mio committente dovrebbe rassegnarsi ad ottenere un prodotto o meno accurato nella realizzazione, o ottenuto da materiale più scadente. 
Perché è così che funziona nel mondo reale, a differenza che nel Paese delle Meraviglie. 

3 commenti:

  1. Sante parole Viviana, una realtà con cui mi confronto ogni giorno... e tu pensa a me, che di anni ne ho GIA' 30, quanto può suonare umiliante l'età massima fissata a 24 anni. A quanto pare ho già superato la data di scadenza... che brutto mondo.

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  2. Siamo tutti nella stessa situazione purtroppo! Io un giorno trovo un avviso di cercasi commessa in un noto negozio di intimo. Porto il curriculum (breve ma ho solo 20 anni) e mi accompagna mia mamma che intanto guarda i capi esposti nel negozio. La responsabile non guarda neanche il mio curriculum ma si rivolge direttamente a mia madre e le chiede se sta cercando lavoro lei come commessa!! Insomma preferiva una donna con esperienza piuttosto che una ragazza di 20, è assurdo!

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  3. Silvia, Vanessa, trovo che i vostri due commenti, sostanzialmente opposti, inquadrino alla perfezione il problema a cui mi riferivo.
    Grazie e a presto, incrocio le dita per entrambe (e pure per me, che non guasta)!

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