I "piccoli" si muovono in un mondo diverso da quello dei "grandi", in cui la geografia non è ancora fatta di nord e sud e neppure, spesso, di destra e sinistra, nel quale il tempo è un concetto astratto e capita non di rado di sentire pronunciare frasi come "Facciamo che andavo al mare".
Il mondo dei "piccoli" (soprattutto prima che inizino ad andare alla scuola elementare, che nonostante le varie riforme continuo a chiamare così per facilità di comprensione) è fatto di realtà sconosciute e del tutto nuove, alle quali i bambini si avvicinano, da un lato, osservando ed imitando ciò che fanno i "grandi" e, dall'altro, sperimentando attraverso il gioco: il fantastico è, per loro, non meno importante del concreto e sovente queste due dimensioni per noi tanto distanti per loro divengono tutt'uno, così che può capitare, giocando insieme a loro, di apparecchiare la tavola per dare da mangiare alla zia di Verona, alla bambola preferita e ad una principessa del tutto immaginaria convenute insieme, o di guidare un camion, fatto con uno scatolone, attraverso le onde del mare.
In questo mondo del tutto speciale, i bambini hanno anche una conoscenza sommaria del proprio corpo: sanno di avere una faccia, un naso ed una bocca, ad esempio, così come pure di avere due gambe e due braccia, ma provate a chiedere loro di piegare le ginocchia o di ruotare le spalle e vi troverete puntati addosso paia di occhi stupiti come se aveste pronunciato una formula magica.
Come fare, allora, per far sì che i bambini apprendano le posizioni base del T'ienshu ed eseguano i movimenti in modo corretto? Entrando, in punta di piedi, in quello che è il loro mondo. Muovendosi nel loro spazio e nel loro tempo, in quel fluido tutto presente nel quale fantasia e concretezza si fondono.
Così le mie lezioni si affollano di esploratori che devono avanzare faticosamente tra le sabbie mobili, di bambini-albero che devono avere piedi saldi come radici e gambe forti come tronchi, di cacciatori che devono acciuffare le code delle scimmie e di scimmie che devono essere leste a scappare, di ranocchie che devono spiccare alti salti, di leopardi che avanzano appiattiti a terra tendendo agguati, di coccodrilli pronti a mangiarsi chi cade fuori dal tappeto...
D'altro canto, provvedo pure a fornire loro il mio esempio di "grande" da seguire, mostrando posizioni ed esercizi e stimolandoli a fare come me.
Così la dimensione del gioco e quella imitativa vengono entrambe esplorate nel corso delle lezioni di T'ienshu, consentendo ai miei piccoli allievi di apprendere divertendosi e "giocando a fare i grandi".
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