E' da tantissimo tempo, ormai, che non aggiorno più il mio blog "Scattiliberi" e così, sentendomi un po' in colpa, ho pensato di inserire qui alcune fotografie scattate nel corso delle ultime vacanze estive trascorse nella splendida Sardegna (cliccate sulle foto per ingrandirle).
Il bacino del Mediterraneo non smette mai di stupirmi e affascinarmi per la sua complessità, confermandosi sempre una perla di biodiversità. All'interno del giardino di casa, ad esempio, è facile avvistare diversi uccelli (un po' meno facile è fotografarli, perchè si tengono a debita distanza!).
Una tortora dal collare o tortora orientale (Streptopelia decaocto), chiamata così perchè originaria dell'Asia e caratterizzata da uno stretto collarino nero bordato di bianco che spicca tra il piumaggio color caffelatte.
Questa qui sopra è una mezza frode. La prima volta che l'ho vista era stata di sfuggita e avevo notato solo un pezzetto dell'ala: la colorazione mi aveva fatto pensare che potesse trattarsi di un qualche uccello rapace. Naturalmente appena sono riuscita a vederla per benino mi sono accorta di quanto la mia ipotesi fosse sbagliata. Altro che rapace! E' una tortora (Streptopelia turtur), semplicemente.
Eppure un uccello rapace sono riuscita ad avvistarlo e, mi hanno detto, persino piuttosto raro! Eccolo qui sopra, fotografato mentre volava alto sopra il nostro gommone: un bellissimo (la foto non gli rende giustizia, ma era davvero lontano!) falco della Regina (Falco Eleonorae), così chiamato in onore della legislatrice sarda Eleonora d'Arborea, che nel XIV secolo stilò un codice di leggi nel quale inserì un articolo che vietava la caccia al falco e la predazione dei nidi.
Piuttosto diffuso lungo le coste mediterranee di Grecia, Croazia, Spagna e Marocco, è invece relativamente raro nella natia Sardegna, dove si registra la presenza stagionale di alcune colonie soprattutto sull'Isola di San Pietro e nel golfo di Orosei.
Di certo meno affascinante e dalla storia più comune è il cardellino (Cardelius cardelius), uccellino parente dei fringuelli che deve il suo nome alla pianta del cardo, dei cui semi pare essere particolarmente ghiotto. Presente in Italia durante tutto l'anno, questo piccolo granivoro viene anche allevato dall'uomo per il suo canto armonioso e piacevole. Questo ritratto nella foto è un esemplare giovane: gli adulti, infatti, sono riconoscibili grazie all'inconfondibile mascherina rossa attorno agli occhi.
E, a proposito di occhi, questo qui sopra è un occhiocotto (Sylvia melanocephala), un uccellino grande circa come un passero dal colore grigio, con un cappuccio di piume nero che arriva fin sotto gli occhi. Questo animaletto deve il suo nome proprio al colore rosso dell'anello di pelle che circonda l'occhio, che fà sì che sembra che abbia gli occhi cotti, arrossati. E' piuttosto diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, fino alla Turchia e al Mar Caspio, e ci sono persino delle popolazioni migratrici che arrivano nel nostro Paese provenienti dal Nord Africa.
Se non si può far affidamento sul cardellino per fare piazza pulita degli insetti più noiosi, si può sempre contare su questo piccolo e timido rettile: il geco (Tarentola mauritanica). E' un animaletto dalle abitudini crepuscolari e notturne, quindi è piuttosto difficile vederlo gironzolare lungo i muri in pieno giorno; la sera, invece, capita di scovarlo intento nella caccia a falene e insetti notturni. Secondo alcune fonti, pare che un solo geco possa arrivare a mangiare fino a 2000 zanzare ogni notte! Sarebbe, insomma, un vero e proprio caposaldo della lotta biologica a queste succhiasangue.
Una veloce e spietata cacciatrice diurna di insetti è invece la lucertola campestre (Podarcis siculus), un sauro che, nonostante il nome scientifico, è in realtà molto diffuso in Italia - soprattutto al sud - e non soltanto in Sicilia. Non trovate che abbia dei colori splendidi? La sua adattabilità ha fatto sì che la si possa trovare in molti ambienti diversi: prati e campi, muretti a secco e giardini, dune sabbiose e parchi urbani, frutteti e persino grandi scogli. Risalendo l'Italia verso nord, la lucertola campestre va via via facendosi più rara mentre aumenta la popolazione della lucertola muraiola (Podarcis muralis).
E il "mistero" del titolo? Eccolo qui sotto. Confesso la mia profonda ignoranza in fatto di entomologia e chiedo il vostro aiuto per dare un nome a questo insetto. La colorazione vivace, a strisce arancioni e nere, mi ha fatto pensare che potesse trattarsi di un animaletto in grado di secernere una qualche sostanza velenosa e che manifestasse con questi colori vivi la sua pericolosità, ma… potrebbe anche essere un astuto bluff per ingannare eventuali predatori. Insomma: per me è un vero mistero. Mi aiutate a risolverlo?
È una cimice delle piante, o "Graphosoma Italicum". P.S: passa dal mio blog, ci sono delle novità!
RispondiEliminaNo ma complimenti, bellissime foto.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Un geco mangia all'incirca 2000 zanzare a notte?
RispondiEliminaHo trovato il mio animale preferito!
Hai fatto delle foto bellissime, complimenti!
RispondiEliminaGli uccellini in libertà sono complicatissimi da fotografare, a me basta pensare "teleobiettivo" che scappano via (i miei del davanzale non contano perchè si fanno fotografare, anche se controvoglia, per pagarsi il vitto :-D ).
@ Dqu, grazie per la soluzione del "mistero animalesco"! :-)
RispondiElimina(P.S. Visto che sono passata? Mi piace molto la tua idea!)
@ Nuvoleblu, grazie mille e un abbraccio grande anche a te!
@ Baol, così pare. Potrei suggerire una letale accoppiata geco/pipistrello? Così… bye bye zanzare! ;-)
@ Cincia, grazie dei complimenti! In effetti non è facile fotografare questi animali e… io non sono certo una fotografa!!! Adesso però la cosa mi ha preso, mi sono appassionata e mi sa che mi dedicherò con un po' di serietà alla caccia fotografica. Spero di migliorare. :-)