domenica 14 giugno 2015

Essere cristiani: il rapporto tra uomo e donna e tra esseri umani ed animali

Una domenica dalle tematiche difficili, questa, per don Armando che, nell'omelia del mattino a Saronno, ha affrontato tre letture delle sacre scritture inerenti il rapporto tra uomo e donna e tra l'essere umano e le altre creature.

La prima, in particolare, era tratta dal libro della Genesi (Gen 2, 18-25): "All'inizio dei tempi Dio ha dato all'uomo un bue, perchè lo aiutasse ad arare i campi: "Grazie Dio, questo bue è proprio bello ed utile - gli ha detto l'uomo - ma non è un aiuto che mi corrisponde" e allora Dio da all'uomo l'asino, per aiutarlo a muoversi e a trasportare pesi, ma l'uomo ancora una volta gli dice che è molto bello questo animale, che è utile e ne avrà cura, ma non è proprio quello di cui ha bisogno. Dio, continua a fare finta di non capire i reali bisogni dell'uomo e gli da una pecora, da cui ricavare cibo e con cui ripararsi dal freddo, ma l'uomo ancora una volta non è soddisfatto: "Grazie Dio, adesso posso bere il latte e coprirmi con la lana, questa pecora è proprio utile e bella e ne avrò cura, ma non è proprio l'aiuto che mi corrisponde"... Alla fine Dio forma, plasmandola da una costola dell'uomo, la donna. Dalla costola perchè, come racconta una scrittura ebraica, non la ricavò dalla testa, affinchè lei non si sentisse superiore all'uomo, nè la ricavò dai piedi, affinchè non si sentisse inferiore, ma dalla costola, dal fianco, perchè gli fosse pari e compagna di eguale dignità.
Gli esseri umani hanno dignità, hanno un valore che non è equiparabile a quello degli animali. E se è giusto che gli animali abbiano diritti, vengano rispettati e custoditi come un bene prezioso, non bisogna cadere nell'errore di metterli allo stesso livello dell'uomo".

Errore che spesso viene fatto, umanizzando i nostri amici pelosi. Trattandoli come veri e propri membri della famiglia, come dei figli e non come ciò che in effetti sono: animali. Creature che vanno protette, rispettate, ma non umanizzate. Perchè umani non sono. E, in fondo, è proprio per questo che ci piacciono.
Talvolta, come rilevava don Armando, anche troppo: perchè gli animali non danno i problemi che possono dare un figlio o un parente anziano.
Amare chi ci accoglie scodinzolando è più facile che confrontarsi con chi contesta le tue decisioni perchè è adolescente, amare chi ci si acciambella in grembo facendo le fusa è più facile che avere a che fare con un genitore anziano magari affetto da demenza senile. Gli animali ci consentono "scarichi di responsabilità" che il confronto con i nostri simili non ci permette, ha detto il sacerdote.

"E intanto che barconi carichi di disperati attraversano il Mediterraneo c'è gente che si dice cristiana che compra le scatolette per cani e per gatti 100% carne italiana o biologica, mentre nel mondo quasi 800 milioni di persone patiscono la fame. E se si arriva a dire che un animale è meglio di un essere umano siamo a un passo dal dire che è meglio salvare un cane che una persona, dal consentire l'eutanasia perchè un nostro parente è anziano e malato o dal tollerare l'aborto; questi sono tutti temi collegati".
Temi difficili da trattare, come dicevo all'inizio, ma temi che meritano di essere affrontati, conosciuti ed approfonditi, perchè nessuno ha mai detto che essere cristiani sia facile, ma se si sceglie di esserlo bisogna cercare di esserlo fino in fondo, senza scorciatoie.

8 commenti:

  1. io credo, invece, che l'amore per gli animali non escluda l'amore per gli esseri umani e viceversa.Sono, ovviamente, amori diversi, ma credo che, nel mondo, più amore " circola" meglio è.
    Credo che chi nutre i gattini randagi sotto casa sappia anche donare al suo prossimo e farsene carico.
    Certo, quello che spaventa è l'ipocrisia: quella di chi ogni domenica va a Messa e si accosta alla Comunione e, appena uscito dalla Chiesa, firma la petizione di turno per far abbattere il campo nomadi..
    un abbraccio
    Emanuela

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    1. Ciao Emanuela. Certo, più amore circola e meglio è; il sacerdote non era certo contrario agli animali, mirava soltanto a puntualizzare le priorità.
      Ciao!

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  2. Emanuela, non penso che le parole del prete fossero "contro" gli animali e penso invece che fossero proprio come le hai interpretate tu. Infatti anche lui diceva che gli animali andavano apprezzati, protetti e rispettati (almeno questo è quello che ho capito io leggendo), ma senza ipocrisia e senza umanizzarli. C'è gente che compra vestiti firmati per il suo cane e lascia crepare di fame i barboni e magari va a messa tutte le settimane, ecco, penso che il prete criticasse questo atteggiamento.
    Ciao

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    1. Esatto Elena, hai perfettamente centrato il punto del discorso.

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  3. Anche io leggo l'omelia del parroco in questi termini.
    Una cosa non esclude l'altra. Amare gli animali non significa non amare gli uomini o viceversa. L'importante è non amare a senso unico.
    Un bacio
    Francesca

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    1. Francesca, hai ragione: una cosa non esclude l'altra. L'omelia del parroco era tutt'altro che "contro" gli animali.

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  4. Oltre che le parole io ho trovato utili per capire anche le fotografie: Viviana non ha messo immagini di cani e gatti normali, ma di cani e gatti trattati come esseri umani, vestiti come persone. Mentre persone vere, sempre nelle fotografie, frugano nell'immondizia e mangiano per terra.
    Io sono d'accordo con questo sacerdote: amare secondo me vuol dire accettare senza voler cambiare e amare un cane o un gatto significa perciò amarlo in quanto tale senza cercare di trasformarlo in un bambino.
    Max

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    1. Max, credo che tu abbia pienamente compreso ciò che veramente voleva dire don Armando. E, per quanto mi riguarda, sono d'accordo con te (e con lui): amo i miei animali domestici proprio perchè sono tali, non li costringerei a rinunciare alla loro "bestialità" vestendoli con abiti da bambino.
      Ciao.

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