venerdì 27 febbraio 2015

Maestro Shaolin ed assassino, fissata la data del processo di Aguilar

Le foto scattate dalla polizia basca in seguito all'arresto
E' stato fissato per il 20 aprile l'inizio del processo che vede imputato Juan Carlos Aguilar, Maestro di Kung Fu Shaolin o presunto tale balzato agli onori della cronaca internazionale dopo il brutale omicidio di due donne
L'uomo, che ora la stampa spagnola bolla in modo spregiativo come "falso Shaolin", è accusato di aver ucciso nel maggio e nel giugno 2013 due donne: Maureen Ada Otuya e Jenny Sofia Rebollo. Il processo avrebbe dovuto prendere il via tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo 2015, ma la data è stata posticipata in seguito alla rinuncia all'incarico dell'avvocato difensore: Javier Beramendi, uno dei più prestigiosi legali di Bilbao, ha infatti rassegnato le dimissioni quando stava per essere fissata la data dell'udienza ed ora, sebbene non sia ancora stato nominato un nuovo difensore, è comunque stata assegnata la data d'inizio del processo, le cui udienze termineranno il 5 maggio.
L'accusa, secondo cui Aguilar avrebbe compiuto entrambi gli omicidi con le aggravanti di "premeditazione e crudeltà", chiederà tra i 40 ed i 45 anni di carcere ed un risarcimento economico tra i 300.000 ed i 500.000 euro per le famiglie delle vittime. 

Una delle foto promozionali del Maestro Juan Carlos Aguilar
La stampa spagnola ha intanto ricostruito la probabile dinamica dei fatti: secondo quanto riportato da "La Vanguardia", Aguilar avrebbe incontrato Jenny Rebollo alle 3.20 del 25 maggio 2013, mentre lei si trovava con un uomo che la stava importunando e, dal momento che conosceva il "falso Shaolin", accettò di salire in auto con lui. Aguilar la portò così in palestra e, in un momento che non è stato possibile determinare con precisione, la aggredì picchiandola fino a farla morire, dopo di che ne smembrò il cadavere con l'intento di farlo sparire. Per quanto riguarda l'omicidio di Maureen Ada Otuya, gli scritti accusatori riporterebbero che alle 6.00 del 2 giugno 2013 l'imputato la contattò in prossimità del bar Canei e la portò presso la propria palestra dove "agendo in modo improvviso ed inaspettato, senza lasciare alla giovane alcuna possibilità di lotta nè di fuga, le bloccò braccia e testa, picchiandola brutalmente con l'obiettivo di finirla strangolandola con una corda"; in quel momento, però, fece irruzione la polizia basca, allertata dai vicini. Maureen, ricoverata in ospedale in coma, morì il 5 giugno in seguito ad un'encefalopatia anossica conseguente ad asfissia da strangolamento. 
Il procuratore ritiene che i fatti costituiscano due reati di omicidio con premeditazione, ciascuno dei quali prevede una pena di almeno 20 anni di carcere.

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