domenica 15 febbraio 2015

Carnevale, ogni fritto vale!

Concordano anche dietologi ed esperti di nutrizione: "sgarrare" ogni tanto non ha mai ucciso nessuno e, d'altro canto, che vita sarebbe mai un'esistenza fatta solo di rinunce? Io, che come sapete bene ho idee tutte mie in fatto di benessere, non mi lascio certo scappare l'occasione del Carnevale per gustarmi i dolci tipici di questo periodo dell'anno.
Bastano ingredienti semplicissimi e di certo già disponibili in casa (quindi in perfetto "stile Sopravvivenza") per preparare le "castagnole" o, come si chiamano a Milano e in Lombardia in generale, "i turtei". La ricetta originale dei turtei si perde indietro nel tempo, fino al Medioevo, e prevede ingredienti non esattamente leggerissimi, ma in quell'epoca ci si preoccupava di non schiattare di peste bubbonica o passato a fil di spada da qualche signorotto dal carattere poco conciliante e il colesterolo non si sapeva nemmeno cosa fosse. Bei tempi!
Io l'ho variata un pochino, aggiungendo, ad esempio, il succo spremuto dall'arancia, ma la quantità è talmente minima che serve soltanto a dare una leggera freschezza all'impasto. 

Ingredienti:
  • 250 gr di farina 00
  • 50 gr di zucchero
  • 50 gr di burro
  • 2 uova
  • 1 pizzichino di sale
  • 1/2 bustina di lievito
  • scorza d'arancia
  • succo d'arancio qb
  • acqua qb 
  • olio d'arachidi per friggere (lo so che il migliore sarebbe l'olio evo, ma per i fritti - soprattutto di dolci - è davvero, davvero, davvero troppo pesante come gusto)
  • zucchero a velo o miele o cioccolato 

In una ciotola metto il burro e lo ammorbidisco, incorporando lo zucchero e l'uovo; aggiungo poi la farina, il sale ed il lievito setacciati, continuando ad impastare, e la scorza d'arancia. Dal momento che l'impasto deve risultare piuttosto morbido (altrimenti i turtei resteranno duri duri), aggiungo un po' di succo d'arancia e, al bisogno, un po' d'acqua. 

Nel frattempo in un tegame metto a bollire l'olio e, appena è pronto, preparo delle palline con l'impasto, poco più grandi di una noce, e le butto nell'olio. Rigiro ben benino i miei turtei fino a quando sono ben dorati, poi li ripesco e li adagio sulla carta assorbente. Quando tutti sono pronti, li cospargo di zucchero a velo, o li tuffo nel miele o nel cioccolato fatto fondere a bagnomaria. E che Carnevale sia!

Ma, quando preparate questa ricetta, siate generosi, perchè, come ammonisce la filastrocca, gli egoisti restano senza frittata.

Crapa pelada la fà i turtei,
Gha na dà minga ai sò fradei;
i sò fradei fan la fritada,
Gha na dan minga a crapa pelada.

(Testa pelata ha fatto i tortelli, non ne da ai suoi fratelli; i suoi fratelli fan la frittata, non ne danno a testa pelata)

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