mercoledì 25 febbraio 2015

Come Zenigata aspettando Lupin III

Mi piace cucinare. Non sono uno chef, ma me la cavo abbastanza dietro i fornelli da potermi preparare ciò di cui ho voglia. Però, quando sullo scaffale del supermercato ho visto questi bicchieroni, non ho saputo resistere alla tentazione di provarli. Perchè mi è subito tornato in mente il povero Zenigata che, non potendo neppure concedersi pasti "veri" nella sua spasmodica caccia al super ladro Lupin III, trangugiava ramen istantanei puntata dopo puntata. E allora li ho comprati.
Il costo è abbordabile (siamo attorno all'euro e 50) e questi della Save Brand sono disponibili sia nella versione vegetariana che in quella Chicken Singapore e Seafood (io ho provato la vegetariana). La confezione è proprio quella che ci si aspetterebbe dopo aver visto puntate su puntate dell'anime di Monkey Punch: un bicchierino di polistirolo da aprire semplicemente sollevando il coperchio e nel quale versare acqua bollente.

Come accade spessissimo, "L'immagine sulla confezione ha il solo scopo di presentare il prodotto" (sebbene questo, nello specifico, non sia scritto da nessuna parte) e, infatti, aprendo il bicchierino ci si trova davanti ad un pugno di spaghetti e verdure sminuzzate. A questo punto basta aggiungere acqua bollente, richiudere il coperchio, aspettare cinque minuti - nel corso dei quali cercare le bacchette, che non sono vendute insieme al prodotto ma che sono assolutamente indispensabili per gustare i "noodolini orientali" con il giusto spirito - e mescolare prima di assaggiare.
Il profumo, appena si riapre la confezione, è invitante; il sapore è gradevole, sebbene troppo salato per i miei gusti. Comunque piacevole. I ramen hanno una bella consistenza, non diventano troppo mollicci, ed il brodo è saporito. Purtroppo la verdura è pressoché invisibile: sminuzzata tanto sottilmente da non essere percepibile dall'occhio umano o - e questa eventualità è persino peggiore - presente in quantità talmente minima che tutto il "lavoro" è compiuto dagli aromi aggiunti. 
Tutto sommato, però, credo che anche il vecchio Zazà nato dalla fantasia di Kazuhiko Kato avrebbe potuto mangiarli con soddisfazione durante uno dei suoi appostamenti al famigerato ladro gentiluomo. 

Leggeri e pratici, questi noodles si possono portare tranquillamente in uno zaino durante un'escursione, magari con le posate da campeggio invece che con le bacchette. Non sono certo quello che definirei un "pasto bilanciato", ma per la sopravvivenza sul breve periodo vanno bene. 
Al di là del gusto, andando oltre i valori nutrizionali, la vera sorpresa però è un'altra, ovvero la provenienza: nulla a che fare con il Giappone, nè con la Cina, nè con ciò che tradizionalmente consideriamo "orientale"; sono prodotti in Russia. E, a leggere questo, probabilmente a Zenigata sarebbero andati di traverso. A me no. Promossi con sufficienza piena. 

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