sabato 28 giugno 2014

Una passeggiata nei boschi

Non lasciatevi trarre in inganno dal titolo, il nostro Bill è un gran burlone e la sua "passeggiata nei boschi" è in realtà un'autentica avventura: il tentativo - in larga misura andato a buon fine - di percorrere l'Appalachian Trail, il sentiero naturalistico più lungo degli Stati Uniti, che si snoda attraverso ben 14 Stati dalla Georgia al Maine; talmente lungo che, come sottolinea piuttosto polemicamente lo stesso Bill Bryson, "la lunghezza dell'Appalachian Trail è un dato che colpisce per la sua approssimazione. Il National Park Service, che ha la peculiarità di distinguersi sempre in modi perlomeno inquietanti, riesce a fornire nel medesimo depliant le misure di 3405 e 3542 chilometri". Comunque, considerando la stima fatta dall'autore prima di intraprendere il cammino, per percorrere il sentiero dall'inizio alla fine occorrerebbero circa cinque mesi e cinque milioni di passi
Pensando a chi si appresta a compiere una simile impresa, la mente si popola di immagini di giovani ed aitanti amanti della natura, profondi conoscitori di boschi e sentieri nonchè di tutti i trucchi indispensabili per cavarsela nelle situazioni più diverse; ebbene, Bill non era nulla di tutto ciò: a 44 anni era, per sua stessa ammissione, completamente fuori forma ed aveva nozioni molto basic in fatto di campeggio e vita all'aria aperta, tanto che quasi tutte le persone alle quali comunicò la sua intenzione di percorrere l'Appalachian Trail "si sentirono puntualmente in dovere di riferirmi qualche orrendo aneddoto relativo a un ingenuo conoscente che si era incamminato sul sentiero con grandi speranze e un paio di scarponcini nuovi fiammanti ai piedi, e che aveva fatto ritorno due giorni dopo barcollante, con un gatto selvatico attaccato alla testa o un ruscello di sangue al posto del braccio, riuscendo solo a sussurrare con un filo di voce la parola orso! prima di cadere in uno stato di agitata incoscienza". Ma Bill, incurante di tutto ciò, decide di partire insieme al vecchio amico Stephen Katz (coetaneo e persino più malconcio di lui) per l'impresa.
Le Great Smoky Mountains
Immaginate due quarantenni americani, che si erano persi di vista anni addietro "disprezzandosi cordialmente" e che non hanno nulla in comune salvo il fatto di essere sovrappeso e con qualche acciacco, per i quali il concetto di "passeggiata" normalmente contempla un'escursione all'interno di un centro commerciale caldo in inverno e fresco in estate, che percorrono insieme un sentiero lungo oltre 3400 chilometri immerso nella natura (e mantenuto in stato decoroso solo grazie all'impagabile impegno di volontari), in cui solo sporadicamente si ha modo di incappare in qualche cittadina dotata di alberghi con veri letti ed autentiche docce. Il tutto con zaini pesanti fino a 18 chili sulle spalle. 
Un orso annusa incuriosito una tenda
nel Great Smoky Mountains National Park
L'avventura di Bill e Katz si svolge all'insegna della più completa incoscienza ed è costellata da contrattempi: bufere di neve, incontri con animali selvatici e con i più strampalati esseri umani, assalti di nugoli d'insetti, acquazzoni devastanti, qualche infortunio e svariati battibecchi. "Le distanze cambiano drammaticamente quando si percorre il mondo a piedi. Un chilometro diventa un bel pezzetto di strada, tre chilometri sono una distanza decisamente ragguardevole, venti è roba da stramazzare, ottanta sono pressochè inconcepibili" scrive Bill all'inizio del sesto capitolo, ma ben presto alla distanza non si pensa neppure più: "Non c'è nulla da pensare. Piuttosto, si esiste in una specie di mobile stato zen, con il cervello come un palloncino appeso a un filo, che accompagna il corpo senza esserne realmente parte. Camminare per ore e per chilometri diventa una sorta di automatismo, ovvio come il respiro. Alla fine della giornata non si pensa più Ehi, oggi ho fatto ventotto chilometri, proprio come non si pensa Ehi, oggi ho respirato ottomila volte. Lo si fa e basta".
Un lago nel Delaware Water Gap
Bill e Katz non hanno percorso per intero il sentiero, ma la loro esperienza è bastata a Bill per raggiungere l'obiettivo che si era prefissato, quello di conoscere la natura degli Appalachi prima che fosse troppo tardi: "Gli Appalachi sono dimora naturale di una delle più fantastiche foreste del mondo, e rappresentano ciò che resta della più ricca e diversificata area boschiva che abbia mai occupato la zona temperata del globo. E si tratta di una foresta in serio pericolo di sopravvivenza. Se nei prossimi cinquant'anni la temperatura del pianeta salirà di oltre 4 gradi centigradi, come non pare impossibile che avvenga, l'intero paesaggio naturale degli Appalachi al di sotto del New England potrebbe trasformarsi in una savana". Un'esperienza che, con le debite cautele e con maggior consapevolezza, è raccomandata a tutti gli amanti della natura.

Per approfondire: 

Autore: Bill Bryson
Traduttore: Giuseppe Strazzeri
Editore: TEA Avventure
Anno d'edizione: 2001 (prima edizione TEA Avventure)

2 commenti:

  1. Viviana che bel suggerimento di lettura! Molto interessante, sicuramente è un "viaggio" da intraprendere con cautela ma chissà che esperienze indimenticabili. Non oso pensare ai cambiamenti climatici e agli stravolgimenti che comporteranno sugli ecosistemi... e il tutto sarebbe anche accettabile, se venisse da Madre Natura (in fondo, le glaciazioni periodiche sono opera sua)... eppure stavolta è tutta colpa nostra. E ancora non ci fermiamo. Buon weekend, grazie del post!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Silvia, hai proprio ragione su entrambi i punti: da un lato è un libro che decisamente merita di essere letto e dall'altro, purtroppo, questa volta i cambiamenti climatici sono in larga misura imputabili al nostro operato. Grazie a te per il commento e a presto!

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...