martedì 19 marzo 2013

Festa del papà: tanti auguri e qualche riflessione

Ormai diversi anni fa mi ero trovata a scrivere un post sulla necessità di tutelare i papà (lo trovate qui): all'epoca non si parlava ancora di crisi economica, non nei termini di oggi almeno, eppure leggendo le notizie di cronaca avevo sentito la necessità di proporre di adottare un papà, italiano, più o meno come si effettuano le adozioni a distanza di bimbi nei Paesi in difficoltà. 

Sono passati svariati anni da allora, le morti sul lavoro sono diminuite ma non è una vittoria: secondo diverse fonti, infatti, questo decremento della mortalità non è dovuto ad un maggiore rispetto delle norme di sicurezza ma, molto più banalmente e tristemente, ad un minor numero di lavoratori. Con tutte le fabbriche e le ditte che hanno chiuso o delocalizzato, è diminuito il numero dei lavoratori e, di conseguenza, di coloro che rimangono infortunati più o meno gravemente lavorando (qui trovate un articolo del Sole 24 Ore con i dati Inail). Oggi, nel giorno della Festa del Papà, mi sembrava giusto tornare a puntare su di loro lo sguardo, sui nostri papà italiani. Ed è stato così, frugando tra le notizie di cronaca, che mi sono imbattuta nella triste notizia pubblicata da Roma Capitale News: proprio oggi, giorno della sua festa, un papà disoccupato di 58 anni, con due figli disoccupati a loro volta, si è gettato sotto un treno sulla linea Roma-Cassino. Ieri un imprenditore ultrasessantenne è stato salvato dai Carabinieri di Sarentino: l'uomo, originario della Lombardia ed amante dell'Alto Adige, si era recato tra le montagne intenzionato a gettarsi in un burrone, sopraffatto dalle difficoltà economiche (qui l'articolo su Alto Adige Gelocal). In quello che una volta era conosciuto come "il ricco Nord Est", quasi queste parole fossero tra loro indissolubilmente legate, nel volgere di una settimana si sono verificati tre suicidi per motivi finanziari, tanto che il Governatore del Veneto Luca Zaia ha parlato di "bollettino di guerra" al Corriere Nazionale.

E se i papà che possono contare su una famiglia amorevole se la passano male, certamente peggio va per i papà separati: già sul finire del 2010 la Caritas Ambrosiana di Milano si era resa conto di questa drammatica realtà ed aveva messo a disposizione dei padri in difficoltà un appartamento nei pressi di Città Studi con un canone d'affitto di 200 euro al mese nel quale trovare anche un sostegno psicologico ed emotivo (qui l'articolo). Potrebbe essere utile sapere, poi, che a livello nazionale esiste "Papà separati Onlus", presente con diverse sedi sparse lungo tutto lo Stivale, che si prefigge l'obiettivo di tutelare i diritti dei figli nella separazione e chiaramente anche quelli dei genitori separati.

Proprio in fatto di genitori, poi, si sviluppa la quantomeno singolare vicenda della scuola materna "Ugo Bartolomei" di Roma che ha deciso di abolire la "festa del papà" (salvando però la "festa della mamma") per non urtare la sensibilità di un bimbo che ha due mamme e nessun papà. Un'intera scuola, colma di bambini provenienti da famiglie più o meno tradizionali (non mancano certo i figli di genitori separati o divorziati nè quelli nati da seconde nozze), paga dunque il fio per le inclinazioni sentimentali e sessuali di due donne. Ma i genitori "tradizionali" intendono dare battaglia, a darne notizia è Il Messaggero

4 commenti:

  1. In mezzo a tanti spunti di riflessione trovo che la vicenda delle due lesbiche all'asilo sia allucinante!

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    1. Elena, onestamente concordo. La scelta affettiva e sessuale deve essere individuale, secondo me, e in nessun modo andare ad intaccare la serenità degli altri individui. Come si diceva un tempo: la mia libertà finisce dove comincia quella del mio prossimo. Ma forse questo modo di pensare è passato di moda, in questi tempi di prevaricazione.

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