domenica 7 febbraio 2016

Mongol, il film sulla vita di Gengis Khan

E' un film e non un documentario. Premessa ovvia e tuttavia necessaria, perché "Mongol" è tanto verosimile da poter essere confuso con una ricostruzione storica della vita di colui che, nato col nome di Temüjin, passò alla Storia come uno dei condottieri più potenti e sanguinari di tutti i tempi: Gengis Khan, capo supremo delle tribù mongole e fondatore del più grande impero terrestre di tutti i tempi. 

I "buchi" narrativi, a cominciare dal piccolo Temüjin che, sfuggito al nemico Targutai, corre a perdifiato nella steppa sterminata, priva di piste e sentieri e riesce tuttavia a tornare dalla madre, possono essere giustificati sia dalle scarse notizie storiche pervenuteci circa la figura di questo condottiero sia dall'alone di mito che ammanta la sua figura.
L'ampia - e storicamente errata - fanteria di "Mongol"
La mancanza di effetti speciali contribuisce certamente a far sì che lo spettatore creda alla storia narrata sullo schermo, complici anche le accurate ricostruzioni degli abbigliamenti - civili e da battaglia - e delle abitazioni dei popoli della Mongolia.

Il film narra la vita di Temüjin da quando, ancora bambino, nell'anno 1192, intraprende un viaggio con suo padre, sino alla sua nascita come comandante supremo delle tribù mongole. 
Börte (Khulan Chuluun) e Temüjin (Tadanobu Asano)
Ruolo determinante ha la moglie Börte, conosciuta mentre erano entrambi bambini e divenuta sua compagna e fidata consigliera; Temüjin l'amava tanto e ne aveva così grande considerazione che dopo di lui venne lei stessa incoronata Gran Khan. "Mongol" tiene conto dell'elevata rilevanza storica che questa donna ebbe nella nascita di Temüjin come Khan e la storia d'amore che li unì è ampiamente narrata nella produzione cinematografica. 

Dal punto di vista prettamente marziale*, balzano agli occhi alcuni evidenti errori storici, a cominciare dalla composizione e dai ruoli degli eserciti in battaglia. Mentre i mongoli dell'epoca sono storicamente noti come temibilissimi arcieri a cavallo, i combattenti di "Mongol" sono invece quasi tutti fanti che ingaggiano battaglia combattendo corpo a corpo con le spade. Uno strafalcione storico probabilmente giustificabile con ragioni cinematografiche: gli scontri sulla breve distanza, i combattimenti corpo a corpo e gli schizzi di sangue che in modo copioso fuoriescono dai nemici abbattuti tengono certamente gli spettatori più avvinti che non i più realistici ma "freddi" lanci di frecce sulla lunga distanza.
Unico vero onore alla storica e comprovata abilità dei cavalieri mongoli viene dato nel corso della seconda battaglia che vede Temüjin contrapposto al fratello di sangue Jamukha, quando la cavalleria sferra il proprio attacco brandendo spade in entrambe le mani, reggendosi in sella e governando i cavalli lanciati al galoppo con la sola forza delle gambe.

* Ricordate: in ambito di film e serie tv parlo di arti marziali intendendole nel loro significato di arte del combattimento, l'ars pugnandi di romana memoria, e non di discipline marziali specifiche e codificate.

2 commenti:

  1. l'ho visto tanto tempo fa... a me è piaciuto tanto!

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    1. Valeria, anche a me questo film è piaciuto molto, soprattutto per ambientazione e ricostruzione antropologica; dal punto di vista dei combattimenti, come detto, non c'è grande verosimiglianza, ma è un peccato a parer mio perdonabile.
      Ciao e grazie del commento.

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