mercoledì 11 giugno 2008

Quando l'assassino è italiano (e la vittima romena)


Dopo il post sulle morti sul lavoro e quello sulla paura dello straniero, eccomi a raccontare una storia brutta, bruttissima, in cui l'umanità viene annientata.

E' la storia di due datori di lavoro, italianissimi, che uccidono il proprio dipendente, romeno, per intascare i soldi dell'assicurazione.
E' una storia tristemente vera.

Qui trovate l'articolo del Corriere della Sera, cliccando sulla foto d'apertura trovate invece un altro articolo.
Per non dimenticare Adrian.

3 commenti:

  1. Il discorso è lo stesso del tuo post"La Paura fa novanta"...
    si fa di tutta l'erba un fascio, e in più non si dà rilievo a queste notizie, mentre si parla (oggi al radiogiornale su Radiodue) del fatto che a Roma hanno scelto di non mettere su i maxischermi per la partita degli europei con la Romania, per evitare problemi... non dico che abbiano sbagliato per carità, ma perché sottilineare il negativo legato a loro e non a quello che invece facciamo noi? e poi si confondo le idee alla gente, si mescolano rom e rumeni come se fossero tutti la stessa cosa... vabbé, scusami Viviana, mi faccio prendere la mano, ma non sopporto l'informazione pilotata, e deviante che impera ai giorni nostri...

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  2. Concordo, purtroppo, con te e con chi ha commentato sopra.
    Aggiungo che anche i rom e forse essi ancor più, sono vittime di questa "confusione" pilotata; sicuramente se c'è "disordine" serve qualcuno che metta ordine...

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  3. * Vale, io adoro che tu ti faccia prendere la mano! Queste cose (l'informazione pilotata che non informa, la strumentalizzazione di certi avvenimenti e l'oblio in cui se ne relegano altri...) fanno indignare moltissimo anche me (per questo ne parlo, eh!) e sono lieta che l'indignazione ed il senso di giustizia scuotano ancora gli animi! Un abbraccione!

    * Rosaspina, ciao! Concordo con te. Storicamente, però, purtroppo, non è che l'ordine abbia portato molta prosperità e gioia... Quando i treni partivano in orario e si potevano lasciare le porte di casa aperte, mi è stato detto che i treni erano diretti in certi campi di lavoro con all'ingresso scritto "Arbeit macht frei"... :-(

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