giovedì 23 maggio 2013

Italia. Lavoro. I viaggi della speranza

E' forse la più nota legge del Mercato, quella della domanda e dell'offerta. Se un bene è molto diffuso, se ce n'è ampia offerta, allora la domanda può essere soddisfatta per quanto ampia sia e, di conseguenza, il costo di questo bene è molto basso; viceversa, se qualcosa è estremamente raro, per averlo occorre sborsare un sacco di soldi. Ci sono poi giochetti che manipolano questa legge, plasmandola come un bambino farebbe con un pezzo di plastilina: i diamanti, ad esempio, non sono poi così rari, ma la loro estrazione e lavorazione vengono limitate da decisioni prese a tavolino così da poterne mantenere elevato il costo. Ma non è questo il punto. 
Il punto è che, in questi anni, in Italia c'è un bene estremamente diffuso e, quindi, di scarsissimo valore economico: le persone in età lavorativa. Tra disoccupati, inoccupati, cassintegrati ed esodati, milioni di persone affollano la penisola senza un lavoro, troppi e troppo vecchi per poter essere inseriti in qualche contratto di apprendistato-inserimento-progetto-collaborazione, troppi e troppo giovani per potersene andare in pensione e smetterla di accodarsi fuori dai Centri per l'Impiego. Senza contare i pensionati che, dopo una vita di lavoro, non hanno soldi a sufficienza per vivere.
Secondo l'Istat nel 2012 le persone in difficoltà economica - perchè uno stipendio non l'hanno mai avuto o perchè avevano un lavoro e l'hanno perso - sono 14 milioni e 928 mila, pari al 24,8% della popolazione. Il che, in soldoni, significa che se state chiacchierando con un gruppo di tre amici, uno di voi quattro fatica a pagare le bollette, o a garantire la mensa scolastica ai figli, o a mettere insieme il pranzo con la cena.

Di questi tre ipotetici amici, qualcuno pensa di tirare a campare scippando vecchiette o rapinando farmacie, qualcun altro invece risponde a tutti gli annunci di lavoro che gli capita di trovare e che corrispondano più o meno lontanamente al proprio profilo. Chi sceglie di seguire la via onesta può così incappare in un annuncio di lavoro di questo genere, pubblicato su un quotidiano locale: "Società specializzata nell'erogazione di servizi per la P.A. ricerca collaboratori [...]. Profilo del candidato: diploma di scuola superiore con orientamento informatico; buona conoscenza del pacchetto Office e dei database relazionali: MS Access e MySQL; capacità di lavorare in team, motivazione, senso di responsabilità, attitudine ai rapporti interpersonali [...]". Vi prego, fate finta che io vi possa vedere e, se il vostro profilo corrisponde almeno per i 3/4 a quanto richiesto, alzate la mano. 
A meno che non abbia lettori ultrasettantenni e con gravi problemi relazionali, immagino di vedere una selva di mani che si levano al cielo. Chi non ha mai utilizzato gli applicativi Office, non foss'altro che per scrivere una lettera in Word o calcolare le spese condominiali con Excel? Chi è tanto misantropo da volersi tramutare in eremita e rifiutare di lavorare in team, rifuggendo qualsiasi rapporto interpersonale?
La P.A., ovvero sia Pubblica Amministrazione, poi, ha ancora il suo fascino: nell'immaginario collettivo, grazie anche alle campagne diffamatorie di brunettiana memoria, chi riesce ad intrufolarsi nei meandri del lavoro pubblico ha un impiego garantito fino al pensionamento, impiego per di più poco impegnativo e sostanzialmente da "fannullone" (virgolettato, in quanto citazione di Renato Brunetta). E, coi tempi che corrono, anche se Brunetta si sbagliasse e ci fosse da spaccarsi la schiena, un lavoro a tempo indeterminato è pur sempre più che appetibile! 

Non c'è da stupirsi, dunque, se a questo annuncio abbiano risposto una valanga di aspiranti lavoratori. Alcuni di loro, convocati per il colloquio conoscitivo a Milano, sono arrivati all'appuntamento persino da Sicilia e Calabria. Autentici viaggi della speranza. La speranza di un impiego. 
Ed è a questo punto che torna prepotentemente in scena la Legge di Mercato prima enunciata. Già, perchè solo dopo aver risposto al vostro curriculum, solo dopo avervi fatto prendere un aereo e pernottare a Milano o nelle vicinanze, soltanto allora vi viene comunicato - se avete superato la selezione iniziale - che l'impiego è un part time di sei mesi retribuito "circa 600 euro mensili". 
Tanto per non perdere il gusto delle citazioni ministeriali, ci piace ricordare Elsa Fornero ed il suo invito ai giovani a non essere "choosy": imparate ad accontentarvi di quel che passa il convento, cari ragazzi comuni mortali, chè gli impieghi a tempo indeterminato e ben retribuiti se li son già presi "gli amici di..." e "i parenti di...", come ad esempio tal Silvia Deaglio, 37 anni e ben due impieghi a tempo indeterminato nel proprio campo di studi (peraltro studi brillantissimi, nulla da eccepire: laurea in Medicina a 24 anni, oncologa a 28, dottorato in genetica umana a 32), che non ha mai dovuto rinunciare ad essere "choosy" e non si è mai adattata a fare la cassiera o la cameriera da McDonalds per arrivare a fine mese, forse aiutata dal fatto di essere figlia proprio dell'ex Ministro Fornero. 

Quindi, caro il mio giovanotto calabrese, bella la mia signora siciliana, se ti sta bene puoi prenderti un appartamento in affitto in Lombardia, pagarti vitto e alloggio oltre naturalmente alle spese di trasporto fino al luogo di lavoro e il tutto per la straordinaria opportunità di lavorare sei mesi per circa 600 euro. Altrimenti torna pure a casa tua. Arrivederci e grazie. 
A questo punto non mi stupirei se il giovanotto calabrese o la signora siciliana, magari in coro, citassero insieme Beppe Grillo, uno che ministro non è, ma che si sta imponendo sulla scena politica italiana, e gridassero un liberatorio "Vaffanculo!".

Qualche link

2 commenti:

  1. E mi raccomando, giacca e cravatta a lavoro.

    Morissero domani.

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  2. Choosy? Mi ricorda quando Monti disse "il lavoro fisso, che noia", scatenando volontà omicide nei suoi confronti: l'abitudine non si perde -_-

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