Cosa avete fatto di bello lo scorso fine settimana?
Io ho fatto una capatina nel XIV secolo...
(Come sempre gli ingrandimenti delle foto li trovate su Scattiliberi)
La lavorazione della lana ed il ricamo accanto al camino...
Lo "scaldino", nel quale veniva messa la brace del fuoco, ed il forno per il pane...
Le case di ringhiera...
Le modeste abitazioni...
Gli animali che garantivano la sussistenza...
Ma, a ben guardare, qualcosa di stridente c'è... grembiuli personalizzati e bicchieri di plastica...
viandanti infagottati con le borse della spesa...
Ed ecco svelato il mistero!
Ma, a ben guardare, qualcosa di stridente c'è... grembiuli personalizzati e bicchieri di plastica...
viandanti infagottati con le borse della spesa...
Ed ecco svelato il mistero!
Si tratta di una rievocazione storico-religiosa a favore della chiesa di Sant'Antonio Abate a Saronno.
Dell'antico luogo di culto si hanno notizie documentate sin dal 1385 e, in occasione dell'epidemia di peste verificatasi nel 1576, venne costruito il lazzaretto attiguo tornato a rivivere in occasione di questa rievocazione.
Vin brulè, cassoeula, uova vengono venduti ai visitatori e l'intero ricavato va a sostegno dell'antica chiesa: lo scorso anno, in occasione della prima rievocazione, sono stati così racimolati i fondi necessari al rifacimento del tetto e quest'anno l'impavido gruppo di volontari ha sfidato il freddo pungente con l'obiettivo di raccogliere quanto basta per un restauro delle opere in muratura.
Qui sotto inserisco un'immagine "by night" della facciata della graziosa chiesetta (in realtà erano soltanto le 17.45, ma il cielo era già buio), con il proposito di scattarne quanto prima una in versione giornaliera.
Per chi, poi, come me, è un goloso, ricordo che sabato prossimo, 17 gennaio, in occasione della festa di Sant'Antonio, verranno allestite le tradizionali bancarelle di dolciumi e prodotti tipici.
Praticamente un tuffo nella mia infanzia...
RispondiEliminaPure i SCARPEZ ci sono...
Ciao Kai! ...Ma cosa sono i Scarpez?...
RispondiEliminaCiao bellezza mia, buonissima giornata! :-)
Le prime foto mi hanno richiamato alla mente "L'albero degli zoccoli" di Olmi (Kaishe, io ho fatto un tuffo nei ricordi dei miei nonni), ma fra tutti i tuoi scatti a incatenarmi a sè è stato quello delle oche.
RispondiEliminaFinita la rievocazione però le lasciano libere, vero? Non se le mangiano, vero? Giuramelo! :D
Vivi... sono le scarpe di tela fatte a mano dalle nostre nonne e mamme... la mia le farebbe ancora se per cucirle non ci volesse troppa forza delle mani. ma si sfoga con quelle fatte ai ferri di lana...
RispondiEliminaRoss... stupendo il film di Olmi... le atmosfere pur non essendo proprio quelle dei miei tempi erano molto evocative.
@Kaishe: ovviamente nemmeno io ho vissuto quelle atmosfere, ma ci vengo calata con la mente curiosa e il cuore spalancato ogni volta che ascolto i miei nonni raccontare della loro giovinezza.
RispondiEliminaL'albero degli zoccoli è stato girato a una manciata di chilometri da casa mia. Quando l'uomo che ha interpretato il Batistì è morto, pochi anni fa, ho visto molte delle persone più anziane del paese in lutto per lui, anche se non lo conoscevano di persona. Questa cosa mi ha commossa e mi commuove ancora davvero tanto.
Questo film racconta un pezzo della storia della mia terra, è incastonato nell'anima dei suoi abitanti, e lo sento come un piccolo preziosissimo patrimonio della nostra memoria.
Un saluto
* Ross, no, non se le mangiano! E non fanno neppure quelle cose del tipo "corsa delle oche" o simili. Così come conigli e capre, anche le oche vengono riportate via dai loro legittimi proprietari. Poi, però, se i legittimi proprietari li tengono come animali da compagnia o ne fanno fricassee non lo so... :-S
RispondiEliminaBello il film di Olmi!
* Kaiiiii, che meravigliaaaaaaa!!! Le "pepottone" di lana che tengono caldi caldi i piediiiiii!!! Io li ho sempre gelati, pure a luglio... quindi immagina che invidia a sapere che tu hai in casa chi riesce a fabbricar pepotte... :-)
Vivi... ora faccio la parte della mia mamma:
RispondiElimina"Che colore hai la vestaglia da camera?"... così in un modo o nell'altro te le faccio pervenire!
Nel millequattro quasi milleccinque? :)
RispondiEliminaChe bello mi piacciono un sacco queste rievocazioni cerco sempre di partecipare a quelle che fanno dalle mie parti!
* Kai, la vestaglia da camera sarebbe troppo da signora... per una sportivona/truzzetta come me è obbligatoria la felpona! He! He! He!
RispondiEliminaChe comunque è grigia. Ma lo sai che il tuo è un pensiero gentilissimo? Dai, niente "omaggi", se no m'imbarazzo...
* Crampo, peggio ancora che in "Non ci resta che piangere", qui si era nel milletrecento quasi millequattro... :-)
Anche a me è piaciuta molto la rievocazione e soprattutto mi fa piacere il fatto che sia fatta per tutelare, proteggere e mantenere un edificio storico del nostro bellissimo Paese. Ciao!
Viviana cara... alla mia mamma fa molto piacere quando le dico che ho delle amiche lontane e che le voglio "raggiungere" con qualcosa fatto da lei...
RispondiEliminaFacciamo che, per non lasciare indirizzi in giro, lunedì ci troviamo in blog a un'ora che ci è consona (o martedì...) e ci scalbiamo la mail per poterci dire in privato dove abitiamo...
Che dici?
Ehi... oltre ad esserci una foto "nuova"... oggi mi prende i voti sulle foto che avevo già votato...
RispondiEliminaDunque ne traggo la conclusione che i voti multipli non li accetti solo a parità di data...
Se è così, domani ripasso!
Ciao cara Viviana...
* Kai, davvero non so come ringraziare te e tua mamma, ma non vorrei approfittarne... Siete gentilissime, davvero... Dai, ci aggiorniamo via mail, così ne parliamo più in privato.
RispondiEliminaGrazie anche per i voti alla foto, sei un vero tesoro! :-)