mercoledì 16 marzo 2016

Vegetariani? No, reducetariani. La nuova frontiera del mangiar sano

Pare che siano molti i vegetariani ed i vegani che ci ripensano: secondo una recente indagine dello Human Research Council (HRC), oltre l'80% di chi decide di dire addio a carne, latticini e derivati torna sui propri passi entro un anno. 
Io - chi mi segue da più tempo lo sa - mi sono sempre definita "quasi vegetariana" o anche "vegetariana sociale", nel senso che a casa mia cucino quel che mi pare, ma quando sono ospite mangio quello che mi viene messo nel piatto cercando di non fare la rompiballe. 
Il mio atteggiamento, talvolta criticato e persino visto come atto di alto tradimento da alcune frange più estremiste dell'alimentazione cruelty free, trova ora nobilitazione dal fatto di essere stato copiato non solo da moltissimi "carnivori di ritorno", ma da grandi nomi del mondo dello spettacolo.
Ebbene sì, signore e signori, non chiamateci più voltafaccia: siamo reducetariani!

I motivi possono essere molti: vuoi perché non si vive di solo tofu, vuoi perché è difficile resistere alle tentazioni della carne (insaccata o alla brace), fatto sta che anche la ex vegana Natalie Portman - la Padme di "Star Wars", la Evey di "V per Vendetta" - ha fatto marcia indietro ed abbracciato il neonato reducetarianesimo, così come pure Anne Hathaway - protagonista di "Pretty Princess", "Il diavolo veste Prada" e "Interstellar" - e tra i sostenitori di questa "nuova" alimentazione c'è persino lo chef vip e pluristellato Michelin Alain Ducasse, che ha dato un deciso taglio a carne e pesce nel menù del suo ristorante parigino.
Meno proteine di origine animale nell'alimentazione, dunque, ma di maggior qualità: questo stile alimentare, infatti, predilige i prodotti della filiera corta, i bio, i Km0. All'insegna del "poco ma buono".

La "sfida" iniziale, per chi vuole intraprendere la via del reducetarianesimo, consiste nel ridurre il consumo di carne per 30 giorni (ridurre, badate bene, non eliminare; cosa che tranquillizza subito gli amanti dello spiedino, gli irriducibili della braciola). La semplicità di questo "nuovo" regime alimentare è uno dei punti che, secondo il suo ideatore, ne dovrebbe garantire il successo. 
E, sempre secondo Brian Kateman, anche l'ambiente beneficerebbe molto di questa scelta: vegetariani meno intransigenti, vegetariani part-time se volete, ma per periodi di tempo sensibilmente più lunghi rispetto ai dodici mesi entro i quali vacillano gli estremisti ed anche in numero maggiore, attratti dalla semplicità di poter seguire questo stile di vita, che non nega né rinnega la bistecca. 

Io, come sempre incurante delle mode, vado avanti per la mia strada. Ma magari mi atteggerò anche un po': in fondo, sono una delle più antiche e convinte reducetariane... 

8 commenti:

  1. Viviana, come sempre vince il buon senso. Credo che chi decide di abbracciare la scelta totalmente vegetariana per profonde convinzioni etiche faccia bene e possa durare una vita intera su questa strada. Chi lo fa "per moda" o senza sentirselo completamente, dopo qualche tempo inevitabilmente torna sui propri passi. Secondo me le parole chiave, al di là di tutte le critiche da ogni parte (si è "estremisti" o "incoerenti" a seconda di chi ci giudica), sono: buonsenso e onestà con se stessi. Ciascuno di noi sa bene cosa, quanto e come può fare per scegliere nel proprio quotidiano un'alimentazione diversa... non sapevo che esistessero i "reducetariani", ma a quanto pare lo sono anche io! Anche se le etichette mi piacciono poco, basterebbe che ciascuno di noi limitasse davvero la carne, per la salute, per l'ambiente e per il benessere animale. Poi che ci chiamino "reducetariani", "incoerenti" o "sciocchi" non importa, contano le azioni concrete :-)

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    1. Silvia, il nostro essere in sintonia tanto spesso e su argomenti tanto differenti a volte mi impressiona! :-D

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  2. In effetti una vita senza bistecca mi pare triste... Ridurre però si può. Lo chiede la natura, l'ambiente, e lo dice anche Papa Francesco nella sua "Laudato sì".
    A proposito: buona Pasqua!
    Serena

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    1. Esatto Serena, è una richiesta che giunge da più parti e non serve essere "ambientalisti convinti" per rendersi conto che spesso l'essere umano vive al di sopra delle proprie possibilità, depredando quella natura che invece dovrebbe proteggere e custodire come una casa ed una cosa preziosa.
      Grazie del commento, ciao e a presto.

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  3. Nemmeno sapevo che esistessero i reducetariani eppure lo sono anche'io!

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    1. MaTeo, credo che i reducetariani inconsapevoli siano più di quanto si pensi...
      Ciao e grazie del commento, a presto.

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  4. Accidenti Viviana, non si può far qualcosa che subito qualche vip lo copia ;D
    Per me non cucino carne ma, quando sono a casa di altri mangio quel che c'è e lo apprezzo; abbiamo qualcosa in comune.

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    1. Eh, hai proprio ragione Vera: è difficile essere copiati dalle star, ma facciamocene una ragione! :-D
      Benvenuta nel nutrito clan dei reducetariani e grazie del commento, a presto.

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