giovedì 11 luglio 2013

La caponata rivoluzionaria

Cosa fa una lombarda d.o.p. quando la calura estiva si fa sentire e le melanzane diventano splendide? Ovvio: si mette in cucina, fà fagotto di tutte le proprie abitudini culinarie e si prepara una solenne caponata
La caponata è un piatto di indiscutibile origine siciliana, geograficamente niente di più lontano da me che sono nata e cresciuta a due passi dal confine svizzero, ma se viviamo in un mondo sempre più piccolo, se ci è dato modo di sperimentare la cucina di altre culture e Paesi esotici, perchè mai dovremmo privarci del sublime piacere di una caponata coi fiocchi?
La prima volta che l'ho mangiata preparata da un'autentica siciliana di Sicilia (di Patti, per la precisione), è stato un tripudio di gusto, un'estasi di sapore, e anche se la mia non sarà certamente all'altezza dell'originale, ecco a voi la mia caponata made in Lombardia.
Prima di cominciare, però, è necessario che dimentichiate tutte le mie abitudini culinarie delle precedenti ricette: già, perchè Signore e Signori, qui di sale se ne usa eccome. E si frigge persino! Questa è una ricetta rivoluzionaria!

Scioccante? Lo so, non vi sareste mai aspettati di leggere una cosa simile su questo blog... Se volete ricette light e rigorosamente salt-free potete tranquillamente puntare sul pollo all'orientale, o, se cercate qualcosa di vegetariano, ci sono le  penne da corsa, oppure le melanzane ripiene di... melanzane, ma qui, oggi, si usa il sale e si frigge a pieno regime!  Vi ho stupiti con effetti speciali, eh? E vedrete che il gusto del risultato saprà sorprendervi persino di più!

Ingredienti:
4 melanzane belle sode
olive verdi (quelle vere, non quelle da aperitivo)
capperi
1 cipolla
3 o 4 cucchiai di passata di pomodoro (di quella buona)
olio extravergine di oliva
3 cucchiai di aceto di vino bianco
2 cucchiai rasi di zucchero

Si lavano ben bene le melanzane, si tagliano a cubetti di circa 2 centimetri e si piazzano con il sale a "far acqua" all'interno di uno scolapasta con dei pesi sopra, che le pressi per almeno un paio d'ore (in pratica, il sale "asciuga" le melanzane, facendo loro perdere l'amaro con l'acqua che ne cola via dai buchini dello scolapasta). Dopo averle asciugate si friggono in abbondante olio extravergine d'oliva (non dite "Oddio! Oddio!", certe ricette non avrebbero senso in versione light, fidatevi!).
Nel frattempo in un bicchiere si prepara l'agrodolce, mescolando l'aceto con i cucchiai di zucchero: l'agrodolce ideale si ha quando i sapori sono bilanciati e nè l'aceto nè lo zucchero prevale, quindi nel caso aggiustate le dosi secondo il vostro gusto.
Si levano i noccioli dalle olive e si lavano i capperi per levar loro il sale superfluo. In una padella antiaderente si mette la cipolla affettata sottile sottile, con un po' d'olio, e la si lascia imbiondire, poi si aggiungono i capperi e le olive ben asciutti ed i cucchiai di passata di pomodoro. Dopo circa un quarto d'ora ho aggiunto l'agrodolce, mescolando ben bene, e alla fine ho aggiunto le melanzane fritte in precedenza; ho mescolato tutto e lasciato cuocere per altri cinque minuti.
Una volta spento il fornello, non resta altro da fare che armarsi di santa pazienza, perchè la caponata va mangiata tassativamente fredda e bisogna anche lasciarle il tempo affinchè tutti i sapori si mescolino per benino, fondendosi l'uno nell'altro.
L'ideale è mangiarla il giorno seguente (e infatti la mia amica di Patti l'aveva preparata il giorno prima della nostra cena insieme!) ma, notiziona!, si può persino surgelare. L'importante è, come sempre, assicurarsi di fare un perfetto sottovuoto con i nostri barattoli, per non correre alcun tipo di rischio in cucina. Così potremo affrontare un inverno senza crisi d'astinenza da caponata.

Ma come si mangia la caponata? Nasce come accompagnamento al capone - tutto minuscolo, non è il gangster italo americano, ma il pesce altrimenti noto come lampuga (Coryphaena hipporus) - e quindi sarebbe un contorno, ma se siete vegetariani potete prepararne in abbondanza e gustarla come piatto unico o sui crostini di pane. C'è persino chi l'ha utilizzata per condirci la pasta, quasi fosse un sugo alla Norma rivisto e corretto (io così non l'ho mai provata e di certo gli esperti di gastronomia inorridirebbero al solo pensiero, ma questo in fondo è un blog di arti marziali, mica la versione povera di Master Chef!)

2 commenti:

  1. Mia madre fa una variante della caponata siciliana, da noi si chiama "peperonata".
    Frigge peperoni, zucchine, melanzane e patate per poi unirle tutte in un sugo fatto di pomodori pelati, origano e olive.
    E' buona, ma è pesantissima. Ogni tanto la faccio anche io qui, ma griglio tutto e ovviamente non metto sale (mangio senza sale da più di anno!).
    Si usa come ripieno per panini, come contorno, oppure come condimento della pasta. E ovviamente si fa solo in estate.

    Ti scrivo la ricetta del dulce de leche. E' una crema spalmabile, la versione argentina della nostra nutella. Me l'hanno fatta provare una volta i miei parenti argentini e sono rimasta davvero stupefatta. Ricorda il mou. E' sensazionale.
    Servono un litro di latte intero, 250 gr di zucchero (c'è chi ne mette di più), un po' di vaniglia (a scelta) e un pochino di bicarbonato (mezzo cucchino, se non sbaglio serve a dar colore).
    Per prima cosa metti il latte dentro una pentola alta, poi lo zucchero, il bicarbonato e verso la fine la vaniglia. Bisogna cuocere tutto a fuoco medio, mescolando spesso con un cucchiaio di legno.
    La cottura è molto lenta, ci vogliono due ore o più se lo preferisci più denso (a me piace molto denso!). Man mano che si cucina diventa più scuro.
    Oppure c'è la versione "easy" (mai provata però, anche se una mia amica peruviana lo fa così). Serve un barattolo di latta di latte condensato, da mettere chiuso dentro una pentola a pressione. Deve rimanere - anche in questo caso - due ore in cottura.
    Passato il tempo, tiri fuori il barattolo dalla pentola, lasci raffreddare, apri et voilà... E' pronto.

    Ti lascio un link con le foto che spiegano passo passo il procedimento. http://ricette.giallozafferano.it/Dulce-de-leche.html
    e un mio post http://ilsoffittodicasamia.blogspot.it/2010/07/dulce-de-leche.html

    Fammi sapere se lo fai :-)

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    Risposte
    1. Chiara, anch'io mangio senza sale ormai da moltissimo tempo; da piccola ho avuto problemi di salute e mi sono abituata allora a mangiare tutto insipido... a volte con costernazione dei miei ospiti! Ma credo di ovviare all'assenza di sale facendo ricorso ad altri "insaporitori" come, ad esempio, le spezie e le erbe aromatiche.
      Il Dulce De Leche, grazie! Penso proprio che lo farò e, come da tua twit-richiesta, "diffonderò il verbo"! :-D Di certo proverò la tua ricetta, quella con la pentola a pressione mi fa... impressione (ho paura possa esplodere tutto)!

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