Sono profondamente convinta che nulla accada per caso. Tutto quanto ci avviene ha una sua ragion d’essere, a mio parere. E tutto, ogni singolo evento, può insegnarci qualcosa.
Questo periodo “di gesso” mi ha dato modo di apprendere diverse lezioni: mi ha consentito ad esempio di riscoprire la relatività del tempo, una notte insonne che pare durare venti ore ed un sonno ristoratore di una manciata di minuti che rigenera e riposa come una nottata intera. Mi ha insegnato ad ascoltare maggiormente il mio corpo: ho capito appieno che il mio radio era fratturato quando, raggiunta la quarta ora d’attesa al pronto soccorso, dal mio braccio è partito un urlo terrificante che mi ha paralizzato il corpo intero; la sensazione è stata quella del celebre “Urlo” di Munch: silenzioso (non ha emesso alcun suono il mio braccio, proprio come non lo emette la tela dipinta) ma estremamente reale e… udibile. Dopo di allora, bisbigli che mi suggerivano di riposare, vocii che mi intimavano di muovere le dita della mano, sgridate che mi imponevano di non forzare per aprire barattoli o sollevare pentole…
Strettamente legata a questa lezione c’è stata quella sull’umiltà: rendersi conto che nessuno basta a se stesso, che anche un piccolo incidente può renderci inermi e bisognosi d’aiuto. Lavarsi i capelli, aprire una scatoletta di cibo per gatti, scolare la pasta o affettare un pomodoro di colpo diventano imprese difficili da compiere e se c’è qualcuno che lo fa con noi o per noi il cuore si riempie di gratitudine!
E la lezione su come ogni singola parte del nostro corpo sia importante. Io non sono mancina, fratturarmi il braccio sinistro, ritenevo, non avrebbe comportato grandi problemi; mi sono ricreduta appena tornata a casa, quando ho cercato di svitare il tappo di una bottiglia di succo di frutta senza riuscirci. Troppo doloroso cercare di far forza con la mano sinistra sul tappo o tentare di tenere ferma la bottiglia… Poi, mano a mano che il dolore si attenuava, ecco l’altra lezione: l’essere umano ha una adattabilità ed una capacità d’apprendimento sorprendenti! Io, ad esempio, col passare dei giorni ho imparato ad arrangiarmi alla bell’e meglio: il tubetto di dentifricio si può svitare anche coi denti, si può bloccare la bottiglia d’acqua tra ingessatura e sterno mentre la si apre con la mano destra, la pentola con la pasta la si solleva prendendo un manico con la mano destra e posando sotto l’altro il gesso, ci si impiega il doppio del tempo me è possibile persino fare un’asola alle stringhe o ai pantaloni di lino usando una sola mano ed un dito dell’altra mano!
E poi l’importante lezione sulla “relatività totale”, su come tutto sia relativo: mentre me ne stavo ormai da quattro ore al pronto soccorso (due ore d’attesa nel primo, poi la radiografia, il trasferimento al secondo pronto soccorso ed altre due ore e passa d’attesa), sempre più dolorante, è arrivata un’ambulanza a sirene spiegate. Il mio banalissimo “codice verde” era giustamente destinato a cedere il passo al “codice rosso” appena arrivato. Ma, nonostante l’estrema urgenza del caso e la prontezza di medici e paramedici, il ragazzo del “codice rosso” non ce l’ha fatta. Il dolore al mio braccio non è certo diminuito per questo, ma la mia impazienza ed insofferenza si sono di colpo dileguate mentre la sala d’aspetto del pronto soccorso veniva riempita dal pianto e dalle grida di dolore della giovane moglie di quel motociclista, dalla disperazione di un padre che ha visto morire il proprio figlio. Mi sono persino sentita in colpa perché col mio banale braccio dolorante toglievo tempo prezioso a personale medico ed infermieristico.
Il gesso è stato un gran maestro, mi ha dato tempo di pensare, sentire e meditare. Mi ha insegnato molto. E ha riconfermato la mia certezza che nulla avvenga mai per caso.
Desidero ringraziare tutti coloro che sono passati a trovarmi (virtualmente, telefonicamente...) durante il mio periodo di assenza forzata, che in mille modi mi hanno manifestato affetto. Grazie, davvero di cuore! Posso considerare anche questa una "lezione di gesso": non avrei mai creduto che delle amicizie virtuali potessero rivelarsi così... reali!
Grazie, davvero!
Ora, poco per volta, spero di poter ricominciare a scrivere (anche se per ora ancora moooolto lentamente e con la sola mano destra... SIGH!) e di poter tornare con maggior frequenza ai nostri incontri.
Quanta ragione nelle tue parole Viviana. E' vero, tutto è relativo, se ci si ferma un momento a riflettere, tante piccole cose che diamo per scontate sono invece estremamente importanti...
RispondiEliminaIo, banalmente, l'anno scorso per un banalissimo lavoro di cucito, necessario per sistemare i cuscini dei divanetti della barca, mi sono letteralmente slogata il pollice della mano destra: inservibile e dolentissimo per lungo tempo.
Un solo dito è bastato a creare una serie di difficoltà, piccole e grandi... pensa un intero braccio!
Mi piace il tuo spirito, il trarre un insegnamento dalle cose che ci capitano, e in questo trovare un risvolto positivo anche nelle difficoltà...
brava! sei da prendere d'esempio...
ti abbraccio, come sempre... :o)
Cara Viviana, sei davvero una gran ragazza. Quando mi sono rotta il piede e sono stata costretta in sedia a rotelle per due mesi ho fatto simili ragionamenti. E cmq prevaleva la gratitudine. Era solo un piede rotto. Dopo qualche mese sarei tornata a camminare. Mentre ti rendi conto che per molti la situazione è definitiva.
RispondiEliminaA distanza di molti anni avevo quasi dimenticato quelle sensazioni, quei ragionamenti. Grazie a te per questa "lezione di gesso".
Un abbraccio forte,
alex
Auguri di pronta guarigione allora!
RispondiEliminaBentornata! ^___________^
RispondiEliminaSei incredibile. Non riesco a dire altro dopo questa tua splendida "lezione".
RispondiEliminaCi sei mancata un sacco!
Bellissimo, Viviana, quello che scrivi e anche vero secondo me, allarga cuore e mente. Le cose temporali sono relative e vanno lette nella loro giusta dimensione, questo è il vero contatto con la realtà...a volte ingigantiamo i problemi. Condivido anche il fatto che nulla avviene per caso, e allora tutte le cose relative sono secondo me relative appunto al misterioso Dio che ci ama e ci guida, con delicatezza e rispetto, attraverso gli eventi e la natura stessa.
RispondiEliminaciao da Riccardo
Sono stata ingessata a un braccio (destro) solo una volta a 9 anni.
RispondiEliminaEro e sono mancina ma la maestra mi obbligava a scrivere con la destra.
Alla prima interrogazione, risolvere un problema alla lavagna dissi che non potevo scrivere perche' avevo il braccio ingessato.
E lei disse "Prova con la sinistra"
Pensare che e' ancora viva.... :-)))
Bellissime le tue riflessioni, bentornata di cuore.
* Vale, tu sei sempre troppo buona nei tuoi commenti! Semplicemente ho voluto condividere i miei pensieri e le mie esperienze con voi... Comunque è vero: troppo spesso diamo per scontato il nostro corpo, abituati come siamo al fatto che sia sempre pronto e perfettamente funzionante. E ci accorgiamo di quanto ogni singolo "pezzetto" sia importante solo quando questo... entra in sciopero! ;-)
RispondiEliminaUn abbraccio grande!
* Urca, Alex, due mesi di sedia a rotelle!? Spero solo ti sia capitato in Germania, così ti sei perlomeno evitata le barriere architettoniche e le buche italiane... Magrissima consolazione, lo so! :-)
E' vero quel che dici, che queste cose ci risvegliano il senso di gratitudine. E la consapevolezza che non tutti hanno lo stesso nostro percorso, non tutti purtroppo torneranno a camminare con le proprie gambe o ad utilizzare le proprie braccia. Davvero, sono grata per il "poco" che mi è capitato!
Contraccambio l'abbraccio, ciao! :-)
* Heilà Gino, bentornato! E grazie degli auguri!
* Suppaman, grazie davvero! Anche se per ora è un ritorno... "part-time" mi fa davvero bene ritrovarvi qui!
* Ross, carissima, sei troppo buona! Anche voi mi siete mancati un sacco e sono davvero felice di essere qui, a cominciare a muovere nuovamente i primi passi timidi sulla tastiera! Un abbraccio!
* Rik, quanto hai ragione nel dire che a volte ingigantiamo i problemi e che certi accadimenti servono a farci riprendere il contatto con la realtà! A me è davvero accaduto questo. Per quanto riguarda il fatto che nulla avvenga per caso, trovi in me un'accanita sostenitrice di questa visione della vita! ;-)
* Suburbia, 'ccipicchia, che maestra di ferro che avevi! Ti ringrazio per il bel complimento ed il bentornata: è davvero un piacere essere tornata qui con voi!
tesorooooo!!
RispondiEliminaleggendo il tuo comemnto con l'abbraccio con un braccio e mezzo ho capito di essermi persa qualche puntata e sono corsa a vedere! mi dispiace un saccooooooo
se la tua saggezza è un dono del tuo gesso, la tua straordinaria sensibilità ti è arrivata in regalo quando sei nata!
ti stringo forte forte, fortissimo!!
Quando parlo di voi guerrieri ai miei amici "reali" vi chiamo i miei amici e loro mi guardano straniti......intanto io sento una sintonia con voi che difficilmente ho con loro. Del resto ne abbiamo parlato parecchie volte....camminare insieme nella VIA o fare quattro chiacchiere con una tazza di tè in mano è qualcosa di molto più profondo che andare a mangiare la pizza il sabato. Gli amici reali ci sono capitati...noi in un cero senso ci siamo cercati.Le nostre anime comunicano perchè parlano la stessa lingua, noi viviamo la stessa esperienza non condivisibile con tanti. Ti penso e ti immagino col tuo braccino rotto e a differenza degli altri sapevo che era una cosa positiva...che avresti sperimentato nuovi modi di sentire! Ormai il nostro modo di esperire è capovolto e sento di fare sempre più passi avanti, naturalmente. MEGLIO UN AMICO VIRTUALE CHE UNO (CON L'ANIMA) DI GESSO!!!
RispondiElimina* Vivi, mia cara! Che bello ritrovarti qui! Che ci vuoi fare, entrambe abbiamo passato il mese di giugno con il bianco: tu con quello dell'abito da sposa, io con quello dell'ingessatura... :-D
RispondiEliminaPasserà, tranquilla! Ti abbraccio forte forte, cara la mia Signora GP!
* Ishin, questa volta non sono d'accordo con te: gli amici, sia quelli reali che quelli virtuali, ce li scegliamo e ci scelgono. E' un reciproco riconoscersi di simili ed affini tra una moltitudine di semplici conoscenti, coi quali sentiano di non aver nulla in comune se non il lavoro, o l'indirizzo di studi scelto, o altro.
E' vero che nel web è più facile "scremare" le conoscenze: qui se c'è sintonia si continua ad incontrarsi, altrimenti ognuno riprende il proprio cammino, senza rancori nè ripensamenti. Nella vita reale, invece, anche le persone con cui senti di non aver niente in comune te le ritrovi nell'ufficio accanto, o alle riunioni condominiali e magari va a finire che ci esci pure a mangiare una pizza il sabato. Ma l'amicizia è altro. ;-)
Un abbraccio, mia cara guerriera!
cavoli quanta saggezza nelle tue parole. E' troppo tempo che non passavo a trovarti, e spero che sia chiaro che è solo perchè il tempo è assai tiranno...sono contenta che tu stia tornando alla normalità. Quante lezioni da un semplice gesso...mi domando quante altre lezioni ci possano essere nascoste in un qualsiasi gesto quotidiano. Forse per impararle è necessario cambiare il punto di vista...anche se non è facile (e, nel tuo caso, doloroso).
RispondiEliminaZion
Già, Zion, è proprio vero: spesso basta cambiare punto di osservazione per accorgersi che cose che davamo per scontate in realtà possono nascondere un sacco di sorprese! Ben tornata!
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