lunedì 14 novembre 2016

Zootropolis

Soltanto quando ho cercato nel blog un articolo relativo a questo film d'animazione, dopo che era stato insignito del prestigioso premio Hollywood Animation Award 2016, mi sono accorta con sgomento di non averlo ancora recensito.

Una mancanza imperdonabile! 
Non soltanto perché Zootropolis è un autentico gioiello dell'animazione in computer grafica - Disney, Pixar e Dreamworks ci hanno ormai da anni viziato in tal senso, realizzando prodotti sempre più stilisticamente apprezzabili e dalle ambientazioni verosimili - ma anche e soprattutto perché questo cartoon è forte di una trama consistente quanto avvincente, un "giallo" in piena regola, in cui non mancano - come sempre più spesso accade - importanti spunti di riflessione per gli adulti. 

I vecchi cartoni animati, considerati "roba da bambini", sono cresciuti e sono divenuti prodotti cinematografici a tutti gli effetti, non di rado affrontando tematiche di spessore. E' questo il caso di Zootropolis, in cui trovano spazio il legittimo desiderio di una realizzazione professionale in quanto individuo di valore, indipendentemente da sesso e prestanza fisica, le difficoltà di convivenza con il "diverso" (in qualunque modo si identifichi questa diversità), l'importanza che i mass media hanno nel veicolare le notizie, influenzando l'opinione pubblica, l'amicizia che sa superare pregiudizi e paure, la capacità di redenzione e miglioramento personale, passando anche per la gestione del potere politico e la critica delle lungaggini burocratiche.
Il tutto rimanendo però ironico e divertente, un prodotto godibilissimo per tutta la famiglia. 

Un successo di pubblico e di critica, quello riscosso da Zootropolis, cui si è accompagnato un trionfo economico, portandolo a diventare il secondo maggior film d'incasso mondiale per i Walt Disney Animation Studios (al primo posto, con la sconvolgente cifra di 1.274.219.009 dollari c'è "Frozen - Il regno di ghiaccio" e, tanto per dare qualche parametro di riferimento, il superclassico "Biancaneve e i sette nani" è soltanto decimo, con 418.200.000 dollari - certo, sono cambiati i tempi ed ora molta più gente va al cinema rispetto al 1938, anno d'uscita di Biancaneve, ma tant'è). 
Un successo a parer mio meritatissimo, al quale si aggiunge, ideale ciliegina sulla dolce torta di questo unanime consenso mondiale, il premio per il miglior film d'animazione dell'anno conferito ad Hollywood.

2 commenti:

  1. Viviana, grazie mille per la tua recensione: incuriosita, ho guardato questo bellissimo film d'animazione, avvicente e con tante tematiche davvero meritevoli! Proprio bello bello!

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    Risposte
    1. Silvia, sono molto contenta che questo film ti sia piaciuto.
      Grazie per il bel commento e a presto!

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