giovedì 9 giugno 2016

Lo sfruttamento dietro la cronaca

Il sorgere della Terra visto dalla Luna
La Terra è una. E a volte credo che è così che dovremmo vederla, come nelle immagini di Samantha Cristoforetti e di chi, come lei, è stato nello spazio ed ha descritto il nostro pianeta come qualcosa di bellissimo e fragile. E di unico. Perché su questo grumo di terra immerso nel buio del cosmo noi tutti siamo collegati. Siamo, come ha scritto Papa Francesco, tutti abitanti di una casa comune e l'esistenza di ciascuno di noi è legata a quella di tutti gli altri.

A Rosarno un carabiniere, intervenuto con un collega per sedare una rissa tra immigrati, ha sparato ed ucciso un giovane che lo aveva aggredito armato di coltello (qui un articolo della cronaca). Ora le indagini faranno il loro corso, la legge alla fine dirà la sua, ma nel frattempo la cronaca ha riacceso i riflettori sulla Piana di Gioia Tauro e sulle vergognose tendopoli che offrono riparo a migliaia di disperati occupati nel lavoro dei campi. Lavoro spesso nero, privo di ogni tutela e regola, sottopagato.

Perché se fosse lavoro regolare, giustamente retribuito, a farlo ci andrebbero - anche solo stagionalmente - pure gli italiani. Ma se mi dai 4, 5 euro al giorno per spaccarmi la schiena sotto il sole, allora no, io italiano quel lavoro non lo faccio e che arrivino pure i disperati dall'altra parte del Mediterraneo. E, d'altro canto, se io devo vendere le mie arance o i miei pomodori alla grande distribuzione per 1 euro al chilo, come faccio a mettere in regola i miei dipendenti?
E lo stesso, a quanto pare, avviene in molte altre zone d'Italia, anche ben lontano dalle tendopoli di Rosarno, come denuncia ad esempio questo articolo sugli "schiavi del vino doc" nell'Astigiano.

E allora via, di sfruttamento in sfruttamento, in una corsa al ribasso che arricchisce sempre gli stessi e perde di vista il punto focale: ciò che fai, in un modo o nell'altro torna. Perché questo pianeta è uno e tutti siamo uniti.
Un'immagine della tendopoli di Rosarno

Se ammassi dei poveracci in squallide tendopoli, privandoli di ogni dignità di esseri umani, non è prevedibile che, presto o tardi, la loro dignità cerchino di riprendersela? E se inculchi in loro il pensiero che la dignità va pagata in contanti, non è prevedibile che questi individui - ed altri, come i numerosi migranti - facciano di tutto (scippi, furti, prostituzione, rapine) pur di riuscire ad ottenerli, i contanti?

E' dallo sfruttamento indiscriminato e scriteriato che partono i mali che affliggono il nostro bellissimo e fragile pianeta. 
Ed in questo sfruttamento rientrano naturalmente non solo gli esseri umani ma, come scrivevo prima, tutte le creature che abitano la Terra. 
Basta dare uno sguardo a cosa avviene negli allevamenti di animali ad uso alimentare per rendersi conto che il sistema non funziona. 
Non si possono trattare creature viventi come oggetti, da produrre, usare e smaltire. 
Non è per questo che la natura ci ha progettati tutti, uomini ed animali. 
E se nella mente di molti sono ancora chiare le immagini dello scioccante servizio di Report sui suini Amadori, forse val bene la pena ricordare altri casi, come quello dei vitelli lasciati morire nel fango nei luoghi di produzione della mozzarella di bufala o quello dei 50mila tacchini uccisi per un caso di aviaria, a maggio 2016, oppure quello dei sequestri degli "allevamenti bovini lager in Abruzzo", o i bovini affetti da tubercolosi pronti per essere macellati clandestinamente e finire sulle nostre tavole, o le galline allevate in condizioni raccapriccianti o i 40 milioni di pulcini maschi uccisi ogni anno in Italia perché... non producono uova.

E' da questo modello, ormai chiaramente sbagliato ed insostenibile sia in termini ambientali che morali, che dovremmo affrancarci, riscoprendo e rispettando innanzi tutto il valore della vita in ogni sua forma. Perché la Terra è una e tutti siamo coinquilini di questa grande casa nel buio del cosmo. 

4 commenti:

  1. Viviana, cosa dire se non che sono d'accordo con te al 100%?!
    Lo stile di vita che abbiamo adottato non è più sostenibile e penso che ormai sia sotto gli occhi di tutti, anche se molti fanno finta di non vedere perché hanno i loro interessi...
    Avevi già scritto un articolo tempo fa circa l'importanza che ciascuno di noi ha nel mercato, come possiamo costringere i "grandi" a cambiare strategia e sono d'accordo con te: tutti noi, anche se sembriamo "piccoli", possiamo fare la nostra parte per cercare di cambiare quello che proprio non va, che fa male a noi (come salute), agli altri esseri umani e al pianeta.
    Bravissima!

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    1. Elena, grazie per l'apprezzamento. Resto convinta del fatto che nessuno di noi singolarmente può cambiare il mondo, ma ciascuno di noi ha il potere (e il dovere) di agire secondo coscienza.

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  2. Viviana, avevo letto con interesse quest'articolo appena l'hai scritto ma poi, volendo lasciare un commento "ragionato" e non avendo la giusta calma, non ho commentato... torno qui per dirti che mi colpisce molto come una serie di varie notizie, che ad un occhio distratto potrebbero anche sembrare slegate, vanno in realtà a dipingere uno stesso quadro mondiale tetro, incompatibile con il rispetto della vita, umana e non umana. Il pianeta è uno e l'umanità anche, eppure siamo tutti contro tutti e anche incuranti della "casa" che ci ospita. Figuriamoci il valore che possiamo dare agli animali non umani, quando tra noi stessi uomini ci svalutiamo e ci calpestiamo a vicenda. Finirà mai? Cosa dovrà accadere perchè qualcosa cambi? Sono d'accordo con Elena... forse non assisteremo mai alla fine delle ingiustizie, dello sfruttamento, di questa volontà di dominio indiscriminato... ma con i nostri gesti quotidiani è doveroso almeno lanciare un segnale, un piccolo esempio, una sola goccia che, anche se si disperde nell'oceano, almeno non va ad alimentare lo sfruttamento. C'è una frase dell'ultima enciclica di Papa Francesco che mi ha colpito molto: "Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo. Tali azioni diffondono un bene nella società che sempre produce frutti al di là di quanto si possa constatare, perché provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a volte invisibilmente. Inoltre, l’esercizio di questi comportamenti ci restituisce il senso della nostra dignità, ci conduce ad una maggiore profondità esistenziale, ci permette di sperimentare che vale la pena passare per questo mondo"... ecco, credo che questa sia la chiave, se non per cambiare il mondo, quanto meno per dare il giusto valore a noi stessi. E se tutti lo facessimo... eh sì, allora anche il mondo cambierebbe con noi. Un abbraccione!

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    1. Silvia, tu mi citi l'ultima enciclica di Papa Francesco che condivido appieno, ma io invece ricordo una parte del discorso che Madre Teresa di Calcutta fece alle Nazioni Unite nel 1985. All'epoca ero solo una bambina, ma quelle parole mi colpirono e le rilessi più e più volte in seguito.
      "[...] Centinaia, migliaia di persone stanno morendo solo per la mancanza di un pezzo di pane, di un bicchier d'acqua. Persone sono morte tra le mie mani. E noi ci dimentichiamo, perché loro e non noi? Amiamoci, condividiamo, preghiamo che questa terribile sofferenza venga debellata. Condividiamo con loro la gioia dell'amore [...]", la gioia dell'amore... quando sono innamorata, penso all'altro prima che a me stessa, l'amato occupa i miei pensieri, le mie azioni sono per fargli piacere, ed è questo che dovremmo di nuovo imparare a fare: abbandonare l'egoismo e riscoprire che se amo vengo riamata, se dono ricevo, se faccio del bene ottengo del bene.
      E' nel riconoscere nell'altro un essere umano come me, solo con la "sfortuna" di essere nato dalla parte "sbagliata" del pianeta, che nasce il cambiamento, perché è in quel momento che realizzo che lui ha diritto alla stessa dignità, allo stesso rispetto che pretendo di avere io. E poi l'orizzonte si allarga, si scopre che l'essere umano è l'amministratore di questo meraviglioso "condominio" fluttuante nello spazio.
      Grazie per il bel commento, contraccambio l'abbraccione.

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