martedì 19 febbraio 2013

Non solo libri: Amazon e gli scheletri negli scaffali

A quasi un anno di distanza dal mio post su Amazon l'argomento continua ad essere motivo di discussione, nei commenti ma non solo, e mi pare pertanto giunto il momento di fornire degli aggiornamenti sulla "Questione Amazon".
Nel corso di questi mesi, ad esempio, il colosso del commercio on line ha aperto due società in Italia - per la precisione a Castel San Giovanni, dove è presente un magazzino con 400 dipendenti, ed a Milano, con la Corporate nella quale operano circa 200 persone - e prevede di aprire un call center, a Cagliari, dove dovrebbero lavorare circa 500 addetti; proprio queste aperture sul suolo italico hanno portato qualcuno a pensare che a sorridere fosse soltanto Amazon: secondo un'inchiesta condotta da Giovanna Boursier per Report, andata in onda lo scorso 16 dicembre su Rai 3, infatti, il colosso statunitense ha la propria sede europea in Lussemburgo e, sebbene in Italia così come in molti altri Paesi europei venga svolta gran parte dell'attività commerciale, le tasse vengono pagate in Lussemburgo. 
Nulla di illegale, ma emergono con evidenza le lacune normative in ambito comunitario, soprattutto perchè nessuno, in Amazon, fornisce dati di alcun genere: ignoto il suo fatturato in Italia, non vengono rilasciate stime, si preferisce non aver telecamere all'interno delle sedi... Nel frattempo, il 12 novembre scorso, le stesse domande che in Italia sono rimaste senza risposta sono state poste dalla Commissione sui Conti Pubblici del Parlamento inglese al capo delle relazioni esterne di Amazon, che stando alla stampa sarebbe sotto inchiesta per evasione fiscale
In Italia, però, almeno per il momento Amazon continua a sorridere se è vero, come ha rilevato Giovanna Boursier, che "tolte le spese, l'azienda italiana paga più del 30% di tasse, mentre Amazon in Lussemburgo pagherebbe circa il 4%". Se volete vedere il servizio di Report lo trovate qui.
E se fate parte di quanti considerano evasione ed elusione fiscale poco più che un innocuo vizietto, forse rimarrete toccati dallo sconcertante reportage pubblicato il 16 gennaio su Libero, un quotidiano non esattamente "di sinistra" che ha così titolato: "Amazon Germania, scandalo in tv: dipendenti sfruttati e milizia neonazista".
La tv tedesca Ard ha messo in luce come - e qui cito le parole esatte del quotidiano di viale Majno - "I 5mila dipendenti assunti in tutta fretta per far fronte all'aumento delle richieste di acquisto nel periodo natalizio, quasi tutti immigrati dall'Europa dell'Est e da Paesi in crisi come la Spagna, alloggiavano in edifici di fortuna nei pressi dei capannoni, pagati senza contributi e costretti a turni fuori dall'ordinario per festivi e notturni. Di fatto, un campo di reclusione, quasi un lager". Segue poi l'edificante descrizione della milizia privata assoldata per garantire la sicurezza di Amazon ed il perpetuarsi del suo sorriso: guardie private della H.E.S.S. Security le cui divise vengono prodotte da un brand molto amato da neonazisti ed hooligan. Filmato ed articolo completo li trovate qui. In seguito allo scandalo le guardie sono state licenziate.
Frattanto in Italia le piccole librerie indipendenti tirano avanti come possono, pagando le tasse fino all'ultimo centesimo e risentendo della crisi generalizzata, ma puntando anche sull'etica; la Libreria Pagina 18 di Saronno, ad esempio, lo scorso mese di luglio ha guadagnato gli onori della cronaca grazie ad un'iniziativa davvero particolare: il 10% di sconto su ogni libro acquistato, più un ulteriore 5%  da destinare ad un'associazione a scelta del cliente. Un'operazione benefica che ha portato alla raccolta di oltre 2000 euro. (Foto per gentile concessione di VareseNews; qui l'articolo)

Un aggiornamento su Amazon lo trovate qui.

6 commenti:

  1. È orribile pensare che ci siano ancora certi schiavisti.

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  2. Ho visto anche io la puntata di Report che citi. Si spiega così come facciano a tenere i prezzi così bassi rispetto ad altri siti di vendita online. Non sapevo nulla della sede in Germania...
    Mi dispiace, perché qualche volta ho comprato cose anche io... non libri, altre cose, però il discorso vale lo stesso, è la gestione fatta in questo modo ad essere esecrabile.

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  3. @ Davide, dopo il tuo commento sulle "Regole del Mercato" temevo francamente che approvassi... :-)

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  4. @ Valeria, in effetti il caso tedesco non ha suscitato grande clamore - almeno non paragonabile ad altre vicende - ed è stata questa una delle motivazioni che mi ha convinta a scrivere l'aggiornamento. Ognuno è libero di comprare ciò che vuole, come vuole, ma almeno che sia adeguatamente informato.

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  5. Amazon è il simbolo stesso della schiavitù moderna

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    1. Uno dei tanti simboli, purtroppo. E, complice la crisi economica, le condizioni di lavoro sono spesso peggiorate sensibilmente.

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