giovedì 23 agosto 2012

Mimetismo mediterraneo. Gli animali che giocano a nascondino

In realtà quello del mimetismo è tutt'altro che un gioco: si tratta di una raffinata quanto astuta strategia che Madre Natura ha messo a punto nel corso di millenni e della quale numerosi animali si servono per predare o, al contrario, per tentare di passare inosservati dai predatori.

Per fare qualche esempio, basta pensare - tra i predatori - alla colorazione del manto delle leonesse, che consente loro di scomparire letteralmente tra l'erba bruciata della savana africana o alla pelliccia a strisce della tigre, che la rende invisibile tra la fitta vegetazione asiatica o, ancora, alla mantide religiosa che scompare tra il verde dell'erba; tra le possibili prede si trova invece il polpo, capace di assumere diverse colorazioni a seconda del fondale marino o la farfalla Sesia bembiciformis, che non somiglia per nulla ad una farfalla bensì ad una temibile vespa.

Nel corso delle ultime vacanze trascorse in Sardegna mi sono dedicata ad un particolare tipo di caccia: la caccia fotografica agli animali invisibili (come sempre, cliccate sulle foto per ingrandirle). 

Una farfalla Satiro Maculato (Parage aegeria), scompare quasi perfettamente su una foglia secca.




Guardate poi questa fotografia qui accanto e resistete alla tentazione di andare subito a sbirciare sotto: notate niente? 

Ecco qua: una civetta (Athene noctua) appollaiata sopra una pigna, ben nascosta tra i rami.
La civetta è un uccello rapace notturno, grande cacciatore di piccoli vertebrati e di grossi insetti; nel suo caso, dunque, il mimetismo, unito al suo volo silenzioso, si rivela utile per catturare le prede.




Veloce insettivoro diurno è la sterpazzolina (Sylvia cantillans); verosimilmente quella da me fotografata qui è la sterpazzolina di Moltoni (Sylvia moltonii), almeno stando all'areale di distribuzione segnalato in questo approfondimento di Igor Festari, ma, dal momento che non sono una biologa nè un'esperta ornitologa, non esitate a segnalarmi eventuali errori. 

Eccola qui, lei pure appollaiata su di una pigna, della quale richiama il colore.
Altre foto di civette le trovate sul mio "album fotografico" Scattiliberi, insieme a qualche breve spiegazione e ad una versione estiva e aggiornata della filastrocca "Ambarabà ciccì coccò" che ho fatto diventare così:

Ambarabà ciccì coccò
tre civette, guarda un po'
che bevevano aranciata
su una spiaggia soleggiata
ma poi il sole se ne andò
ambarabà ciccì coccò

Che ne dite?

5 commenti:

  1. Hai visto e fotografato la civetta, non ci sono mai riuscita, sei il mio mito!!!
    Brava!
    :-D

    RispondiElimina
  2. Caspita, complimenti!
    Ci vuole un grande spirito di osservazione per notare certi particolari. Chissà quanti ne ho persi io, nella mia disattenzione...

    RispondiElimina
  3. Ma sono bellissime!
    Ci vuole un occhio di falco per vedere questi bellissimi uccelli!
    Adoro le civette.
    Ciao carissima, continua così!

    RispondiElimina
  4. @ Cincia, ma grazieee!!! Qui ho messo solo la foto che metteva in evidenza la grande capacità mimetica di questo animale, ma la foto di civette di cui vado più fiera è questa! Trovo che abbiano degli occhi incredibili

    @ Chiara, in effetti la vita "normale" ci porta spesso ad essere disattenti; non credo sia un caso se mi sono messa a fare questo tipo di fotografie mentre ero in vacanza… :-)

    @ Ilaria, sono d'accordo con te: sono animali splendidi! Grazie per i complimenti; detti da te, che fai foto meravigliose, mi onoraono.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...