martedì 31 maggio 2016

Inevitabile destino: il gatto cacciatore ed il rondone

Doveva succedere prima o poi. 
Forse lo sospettavano persino i miei bipedi, sebbene non siano sempre sveglissimi. Di certo, lo sapevo io.
Perché, alla faccia di quello che va ripetendo il bipede maschio, so benissimo di essere un cacciatore di gran classe, degno discendente dei miei progenitori. 
E non importa se passo le mie giornate tra casa e terrazzo, sonnecchiando per la maggior parte del tempo: se mi si presenta l'occasione, io caccio.
Così, lo scorso venerdì, quando il bipede maschio è tornato a casa ha trovato il cadavere di un rondone in cucina (che si trattava di un rondone l'hanno detto loro, perché per me era solo un cosino piumato come gli altri). 

A questo punto, nonostante tutte le storie del "mangia tonno a tradimento" e via dicendo, ha iniziato ad insultarmi in malo modo, accusandomi di essere un assassino.
La bipede femmina ha cercato di difendermi, dicendo che sono progettato così, che la caccia fa parte della mia natura, ma lui niente, continuava a trovare ingiusto che cacciassi per divertimento e non per fame (dal momento che, nonostante l'infamia del mangiatore di scatolette a sbafo, devo ammettere che la mia ciotolina è davvero sempre ben rifornita).
In effetti la fame è un'altra cosa - e io che l'ho vissuta me la ricordo bene - mentre in questo caso ho del tutto perso interesse verso il cosino piumato appena questo ha smesso di muoversi.

La bipede femmina cerca di ridimensionare le mie abilità di cacciatore dicendo che ho avuto vita facile: probabilmente si trattava di un rondone anziano o malato e, comunque, quando questi animali toccano terra non riescono più a riprendere il volo, quindi con me non aveva scampo. Ma intanto io la mia preda l'ho avuta. Loro dicano pure quel che vogliono. 

Felinamente vostro, 
Puxi il Gatto.

lunedì 30 maggio 2016

T'ienshu al Festival dell'Oriente

Domenica 29 maggio, con il Maestro Carpanese ed una piccola rappresentativa della Scuola Wo Chen di Saronno, sono stata al Festival dell'Oriente di Novegro.
Devo confessare che, diversamente da quanto accaduto in passato, questa volta non ero accompagnata dal gioioso clima di festa che di solito mi scorta sino al padiglione, sul tatami e per l'intera durata della manifestazione: un po' di vicende personali non esattamente piacevoli impediscono che mi goda appieno le arti marziali, in questo periodo.
Non che ne sia fiera, ma ammetto di esserci andata più che altro "per far numero" e non lasciare la Scuola alla quale appartengo ed il T'ienshu al quale mi sento profondamente legata privati di un altro elemento. 

Nonostante le premesse non proprio esaltanti, però, la nostra partecipazione è stata più che soddisfacente: abbiamo dato una breve dimostrazione di ciò che il T'ienshu può essere - certo, anni di studio di una disciplina non possono essere riassunti in un'ora di dimostrazione - ci siamo divertiti e, per quanto mi riguarda, ho riassaporato il piacere di allenarmi con compagni coi quali raramente mi trovo a fare sparring, il che è per me sempre una bella esperienza (a proposito: grazie Francesco!).
Poi, naturalmente, c'è tutto il pantagruelico contorno. Perché, se le arti marziali e le discipline da combattimento sono il "piatto principale", spettacoli, cibi, bevande, musiche, colori, profumi, sapori, luci sono il "contorno" al quale proprio non si può rinunciare.
E, infatti, non ci abbiamo rinunciato.

Come ben sa chi segue me o @accmarziale su Twitter, ci siamo concessi un bel pranzo thailandese, con tanto di birretta locale che non guasta di certo (tanto ormai la dimostrazione l'avevamo fatta e anche se avessi camminato storta, mezza sbronza, ci sarebbero stati i miei compagni a riportarmi sulla retta via... Scherzo ovviamente!). Poi, tanto per non smentire un'ormai consolidata tradizione, dessert da passeggio a base di waffel ricoperto di cioccolato fondente e scaglie di cocco.
Che con tutto il peso che ho perso posso ben permettermelo!
Il tutto mentre si gironzolava alla scoperta del padiglione, curiosando tra i vari espositori e fermandoci ad assistere ad alcuni degli spettacoli presentati sul palco.
Gli spaghetti ubriachi della cucina
thai. Così chiamati non perché
cucinati con qualcosa di alcolico,
ma perché - ho scoperto troppo tardi -
sono talmente piccanti da farti bere
come se non ci fosse un domani.
Insomma: vuoi che il Medita ha il suo bel perché e, se applicato, funziona non soltanto sul tatami ma nei più diversi ambiti della vita quotidiana; vuoi che sia perché il T'ienshu - almeno per come lo vivo io con i miei Maestri ed i miei compagni - ha davvero la capacità di riequilibrarmi con il mondo circostante, tornando a farmi centrare su me stessa; fatto sta che quella che era partita come una mattinata da "cheppalle, come vorrei stare a casa a dormire che piove pure!" si è trasformata in una bella esperienza. Che sono felice di aver vissuto. E che condivido con piacere con voi che mi leggete. 
Esotica frutta essiccata

Colori delle lampade d'Oriente... da mille e una notte!
Tisane, infusi, thé dai colori e dai profumi inebrianti
Copie dei celebri guerrieri di terracotta cinesi vigilano
all'ingresso del padiglione

sabato 28 maggio 2016

Il pianeta verde

Ci sono stati gli uomini di Neanderthal, poi i Sapiens, poi noi - i Sapiens Sapiens - e poi... e poi ci sono gli abitanti del Pianeta Verde, esteriormente identici a noi esseri umani, ma avanti di 3000 anni sul piano evolutivo. 
La loro Storia è stata molto simile alla nostra: hanno avuto gerarchie, rivoluzioni politiche, sociali ed industriali... tutte cose che ora studiano durante le lezioni di archeologia.
Ogni anno alcuni di loro fanno dei viaggi su altri pianeti, per apprendere ed insegnare qualcosa, in un reciproco scambio tra loro ed i nativi, ma da duecento anni nessuno visita più la Terra: dai tempi di Napoleone, nessun abitante del Pianeta Verde ha più voluto venire a visitare questo pianeta arretrato, dai cui abitanti non c'è modo di apprendere alcunché. 

Ma... possibile che nel volgere di otto generazioni nulla sia cambiato? Mila non può crederci e, coraggiosamente, decide di offrirsi volontaria per visitare la Terra.

Film francese del 1996 sceneggiato e diretto da Coline Serreau - che interpreta anche il ruolo principale di Mila - "Il Pianeta Verde" porta a riflettere, attraverso espedienti comici e talvolta esilaranti, sulle contraddizioni e sui problemi della cosiddetta "civiltà" occidentale, dall'inquinamento atmosferico all'insalubrità del cibo, dal "mito" dei cosmetici indispensabili per essere piacenti ed amati al problema della disoccupazione...
Personalmente non sono una grande estimatrice dei film francesi, ma se ce n'è uno che davvero merita di essere visto è questo.
E potete vederlo integralmente qui.

venerdì 27 maggio 2016

L'arte della guerra

Se si vuole la vittoria, non si dia battaglia. 

Non è, questo, l'insegnamento di un pacifista né di un monaco dedito alla meditazione; è, al contrario, l'ammonimento di Sun-tzu, grande generale dell'epoca delle "Primavere e autunni" (722-481 a. C.) e stratega autore di quello che è il più antico trattato cinese di arte militare.

Sebbene riporti insegnamenti e prescrizioni applicabili al campo di battaglia, "L'arte della guerra" è un trattato di più ampio respiro, colmo di suggerimenti che possono rivelarsi utili nei più svariati ambiti della vita quotidiana e, non a caso, questo libro continua a tutt'oggi ad essere uno dei più letti non soltanto dai combattenti - professionisti o sportivi, amatoriali o meno - ma anche, ad esempio, da esponenti politici e da quanti non trascurino l'importanza della strategia.

L'influsso taoista è ben evidente in queste pagine, nelle quali vengono esaltate le virtù della legge dello sforzo inverso: "La strategia è la via del paradosso. Così, chi è abile, si mostri maldestro; chi è utile, si mostri inutile. Chi è affabile, si mostri scostante; chi è scostante, si mostri affabile". 
Il che non significa mentire, ma non svelarsi all'avversario.
Chi di noi ha affrontato combattimenti sa quanto sia importante non lasciar trasparire il proprio stato d'animo, così come sa che, spesso, chi si presenta sul tatami o sul ring con sguardo truce e fare deciso si rivela spesso avversario di poco conto, molto più facile da battere di chi appare calmo, modesto, quasi insignificante. E' il principio dello Yin e dello Yang, dell'equilibrio tanto spesso citato (e ricercato) anche nel T'ienshu. 
E lo Yin e lo Yang permeano l'intero scritto con loro perpetua alternanza; Sun-tzu ci ricorda che nulla è duraturo in assoluto, tutto è mutevole e, pertanto, un apparente svantaggio può rivelarsi un bene se soltanto sappiamo guardarlo da una diversa prospettiva, sfruttandone i pregi. 

Letto durante un periodo di forzata immobilità, ripreso in seguito e riletto più di recente nel corso di un altro periodo di forzata immobilità (del quale forse scriverò in futuro), questo libro merita davvero più e più letture, perché ciò che ha da insegnare varia a seconda di ciò che abbiamo bisogno di apprendere. E, questo, credo sia un'ulteriore caratteristica che fa sì che sia, a distanza di 2.500 anni, ancora tanto attuale. Ed utile.

Autore: Sun-tzu - A cura di Leonardo Vittorio Arena
Editore: BUR
Anno di edizione: 2004

mercoledì 25 maggio 2016

Yulin, cani e gatti mangiati in Cina

Cari (a)mici, manca meno di un mese al Festival di Yulin, grande festa della Cina nel corso della quale vengono mangiati cani.
Lo so, lo so, tanti di voi a questo punto staranno pensando che dovremmo far festa pure noi: esiste un luogo in cui i bipedi mangiano quei grossi cosi puzzolenti e invadenti, che appena ci vedono nel migliore dei casi si lanciano ad annusarci il portacoda e nel peggiore attaccano ad abbaiare e ci corrono contro a tutta velocità.

Vi invito però ad analizzare con attenzione la situazione, perché anche noi gatti abbiamo poco per cui gioire. Se vi fate recuperare dal vostro bipede questo articolo del Sole 24 Ore, infatti, vi accorgerete che, anche se i cani sono il  piatto forte, in Cina vengono mangiati anche i gatti. In gran quantità.
Sì, i nostri nobili e affascinanti parenti vengono scuoiati, non di rado ancora vivi, e poi bolliti.

Foto: Humans Society International
E se in Italia si parla di Yulin riferito quasi solo ai cani, all'estero va meglio e i bipedi protestano anche contro la mattanza dei gatti; il Daily Mail, ad esempio, nel titolo cita persino prima noi gatti che i cani. 

Come già l'anno scorso mi sembra giusto metterci il muso per parlare della questione, fermo restando che non voglio criticare la cultura e le abitudini di nessuno. Però riflettere sulla situazione mi pare importante. E, visto che spesso in casa siamo noi a comandare, vi invito a far riflettere anche i vostri bipedi. Che poi, se vogliono, possono guardare questo servizio del TG2 e firmare la petizione.
Felinamente vostro, Puxi il gatto. 

martedì 24 maggio 2016

Esami di T'ienshu: bambini, fasce e "superpoteri"

Un momento della consegna di fasce e diplomi
Sono rientrata pochi minuti fa dall'allenamento degli Allievi di T'ienshu. La prima lezione dopo gli esami e "I Giochi del Dragone" che si sono svolti sabato 21. 

Se pensate che ad avere i superpoteri siano gli X-Men, allora non avete mai visto il primo allenamento di bambini che abbiano appena conquistato la loro nuova fascia di T'ienshu!
Sono dei concentrati di 15, 20, 30 Kg di endorfine. Buonumore con le braccia e le gambe! E, in cima, un viso sorridente e super soddisfatto.
Gasatissimi.
Motivatissimi.
A tratti, si ha l'impressione che potrebbero davvero mettersi a levitare, trattenuti a mezz'aria dalla forza della loro accresciuta autostima.

Un terzo della prima lezione dopo gli esami viene speso a risistemare fasce legate in malo modo a cingere i fianchi di orgogliosissimi bambini, che schizzano di corsa fuori dagli spogliatoi fiduciosi che, poi, il Maestro o l'Istruttrice sistemerà quel pasticcio da loro annodato in fretta e furia, svolgendolo ed allacciandolo per bene davanti agli occhi di tutti. 

Concentrati e decisi, i bambini eseguono le tecniche richieste
Chi, conquistata una fascia colorata, non ha la scusa di non saperla allacciare, sfoggia comunque un sorrisone che va da un orecchio all'altro, consapevole che quel colore è lì a segnalare a tutti gli obiettivi raggiunti, le cose che prima non si sapevano fare ed ora sì.

E', questo, l'orgoglio sano che deriva dalla fatica ripagata.
Perché, almeno nel T'ienshu, "meritocrazia" non è solo una parola. A nessuna età. E, forse, è anche per questo che amo tanto questa disciplina. 

P. S. Quelle che trovate qui sono alcune delle fotografie scattate sabato 21 maggio in occasione di esami e giochi. 

Attenti e concentrati, gli allievi devono rispondere anche a
domande di teoria per conquistare il passaggio di fascia

Un momento dei "Giochi del Dragone"
Velocità e precisione nei "Giochi del Dragone"

Competizione e sportività ai "Giochi del Dragone"

sabato 21 maggio 2016

Siamo tutti malati? O modaioli?

Qualche giorno fa, passeggiando per le vie di una cittadina, mi sono imbattuta nell'inaugurazione di una gelateria. Su una delle vetrate campeggiavano le scritte: gelato senza glutine, gelato senza lattosio, gelato vegan. Ciascuna con il suo bel punto esclamativo in fondo, ciascuna in colore diverso per essere meglio notata.
Passando accanto a queste scritte, la prima domanda che mi è venuta in mente è stata: ma che differenza c'è tra una coppetta di panna e fragola glutenfree ed una "normale"? E poi, ma quanta gente lo sa che moltissimi gelati (o meglio, sorbetti) alla frutta vengono fatti con acqua invece che col latte e, quindi, sono tutti per forza di cose senza lattosio? 
Possibile che ci siano davvero così tante persone celiache, che quindi non possono assumere glutine con la loro alimentazione, ed intolleranti al lattosio in Italia? 

Secondo i dati raccolti, elaborati e diffusi dall'AIC - Associazione Italiana Celiachia - relativi all'anno 2013 e pubblicati nel dicembre 2014 (i più recenti ad oggi), i celiaci rappresenterebbero circa l'1% della popolazione italiana, ovvero sia circa 600.000 individui, ma la patologia sarebbe stata diagnosticata soltanto a 164.492.
Dei celiaci effettivi, la maggior parte risiede in Lombardia (17,4% pari a 28.611 malati), seguita poi da Lazio (10,1% ovvero 16.576 malati) ed infine Campania (9,4% con 15.509 celiaci): regioni che, vuoi per l'elevato inquinamento atmosferico dovuto al traffico di autoveicoli ed al riscaldamento domestico, vuoi per la Terra dei Fuochi od altre simili amenità presentano livelli d'inquinamento ambientale allarmanti.
Ipotizzare una correlazione tra inquinamento e celiachia potrebbe essere azzardato, non lo è stabilire un nesso tra inquinamento ed insorgenza dei tumori: l'ha fatto nel 2015 il Ministero della Salute, con la Valutazione Integrata dell'Impatto Ambientale e Sanitario, da cui ho estrapolato il grafico che trovate qui e che evidenzia come Lombardia, Lazio e Campania siano le regioni con il maggior numero di decessi attribuibili all'inquinamento atmosferico rispettivamente al Nord, al Centro e al Sud Italia.

Dietro a questa apparente impennata dei casi di celiachia, con relativa apertura di negozi d'alimentazione priva di glutine, però, potrebbe esserci dell'altro: la convinzione, del tutto errata e priva di fondamento scientifico, ma veicolata da diverse star e quindi tanto glamour, che mangiare senza glutine possa far dimagrire. Insomma: più che malati, dietro al boom di negozi gluten free ci sarebbe la moda.
Ed un decisamente cospicuo giro d'affari
Stando ai dati raccolti da Nielsen e pubblicati di Wired, tra il 2004 ed il 2007 il settore del "senza glutine" non solo non avrebbe conosciuto la crisi, ma sarebbe invece aumentato del 5,9%; una crescita comunque irrisoria se paragonata a quella registrata tra il 2007 ed il 2011, che ha fatto registrare un'impennata del +57% (sì, avete letto bene, 57% non 5,7%).
Una moda che pare inarrestabile, quella del mangiare in stile celiaco, ma che può rivelarsi anche molto dannosa per la salute, tanto che diversi studiosi hanno pensato bene di chiarire alcuni punti fondamentali.
Il glutine non è un veleno, non è dannoso, non fa ingrassare (se assunto nelle giuste quantità); il senza glutine non è garanzia di salubrità, di benessere, di dimagrimento.  
Norelle Reilly della Columbia University ha pubblicato un'analisi sfatando tutti i falsi miti della dieta senza glutine, a cominciare dal suo presunto effetto dimagrante: "I prodotti senza glutine contengono spesso più zuccheri e grassi di quelli tradizionali, per renderli più appetibili. I rischi ai quali si va incontro sono quindi aumento di peso, obesità, sindrome metabolica ed insulino-resistenza se non si è seguiti da un dietologo. Inoltre non vanno dimenticate importanti carenze alimentari che potrebbero manifestarsi, come quella di vitamina B, folati e ferro".
Senza glutine sì, dunque, ma solo per chi celiaco lo è davvero. Per gli altri... ben vengano i gelati (e non solo) tradizionali.

Per approfondire:

venerdì 20 maggio 2016

Stage con il pluri campione Wander Braga

Clicca sull'immagine per ingrandire
Uno dei maggiori nomi mondiali del Vale Tudo, del Brasilian Jiu Jitsu e delle MMA, uno dei campioni dal palmares più impressionante in ambito mondiale sarà presto ospite dell'Accademia Marziale Saronno.

Cresciuto marzialmente sotto l’ala protettrice del leggendario maestro Rickson Gracie, Wander Braga si è poi formato sotto la guida del maestro Jorge Pereira; dopo aver vissuto per oltre dieci anni a Los Angeles, dove ha disputato diversi incontri e tenuto numerosi corsi e seminari - incluso quello per il Los Angeles Police Department - ha deciso di fare ritorno in Brasile, sua terra natale, per condividere il suo bagaglio d’esperienza e farvi crescere la conoscenza delle MMA e del BJJ.

Otto volte campione di Vale Tudo, combattente di MMA con un punteggio di 16 vittorie ed una sconfitta, Campione Mondiale NO GI dei pesi leggeri nel 2008, Campione Nazionale brasiliano nel 2012, Campione Europeo IBJJF nel 2013 ed oltre una dozzina di altri impressionanti risultati agonistici costellano il curriculum di questo grande professionista delle arti marziali e degli sport da combattimento.

L’opportunità di incontrare personalmente Wander “The Crusher” Braga e di allenarsi sotto la sua diretta supervisione si realizza grazie ad uno stage in due serate:
  • Martedì 31 maggio 2016 dalle ore 19.00 alle 21.00 presso Area KSD, via S. Margherita 504 - Caronno Pertusella
  • Mercoledì 1 giugno 2016 dalle ore 19.00 alle 21.00 presso Palestra Scuola Elementare, via Cantù 11/B - Bovisio Masciago
L’evento è organizzato dall’Accademia Marziale Saronno (si ringrazia il Team Braga Varese per il supporto).
Per informazioni ed adesioni: Paolo - 3339173319 o Alessandro - 3939547446

martedì 17 maggio 2016

Sword of vengeance

Segnatevi la data sul calendario, perché non capita molto spesso (per la verità, quasi mai) che critici cinematografici e la sottoscritta siano d'accordo. Questa volta, è capitato.

"Sword of vengeance", tradotto letteralmente come "Spada della vendetta" in italiano, è un film britannico del 2014 per la regia di Jim Weedon
Ambientato in un periodo storico non ben definito dopo la conquista delle terre normanne ad opera dei Sassoni, narra, con esasperante lentezza, il ritorno di un principe normanno (Stanley Weber) e la sua inesauribile sete di vendetta.
Intenzionato a lavare nel sangue sassone l'onta del brutale omicidio del padre, il giovane principe sfuggito alla schiavitù torna in quelle che furono le terre del suo popolo e si allea con un villaggio di contadini esuli, vessati dai nuovi signori e da questi atterriti. Il suo coraggio li solleverà alla rivolta contro l'invasore e, in un impeto egoistico votato al martirio in nome della vendetta, li trascinerà verso l'annientamento. 

Tutto il film si trascina stancamente sul sentiero del già visto: atmosfere cupe e colori sbiaditi, già visti in "300", senza peraltro che qui vi sia lo stesso slancio epico; l'insopprimibile desiderio di libertà ed indipendenza, già visto praticamente in ogni film che tratti la storia dell'odierna Gran Bretagna, a cominciare dal grandioso e notissimo "Braveheart" con Mel Gibson...
Dal punto di vista marziale*, le riprese schizofreniche fanno venire il mal di mare, con continui stacchi (anche questi già visti, dal momento che vi fanno ricorso fin troppi registi di fin troppi film d'azione), e rendono incomprensibili la gran parte dei combattimenti, che si risolvono in un caotico quanto ripetitivo schizzare di sangue in ogni dove.
Implacabilmente bocciato da Rotten Tomatoes e da FilmTv, coi quali questa volta concordo, questo film è lento, noioso, cupo e prevedibile. Unico pregio, se proprio ci si mette d'impegno a trovarne uno, i costumi: storicamente verosimili, così come pure le armi utilizzate.
Se l'Italia avesse lo stesso orgoglio per il proprio passato di quanto ne hanno le popolazioni britanniche, potremmo sfornare film d'azione di sublime levatura. Ma, si sa, chi ha il pane non ha i denti.

*Ricordate: in ambito di film e serie tv parlo di arti marziali intendendole nel loro significato di arte del combattimento, l'ars pugnandi di romana memoria, e non di discipline marziali specifiche e codificate.

venerdì 13 maggio 2016

T'ienshu, esami in vista per i bambini

L'anno scolastico sta ormai volgendo al termine e, con la chiusura di questo, si avvicina anche la fatidica data degli esami di T'ienshu.

Sabato 21 maggio i piccoli allievi di questa disciplina dei corsi di Caronno Pertusella e di Saronno saranno impegnati presso la palestra dell'ITIS Riva di Saronno, dove si svolgeranno gli esami per il passaggio di grado e verranno disputati anche "I Giochi del Dragone": i bambini, divisi per fasce d'età, dovranno cimentarsi in percorsi e prove di equilibrio, agilità, coordinazione, velocità...
Sarà, per i piccoli, un'occasione di confronto e di crescita, un modo per avvicinarli ad esprimere in maniera sana e controllata il normale spirito di competizione, ma certamente non mancheranno le occasioni di puro divertimento, com'è giusto che sia per bambini di così tenera età.

giovedì 12 maggio 2016

Addax, estinzione in diretta

Si parla ormai piuttosto spesso di biodiversità. E chi ne parla lo fa come di una ricchezza. 

La biodiversità delle Alpi. La biodiversità della barriera corallina. La biodiversità delle dune costiere...
Patrimoni da proteggere e tutelare. Ne parlano biologi, etologi, ittiologi, erpetologi, entomologi ed un sacco di altri "...ologi". Più raramente ne parla anche qualche giornalista.
Poi c'è chi di biodiversità non ha sentito - o non vuole sentir - parlare.
Fino a quando qualche notizia non salta fuori prepotentemente, deflagrando come una bomba mediatica.
Anno 2016, l'addax è ufficialmente estinto. Il complesso e meraviglioso puzzle della biodiversità perde uno dei suoi tasselli. In diretta tv, condiviso in tempo reale sui social. 

L'addax è un'antilope. Un'antilope del deserto, ad esser precisi, perfettamente adattatasi al clima estremo delle terre aride e sabbiose d'Africa. Piuttosto bellina, per la verità: non ha il "profilo importante" della cugina saiga, tanto per cominciare; corpo snello, mantello chiaro, lunghe corna che si avvitano verso il cielo, potrebbe avere le carte in regola per richiamare l'interesse mondiale, sebbene non sia tenerosa e puccettosa come un cucciolo di foca. Ma ormai è tardi. 
I ricercatori che nel mese di marzo si sono occupati del censimento degli addax nel deserto tra Ciad e Niger hanno contato soltanto tre esemplari. Troppo pochi per far sperare in una riproduzione e, comunque, non sufficienti a scongiurare il rischio di consanguineità.

Il Niger ha dichiarato illegale la caccia a questi animali ed il Ciad li protegge, tuttavia, stando a quanto dichiarato dal Dottor Jean-Christophe Vie della IUCN Global Species Programme "Siamo testimoni in tempo reale dell'estinzione di questa iconica ed un tempo florida specie". Tutta colpa, si legge sull'HuffingtonPost, delle massicce estrazioni petrolifere operate dalla China National Petroleum Corporation, che hanno distrutto gran parte dell'habitat di queste creature; inoltre, pare che le guardie ingaggiate per controllare e proteggere i pozzi petroliferi cacciassero gli addax per cibarsene. E' possibile che gli studiosi non abbiano localizzato tutti gli addax superstiti in natura, tuttavia, anche se il loro numero fosse cinque volte superiore, non sarebbe sufficiente per la sopravvivenza della specie.
Estinto in natura, l'unica speranza per l'addax risiede ora nell'incrocio con esemplari in cattività, ha spiegato l'italiano Alessandro Badalotti, responsabile per la IUCN di Save Our Species, l'organismo che si interessa degli animali maggiormente minacciati: "E' una situazione disperata - ha dichiarato a Phys.org - Allo stato attuale l'addax è condannato all'estinzione".
E, ironicamente, negli Stati Uniti è possibile cacciare addax allevati appositamente per essere abbattuti, sebbene con alcune limitazioni. 

mercoledì 11 maggio 2016

Blindspot

Femmina, caucasica, età apparente tra i 30 e i 40 anni. Troppi pochi elementi per poter identificare una persona affetta da amnesia. Proviamo ad aggiungerne qualcuno, allora: completamente tatuata dalla testa ai piedi, è americana ma parla il cinese, esperta di arti marziali e tecniche di autodifesa, abile nel maneggiare le armi da fuoco. 

Martedì 10 maggio Italia Uno ha mandato in onda il primo episodio di "Blindspot", serie dei record USA, capace di conquistare oltre 15 milioni di spettatori (e, a quanto pare, Mediaset conta di replicare il successo in Italia, dal momento che l'episodio è stato trasmesso in contemporanea anche su Italia Due, LaCinque e Top Crime, oltre che su Mediaset Extra. Come dire: stasera, se guardi Mediaset, guardi Blindspot).

La nostra Jane Doe - nomi e cognomi a stelle e strisce equivalenti all'italico Pinco Pallino, utilizzati per identificare persone sconosciute - è legata all'agente FBI Kurt Weller e non soltanto perché ha il suo nome tatuato a grandi lettere nel bel mezzo della schiena.
I primi due episodi trasmessi hanno già mostrato - almeno in parte - le abilità di questa bella smemorata, che per certi aspetti fa molto Jason Bourne al femminile (anche grazie all'utilizzo del Kali nelle tecniche di bastone), e, al contempo, hanno messo in luce quelli che a mio parere potrebbero essere i punti deboli della serie: una tecnica di ripresa talvolta schizofrenica, che fa venire il mal di mare allo spettatore (purtroppo gettonatissima negli action movie statunitensi), e la spiacevole sensazione di aver a che fare con complotti governativi in cui i buoni sono cattivi ed i cattivi potrebbero essere buoni, in un'alternanza di colpi di scena e di rivelazioni che, sulla lunga distanza, corrono il rischio di diventare caotici oltre che noiosi, facendo sì che la trama si avviti su sé stessa.
Inutile dire, poi, che dopo i primi 10 minuti già si intuisce che ci saranno scintille tra Jane e Kurt, che sprizzano sesso da tutti i pori.

Forte di un'interprete "tosta" anche nella realtà - Jane Doe, ex bambina scomparsa Taylor Shaw, è interpretata da Jaimie Alexander, che ha praticato lotta a scuola e che rifiuta di incarnare donne deboli ed indifese, tanto da essere stata la Lady Sif di Thor - Jane è completamente ricoperta di tatuaggi, tutti realizzati nel volgere di una sola settimana, collegati l'uno all'altro come pezzi di un puzzle e, al contempo, indizi utili per sventare atti di sangue ed attentati.
Accolto da ascolti rispettabili ma non esaltanti nonostante il battage pubblicitario, che ha visto anche un flash mob di presentazione realizzato a Milano, "Blindspot" pare avere tutti gli ingredienti "fisici" per soddisfare gli appassionati di film d'azione, dai combattimenti coi bastoni di Kali agli scontri corpo a corpo con leve articolari, bloccaggi a terra e tecniche di strangolamento, ma staremo a vedere come evolverà la trama e, di conseguenza, come verranno accolte le prossime puntate.  

martedì 10 maggio 2016

In Italia, acqua contaminata

Sporche, calde, contaminate acque... Vivesse ai giorni nostri, il povero Francesco Petrarca avrebbe ben poco da lodare circa le acque che scorrono sul suolo italiano (e pure quelle del sottosuolo, per la verità), che poco o nulla hanno ormai di chiare, fresche et dolci: si troverebbe costretto a cambiare le parole rese immortali dal Canzoniere?
Secondo i dati raccolti dall'ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - il 64% delle acque dei fiumi e dei laghi italiani è contaminato da pesticidi (63,9%, se vogliamo essere precisi) e, dato altrettanto allarmante, nemmeno le acque sotterranee sfuggono alla contaminazione, tanto che nei 2.463 punti di prelievo esaminati sono state rilevate consistenti tracce di inquinamento in circa un campione su tre (31,7%). Ad aggravare la già di per sé desolante notizia, il fatto che questi "veleni" risultino più presenti che in passato. 

I dati, resi noti a neppure due mesi di distanza dalla Giornata Mondiale dell'Acqua, evidenziano un aumento dei pesticidi nelle acque e danno di che riflettere: se è vero, infatti, che le analisi sono riferite all'anno 2013 - l'aumento rilevato è relativo all'anno 2012 - questo non basta a far tirare un sospiro di sollievo. Soprattutto perché nelle acque sono stati rinvenuti sia il tanto contestato (ora) glifosato, sia i neonicotinoidi, ritenuti responsabili della moria delle api e, dato forse ancora più preoccupante, gli esperti asseriscono che il "cocktail" di erbicidi, fungicidi ed insetticidi disciolto nell'acqua risulta essere più pericoloso che non la semplice somma di tutti i suoi componenti, dal momento che queste sostanze interagiscono tra loro.

Queste "schifezze", forse è il caso di ricordarlo, non vanno perse, non scompaiono come per magia: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. E questo vale anche per l'acqua. Con quest'acqua contaminata vengono irrigate le coltivazioni, a torrenti e fiumi si abbevera il bestiame d'allevamento e, sì, persino la cacciagione, in queste acque nuotano i pesci ed i molluschi che finiscono poi sulle nostre tavole. Per quanto "bio" sia un alimento, non può sfuggire all'inquinamento della pioggia.
Ed è vero, forse sono particolarmente attenta a queste tematiche perché nel T'ienshu l'essere umano è inserito nel suo ambiente, il suo equilibrio non è raggiungibile se non tenendo conto di tutto quanto lo circonda (ed Acqua è uno dei Cinque Elementi cardine nella filosofia di questa disciplina), ma che si pratichino o meno arti marziali, credo che chiunque debba prestare attenzione a ciò che gli accade attorno e a quanto finisce nel suo piatto ogni giorno. 

Per approfondire:
ANSA - Ispra, pesticidi nel 64% delle acque di fiumi e laghi. Glifosato nel cocktail.


venerdì 6 maggio 2016

Io ci metto il muso

L'udito del cane pare essere molto sviluppato, questo almeno secondo gli studi condotti dai bipedi, sulla cui attendibilità non metterei la zampa sul fuoco; loro, i bipedi, che si prendono come metro di giudizio per tutte le cose, secondo questi studi dicono che i cani sentono fino a 40.000 hertz al secondo, il doppio rispetto ai loro 20.000.
Io non ho la minima idea di cosa siano questi hertz, fatto sta che noi gatti ne sentiamo la bellezza di 100.000 al secondo. Il che, detto in poche parole, vuol dire che abbiamo delle orecchie di tutto rispetto.
Non è un caso se siamo così bravi nella caccia...

Naturalmente cari (a)mici non scrivo tutto questo per voi, che già siete gatti e quindi sapete perfettamente quale fortuna sia stata nascere con un corpo perfettamente funzionale oltre che bellissimo a vedersi; lo scrivo per loro, per i bipedi, che forse non si rendono conto di quanto fastidio ci diano le grida, gli urletti, il picchiettare contro i vetri...
Se un gatto normalmente può sottrarsi a tutto questo chiasso semplicemente girando sui reali polpastrelli e levandosi di torno, questo non avviene per i cuccioli in vetrina. Costretti a subire grida, urletti, picchiettare contro i vetri... Tutto il giorno. Tutti i giorni. 

Adesso alcuni bipedi più sensibili di altri sembrano essersi accorti che molti di noi vengono tenuti "in vetrina, esposti come un profumo, un vestito o un giocattolo" ed hanno deciso di opporsi a questo con una cosa che chiamano petizione.
Tutte le informazioni le potete trovare qui
Lo so, lo so, a lanciare questa idea è la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, ma (a)mici, in certi casi la rivalità tra noi e quei quadrupedi goffi e poco svegli merita di essere accantonata: in fondo, lo facciamo anche per i gattini. Anzi, soprattutto per loro, dal momento che il loro udito è molto più sensibile di quello dei cuccioli di cane.
Come vedete, io il muso ce l'ho messo. Adesso tocca a voi.
Felinamente vostro, Puxi il gatto.


Associazioni in Piazza 2016, noi ci saremo

Anche quest'anno torna l'appuntamento con la storia e la tradizione a Saronno, con l'evento "Associazioni in Piazza" che animerà il cuore cittadino per l'intera giornata di domenica 8 maggio. La giornata, occasione di incontro di tutti i gruppi, le associazioni e le scuole locali con i cittadini, vanta anche il corteo storico, cui non mancano neppure auto e moto d'epoca.
Lungo il centralissimo Corso Italia e nelle vie e piazze limitrofe sarà possibile trovare oltre 130 espositori, dall'AVIS al Corpo musicale cittadino, da Emergency al Mercato Contadino, dalla LAV alla Croce Rossa Italiana, dal Gruppo Astrofili ai Falconieri di Saronno, passando per Enpa, Gruppo Anziani, Amis de l'Osteria, Società Storica Saronnese, Lega Italiana Lotta ai Tumori e, naturalmente, le più svariate associazioni sportive presenti in città.

Come già in passato, anche quest'anno noi dell'Accademia Marziale Saronno saremo presenti con il nostro stand e, come lo scorso anno, potrete trovarci proprio all'inizio di Corso Italia, all'incrocio con via San Giuseppe. Non mi resta altro da fare che invitarvi a venirci a trovare: saremo ben lieti di incontrarvi e darvi tutte le informazioni che potete desiderare sui nostri corsi.
A domenica!

(Cliccate sulle immagini per ingrandirle)

giovedì 5 maggio 2016

Buone notizie, buone botte

Lui il cancro l'ha sconfitto, grazie anche al sostegno della sua famglia e di quella che definisce la sua "seconda famiglia", la scuola di arti marziali; ora vuole fare qualcosa per chi, contro il tumore, sta ancora lottando. Così un ragazzo di 21 anni veneto partirà per un tour europeo in bici per raccogliere fondi per la ricerca (qui l'articolo).

Comunque andranno gli incontri sul ring, lei il suo nome nella Storia degli sport da combattimento l'ha già scritto: Irma Testa è infatti la prima donna italiana pugile a partecipare alle Olimpiadi. Al suo fianco, a combattere per il tricolore, Valentino Manfredonia e Clemente Russo (l'articolo qui).

Se cercate lavoro ed amate l'Oriente, questa proposta potrebbe fare al caso vostro: la prefettura di Aichi, in Giappone, offre un contratto di un anno a sei aspiranti ninja, tutti rigorosamente di provenienza straniera. La conoscenza delle arti marziali costituisce titolo preferenziale; lo stipendio non è stratosferico ma comunque interessante: 1400 euro al mese (qui la notizia).

Ha fatto il giro del mondo il video, ripreso da una videocamera di sorveglianza all'interno di un ascensore in Cina, in cui una donna si difende da un molestatore prendendolo a botte (qui); meno noto il video proveniente dalla Turchia, dove su un autobus stracolmo un uomo molesta una donna, la quale reagisce e, con il supporto di altre donne, lo costringe a scendere dal mezzo, dove viene arrestato (qui).

L'arte marziale abbraccia la tecnologia e dalla loro fusione nasce un meraviglioso video di quattro minuti che rivela, in modo del tutto innovativo, la straordinaria bellezza del Kung Fu
Realizzato da Tobias Gremmler per la International Guoshu Association in occasione di una mostra sul Kung Fu, il video ha conquistato non soltanto gli appassionati. Eccolo


La Vergine delle Rocce

Ultimi giorni per poter ammirare, a Saronno, la Vergine delle Rocce della scuola di Leonardo da Vinci.
Mentre le due copie attribuite al genio toscano si trovano rispettivamente al Louvre di Parigi ed alla National Gallery di Londra, questa copia, attribuita all'allievo Francesco Melzi, sarà esposta sino all'8 maggio presso la chiesa di San Francesco, già di per sé storicamente interessante, dove sono previste anche visite guidate gratuite.
Sia l'iconografia - in particolare il piccolo San Giovanni privo della croce caratteristica, l'assenza delle aureole e la mano indicante dell'angelo - sia i pigmenti e la tecnica pittorica collocano quest'opera come possibile intermezzo tra le due versioni leonardesche, e di particolare rilevanza appare anche il supporto, tanto per materiale (a differenza delle due più celebri Vergini delle Rocce, dipinte su tavole di legno, qui si ha un dipinto su tela) quanto per forma (qui il quadro ha la classica forma rettangolare, mentre entrambe le tavole lignee presentano il lato superiore arrotondato).

Di proprietà della congregazione delle suore Orsoline di San Carlo, quest'opera è stata introdotta al suo arrivo in città da una serata condotta dal celebre critico d'arte Philippe Daverio e resterà esposta presso la chiesa di San Francesco sino a domenica 8 maggio, dove sarà possibile ammirarla e meglio comprenderla grazie alle visite guidate ad opera dei volontari del Gruppo Chiese Aperte. Le donazioni raccolte saranno devolute alla Fondazione Casa di Marta.

Per approfondire:
Dalla bottega di Leonardo a Saronno, arriva la Vergine delle Rocce

mercoledì 4 maggio 2016

Centurion, la fine della VIIII Legio Hispana tra i Celti di Britannia

Nulla resta della Nona Legione. Nulla, se non la storia che si fonde nel mito delle nebbie di Britannia. Nulla, se non i discendenti di un legionario romano e di una strega britannica. 

Nonostante la meticolosità dei resoconti imperiali, la storia della VIIII Legio Hispana è piuttosto nebulosa: materiale fecondo perché le popolazioni dell'odierna Gran Bretagna ed in particolare quante vivono in terra di Scozia, da sempre orgogliose e fiere, potessero ricavare racconti di strenue lotte per la libertà, con indomiti guerrieri pronti a tutto pur di sottrarsi all'impietoso giogo di Roma.

Come già in "The Eagle", la Nona Legione è qui protagonista o, meglio, protagonisti sono i superstiti del massacro operato dai Celti Pitti nei selvaggi boschi ai confini dell'Impero: un risicato quanto variegato numero di combattenti, che comprende sì un centurione, ma pure un cuoco ed un ex maratoneta delle più diverse provenienze, simbolo di quella Roma capace di estendere i propri confini fin quasi ai limiti del mondo allora noto.

Il generale romano Virilus cade preda dei celti Pitti
Fallito il tentativo di liberare il generale Virilus (Dominic West), caduto prigioniero del re Gorlacon (Ulrich Thomsen), e di recuperare le insegne romane, il gruppetto di superstiti è costretto alla fuga, inseguito dal sovrano dei Pitti che intende vendicare la morte del figlioletto e dall'implacabile Etain (Olga Kurylenko).

Etain, guerriera implacabile: "La sua anima è vuota e
solo il sangue romano può riempirla"
Costretta ad assistere all'assassinio del padre ed allo stupro della madre, prima di essere lei stessa violentata sebbene fosse soltanto una bambina, Etain è cresciuta nell'odio più profondo verso i Romani, i quali le avevano anche tagliato la lingua così che non potesse raccontare quanto accadutole; ora, dopo aver trascorso diverso tempo al servizio del governatore di Britannia Gneo Giulio Agricola ed essersi finta guida dei Romani negli ignoti territori del nord, ha finalmente la possibilità di vendicarsi. E, spietata, come un lupo insegue la sua preda.

I sei sopravvissuti, guidati dal centurione iberico Quintus Dias (Michael Fassbender), tentano di sopravvivere alle asprezze delle Highlands ed agli attacchi degli implacabili Pitti.
Nulla, degli orrori della guerra, viene risparmiato: i guerrieri - da ambo i lati - si accaniscono con brutalità sui nemici ed il film non lesina certo spargimenti di sangue né scene di grande crudezza.

Dal punto di vista marziale, il regista nonché sceneggiatore Neil Marshall si è avvalso di comparse provenienti da gruppi di rievocazioni storiche per girare le scene delle battaglie ed indubbiamente il film beneficia di questa scelta: le scene risultano credibili e, soprattutto per quanto attiene alla compagine romana, la disposizione della legione - sia in marcia, sia in battaglia - è verosimile e compatibile con quanto tramandatoci dalle fonti storiche.
Accurata ed interessante anche la ricostruzione sul versante celta, dove le asce da battaglia si mescolano con lance ed archi, entrambi ben documentati dalle evidenze archeologiche.

Proprio dall'ambito storico veniva una delle mie maggiori perplessità circa la pellicola: mentre l'etimologia attribuisce una delle probabili fonti del nome di Pitti al latino pinctus, motivato dall'usanza di questa popolazione di tatuarsi e dipingersi i corpi, mi pareva poco verosimile l'utilizzo del colore blu. Il pigmento blu, infatti, è piuttosto raro in natura, estraibile da minerali quali i lapislazzuli e l'azzurrite, tanto difficile da reperire da aver originato il mito del Principe Azzurro, mentre i Pitti di "Centurion" ne fanno largo uso.
Questa apparente incongruenza, però, è stata messa a tacere quando, documentandomi, ho scoperto l'esistenza, proprio nei terreni dell'odierna Scozia, del villaggio di Balmullo  (Baille Mhullaich in gaelico), situato nei pressi di giacimenti di azzurrite.
Lasciata la spada, l'incontro tra culture diviene possibile
D'altro canto, lo stesso Marshall, accusato di falso storicismo per quanto attiene alla "scomparsa" della IX Legio Hispana,  ha asserito: "Ho preso una leggenda e l'ho esplorata... è un thriller d'azione". E, in effetti, in quest'ottica il risultato è pienamente soddisfacente.

Dopo inseguimenti mozzafiato, battaglie sanguinarie, duelli feroci ed inaspettati tradimenti, nulla resta della VIIII Legio. Nulla, se non la storia che si fonde nel mito delle nebbie di Britannia. Nulla, se non i discendenti di un legionario romano e di una strega britannica.