mercoledì 4 maggio 2016

Centurion, la fine della VIIII Legio Hispana tra i Celti di Britannia

Nulla resta della Nona Legione. Nulla, se non la storia che si fonde nel mito delle nebbie di Britannia. Nulla, se non i discendenti di un legionario romano e di una strega britannica. 

Nonostante la meticolosità dei resoconti imperiali, la storia della VIIII Legio Hispana è piuttosto nebulosa: materiale fecondo perché le popolazioni dell'odierna Gran Bretagna ed in particolare quante vivono in terra di Scozia, da sempre orgogliose e fiere, potessero ricavare racconti di strenue lotte per la libertà, con indomiti guerrieri pronti a tutto pur di sottrarsi all'impietoso giogo di Roma.

Come già in "The Eagle", la Nona Legione è qui protagonista o, meglio, protagonisti sono i superstiti del massacro operato dai Celti Pitti nei selvaggi boschi ai confini dell'Impero: un risicato quanto variegato numero di combattenti, che comprende sì un centurione, ma pure un cuoco ed un ex maratoneta delle più diverse provenienze, simbolo di quella Roma capace di estendere i propri confini fin quasi ai limiti del mondo allora noto.

Il generale romano Virilus cade preda dei celti Pitti
Fallito il tentativo di liberare il generale Virilus (Dominic West), caduto prigioniero del re Gorlacon (Ulrich Thomsen), e di recuperare le insegne romane, il gruppetto di superstiti è costretto alla fuga, inseguito dal sovrano dei Pitti che intende vendicare la morte del figlioletto e dall'implacabile Etain (Olga Kurylenko).

Etain, guerriera implacabile: "La sua anima è vuota e
solo il sangue romano può riempirla"
Costretta ad assistere all'assassinio del padre ed allo stupro della madre, prima di essere lei stessa violentata sebbene fosse soltanto una bambina, Etain è cresciuta nell'odio più profondo verso i Romani, i quali le avevano anche tagliato la lingua così che non potesse raccontare quanto accadutole; ora, dopo aver trascorso diverso tempo al servizio del governatore di Britannia Gneo Giulio Agricola ed essersi finta guida dei Romani negli ignoti territori del nord, ha finalmente la possibilità di vendicarsi. E, spietata, come un lupo insegue la sua preda.

I sei sopravvissuti, guidati dal centurione iberico Quintus Dias (Michael Fassbender), tentano di sopravvivere alle asprezze delle Highlands ed agli attacchi degli implacabili Pitti.
Nulla, degli orrori della guerra, viene risparmiato: i guerrieri - da ambo i lati - si accaniscono con brutalità sui nemici ed il film non lesina certo spargimenti di sangue né scene di grande crudezza.

Dal punto di vista marziale, il regista nonché sceneggiatore Neil Marshall si è avvalso di comparse provenienti da gruppi di rievocazioni storiche per girare le scene delle battaglie ed indubbiamente il film beneficia di questa scelta: le scene risultano credibili e, soprattutto per quanto attiene alla compagine romana, la disposizione della legione - sia in marcia, sia in battaglia - è verosimile e compatibile con quanto tramandatoci dalle fonti storiche.
Accurata ed interessante anche la ricostruzione sul versante celta, dove le asce da battaglia si mescolano con lance ed archi, entrambi ben documentati dalle evidenze archeologiche.

Proprio dall'ambito storico veniva una delle mie maggiori perplessità circa la pellicola: mentre l'etimologia attribuisce una delle probabili fonti del nome di Pitti al latino pinctus, motivato dall'usanza di questa popolazione di tatuarsi e dipingersi i corpi, mi pareva poco verosimile l'utilizzo del colore blu. Il pigmento blu, infatti, è piuttosto raro in natura, estraibile da minerali quali i lapislazzuli e l'azzurrite, tanto difficile da reperire da aver originato il mito del Principe Azzurro, mentre i Pitti di "Centurion" ne fanno largo uso.
Questa apparente incongruenza, però, è stata messa a tacere quando, documentandomi, ho scoperto l'esistenza, proprio nei terreni dell'odierna Scozia, del villaggio di Balmullo  (Baille Mhullaich in gaelico), situato nei pressi di giacimenti di azzurrite.
Lasciata la spada, l'incontro tra culture diviene possibile
D'altro canto, lo stesso Marshall, accusato di falso storicismo per quanto attiene alla "scomparsa" della IX Legio Hispana,  ha asserito: "Ho preso una leggenda e l'ho esplorata... è un thriller d'azione". E, in effetti, in quest'ottica il risultato è pienamente soddisfacente.

Dopo inseguimenti mozzafiato, battaglie sanguinarie, duelli feroci ed inaspettati tradimenti, nulla resta della VIIII Legio. Nulla, se non la storia che si fonde nel mito delle nebbie di Britannia. Nulla, se non i discendenti di un legionario romano e di una strega britannica. 


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