Ultimi giorni per poter ammirare, a Saronno, la Vergine delle Rocce della scuola di Leonardo da Vinci.
Mentre le due copie attribuite al genio toscano si trovano rispettivamente al Louvre di Parigi ed alla National Gallery di Londra, questa copia, attribuita all'allievo Francesco Melzi, sarà esposta sino all'8 maggio presso la chiesa di San Francesco, già di per sé storicamente interessante, dove sono previste anche visite guidate gratuite.
Sia l'iconografia - in particolare il piccolo San Giovanni privo della croce caratteristica, l'assenza delle aureole e la mano indicante dell'angelo - sia i pigmenti e la tecnica pittorica collocano quest'opera come possibile intermezzo tra le due versioni leonardesche, e di particolare rilevanza appare anche il supporto, tanto per materiale (a differenza delle due più celebri Vergini delle Rocce, dipinte su tavole di legno, qui si ha un dipinto su tela) quanto per forma (qui il quadro ha la classica forma rettangolare, mentre entrambe le tavole lignee presentano il lato superiore arrotondato).
Di proprietà della congregazione delle suore Orsoline di San Carlo, quest'opera è stata introdotta al suo arrivo in città da una serata condotta dal celebre critico d'arte Philippe Daverio e resterà esposta presso la chiesa di San Francesco sino a domenica 8 maggio, dove sarà possibile ammirarla e meglio comprenderla grazie alle visite guidate ad opera dei volontari del Gruppo Chiese Aperte. Le donazioni raccolte saranno devolute alla Fondazione Casa di Marta.
Per approfondire:
Dalla bottega di Leonardo a Saronno, arriva la Vergine delle Rocce
Mentre le due copie attribuite al genio toscano si trovano rispettivamente al Louvre di Parigi ed alla National Gallery di Londra, questa copia, attribuita all'allievo Francesco Melzi, sarà esposta sino all'8 maggio presso la chiesa di San Francesco, già di per sé storicamente interessante, dove sono previste anche visite guidate gratuite.
Sia l'iconografia - in particolare il piccolo San Giovanni privo della croce caratteristica, l'assenza delle aureole e la mano indicante dell'angelo - sia i pigmenti e la tecnica pittorica collocano quest'opera come possibile intermezzo tra le due versioni leonardesche, e di particolare rilevanza appare anche il supporto, tanto per materiale (a differenza delle due più celebri Vergini delle Rocce, dipinte su tavole di legno, qui si ha un dipinto su tela) quanto per forma (qui il quadro ha la classica forma rettangolare, mentre entrambe le tavole lignee presentano il lato superiore arrotondato).
Di proprietà della congregazione delle suore Orsoline di San Carlo, quest'opera è stata introdotta al suo arrivo in città da una serata condotta dal celebre critico d'arte Philippe Daverio e resterà esposta presso la chiesa di San Francesco sino a domenica 8 maggio, dove sarà possibile ammirarla e meglio comprenderla grazie alle visite guidate ad opera dei volontari del Gruppo Chiese Aperte. Le donazioni raccolte saranno devolute alla Fondazione Casa di Marta.
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