lunedì 30 maggio 2016

T'ienshu al Festival dell'Oriente

Domenica 29 maggio, con il Maestro Carpanese ed una piccola rappresentativa della Scuola Wo Chen di Saronno, sono stata al Festival dell'Oriente di Novegro.
Devo confessare che, diversamente da quanto accaduto in passato, questa volta non ero accompagnata dal gioioso clima di festa che di solito mi scorta sino al padiglione, sul tatami e per l'intera durata della manifestazione: un po' di vicende personali non esattamente piacevoli impediscono che mi goda appieno le arti marziali, in questo periodo.
Non che ne sia fiera, ma ammetto di esserci andata più che altro "per far numero" e non lasciare la Scuola alla quale appartengo ed il T'ienshu al quale mi sento profondamente legata privati di un altro elemento. 

Nonostante le premesse non proprio esaltanti, però, la nostra partecipazione è stata più che soddisfacente: abbiamo dato una breve dimostrazione di ciò che il T'ienshu può essere - certo, anni di studio di una disciplina non possono essere riassunti in un'ora di dimostrazione - ci siamo divertiti e, per quanto mi riguarda, ho riassaporato il piacere di allenarmi con compagni coi quali raramente mi trovo a fare sparring, il che è per me sempre una bella esperienza (a proposito: grazie Francesco!).
Poi, naturalmente, c'è tutto il pantagruelico contorno. Perché, se le arti marziali e le discipline da combattimento sono il "piatto principale", spettacoli, cibi, bevande, musiche, colori, profumi, sapori, luci sono il "contorno" al quale proprio non si può rinunciare.
E, infatti, non ci abbiamo rinunciato.

Come ben sa chi segue me o @accmarziale su Twitter, ci siamo concessi un bel pranzo thailandese, con tanto di birretta locale che non guasta di certo (tanto ormai la dimostrazione l'avevamo fatta e anche se avessi camminato storta, mezza sbronza, ci sarebbero stati i miei compagni a riportarmi sulla retta via... Scherzo ovviamente!). Poi, tanto per non smentire un'ormai consolidata tradizione, dessert da passeggio a base di waffel ricoperto di cioccolato fondente e scaglie di cocco.
Che con tutto il peso che ho perso posso ben permettermelo!
Il tutto mentre si gironzolava alla scoperta del padiglione, curiosando tra i vari espositori e fermandoci ad assistere ad alcuni degli spettacoli presentati sul palco.
Gli spaghetti ubriachi della cucina
thai. Così chiamati non perché
cucinati con qualcosa di alcolico,
ma perché - ho scoperto troppo tardi -
sono talmente piccanti da farti bere
come se non ci fosse un domani.
Insomma: vuoi che il Medita ha il suo bel perché e, se applicato, funziona non soltanto sul tatami ma nei più diversi ambiti della vita quotidiana; vuoi che sia perché il T'ienshu - almeno per come lo vivo io con i miei Maestri ed i miei compagni - ha davvero la capacità di riequilibrarmi con il mondo circostante, tornando a farmi centrare su me stessa; fatto sta che quella che era partita come una mattinata da "cheppalle, come vorrei stare a casa a dormire che piove pure!" si è trasformata in una bella esperienza. Che sono felice di aver vissuto. E che condivido con piacere con voi che mi leggete. 
Esotica frutta essiccata

Colori delle lampade d'Oriente... da mille e una notte!
Tisane, infusi, thé dai colori e dai profumi inebrianti
Copie dei celebri guerrieri di terracotta cinesi vigilano
all'ingresso del padiglione

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