lunedì 30 giugno 2014

Grand Prix "orfano" di Carolina, ma l'Italia può ben sperare

Da anni sempre sotto i riflettori, "nella buona e nella cattiva sorte", osannata nelle vittorie e contestatissima nelle sconfitte, Carolina Kostner ha ora deciso - dopo aver vinto tutto - di concedersi una salutare pausa lontana dalle competizioni. I pattini continueranno a far parte della sua vita - e forse non potrebbe essere altrimenti - ma per una stagione agonistica l'atleta altoatesina si limiterà a fare il tifo per gli altri azzurri, concentrandosi sullo studio, sulla sua vita di giovane donna e sui molteplici interessi dentro e fuori la pista di ghiaccio.
Valentina Marchei
(foto da Twitter @valemarchei14)
L'Italia riversa dunque tutte le proprie speranze per il singolo femminile sulla grintosa Valentina Marchei, già convocata per il Grand Prix 2014: l'atleta milanese sarà impegnata a Skate Canada International, dove l'attende la medaglia d'argento olimpica Kaetlyn Osmond, ed alla Rostelecom Cup in Russia, dove dovrà scontrarsi con la padrona di casa e campionessa olimpica Adelina Sotnikova. Valentina è reduce da una buona stagione: i XXII Giochi Olimpici Invernali si sono chiusi con il suo miglior punteggio di sempre (173.33) e con il suo miglior punteggio nel libero (116.31), entrambi registrati il 20 febbraio 2014; una crescita che l'ha portata ad essere l'undicesima miglior pattinatrice del pianeta. Già appannata la stella dell'enfant prodige russa Elizaveta Tuktamysheva, Valentina non avrà scontri diretti con un'altra atleta russa quantomeno temibile: la giovanissima Julia Lipnitskaia, che nella stagione 2013/2014 si è piazzata quinta ai Giochi Olimpici e si è messa al collo la medaglia d'argento mondiale e l'oro europeo (tra l'altro, avendo conquistato la sommità del podio a soli 15 anni, 7 mesi e 12 giorni d'età, è la più giovane campionessa europea della storia). 
Questo non significa certo che Valentina avrà la strada spianata verso il podio canadese, ma indubbiamente l'atleta lombarda ha tutte le carte in regola per ben figurare in un contesto mondiale.
Molte speranze sono riposte anche nella coppia d'oro formata dalla comasca Anna Cappellini e dal milanese Luca Lanotte, campioni del mondo di danza, che a novembre prenderanno parte sia alla terza tappa, la Lexus Cup of China, sia alla quinta, il Trophee Bombard a Bordeaux. Una sola, invece, la tappa prevista per l'altra coppia azzurra di danza: Charlene Guignard e Marco Fabbri saranno impegnati a Skate America. 
Esordio immediato a Skate America anche per la coppia di pattinaggio di figura composta da Stefania Berton e Ondrei Hotarek, poi impegnati nella Rostelecom Cup russa; i campioni italiani, reduci dal quarto posto agli Europei 2014 e da un altro quarto posto nei Giochi Olimpici Invernali a squadre (dove, come coppia, si erano piazzati soltanto undicesimi), sono affamati di podio. C'è di che ben sperare in vista del Grand Prix, dunque. Il secondo duo azzurro di figura vedrà Nicole Della Monica e Matteo Guarise scendere sul ghiaccio in Cina prima ed in Francia poi.
In ambito maschile, unico rappresentante dell'Italia convocato al Grand Prix è il giovane moscovita Ivan Righini, campione azzurro 2014 e 13° ai Campionati Mondiali 2014; sarà impegnato nella tappa russa e nell'ultima tappa in calendario, l'NHK Trophy di Osaka.

Per approfondire:

sabato 28 giugno 2014

Una passeggiata nei boschi

Non lasciatevi trarre in inganno dal titolo, il nostro Bill è un gran burlone e la sua "passeggiata nei boschi" è in realtà un'autentica avventura: il tentativo - in larga misura andato a buon fine - di percorrere l'Appalachian Trail, il sentiero naturalistico più lungo degli Stati Uniti, che si snoda attraverso ben 14 Stati dalla Georgia al Maine; talmente lungo che, come sottolinea piuttosto polemicamente lo stesso Bill Bryson, "la lunghezza dell'Appalachian Trail è un dato che colpisce per la sua approssimazione. Il National Park Service, che ha la peculiarità di distinguersi sempre in modi perlomeno inquietanti, riesce a fornire nel medesimo depliant le misure di 3405 e 3542 chilometri". Comunque, considerando la stima fatta dall'autore prima di intraprendere il cammino, per percorrere il sentiero dall'inizio alla fine occorrerebbero circa cinque mesi e cinque milioni di passi
Pensando a chi si appresta a compiere una simile impresa, la mente si popola di immagini di giovani ed aitanti amanti della natura, profondi conoscitori di boschi e sentieri nonchè di tutti i trucchi indispensabili per cavarsela nelle situazioni più diverse; ebbene, Bill non era nulla di tutto ciò: a 44 anni era, per sua stessa ammissione, completamente fuori forma ed aveva nozioni molto basic in fatto di campeggio e vita all'aria aperta, tanto che quasi tutte le persone alle quali comunicò la sua intenzione di percorrere l'Appalachian Trail "si sentirono puntualmente in dovere di riferirmi qualche orrendo aneddoto relativo a un ingenuo conoscente che si era incamminato sul sentiero con grandi speranze e un paio di scarponcini nuovi fiammanti ai piedi, e che aveva fatto ritorno due giorni dopo barcollante, con un gatto selvatico attaccato alla testa o un ruscello di sangue al posto del braccio, riuscendo solo a sussurrare con un filo di voce la parola orso! prima di cadere in uno stato di agitata incoscienza". Ma Bill, incurante di tutto ciò, decide di partire insieme al vecchio amico Stephen Katz (coetaneo e persino più malconcio di lui) per l'impresa.
Le Great Smoky Mountains
Immaginate due quarantenni americani, che si erano persi di vista anni addietro "disprezzandosi cordialmente" e che non hanno nulla in comune salvo il fatto di essere sovrappeso e con qualche acciacco, per i quali il concetto di "passeggiata" normalmente contempla un'escursione all'interno di un centro commerciale caldo in inverno e fresco in estate, che percorrono insieme un sentiero lungo oltre 3400 chilometri immerso nella natura (e mantenuto in stato decoroso solo grazie all'impagabile impegno di volontari), in cui solo sporadicamente si ha modo di incappare in qualche cittadina dotata di alberghi con veri letti ed autentiche docce. Il tutto con zaini pesanti fino a 18 chili sulle spalle. 
Un orso annusa incuriosito una tenda
nel Great Smoky Mountains National Park
L'avventura di Bill e Katz si svolge all'insegna della più completa incoscienza ed è costellata da contrattempi: bufere di neve, incontri con animali selvatici e con i più strampalati esseri umani, assalti di nugoli d'insetti, acquazzoni devastanti, qualche infortunio e svariati battibecchi. "Le distanze cambiano drammaticamente quando si percorre il mondo a piedi. Un chilometro diventa un bel pezzetto di strada, tre chilometri sono una distanza decisamente ragguardevole, venti è roba da stramazzare, ottanta sono pressochè inconcepibili" scrive Bill all'inizio del sesto capitolo, ma ben presto alla distanza non si pensa neppure più: "Non c'è nulla da pensare. Piuttosto, si esiste in una specie di mobile stato zen, con il cervello come un palloncino appeso a un filo, che accompagna il corpo senza esserne realmente parte. Camminare per ore e per chilometri diventa una sorta di automatismo, ovvio come il respiro. Alla fine della giornata non si pensa più Ehi, oggi ho fatto ventotto chilometri, proprio come non si pensa Ehi, oggi ho respirato ottomila volte. Lo si fa e basta".
Un lago nel Delaware Water Gap
Bill e Katz non hanno percorso per intero il sentiero, ma la loro esperienza è bastata a Bill per raggiungere l'obiettivo che si era prefissato, quello di conoscere la natura degli Appalachi prima che fosse troppo tardi: "Gli Appalachi sono dimora naturale di una delle più fantastiche foreste del mondo, e rappresentano ciò che resta della più ricca e diversificata area boschiva che abbia mai occupato la zona temperata del globo. E si tratta di una foresta in serio pericolo di sopravvivenza. Se nei prossimi cinquant'anni la temperatura del pianeta salirà di oltre 4 gradi centigradi, come non pare impossibile che avvenga, l'intero paesaggio naturale degli Appalachi al di sotto del New England potrebbe trasformarsi in una savana". Un'esperienza che, con le debite cautele e con maggior consapevolezza, è raccomandata a tutti gli amanti della natura.

Per approfondire: 

Autore: Bill Bryson
Traduttore: Giuseppe Strazzeri
Editore: TEA Avventure
Anno d'edizione: 2001 (prima edizione TEA Avventure)

venerdì 27 giugno 2014

I misteri di Ustica e "Il muro di gomma"

Il 27 giugno 1980 la torre di controllo dell'aeroporto di Roma Ciampino perde il contatto radio con il volo di linea IH870, diretto da Roma a Palermo; sono le 20.59, il DC-9 I-TIGI dell'Itavia è decollato con 113 minuti di ritardo accumulato nei servizi precedenti, ma poi il volo è sembrato tranquillo.
Fino a quella sparizione dal canale radio. Chiamato alle 21.04 dall'operatore per l'autorizzazione di inizio discesa su Palermo, il volo non risponde e rimangono senza risposta anche le chiamate fatte, su richiesta della torre di controllo, da due voli dell'Air Malta che seguivano la stessa rotta. Soltanto alle prime luci dell'alba del giorno seguente un elicottero di soccorso avvista in mare una grossa chiazza di carburante e nel volgere di qualche ora iniziano ad affiorare alcuni detriti ed i primi cadaveri, la conferma alla più terribile delle ipotesi: il DC-9 è precipitato.

Tra i 77 passeggeri ed i 4 membri dell'equipaggio non ci sono sopravvissuti. Il mare di Ustica si è preso 81 vite, tra cui 13 bambini, ma le famiglie che possono piangere i poveri resti dei propri cari sono molte meno perchè soltanto 38 corpi vengono recuperati dai flutti.

Al "perchè" di questa tragedia inizialmente viene fornita la risposta di un cedimento strutturale, ma c'è chi, come il giornalista del Corriere della Sera Rocco Ferrante, a quella ipotesi non crede: una sua fonte alla torre di controllo di Ciampino, in una telefonata, gli ha detto "l'hanno tirato giù". Poche parole che bastano a far iniziare un'indagine senza fine, un'inchiesta in bilico per anni tra l'interesse giornalistico e la compassione umana magistralmente raccontata nel film "Il muro di gomma" diretto da Marco Risi.

Accantonata l'ipotesi del cedimento strutturale, lo scenario che si apre è più inquietante: il DC-9 potrebbe essere caduto a causa di una bomba a bordo, o essere stato abbattuto da un missile aria-aria sparato da un velivolo militare o, ancora, sarebbe precipitato dopo essere entrato in collisione (o in semi collisione) con un aereo militare. Certo è che quella sera il cielo attorno al volo IH870 era molto affollato, teatro di esercitazioni militari internazionali NATO o, come qualcuno ha ipotizzato, scena di guerra aerea tra un velivolo NATO ed uno dell'aviazione libica.

Soltanto nel settembre 2011 i ministeri della Difesa e dei Trasporti sono stati condannati, con sentenza emessa dal giudice Paola Proto Pisani, al pagamento di oltre 100 milioni di euro a favore dei 42 parenti delle vittime: i due ministeri, secondo quanto emerso nel corso del processo, non avrebbero fatto abbastanza per prevenire ed evitare il disastro e fu ostacolato l'accertamento dei fatti. Secondo la sentenza, poi, vi sarebbero responsabilità e complicità di soggetti appartenenti all'Aeronautica Militare Italiana, che operarono fattivamente per il depistaggio delle indagini.  
Sono trascorsi 34 anni da quella maledetta sera che si portò via 81 vite, distruggendo per sempre famiglie, devastando anime, e ancora non si sa la verità. Cosa accadde davvero al DC-9 Itavia? Ancora chi si interroga sul disastro di Ustica sbatte contro un muro di gomma che lo rimbalza indietro, ancora 81 morti innocenti ed inconsapevoli aspettano giustizia. 

Per approfondire:

giovedì 26 giugno 2014

Il segreto dell'eterna giovinezza

Amos e Annette Larkins
A vederli camminare insieme per strada, mano nella mano, sono in molti a pensare che "lei" sia la figlia di "lui" o, più maliziosamente, a ritenere che il Sig. Amos Larkins abbia sposato una donna con la metà dei suoi anni. E la cosa lo diverte non poco. Perchè, in realtà, lui e sua moglie Annette hanno soltanto nove anni di differenza: classe 1933 lui, classe 1942 lei.
Ma Annette Larkins pare aver scovato il segreto dell'eterna giovinezza e, alla bella età di 72 anni, sembra una splendida quarantenne, in perfetta forma. E non deve ringraziare nessun chirurgo plastico.
Sposati dal 1958, i Larkins sono l'esempio vivente di come scelte diverse portino a risultati diversi: lui, che ha lavorato come macellaio, non ha mai prestato particolare attenzione all'alimentazione nè all'attività fisica; lei è diventata vegetariana negli anni '60 e, in seguito, vegana, sino a diventare crudista. Mano a mano che le variazioni nell'alimentazione mostravano i propri segni positivi sul fisico di Annette - che non solo sembra molto più giovane di quanto non sia, ma che dichiara orgogliosamente di essere in perfetta salute e di non utilizzare medicine da decenni - lei diventava più "estremista", tanto che oggi si nutre soltanto di ciò che coltiva lei stessa nell'orto di casa, ovviamente senza l'uso di pesticidi, e beve acqua piovana che raccoglie e filtra personalmente. Il marito, dal canto suo, fedele estimatore della carne come molti statunitensi "barbecue dipendenti", soffre di diabete e di pressione alta, deve prendere ogni giorno diversi medicinali e si rammarica di non aver seguito la strada intrapresa da Annette molti anni fa.
Fisico invidiabile nonostante il passare del tempo e due gravidanze, Annette ritiene che una vita attiva e piena di interessi sia parte integrante del "segreto" per l'eterna giovinezza: si alza sempre molto presto al mattino, attorno alle 5.30, ha concluso gli studi con il massimo dei voti (aveva lasciato la scuola quando si è sposata, a 16 anni), ha imparato ad usare e programmare computer, parla tre lingue, disegna e cuce da sola i propri abiti e, ovviamente, si occupa del giardino di casa. Ha anche scritto due libri, "Journey to Health" e "Journey to Health II", nei quali spiega il viaggio da lei intrapreso verso la salute ed ha prodotto il DVD "Raw Kitchen" illustrando il suo regime alimentare e consigliando come preparare diversi piatti.

mercoledì 25 giugno 2014

Estate e abbandoni, la campagna 2014 dell'ENPA

"Non lasciare che le sue vacanze finiscano qui": è questa la richiesta dell'ENPA nella campagna contro l'abbandono degli animali di questa estate, che ha preso il via il 15 giugno e proseguirà fino a fine agosto. 
Campagna ENPA contro l'abbandono 2014
(Clicca sull'immagine per ingrandirla)
Locandine, spot radio, video e banner ricorderanno ai proprietari di cani e gatti - ma anche di altri piccoli pets come criceti, tartarughe, conigli e furetti - che un amico è per sempre e che non esistono "creature usa e getta"; l'Agenzia Cheil ha realizzato gratuitamente la campagna pubblicitaria che, sulla scorta dei dati raccolti nel corso degli anni, è ambientata su strade ed autostrade, luoghi in cui sono ancora purtroppo molto elevati gli abbandoni.
L'invito è quello di informarsi adeguatamente prima di partire, ricordando che l'abbandono non è mai la scelta giusta, e cercare una destinazione vacanziera che sia pet-friendly: sono tante, ormai, le strutture alberghiere, i B&B ed i campeggi che accolgono volentieri anche gli animali; un elenco è consultabile sull'app Vacanzebestiali, cui si può accedere anche attraverso il qr code riportato su locandine e pagine stampa della campagna.
Nelle giornate del 5 e 6 luglio, poi, dei volontari ENPA saranno presenti in molte piazze italiane per informare e sensibilizzare sul tema dell'abbandono, in occasione della seconda "Giornata ENPA contro l'abbandono".

sabato 21 giugno 2014

Pattinare in ogni stagione, tra ghiaccio e roller

Cosa fa un'amante del pattinaggio su ghiaccio quando è estate e si sforano i 30 gradi? O si sottopone ad estenuanti trasferte alla ricerca di stadi del ghiaccio aperti sotto il solleone oppure si arma di coraggio e tenta di muoversi con ciò che, a prima vista, può sembrare simile ad un paio di pattini da ghiaccio: i roller.
Rispetto ai tradizionali pattini a rotelle, i roller hanno le ruote in linea e quindi, in via puramente teorica, il peso del corpo andrebbe distribuito in modo più similare a quanto avviene con i pattini da ghiaccio, sebbene la superficie a contatto rispettivamente con strada o ghiaccio sia diversa.
Ho quindi comprato un paio di roller molto basic - tanto la mia passione è e resta il ghiaccio - e sono andata al parco vicino casa, dove è disponibile una piccola pista riservata a pattini e skateboard.

La prima, abissale differenza tra i miei pattini da individuale e i roller sta nel peso: questi ultimi sono infinitamente più pesanti rispetto ai primi ed anche lo scarponcino è molto, molto più rigido. Il peso non è questione da sottovalutare, soprattutto se si intendono eseguire salti o figure come l'angelo, l'anfora o il carrellino (chiamato anche pipa, o carrettino o con altri nomi ancora, a seconda delle regioni); a me, personalmente, sono bastate le prime tre spinte per capire che di tentare salti non se ne parlava neppure e, dopo le prime due clamorose sederate, ho anche rinunciato all'idea del carrellino. E' andata decisamente meglio con l'angelo - sebbene abbia faticato di più, rispetto al ghiaccio, proprio a causa del peso maggiore del pattino - e con l'anfora (non serve, vero, che vi sottolinei il fatto che, comunque, non li ho eseguiti come Carolina Kostner o Valentina Marchei e che non li avrei eseguiti così nemmeno se fossi stata sul ghiaccio?). Comunque: ce la si fa.

A distogliermi dalla folle idea di tentare salti, poi, c'è stata anche la totale mancanza di punta.
Lama di pattini da figura e lama di pattini da hockey
La punta è quella cosa che fa impietosamente incastrare i principianti nel ghiaccio, spesso facendoli cadere (non è un caso che i pattini a noleggio siano più simili a quelli da hockey, senza punta), ma è anche quella parte della lama indispensabile per fare presa sul ghiaccio, grazie ai "dentini", e spiccare il balzo per un salto, o anche iniziare una rotazione per la trottola. E, banalmente, per frenare di botto se un ragazzino scapestrato ti si lancia davanti!
Frenare di botto coi roller è tutt'altro che uno scherzo, almeno fino a quando non ci si abitua a pensare che il freno è in coda... A momenti il ragazzino scapestrato lo travolgevo!
Nella mia prima escursione al parco con i pattini in linea ho trovato parecchia differenza anche per quanto riguarda i fili (per la verità, non so nemmeno se in fatto di roller sia corretto parlare di fili... ma va beh, l'importante è capirsi): coi pattini da ghiaccio le curve - e anche tutte le figure come le già citate anfora e angelo - si eseguono spostando il peso del proprio corpo sui fili delle lame (filo interno o filo esterno); coi roller il principio è lo stesso, credo, ma ho trovato maggior difficoltà nel bilanciare il peso.
In attesa dell'inverno, con relativa riapertura del piccolo stadio del ghiaccio locale, credo che continuerò a far pratica con i roller, giusto per non dimenticare il poco che so - e perchè, comunque, questi esercizi sono una meraviglia per rassodare gambe e glutei! - ma, ribadisco, la mia passione è e resta il ghiaccio!

venerdì 20 giugno 2014

Buone notizie dall'Italia e dal mondo

Iniziamo con una buona notizia di solidarietà che arriva dal mondo del lavoro: a Pisa un'autista di autobus colpita da tumore aveva terminato tutte le ferie e i permessi per potersi curare. I suoi colleghi dell'azienda di trasporto pubblico CTT non ci hanno pensato due volte e hanno dato il via ad una "colletta di ore" per poter aiutare Rossella. Ogni autista ha rinunciato, con il benestare dell'azienda, ad uno dei giorni a cui aveva diritto per le festività soppresse, regalandolo alla collega affinché potesse continuare le cure senza rischiare di perdere il posto di lavoro (qui l'articolo).

Questo grande gesto di generosità e solidarietà, partito lo scorso anno, ha consentito a Rossella Cionini di mantenere il proprio impiego e, al contempo, di continuare a sottoporsi alle cure necessarie per debellare il male che l'affligge; non solo: la donna non ha usufruito di tutte le ore messele a disposizione dai colleghi ed ha così pensato di regalarle a sua volta a quanti ne dovessero avere bisogno. 
Un autentico eroe misterioso è invece il turista tedesco - di cui non sono state rese note le generalità - che domenica 15 giugno ha salvato sette bagnanti in difficoltà nel mare di Is Arenas, in Sardegna. Il coraggioso canoista non ha esitato a sfidare le onde per portare in salvo, dopo averli raggiunti con la sua canoa, i malcapitati. Soltanto una delle persone coinvolte, subito raggiunte anche da Guardia Costiera e 118, è stata trasportata in ospedale, dove i medici hanno comunque accertato un buono stato di salute generale (qui l'articolo).

Forse non entrerà nella Storia per qualche incredibile scoperta, ma lo studioso Johann Westhauser è stato protagonista di un salvataggio senza precedenti: feritosi nel corso di una spedizione di speleologia in Baviera, l'uomo è rimasto intrappolato in una grotta a 1000 metri di profondità per 12 giorni, lasciando il mondo con il fiato sospeso. Il ricercatore cinquantenne è stato infine tratto in salvo, ponendo così fine ad un'eccezionale operazione di recupero durata ben sei giorni (qui l'articolo).

In Congo, infine, la compagnia petrolifera Soco ha ceduto le armi di fronte alle proteste del WWF e la mobilitazione mondiale: il Parco Nazionale di Virunga, all'interno del quale la società aveva ottenuto il permesso di trivellare, resterà intatto. Questo parco è particolarmente importante non solo per la sua rilevanza storica - è infatti il più antico di tutto il continente africano - ma anche perchè nei suoi 8 mila chilometri quadrati trovano rifugio specie rare, alcune delle quali, come il gorilla di montagna, seriamente minacciato di estinzione. La Soco non solo ha rinunciato ai suoi progetti di estrazione all'interno del Parco, ma si è anche impegnata a rimanere fuori da tutti i siti iscritti nell'elenco del Patrimonio dell'Umanità stilato dall'Unesco (qui l'articolo).

Tornando in Italia, un lieto evento bestiale ha allietato Castiglione della Pescaia, in Maremma: qui, infatti, all'interno di un'oasi protetta, sono nati 3 piccoli di falco pescatore. Questo rapace non nidificava in Italia da almeno 40 anni, facile dunque comprendere l'entusiasmo suscitato dalla nascita di questi piccoli (qui l'articolo).

giovedì 19 giugno 2014

24 ore di sport a Uboldo, a fin di bene

Torna anche quest'anno la 24h Sport Marathon, evento sportivo a scopo benefico realizzato presso il Centro Sportivo Comunale di Uboldo (VA). Venerdì 4 e sabato 5 luglio sarà possibile cimentarsi in quattro diverse discipline sportive (calcio a 5, beach volley, street basket e tennis) ed il ricavato di questa maratona a tutto sport sarà devoluto a favore dei progetti dell'AVSI (Associazione dei Volontari per il Sostegno Internazionale).
L'Accademia Marziale Saronno potrebbe partecipare alle competizioni di calcio a 5 quindi, se tra associati e simpatizzanti ci sono almeno 10 volenterosi sportivi che intendono cimentarsi in questa attività, devono dare la propria adesione alla segreteria dell'Accademia entro e non oltre mercoledì 25 giugno (fornendo nome, cognome, data e luogo di nascita, fotocopia della carta d'identità, liberatoria e quota d'iscrizione).
La quota d'iscrizione è di 15 euro (più altri 15 euro di cauzione) e per tutte le informazioni relative alla manifestazione potete visionare il sito ufficiale.

mercoledì 18 giugno 2014

Stretching al Parco, in compagnia

Incontrarsi la mattina, per fare un po' di ginnastica dolce e una camminata al Parco del Lura, in compagnia: è da questa idea che nasce l'attività, completamente gratis, proposta dall'Accademia Marziale Saronno per tutti i venerdì di giugno e luglio 2014 (solo in caso di bel tempo).
Tante persone non fanno attività fisica perchè da sole si annoiano; radunarsi in un piccolo gruppo può essere occasione d'incontro e sprone a fare un po' di sano movimento all'aria aperta. 
Ci si incontrerà tutti i venerdì mattina alle ore 8.30 all'ingresso del Parco del Lura vicino al parcheggio di via Don Volpi (zona campo da calcio dell'Amor) e, guidati da un membro dell'Accademia Marziale Saronno, si faranno esercizi di stretching ed una camminata all'interno del Parco Urbano di Saronno.
L'attività, gratuita ed aperta a persone da 5 a 100 anni (purchè i bambini siano accompagnati da un adulto), vuole essere anche incentivo alla fruizione del Parco: a nessuno piace camminare o fare sport tra i rifiuti, per questo quante più persone si avvicinano al Parco Urbano, iniziando a percepirlo come un qualcosa di bello e di "proprio", tante più persone cercheranno di mantenerlo pulito e sano.
Anche gli amici a quattro zampe sono i benvenuti, purchè tenuti al guinzaglio come prevede la legge. Per informazioni: accademiamarzialesaronno@gmail.com o tel. 3383052798.

martedì 17 giugno 2014

Che fallito!

Fallito è, secondo la definizione del Grande Dizionario Italiano di Gabrielli Aldo, "Chi non è riuscito a realizzare le proprie aspirazioni nè a conseguire risultati validi, spec. nel campo professionale". Non si fa specifico riferimento al conto in banca - una persona potrebbe benissimo realizzare le proprie aspirazioni senza diventare milionaria, così come un milionario potrebbe covare dentro sè un senso di insoddisfazione - sebbene nell'immaginario collettivo la persona "arrivata", quella "di successo", il "non fallito" insomma, è chi possiede grandi somme di denaro, magari accompagnate dal potere sociale o politico.

Laura Pausini, vincitrice del
Latin Grammy Awards
Ma è l'incapacità di "realizzare le proprie aspirazioni" ciò che veramente contraddistingue il fallito.
Chi non riesce al primo colpo, ma crede in se stesso e nel proprio sogno tanto da perseverare, difficilmente sarà un fallito.
Prova ne è, ad esempio, Laura Pausini, arrivata ultima al Festival di Castrocaro - così come pure Fiorella Mannoia, "bocciata" diversi anni prima allo stesso festival canoro - e, per restare in ambito musicale, è impossibile non citare i Beatles che nel 1962, prima di contribuire a fare la storia della musica, si videro venir rifiutati dalla Decca Records.
E che dire di Fred Astaire? Alla sua audizione il regista scrisse sulla relazione: "Non sa recitare. Non sa cantare. A malapena sa ballare". La star tenne poi quella nota e la appese nella sua abitazione di Beverly Hills, per ricordarsi da dove era venuto. Mentre svariati decenni addietro John Ruskin definì come rumore di "un sacco di chiodi rovesciato e un martello che cade" la musica di un certo Ludwig Van Beethoven.

In ambito completamente diverso, altra stroncatura incredibile, a posteriori, è quella dell'allenatore di basket della Emsley A. Laney High School in North Carolina che rifiutò il posto in squadra a Michael Jordan, il quale potè iniziare a giocare a basket soltanto dal secondo anno. E molto probabilmente la dirigenza del Calcio Como si sta ancora mangiando le mani per aver rifiutato quel quindicenne mingherlino di nome Lionel Andrés Messi, quel calciatore poi diventato famoso a livello mondiale come Leo Messi, vincitore di una serie infinita di riconoscimenti sportivi, paragonato a Maradona e riconosciuto come uno dei migliori attaccanti del pianeta.

Walt Disney con 4 Premi Oscar
(fu nominato 59 volte e ne vinse
ben 26 nel corso della sua vita)
Un super fallito doveva essere Walter Elias Disney: licenziato dal giornale in cui lavorava perchè "senza immaginazione e privo di buone idee", creò una sua compagnia di animazione che fallì miseramente e lui perse tutto. Si ridusse al punto di doversi nutrire di cibo per cani, perchè non aveva abbastanza denaro per procurarsi di che vivere dignitosamente, e quando nel 1927 presentò Mickey Mouse agli MGM Studios si sentì rispondere che un topo gigante non avrebbe mai potuto avere successo perchè avrebbe terrorizzato le donne. Ma Walt Disney non si lasciò abbattere, continuò a credere nei propri sogni e, alla fine, costruì ciò che è diventato un vero e proprio impero.
E pare che Sylvester Stallone abbia dovuto bussare a 1500 porte prima di trovare chi finanziasse la produzione di "Rocky".

"Carrie", il primo romanzo di Stephen King, venne rifiutato la bellezza di 30 volte prima di trovare un editore che lo desse alla stampa e la versione rilegata del romanzo vendette solo 13.000 copie, ma l'edizione economica fece registrare un successo di vendite incredibile e "Carrie" divenne un film (con successivi remake), un musical (1988) e persino un fumetto (la vicenda di questa ragazzina ha ispirato Pasquale Ruju per l'albo n. 135 di Dylan Dog, "Scanner").
Vogliamo parlare poi di Steven Spielberg? Il regista statunitense che ha collezionato 4 Premi Oscar, 12 Emmy Awards, 4 Golden Globe ed una serie interminabile di nominations; il "papà" di film come "Lo Squalo", "E.T. l'extreterrestre", "Jurassic Park", "Salvate il soldato Ryan" e la saga di Indiana Jones; ebbene, questo tale è stato rifiutato non una ma più volte dalla Univeristy of Southern California - School of Theatre, Film and Television, tanto da rinunciare e laurearsi in un'altra facoltà.

Svariati "No, grazie", intervallati da numerosi e molto meno cortesi "Siete dei pazzi, fallirete" hanno segnato il cammino di Federico e Guido, due amici, verso la nascita di quello che oggi è uno dei nomi dell'eccellenza italiana: Grom (l'intera vicenda la trovate qui).
Brian Acton, co-fondatore di WhatsApp, nel 2009 venne rifiutato sia da Facebook che da Twitter ma, evidentemente, non si lasciò abbattere e, con il socio ucraino Jan Koum, diede vita ad una startup per realizzare e lanciare l'applicazione di messaggistica istantanea oggi più famosa al mondo (e comprata, nel 2014, proprio da Facebook per 19 miliardi di dollari).

La caricatura di Charles Darwin - scimmia
E gli esempi di "stroncature celebri" non si fermano qui: anche in ambito scientifico si trova un gran numero di "falliti", a cominciare da quel tal Galileo Galilei, oggi ritenuto il padre della scienza moderna, la cui teoria eliocentrica - in opposizione alla concezione geocentrica accettata e diffusa all'epoca - venne non solo duramente attaccata dall'Inquisizione ma nel 1633 gli costò persino la libertà.
E che dire di Charles Darwin? I suoi studi naturalistici e la sua opera più nota, "L'origine delle specie", gli valsero aspre critiche da parte dagli scienziati e da buona parte della società contemporanea, di idee creazioniste, e gli procurarono, tra molte derisioni, anche quella celebre caricatura che vede il suo viso sormontare il corpo di uno scimpanzé.

In tempi più vicini a noi, l'IBM si rifiutò di comprare la licenza di MS-DOS ideata da Bill Gates, divenuto fondatore e presidente della Microsoft nonché uomo più ricco al mondo dal 1996 al 2009 (con l'eccezione dell'anno 2008, in cui dovette "accontentarsi" del terzo posto) mentre Carlo De Benedetti, noto imprenditore italiano, ha raccontato in un'intervista a Radio 24 di aver rifiutato un finanziamento di circa 200 mila dollari, quando era proprietario della Olivetti, a due giovanissimi americani con un'idea: quei due ragazzi erano Steve Jobs e Steve Wozniak, fondatori della Apple.
Chi è, dunque, davvero un fallito? Forse chi si arrende alle prime difficoltà, rinunciando alle proprie aspirazioni? Oppure chi, come Homer Simpson, le aspirazioni non le ha neppure?

lunedì 16 giugno 2014

Brasile 2014, non solo Mondiali: il crisocione

I Mondiali di Calcio ricorrono con frequenza sempre crescente nelle cronache, sorta di tam-tam mediatico che promette di far trovare tutto il mondo dotato di tv piazzato in poltrona in tempo utile per godersi il primo calcio al pallone. Ma il Brasile non è solo sinonimo di Mondiali di Calcio e, a ricordarcelo, ci sono anche le notizie riguardanti le proteste della popolazione o quelle circa lo sfruttamento sessuale di ragazzine (bambine?) derivante dall'accresciuta domanda di "carne fresca" da parte dei turisti, riversatisi nel Paese in gran numero. Il Brasile è anche natura e natura a rischio. Il Brasile è anche la casa del crisocione
Mai sentito nominare, eh? Comprensibile, dal momento che questo animale, come la saiga, non è particolarmente bello nè tenero; non è, insomma, equiparabile ai batuffolosi cuccioli di foca o alla maestosa tigre. E' un cane. O, per meglio dire, è un antichissimo canide, un fossile vivente di cui si ritrovano le prime tracce già nel Pleistocene e che non è strettamente imparentato con i canidi diffusi oggigiorno sulla Terra. Il suo nome, che deriva dal greco e significa letteralmente "cane dorato", indica alla perfezione il colore caratteristico del suo mantello, adattissimo a mimetizzarsi nell'erba alta e spesso secca delle aree in cui vive (Brasile meridionale, Paraguay e Bolivia); le sue lunghe zampe gli consentono di effettuare poderosi balzi, rendendolo capace persino di cacciare gli uccelli in volo, tuttavia trova molto più semplice e comodo predare le galline, spesso lasciate razzolare libere in prossimità degli abitati, e questa caratteristica, unitamente alla crescente riduzione del suo habitat ed all'urbanizzazione, lo ha reso estremamente raro. La sorta di criniera che gli corre lungo la schiena gli è valsa il nome inglese di maned wolf.
Si stima che in Uruguay e nel nord dell'Argentina sia già estinto e la sua sopravvivenza è seriamente a rischio anche in Brasile. Timido e schivo, a differenza degli altri canidi non vive in branco ed è solitario, caratteristica che rende ancora più difficile localizzarlo in libertà; molte delle immagini che si trovano nel web, infatti, sono state scattate ad esemplari in cattività che, come purtroppo avviene anche per altri animali, sono ormai l'unica garanzia di sopravvivenza di una specie. 
(Per approfondire: crisocione - WWF )

venerdì 13 giugno 2014

Benessere, ben apparire e i look delle star

All'arrivo dell'estate, con l'aumentare delle temperature, aumenta in modo esponenziale anche l'"ansia da prestazione" di moltissime donne: non soltanto la fatidica "prova costume", ma anche il semplice decidere di indossare un paio di pantaloni corti può creare una gran quantità di incertezze. Perchè molte di noi, testa ben imbottita delle immagini di donne favolose che appaiono in tv e sui giornali, si sentono inadeguate ogni volta che si guardano allo specchio: quella ruga sul viso che ieri non c'era, quella cellulite che proprio non vuole andarsene, quel seno minuscolo che nessun push-up sembra rendere appetibile... 
Eppure il segreto per essere "bellissime" (secondo i canoni che i media ci vogliono imporre) è uno solo e si chiama Photoshop.

Il problema è che moltissime donne, più o meno giovani, ancora non se ne rendono conto e rischiano di cadere vittime di disturbi alimentari come anoressia, bulimia o ortoressia.
Il benessere, in questi casi, non ha nulla a che spartire con il ben apparire: è proprio la ricerca di una perfezione estetica irraggiungibile che spinge la persona a martoriare letteralmente il proprio corpo, inseguendo un ideale inesistente ed irrealizzabile, in un baratro troppo spesso senza uscita. Perciò ho pensato di scrivere questo post, sebbene di questo argomento mi sia già occupata in passato, inserendo immagini di donne famose senza "ritocchini" che ho scovato sul web. Donne che brutte non sono, ma che senza l'intervento della computer grafica tornano ad essere, semplicemente, donne.
Cameron Diaz
Alicia Keys
Tamara Ecclestone
Keira Knightley nella foto originale (prima) e nella locandina del film "King Arthur" (dopo)
Donne che si possono ammirare per il successo ottenuto nella vita, nella carriera, ma che riacquistano il loro meritatissimo status di donne - che vivono, mangiano, dormono, fanno la spesa più o meno come ogni Sciura Maria che si rispetti - e che, giustamente, se ne fregano di qualche piccola quanto del tutto naturale imperfezione fisica.
Nemmeno le supersexy Ke$ha e Rihanna, tanto ammirate, sono le stesse senza il magico aiutino del fotoritocco: la cellulite o il seno cadente ce l'hanno anche loro.

Kesha, con e senza "magie" di Photoshop, trucco e parrucchiere
Rihanna, fronte e... retro
Neppure le più ammirate top model sono "cellulite-free", nonostante una vita di diete ferree e ritmi frenetici. La sempre paparazzatissima Kate Moss è stata fotografata in Brasile, in alcuni scatti che non lasciano spazio a dubbi circa il fatto che anche lei non sia perfetta ma, semplicemente, umana.
Ed uno scatto malandrino ha immortalato anche la pelle a buccia d'arancia di Irina Shayk: la supermodella russa fidanzata del calciatore Cristiano Ronaldo ha accavallato le gambe nel corso di una partita alla quale stava assistendo e subito un paparazzo ha scattato la foto che... la rende a pieno titolo un'appartenente alla razza umana.
Kate Moss
Irina Shayk
Anche gli uomini cambiano non poco grazie alle illusioni informatiche di Photoshop: George Clooney, ad esempio, senza "aiutini" appare così.

Insomma, ciò che veramente conta è il benessere, sia fisico che psicologico, il sentirsi bene con se stessi ed il mantenersi - per quanto è in nostro potere - in buona salute; questo significa che non bisogna eccedere, neppure con le diete e con l'autocritica, imparando ad accettarsi per ciò che si è.
Come ha fatto la nostrana Elena Santarelli che, prevenendo i paparazzi, ha giocato d'anticipo ammettendo di essere una donna ed un essere umano con qualche piccola imperfezione ed ha pubblicato le sue foto in bikini, cellulite compresa, sul suo blog.

Per chiudere, un filmato sulla magia di Photoshop che, come e più della bacchetta magica delle fatine fiabesche, può trasformare chiunque.

giovedì 12 giugno 2014

RoboCop, i film e la realtà, tra protesi ed etica

RoboCop 1987 e RoboCop 2014
Correva l'anno 1987 e nei cinema usciva "RoboCop - il futuro della legge", film di fantascienza ambientato in un futuro prossimo: nel corso dello svolgimento del proprio dovere, l'agente di polizia Alex Murphy viene barbaramente mutilato da alcuni malviventi, che ne straziano il corpo; soccorso quando è ormai troppo tardi, Alex rinasce a nuova vita grazie all'intervento tecnologico dell'OCP, la multinazionale Omni Consumer Product, che lo "ricostruisce" dotandolo di protesi meccaniche ed integrandolo con un sistema di programmazione informatica.
Anno 1987, dicevamo, e RoboCop era fantascienza; ora buona parte di quella fantascienza è diventata scienza: le protesi, ad esempio, sono entrate a far parte del vissuto comune e non mi riferisco soltanto a quelle utilizzate per plasmare il seno di soubrette e signore insoddisfatte del proprio decolletè, ma a protesi meccaniche che consentono a persone rimaste vittime di incidenti di tornare a camminare sebbene abbiano perso l'uso delle gambe o di afferrare oggetti anche se sono stati privati delle mani; il corridore sudafricano Oscar Pistorius, poi, ha sdoganato l'uso delle protesi in ambito sportivo, raggiungendo livelli agonistici del tutto impensabili soltanto fino a qualche anno prima.
Esoscheletro Honda, pesa solo 2,6 Kg
Anche in ambito di esoscheletri, poi, la ricerca continua sia in campo militare che civile, portando a risultati sorprendenti: Honda, ad esempio, ha recentemente consegnato 100 esemplari di esoscheletri a diversi ospedali di Tokio, affinchè li testino nella riabilitazione dei pazienti accompagnandoli nelle normali attività quotidiane. 
Il remake di RoboCop realizzato nel 2014 non poteva non tenere conto di questi colossali passi avanti della scienza medica e della tecnologia: la trama è pervasa dal dilemma, mai apertamente dichiarato, "fino a quando un essere umano rimane tale?". Se il tuo corpo viene ricostruito, ma mantieni i tuoi ricordi e i tuoi sentimenti sei un essere umano, ma se i tuoi sentimenti vengono rimossi artificialmente, se il tuo cervello viene manipolato così da non aver nessuna esitazione nel mezzo di una sparatoria, se questa manipolazione ti porta a rimanere impassibile davanti a tuo figlio che ti chiama "papà" e se decine di persone possono vedere ciò che vedi, udire ciò che senti e decidere di "spegnerti", allora sei ancora umano?  
Film di fantascienza entrambi, dunque, ma di una fantascienza sempre più vicina alla realtà; film che pongono anche quesiti etici e morali che potremmo, tra non molti anni, trovarci a dover affrontare nella cronaca. 

martedì 10 giugno 2014

Nia Sanchez: fascia da Miss USA, cintura nera e tanto carattere

Bellissima, ovviamente, fisico scolpito e sorriso smagliante, ma anche grande consapevolezza di sè e delle proprie capacità: Nia Sanchez, 63^ Miss Stati Uniti, è sotto i riflettori non solo per la fresca incoronazione ma anche per le feroci reazioni delle femministe ad una sua dichiarazione. Intervistata dal giudice del concorso Rumer Willis circa il diffuso dramma della violenza sessuale nei Campus statunitensi, la ventiquattrenne reginetta ha infatti risposto in questi termini: "Penso che una delle cose più importanti sia che le donne imparino a difendere loro stesse. Io sono una cintura nera di quarto grado e ho imparato da giovanissima che per sentirsi sicure è importante essere in grado di difendersi da sole; credo che questa sia una cosa di cui le donne dovrebbero prendere coscienza ed iniziare a fare qualcosa da subito".
Invece di glissare, Nia è dunque andata dritta al cuore del problema e, anzichè tirare in ballo la trita e ritrita risposta politically correct del "sogno la pace nel mondo", ha utilizzato il minuto a sua disposizione per parlare di autodifesa femminile. Qualcosa di molto simile a quanto visto nel film "Miss Detective", solo che qui si tratta della realtà e che ha scatenato un putiferio.
Le più agguerrite femministe - che già non sono ferventi sostenitrici dei concorsi di bellezza - hanno infatti tuonato reazioni del tipo "non devono essere le donne ad autotutelarsi ma occorre insegnare agli uomini a non stuprare". Posto che una cosa non esclude l'altra, occorrerebbe tener presente anche il contesto in cui la dichiarazione di Nia è stata rilasciata - con tutti i riflettori su di sè, gli occhi degli Stati Uniti puntati addosso, solo un minuto per rispondere mentre preghi di non sbagliare un congiuntivo in diretta nazionale - e, magari, essere anche oneste con se stesse perchè, se è vero che con la violenza non si risolve nulla, altrettanto vero è che non c'è donna che non s'indigni ogni volta che sente parlare ai tg di stupro e femminicidio.
Nia, dal canto suo, ha parlato per esperienza personale: ha iniziato a praticare arti marziali quando aveva 8 anni, è diventata istruttrice a soli 15 anni ed oggi è cintura nera 4° grado di Taekwondo; dopo aver vissuto per qualche tempo da bambina insieme alla madre in una comunità protetta, sa quali problemi possono trovarsi a dover affrontare le donne. Sullo stesso palco di Miss USA, poi, proprio durante lo svolgimento di questa edizione sono sfilate diverse Miss che hanno ammesso di aver subìto abusi sessuali nel corso della loro pur giovane vita. In un mondo perfetto non esisterebbero violenze di genere, stupri e femminicidi; se si fosse più civili il rispetto della persona in quanto tale - uomo o donna che sia - sarebbe un fatto acquisito, non un valore cui tendere. Ma il mondo non è perfetto e forse Nia, andando oltre il buonismo da Miss, ha solo avuto "la colpa" di ricordarlo a tutti. 

sabato 7 giugno 2014

Il "mio" Festival dell'Oriente 2014

La partecipazione al Festival dell'Oriente sta diventando una sorta di tradizione e, anche quest'anno come già in passato, non mi sono lasciata sfuggire l'opportunità di immergermi nelle suggestioni orientali che si sono date appuntamento al Centro Espositivo di Novegro.
Ecco qui di seguito il video che ho realizzato, spero vi piaccia.

venerdì 6 giugno 2014

Sfida tra regine delle MMA: Rousey vs. Carano. Ma la Tate ha da ridire

Su questa notizia bomba si sta scrivendo tutto e il contrario di tutto: Gina Carano, ex atleta di MMA ed oggi attrice affermata, potrebbe tornare alle competizioni nella gabbia ottagonale e lo farebbe con una sfida memorabile, affrontando niente meno che Ronda Rousey, lottatrice nota per la sua temibile armbar (oltre che per il fatto, non trascurabile nel mondo delle MMA come in quello dello spettacolo, di essere decisamente bella).
Ronda Rousey vs. Gina Carano
La presentazione ufficiale nel contesto dell'UFC c'è già stata e pare che l'incontro sia ormai pianificato, sebbene ancora non sia stata fissata una data, eppure c'è chi definisce l'intera vicenda "uno scherzo": si tratta di Miesha Tate, lottatrice di arti marziali miste che proprio contro Ronda Rousey ha perso l'opportunità di accaparrarsi il titolo mondiale 2013 nella categoria dei Pesi Gallo. Nella sua intervista rilasciata a MMA Junkie Radio ha descritto quello che per molti appassionati avrebbe le carte in regola per essere l'incontro del decennio come una sorta di burla, che potrebbe per di più nuocere alle MMA: "Le MMA femminili hanno lavorato sodo e a lungo per essere legittimate, ottenere credibilità, ed ora che finalmente siamo riusciti a rompere il ghiaccio e siamo entrate nell'UFC rischiamo di giocarci tutto con questo incontro, facendo combattere tra loro persone che non hanno niente in comune se non il fatto di essere belle".
Meisha Tate all'opera (contro Liz Carmouche)
Meisha "Cupcake" Tate brutta non è di certo, nonostante le numerose botte date e prese all'interno della gabbia ottagonale, ciò non di meno teme che potrebbe essere soltanto l'aspetto avvenente delle due contendenti a richiamare l'attenzione del pubblico, distogliendolo da ciò che veramente conta: il combattimento e la prestazione sportiva. "Davvero, credo sia una specie di scherzo. Gina è stata una grande lottatrice, e certamente è una donna molto bella; Ronda è un'ottima combattente ed è anche molto attraente. Ma da qui ad affermare che Gina potrebbe essere in grado di tornare a combattere dopo cinque anni di completa inattività ed avere qualche speranza contro una lottatrice allenata e in forma... dai, siamo seri!".
Meisha "Cupcake" Tate
In effetti, dopo la sua sconfitta contro Cristiane "Cyborg" Justino, Gina Carano ha abbandonato l'agonismo per dedicarsi al cinema (peraltro riscuotendo un buon successo) e sono ormai cinque anni che non calca più un ring se non per esigenze di copione: un tempo infinito per uno sportivo. 
Ronda Rousey, dal canto suo, imbattuta dal 2010, in tempi recenti ha sconfitto proprio Meisha Tate il 28 dicembre 2013 con uno dei suoi ormai celeberrimi armbar e con una ginocchiata ha posto fine al suo incontro del 22 febbraio 2014 contro Sara McMann, infliggendole un ko che non ammetteva repliche. Statistiche alla mano, si potrebbe dar ragione alla Tate, eppure c'è chi è pronto a scommettere che il match Rousey-Carano potrebbe essere la sfida del decennio. Come detto, su questa notizia bomba si sta scrivendo tutto e il contrario di tutto. 

mercoledì 4 giugno 2014

Amazzonia, il film nel cuore dell'oasi del mondo

Amazzonia. Tanto immensa, misteriosa e complessa da poter essere considerata un pianeta sul pianeta Terra: il Pianeta Verde. In questo perfetto sistema in cui la terra abbraccia il fiume e le piante si innalzano fino al cielo vivono circa due milioni e mezzo di specie tra mammiferi, uccelli, rettili, insetti e piante; qui vivono ancora oggi 350 comunità indigene, combattute tra il desiderio di salvaguardare la propria identità e la terra dei loro avi e il richiamo di dei "soldi facili" promessi da numerose imprese multinazionali.
Amazzonia. E' qui, nel cuore della foresta, che in seguito ad un temporale precipita un piccolo aereo sul quale, insieme a tanti arnesi del circo, è caricata anche la scimmia cappuccino Saï; del tutto impreparata ad affrontare il mondo che improvvisamente le si spalanca davanti agli occhi, imparerà a muoversi nel nuovo ambiente, procacciandosi il cibo e sfuggendo a pericolosi predatori, fino a conquistare la libertà che le era sempre stata negata.
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Interamente girato in 3D e vincitore del "Premio Ambiente" alla 70^ Mostra del Cinema di Venezia, "Amazzonia" è un docufilm decisamente fuori dal comune, con un cast composto da animali esotici non addestrati e completamente privo di effetti speciali e computer grafica: ciò che si vede sullo schermo è il risultato di due anni di sviluppo, ricerca scientifica e stesura; 9 mesi di ambientamento dei principali animali utilizzati e 18 mesi di riprese nel cuore della foresta amazzonica. Il tutto su un "set cinematografico" che misura oltre 6.000.000 di chilometri quadrati, con un cast che include scimmie cappuccine, coati, lontre, boa, armadilli, aquile, giaguari, ragni, delfini rosa, rane, insetti foglia...
Acclamato dalla critica ed apprezzato dal pubblico, questo film di Thierry Ragobert asserisce, fin dalla copertina, di sostenere il Progetto Amazzonia del WWF; in realtà, sebbene speri di essermi sbagliata, sul web non ho trovato alcunchè che rimandi a parte dei proventi ceduti a beneficio del Fondo Mondiale: l'unico "contributo" pare consistere nell'inserimento, all'interno della brochure che accompagna il DVD, di un link di rimando al summenzionato Progetto Amazzonia.
Il film merita, senza dubbio, ma se come credo i proventi della vendita non vengono neppure in parte devoluti a favore del WWF potete tranquillamente vedervelo a noleggio, a patto però di fare poi una donazione, per quanto piccola, al Progetto Amazzonia.
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